martedì 21 luglio 2015

LA RICERCA DELLA FELICITA'

Oh, essere felici è un impegno, mica no!
La felicità non è una roba che capita, e ce la godiamo finchè dura (e ci lamentiamo quando finisce)
E' un'attitudine


Non parlo della felicità momentanea. Succede qualcosa di bello ci sentiamo felici, OK, quello dipende in gran parte dalle circostanze.


Parlo della felicità quotidiana, del sentirsi bene, contenti nella propria pelle e col sorriso che affiora sulle labbra come un'abitudine. Quella felicità li non "succede", bisogna "farla succedere". E me ne rendo conto inesorabilmente ogni qual volta sono di cattivo umore (il che capita di default almeno un 5-6 giorni al mese...).


Abbiamo diversi modi di reagire ai piccoli contrattempi di ogni giorno, che sia un litigio, qualcosa che non va per il verso giusto, un contrasto con il nostro compagno. Possiamo arrabbiarci, oppure possiamo ridere. Sembra stupido ma è vero. Possiamo lasciare che quella cosa lì che succede ci rovini la giornata mugugnando, recriminando, masticando amaro, meditando vendetta.... oppure possiamo dire "eh vabbè. Pace. Che sarà mai"


Perché la maggior parte delle volte, nel quotidiano, è davvero "che sarà mai".
Il difficile è rendersene conto, perché magari siamo stanchi, abbiamo avuto una brutta giornata, ci fa male un dente o non abbiamo dormito bene. E le cose più banali diventano catastrofi emotive.


La tendenza è quella di incarognirsi. Incarognirsi è facile ed immediato. E' la via breve.
E' naturale, è come rotolare in discesa: vien da se'. Siamo persino tentati di pensare che sia giusto, perché  insomma, mica posso gestire tutto io, mica posso sempre sorvolare, una volta avrò diritto di incazzarmi pure io no?


E infatti il diritto ce l'abbiamo.
Ma il punto è: val la pena esercitarlo, questo diritto?
Porta del buono, esercitare questo diritto?
Migliora in qualche modo la situazione?
Ci fa sentire meglio, dopo? Fa sentire meglio gli altri?


Ecco se la risposta è no... forse la strategia va ripensata.


Io sono per la risata.
Non sempre ci riesco, e non sempre tollero di buon grado chi attorno a me non ci prova nemmeno, siano amici o familiari. Mi infastidisce, mi indispettisce proprio. Mi dico: ma come! Io ci metto tanto impegno e tu rovini tutto? E li, mi diventa più difficile continuare a sorridere... il che mi indispettisce ancora di più.......... insomma va un po' tutto a catafascio, evidentemente non sono ancora abbastanza forte da questo punto di vista.


Però continuo a essere convinta che sia la via giusta.
E quando ci riesco, quando ci riesco davvero, il mio livello di felicità schizza immediatamente verso l'alto, ed il ritorno "a cascata" è positivo per tutto l'ambiente circostante che si rasserena, si tranquillizza.


Dipende tutto da me?
No, dipende da tutti, dipende da tutti noi.


Con un po' di buona volontà e di allenamento.














giovedì 9 luglio 2015

UNA FATICA PORCA

Oh ragazzi,
che fatica con gli adolescenti.

Mamma mia!

Vi racconto la giornata tipo del PG, quindici anni tra quindici giorni.


Lo sveglio verso le 8
lui grugnisce, si rigira dall'altra parte
lo risveglio, rigrugnisce.

Io esco per andare in ufficio
e lui verso le 8.30 si alza fa colazione si veste e porta se stesso ed il Nin in oratorio (dove fa l'animatore da quest'anno)
Lo vedo, di lontano, alle 17.15 quando riprendo il Nin dall'oratorio
Dopo c'è il breefing sulla giornata con gli altri animatori e, da qualche giorno, finito il breefing torna a casa per leggere un romanzo (l'unico compito delle vacanze che ha; prima stava in oratorio fin le 19.30)
Quindi arriva a casa diciamo verso le 18, si spoglia, doccia, si sdraia a leggere.
Io nel frattempo sono  in cortile col Nin.
Torno su per le 19, tento di chiedergli come è andata la giornata, risponde un laconico "tutto bene" senza ulteriori specifiche.

Legge fino all'ora di cena, o se finisce prima si mette in cuffia ad ascoltare la musica
Verso le 19.30 - 20.00 ceniamo, mezz'oretta
Si alza da tavola va in camera, si rimette in cuffia
Verso le 21 esce, rientra a mezzanotte.
Arriva, dice "ciao, buonanotte" e va a dormire.

Totale numero parole scambiate durante la giornata, forse 50
di cui il 90% sono  metti a posto, non far tardi, lascia stare tuo fratello e simili.

Tutto è da negoziare sempre, gli orari in primis
All'inizio del mese c'era la festa dell'oratorio, ogni sera 23:59 mi arrivavano messaggi del tenore di "ehi sto aiutando a rimettere a posto magari tardo qualche minuto bacino bacino cuoricino cuoricino faccina faccina"

Va bene, ci sta, poi l'oratorio è proprio sotto casa quindi va bene
Finita la festa, chiarisco che il coprifuoco è mezzanotte e insisto sulla puntualità.

Tutte le sere per una settimana, ora 23:59: ciao posso stare fino a mezzanotte e mezza? bacino bacino cuoricino cuoricino faccina faccina
No
Dai perchè?
No mezzanotte, puntuale
Eh ma perchè?
Perchè mezzanotte è il mio massimo, vieni a casa

Il giorno dopo questa conversazione, ore 19, gioca d'anticipo: mamma senti, ehm. stasera, sai, non è che potrei tornare mezzanotte e mezza? no perchè esco con D, anche lei ha il coprifuoco ma lei torna a "emmezza", mi scoccia venir via prima.....

Una sera è arrivato con 10 minuti di ritardo
senza avvisare
senza rispondere al cellulare quando lo chiamavo.
Cazziatone mostruoso, 4 gg di consegna.
E nonostante ciò, ci ha riprovato ancora una volta a farmela in barba....

Insomma un continuo.

Ci sta.
Diciamo che lo considero genericamente un segno di buona salute, l'adolescente deve sgomitare, è il suo lavoro. Però una fatica........................