venerdì 29 giugno 2012

THE TIME HAS COME

Ebbene si, ci siamo.

Domani la pargolanza verrà accompagnata in montagna dove per tutto il mese di luglio verrà accudita da 4 nonni, 2 cognati e 2 cugini.

Come dice sempre il GG... queste sono le nostre vere ferie.

Come sempre a luglio, ho un fitto programma di restyling e di fitness

Il primo anno, mi dichiarai disponibile al mio capo a fare qualche ora di straordinario e finì che "buttai" tutti i pomeriggi in ufficio.

Ora, sono rinsavita. Di brutto.

Da lunedì a partire dalle 15.00 avrò un mucchio di tempo per me stessa, per andare dal parrucchiere, dall'estetista, dal tatuatore... e a fare qualche utile e piacevole anzichenò massaggio anti-cellulite, che non guasta mai.

La mia dieta procede meglio di quanto avrei mai immaginato, e sono molto felice.
Dopo aver provato la Dieta Dukan per una decina di giorni, all'inizio di giugno (ho perso un paio di chili belli veloci, ma ho smesso perchè il mio intestino piangeva amare lacrime), ho continuato con un regime alimentare molto attento e penso di aver perso un altro chiletto e mezzo. Sono a quota -13 al momento e devo dire che mi sento sempre meglio nella mia pelle. Penso che giugno sia stato il mese migliore da quando ho inizato, e ho tutte le intenzioni di premiarmi con un costume da bagno da favola :-)


Per non parlare della soddisfazione dei complimenti recuperati un po' qua e un po' la!!!

Per quanto riguarda le serate, stando alle passate esperienze credo che non mangeremo in casa nemmeno un giorno in tutto il mese. Milano a luglio offre diverse cosette interessanti tra fiere, concerti, attività varie (che io ho naturalmente scandagliato attentamente....) e devo dire che le mie aspettative sono piuttosto alte. Voglio proprio divertirmi. Molto, voglio divertirmi. E non solo fuori casa.

Perciò, che altro dire...... buone vere ferie a me!



SUPER MARIO

... e son soddisfazioni ! ! !

giovedì 28 giugno 2012

SEGUITO COMMENTI PRECEDENTE POST...

Ciao a tutti,
innanzitutto vorrei ringraziarvi per i vostri commenti.
A dire il vero, vedere che non siamo l'unica coppia che deficita di manifestazioni verbali rende molto più agile per me tenere le paranoie sotto controllo :-)

@ Slela: Tesora, grazie. NO, non sono in crisi. Lo sono stata, ma ora è andata, finita. Basta. Quello che non prevedevo è che il "periodo difficile" di cui parlai qualche post fa lasciasse un fastidioso strascico: la mia attuale tensione verso il "sempre meglio", quando non l'ossessiva ricerca di una improbabile perfezione.
Nonchè una seria quanto discutibile propensione all'analisi.
Avete presente il dialogo verso la fine di Pretty Woman (dai dai, non vergognatevi... lo so che lo conoscete a memoria...) Lui le propone di diventare la sua mantenue e lei gli dice qualcosa come...
- Io sono cambiata, e mi hai cambiata tu. Ora non puoi cambiarmi di nuovo.
- E cosa vuoi (chiede lui)
- Voglio la favola.
Mi capita una cosa simile. A volte, voglio la favola. Voglio la perfezione di un amore infinito, perenne, profondo, passionale. Voglio una roba da far vergognare Edward Cullen!!!

E detto tra noi, questa è una gran bella rottura di coglioni, perchè ovviamente questo non è un obiettivo ragionevole. La vita è la vita, i romanzi sono i romanzi. Non è che io non lo sappia. LO SO eccome. Solo che ogni tanto mi parte l'embolo...

@ Elle, @ Liberadidire: capisco quello che volete dire, e non vi nasconderò certo che a volte l'ho pensato anche io. Ma sono giunta alla conclusione che non puoi fare quel tipo di bilancio in un rapporto. Non si può "contabilizzare" quanto ricevi e quanto dai come in un libro mastro.Ognuno fa quello che ritiene giusto, al meglio delle proprie possibilità. Stop. Lo dico perchè credo fermamente che un tale tipo di atteggiamento porti inevitabilmente a un altro: ad un certo punto si inizia a pensare "basta, perchè sempre io? io ora ho fatto abbastanza e mi fermo, tocca a lui/lei". E questo distrugge invece di creare. Abbatte invece che far crescere. Rinsecchisce invece di nutrire.
Noi facciamo quello che facciamo perchè siamo donne.
Perchè noi POSSIAMO farlo. SAPPIAMO farlo.
Arriverei quasi a dire che è nella nostra natura.
E se ci fermassimo, se smettessimo, saremmo colpevoli due volte, contro il nostro compagno e contro noi stesse. Lo penso davvero, non sto dicendo minchiate filosofiche rabberciate da qualche sito new age.
Lo penso davvero.

@ Lady, @Patty @ Malanotteno: credo che nella scelta tra dire e fare, il fare sia sempre preferibile.
FARE.
Dire, sono capaci tutti. Raccontare, progettare, parlare, sono cose alla portata di tutte le teste.
FARE.
E' tutta un'altra cosa.
Perciò, se devo scegliere tra un marito verbal-deficiente  ma che dimostra, e uno che esterna ma alla fine si comporta da perfetto cazzone, beh....... ovviamente scelgo il primo, categoria cui il mio adoratissimo GG appartiene.
Ciò non significa che gli uomini che FANNO non possano, così... di tanto in tanto.... anche dire.
Non è che la cosa butti un rapporto alle ortiche, se non avviene.
Però fa piacere.
Semplicemente, fa piacere.

@Sgiu: su su dai. Pensavi di essere l'unica? Anche io. Invece siamo in ottima compagnia  :-)

@Eu: madonna santa quanto sei pragmatica. Sei il mio guru, lo sai vero? Se non lo sai, sallo.

@ amica di sms: grazie.Altro da dirti non ho.


Tutto ciò premesso.......... ehi GG, TI AMO!  :-)


mercoledì 27 giugno 2012

E' VERO...

... è proprio vero quello che dice la nostra piccola amica Jessica qui sotto.

Se ami, devi dirlo.
Non solo o non tanto per te stesso - che tanto tu lo sai, che ami, anche se potrebbe essere piacevole esternarlo... - quanto per l'altra persona che sicuramente desidera sentirlo.

E' fondamentale, è imprescindibile.
Per me.

Per il GG invece..... lui non lo dice mai spontaneamente (risponde se lo dico io)
Nemmeno se glie lo faccio notare
Nemmeno se butto alle ortiche tutta la mia duramente conquistata dignità e lo supplico in ginocchio con le lacrime agli occhi.

Niente, non riesco a fare breccia.

Qui ci sono diversi punti da considerare......

1. Il primo pensiero che passa nel Puff-cervello è che se non lo dice, non lo pensa. Ovviamente con tutto il carico di paranoie che questo pensiero si porta appresso. MA, come già dissi su queste stesse pagine, son persona ragionevole (pro e contro inclusi). Ammettendo di riuscire con la razionalità a tenere le paranoie a bada, quel che vado dicendo è: bè, tu sei così, ma lui è diverso. Punto. No big deal. E' diverso e quindi ha processi emotivi diversi e quindi quello che vale per te potrebbe non valere per lui. ERGO: ti ama anche se non te lo dice. Faccio fatica a capacitarmi, ma ci sto lavorando.

2. L'altro punto è che per me è una cosa invece molto importante. E non sentirlo proprio mai mai mi pesa parecchio. Il Nin me lo dice di continuo, e nei giorni in cui gira male mi domando "Posso io vivere la prossima metà della mia vita senza mai sentire un "ti amo" che non provenga da un bambino di 4 anni?
La risposta è una tra le più difficili della mia vita.
Perchè si, in realtà. Posso. Certo che posso.
L'ho detto e ripetuto fino a seccarmi la lingua: se ami qualcuno devi accettarlo per quello che è. Il GG è così e dunque lo accetto. Qui siamo nel campo del modo di essere di ciascuno, che va sempre e comunque rispettato. Ma a quale prezzo? Quanto mi costerà, da un punto di vista emotivo, questa cosa con l'andar del tempo? Sono sicura che riuscirò sempre a gestire al meglio i dubbi di cui al punto 1, nonchè la tristezza ed in parte anche la frustrazione?

3. E io? lo dico, io? la risposta è molto raramente. Non perchè non lo desideri. Ci sono stati momenti in cui avevo un bisogno quasi fisico di dirlo, lo sentivo proprio nella pancia. Ma non lo faccio perchè in qualche modo sono diventata vergognosa, rispetto a questo genere di manifestazioni, a seguito del fatto che lui, appunto, non lo dice mai e non sembra mancargli.

4. Ed infine...che senso ha, per me, per la mia vita, continuare a lambiccarmi su questa ed altre consimili menate (tipo: ma perchè cazzo son sempre io che organizzo le cose che facciamo e lui non mi porta mai fuori di sua iniziativa manco per andare al cinema? Allora significa che non gli importa niente....) quando abbiamo un rapporto sereno, complice, sessualmente soddisfacente, divertente, scherzoso e in ogni aspetto degno di essere vissuto? NESSUNO, indubbiamente. Anzi, rischio solo di mandare in merda cose che invece sono belle e desiderabili. E a giudicare dalle esperienze che vedo intorno a me, questa è decisamente l'ultima ultimissima cosa che vorrei mai fare.

Ma non tutti i giorni sono uguali.
Certi giorni mi costa più impegno di altri tenere le paranoie a bada.


martedì 26 giugno 2012

SAGGEZZA PICCOLA PICCOLA

Non bisogna mai dire Ti Amo se non è vero.
Ma se è vero bisogna dirlo tante volte.
Le persone dimenticano
(Jessica, 8 anni)



fonte: Facebook

CARTONI E ALTRE AMENITA'

Sabato, nel carrello della spesa, sono finiti anche 3 bei DVD.
Lo so, lo so.
Son tempi di crisi e al superfluo bisognerebbe saper rinunciare.
Ma il PG era a casa a leggere, il GG era in giro a correre ed io e il Nin ci siam  levati qualche soddisfazione.

La scelta è ricaduta sui seguenti titoli:




E va bene... non sono propriamente dei classici, dei capolavori immortali della letteratura e della cinematografia. Ma la vita vera è dura e quando mi prendo un momento di svago, deve essere svago. E non è detto che non ci sia comunque qualche spunto di riflessione comunque...


Vado a spiegare:


Ga'hoole: è una storia eroica di giovani che combattono per la propria e l'altrui libertà dalla tirannia. Poco importa che i protagonisti abbiano artigli al posto delle gambe e ali al posto delle braccia. Amicizia, onore, coraggio, libertà, abnegazione sono valori trans-specie che non verranno mai ribaditi abbastanza.
Riflessione per: i ragazzi che vivono nel mondo dell'arraffare senza pensare alle conseguenze e che sono li li per considerare "figo" quelli che rubano per il proprio tornaconto senza badare al prossimo.



John Carter: un giovane soldato della guerra di secessione si trova magicamente catapultato su Marte dove suo malgrado viene coinvolto in una guerra tra i popoli liberi ed il tiranno del posto. E dove contestualmente trova l'amore, per il quale combatterà strenuamente, contro tutto e contro tutti, al fine di conquistarlo, proteggerlo, difenderlo e viverlo. Stesso discorso del precedente, con l'aggiunta di questa bellissima storia d'amore che, diciamocelo... ci fa sdilinquire tutte quante: chi è che non vorrebbe un uomo disposto a rinunciare finanche al suo pianeta natale pur di stare con lei??? 
Riflessione per: nessuno, a dire il vero, ma volete mettere che bello sognare ad occhi aperti (per non parlare del toc de sgnaus del John!)

Shrek 4
No vabbè ma parliamone. Qui non c'è più religione, se anche un orco incorre nella crisi di mezza età quando si trova sposato e con prole.... e non può più andare in giro a spaventare tutti i malcapitati del circondario con i suoi tremendi ruggiti, come quando era giovane e scapolo!!!!  Così attraverso un contratto magico, si trova a vivere un ultimo giorno "da orco"... salvo poi scoprire che era tutto un imbroglio e che alla fine di quella giornata lui non sarà mai nato. E avrà perso tutte quelle cose che gli sembravano tanto noiose prima.... si, prima di andare così vicino a non averle più. Il film fa spaccare dalle risate come tutti gli altri della serie, ma a dire il vero io ci vedo anche un po' di verità, in questo orco che deve poco per volta rendersi conto della fortuna che aveva ed ha gettato via, e che la felicità risiede nella sua vita "noiosa" accompagnata dall'amore di sua moglie e dei suoi figli e non altrove.
E alla fine si rende conto, il nostro buon verdolone, ed infatti dice a Fiona: "la cosa più bella di questo giorno, è che ho avuto l'occasione di innamorarmi di te tutto daccapo". 
Naturalmente tutto condito dall'immancabile lieto fine, col nostro Shrek rinsavito e tornato padre e marito felice.
Riflessione per: tutti gli uomini che ad un certo punto della vita sclerano... e dimenticano il valore di ciò che hanno.







OT: io non lo so cosa gli piglia ogni tanto a Blogger, sta di fatto che mi inserisce lo sfondo del testo e non c'è modo di levarlo. Sorry, tutto quel che riesco a fare è cambiare il colore del testo per renderlo leggibile.




venerdì 22 giugno 2012

ENDER'S GAME, THE MOVIE!

No ragazzi, io so che non potrete condividere il mio entusiasmo, ma oggi, per caso, girellando su Internet ho scoperto che il progetto, che sembrava bloccato, di fare un film del mio libro preferito in assoluto in tutto l'universo è andato in porto, e sarà sugli schermi il 1 novembre 2013

Si tratta di Ender's Game (di cui parlai qui), Il Gioco di Ender in italiano, una storia solo apparentemente di fantascienza ma che in realtà descrive un personaggio, Ender appunto, con una poesia e una dolcezza che hanno del meraviglioso.

Non vedo l'ora di assaporarlo tutto, fino all'ultima scena... sperando che sceneggiatori, regista e attori rendano giustizia a questo piccolo capolavoro.

Qui  ulteriori informazioni sul libro.



UN ALTRO LOOP

Ecco.
Ho appena parlato sottovoce, piano piano, di farmi un tatuaggio e già ho iniziato a far voli pindarici.

Ho trovato questa immagine che mi fa impazzire letteralmente:


L'Albero della Conoscenza col Serpente arrotolato e la Mela (che io farei rossa). Ma quanto mi piace! Ma quanto lo vorrei!!! Ma quanto mi fa impazzire!!! (motivi qui)

Ma quanto mi terrorizza, anche!!!!
Che male deve fare?? Quanto grande deve essere per essere comprensibile..... aiuto.

La macchina si è messa in moto... è partita, ma non so dove arriverà...........

:-)

STACCATE VS. TACCATE

Orbene, sono venuta a conoscenza di questa simpaticissima iniziativa della Staccata attraverso il blog di Scleros e partecipo mooolto volentieri.

Come come?
Volete partecipare anche voi??
Facile!! Basta scrivere un post nel vostro blog e specificare che aderite all'iniziativa Staccate Versus Taccate.

Per quanto mi riguarda, io sono decisamente una mamma TACCATA. Ohhh yes.


Ma proprio taccata di brutto, taccata il più possibile.

Ragazzi, parliamoci chiaro.
Io sono un metro e mezzo di donna (perchè pensate che mi chiami Puffola???)
La morosa dodicenne di mio figlio mi passa di tutta la testa.
Ho la fortuna, certo è una fortuna!, di non dimostrare i miei anni, ma se mi vedete in jeans e superga, mi scambiate per una bambina del cortile!

Da ragazza questo non mi dava pensiero.
Vivevo in scarpe comode a qualunque costo, ed ero fiera ed orgogliosa di non aver ceduto alla tacco-mania che alcune mie amiche sperimentavano. Mi sentivo libera, bella, ed emancipata.
Una cosa stile "il piede è mio e me lo gestisco io", per dire. E se voi maschietti preferite le sciantose sui trampoli, che buon pro vi faccia. Girare al largo, grazie.

Ma poi, crescendo... maturando.... ho cominciato a desiderare di essere vista per la donna che ero, e non per l'eterna ragazzina che sembravo.

E il giorno in cui ho visto nelle vetrine il mio primo paio di zeppe (20 anni fa) è stato un tal gaudio e tripudio che ora che sono mamma posso paragonare solo alla gioia di un bambino davanti ad un albero di Natale.

Le mie prime zeppe erano sandali beige. Avevano il tacco separato dalla pianta e la zeppa era di sughero. Mi facevano un male dell'accidente ma le portavo con ostinata determinazione. Le mie amiche dicevano che erano più alte che lunghe (porto il 35...).

Separarmi da loro al momento del trapasso è stato un intenso dolore fisico.
Ma fortunatamente da quel primo, sparuto tentativo, son fioriti germogli che ancora oggi, dopo ben 20 anni, riempiono le vetrine di zeppe di tutti i tipi e di plateau che a volte hanno, diciamocelo, dell'inverosimile.
E la sottoscritta Puffola acquista con il medesimo entusiasmo di quella prima volta le più strabilianti, mirabolanti, eccitanti meraviglie della tecnologia ciabattina che le regalano nell'ordine:

- finanche15 centimetri di statura;
- postura eretta e sinuosa;
- falcata da ghepardo;
- sculettamento da primato.

Come rinunciare a tutto questo?
Assolutamente impensabile, ormai, dopo tanta fatica per abituare le caviglie!!!!

Ora, non pensate che io sia completamente pazza furiosa. Non è che vado al supermercato col tacco 15.
Ci sono ancora occasioni in cui mi piace e francamente mi conviene tornare alla scarpa comoda e al jeans, e se gli sconosciuti mi si rivolgono dandomi del tu perchè mi fanno 15 anni più giovane, bè.... mica mi lamento!

Ma di base mi piace lo stile che la scarpa col tacco mi conferisce.
Lo trovo... maturo. Pieno.
Anche se le caviglie a volte piangono.

:-) 

giovedì 21 giugno 2012

. . . BUONA ESTATE



. . . E BUON SOLSTIZIO A TUTTI

PREMIO ALMOHADA

La carissima Ninin mi ha assegnato questo premio, che accetto proprio volentieri!!!


Le regole:
1) citare 3 frasi che mi rispecchino
2) indicare 3 canzoni che mi piacciono
3) esprimere un desiderio
4) scrivere una parola che rispecchi il desiderio
5) passare il premio ad altri 7 blog.

Ok, dunque.

LE FRASI:

1 - L'amore conta
2 - Non tutto ciò che può essere contato, conta. Non tutto ciò che conta può essere contato (A. Einstein), che va di pari passo con: Non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi.

3 - Non sarete puniti PER la vostra rabbia. Sarete puniti DALLA vostra rabbia (Saggezza Orientale)

... e ne aggiungerei anche un'altra, che mi piace particolarmente e condivido tantissimo:

4 - Apprendere che nella battaglia della vita si può facilmente vincere l'odio con l'amore, la menzogna con la verità, la violenza con l'abnegazione dovrebbe essere un elemento fondamentale nell'educazione di ogni babmino (Mahatma Ghandi)

LE CANZONI

Questo è difficile, perchè amo canzoni molto diverse per motivi molto diversi.
Però così di botto direi:
Fragile (e mille altre) di Sting
Certe Notti (e mille altre) del Liga
Who wants to live forever, dei Queen

IL DESIDERIO

...Espresso

LA PAROLA

La parola che racchiude il mio desiderio è ETERNO

Tutti coloro che passano di qui e che non hanno ancora giocato, possono partecipare. 

mercoledì 20 giugno 2012

CHE NE PENSATE. . .



. . . di questo, come simbolo?

Stavo pensando a un nuovo tatuaggio...


: )

martedì 19 giugno 2012

MA SECONDO VOI

. . . com'è che stamattina, dopo aver passato accuratamente l'aspirapolvere ieri pomeriggio, il bagno di casa mia era pieno zeppo di briciole?

Il bagno, voglio dire..... la stanza da bagno, il cesso insomma. Non esattamente il posto dove uno si aspetterebbe di trovare avanzi di cibo.

Polveroso, e va bene.
Qualche capello svolazzante della sottoscritta? E come negarlo.
Due o tre schizzetti, magari, di qualche maschio random con poca mira... e OK

Ma le briciole?

Mi dispongo con animo lieve e lieta propensione a porre la domanda a tutti gli altri abitanti della Puff-casetta, gatto escluso. Ed ecco:

PG: No mamma, ecco... ieri quando sono salito dall'oratorio mi scappava da cagare ma avevo anche fame. Così ho fatto merenda seduto sul water...
Puff: (surgle) ahccerto, scema io a non pensarci. E come mai c'è anche il tuo libro appoggiato sul mobiletto?
PG: perchè intanto che cagavo e mangiavo, ho anche finito di leggere il capitolo di oggi.

Se non si chiama sinergia questa.............

lunedì 18 giugno 2012

LONTANO DAL PARADISO

Io sono il tipo che si commuove disperatamente davanti a film come Lontano dal Paradiso o I Segreti di Brokeback Mountains. Le storie che parlano di amori profondi ma impossibili da vivere mi distruggono intimamente, mi devastano. Soffro come se ci fossi io, li alla stazione dei treni, a vedere l'uomo che amo partire per non tornare mai più.

E sono solo film.

E quando succede nella vita reale?

Una coppia tra i nostri migliori amici si sta separando.

(....)

Vorrei poter fare qualcosa ma è chiaro ed ovvio che non è nemmeno lontanamente nelle mie possibilità. Anzi, teoricamente, non dovrei nemmeno saperlo.

(....)

Se non siamo felici per qualche ragione, è facile imputare le colpe all'altra persona. Diciamo "tu non mi rendi felice" ma raramente ci chiediamo "ma IO sto rendendo felice lui/lei?? Sto facendo/dicendo le cose di cui ha bisogno?"

Ci concentriamo sui nostri bisogni e dimentichiamo che abbiamo vicino una persona come noi, esattamente come noi, che può avere problemi, difficoltà, crisi, e che non è detto che sia genericamente "uno stronzo" se per un periodo più o meno lungo non ci corrisponde esattamente come noi vogliamo essere corrisposti.

Dovremmo riuscire a fare un passo indietro.
Tutti noi.
Un passo indietro.
Toglierci dal centro.
Ci si aprirebbe un mondo.






venerdì 15 giugno 2012

BASTARDI SENZA GLORIA

Ieri mattina scendendo per andare a lavorare e dirigendomi verso la macchina parcheggiata sotto casa, ho avuto subito la percezione che qualcosa non andasse per il verso giusto. Accanto alla macchina, infatti, c'erano un paio di amici che abitano nella mia via che parlavano e guardavano perplessi la macchina stessa.

Primo Puff- pensiero: Oh, cazzo..... (la mattina sono incline al turpiloquio, specie se ho sonno)

Mi avvicino. I due mi guardano e gesticolano con aria comprensiva.
Il finestrino lato passeggero non c'è. Vetri rotti sul sedile.
Metà del cruscotto è sparito. Al suo posto c'è un buco enorme con i fili elettrici tagliati che escono.

Secoondo Puff-pensiero: OH CAZZO! (il turpiloquio non è solo un'inclinazione ma una necessità, in certe circostanze)

In pratica, io immagino, mi hanno fatto l'autoradio.
O almeno credo che quello fosse l'obiettivo.
Senonchè si trattava di un'autoradio di serie, impossibile da rimuovere senza l'opportuna chiavetta, e pertanto si son portati via tutto il blocco del cruscotto dove era incastrata, e dove stavano tra le altre cose anche le bocchette dell'aria condizionata, i comandi per le quattro frecce, il tergivetro posteriore e altre due o tre cosette di provata utilità.

Il Nin guarda perplesso. "mamma, la tua macchina è tutta rotta"
Lo vedo, porcacciadiquellavaccamiserialadraeputrida.
"Ehm, si, amore, visto?? che disastro...."

Dall'altro lato della strada, un posto auto vuoto pieno di vetri per terra, segno che insieme alla mia anche un'altra auto è stata fatta oggetto di scasso.

Che poi voglio dire... ma che se ne devono fare della mia autoradio? E' DI SERIE porcamiserialadra, manco si può disincastrare dal cruscotto... ma dove se lo devono ficcare?

Che cosa straminchia ve ne dovete fare della mia autoradio, me lo volete spiegare???

Ora io ho ben poche parole.

Vi lascio perciò con un video che esprime PERFETTAMENTE il Puff-pensiero di oggi: la maledizione di Alex Drastico al ladro del suo motorino. Enjoy.


mercoledì 13 giugno 2012

LA GENTE STANNO MALE 2

Esterno, giorno.
Cortile del Puff-condominio
Il Nin quattrenne gioca col suo amichetto I., treemezzenne, beati e contenti e senza nemmeno litigare tanto.
La Puff e la mamma di I se la chiacchierano tenendo d'occhio i pargoli.

Ad un certo punto il Nin colto da imoprovvisa chiamata della natura, si fionda sotto un pino, tira fuori l'attrezzino e annaffia abbondantemente.

Alcune condomine sedute su una panchina si voltano e lo guardano.
Una, in particolare, fa sgradevoli commenti ad alta voce.
La Puff e la mamma di I si guardano, annuiscono, e fanno finta di niente.
Il Nin torna.
Il piccolo I - colto evidentemente da subitanea invidia dell'attrezzino - parte alla carica dello stesso pino e ripete la scena pari pari. Avete presente le fontanelle coi puttini che buttano acqua? Ecco, uguale.

Alla vista del piccolo I pisciante, la signora di cui sopra si rivolge direttamente al bambino, dicendo che sono cose che non si fanno, che è da maleducati, che quell'albero non era casa sua ne tanto meno il suo bagno.

Ora, per me una cosa è commentare, una cosa è sgridare aspramente un bambino di 3 anni che fa pipì sotto ad un albero. Non ci ho visto più.

La Puff: Cara signora - ho detto - è ora di smetterla. Le ricordo che lei ha fatto CAGARE il suo CANE in questo stesso prato per anni, quindi penso che tra tutti, lei sia proprio quella con meno diritto di parlare.

Risposta: Non c'entra niente.(!!!!!!!!!!!!!!!!!) Qui è questione di insegnare l'educazione ai figli (!!!!!!!!!!!!!!!)

La Puff: Signora il figlio è mio e lei non si preoccupi di come viene educato. E comunque mi permetto di ricordarle nuovamente che il SUO CANE HA CAGATO nel giardino condominiale finchè è vissuto!!! Quindi abbia almeno la buona creanza di tacere, proprio lei!

Risposta... non pervenuta. La tizia si gira dall'altra parte con aria seccata ma evidentemente con niente da ribattere.

MA MI SON PROPRIO LEVATA UNA SODDISFAZIONE, VECCHIA BEFANA!

martedì 12 giugno 2012

LA GENTE STANNO MALE!

Premettendo che il razzismo è una delle cose che mi fanno più incazzare sulla faccia della terra, volevo raccontarvi due episodi successi qui in ufficio che coinvolgono due miei colleghi.
Farebbero ridere se non ci fosse da piangere.

Primo:
Una mia collega con un figliolo in età da nido parlava con un'altra collega delle difficoltà di trovare posto negli asili a Milano. Solite considerazioni che tutti facciamo, finchè questa collega se ne esce con:
"Eccerto, e poi i posti vanno tutti a questi caxxo di extracomunitari..... "
Lei è nubiana.

Secondo:
Stavo accando alla scrivania di un collega che stava parlando con un cliente.
Si capiva dal tono e dalle cose che diceva che questo cliente stava facendo un po' di storie, il collega ad onor del vero ha gestito la cosa per bene. Fino a che riaggancia e con aria seccata dice
"Con 'sti stranieri non si capisce mai niente quando parlano"
Lui è colombiano.

Ora............... ma porca di quella miseria ladra............... ma vogliamo ripigliarci un attimo?



lunedì 11 giugno 2012

LA RICERCA DELLA FELICITA'

I diritti inalienabili dell'Uomo così come espressi dalla dichiarazione di indipendenza delle colonie americane comprendono il diritto alla ricerca della felicità, altrimenti conosciuto al giorno d'oggi come diritto all'autodeterminazione.

Prima di parlare di questo, converrebbe intendersi su cosa significa "felicità".

Questo è un concetto sfuggente, perchè può avere significati molto diversi per persone diverse.
Nella nostra cultura europea ed occidentale, la realizzazione personale (o felicità) è generalmente imputata a due ambiti ben precisi: la famiglia, oppure la professione.

Alcune persone si realizzano nella conduzione familiare, nei figli, nell'educazione.
Altre si realizzano nel successo lavorativo, nel raggiungimento di una posizione di prestigio e nella sicurezza economica.

E' banale dire che le persone del primo tipo normalmente sono donne, quelle del secondo normalmente sono uomini.

Ora vi dico la mia esperienza.

Io mi sono laureata presto e ho cominciato presto a lavorare.
foto dal web
Ho frequentato una università prestigiosa perchè volevo un buon lavoro (e questo significa guadagnare bene ed avere prestigio sociale). Ho fatto la mia bella gavetta, ho preso le mie brave sberle d'orgoglio, e alla fine sono approdata ad una posizione di responsabilità una decina di anni fa. Nel frattempo avevo conosciuto il GG, ci eravamo sposati ed era nato il PG.

Stavo in ufficio 10-12 ore al giorno, il mio capo non era mai contento, mi trovavo ad essere reperibile durante le ferie o i week end e non avevo tempo per fare nulla che non fosse lavorare. La casa era trascurata, non mettevo mai in tavola per cena altro che prosciutto e formaggio e vedevo mio marito e mio figlio nel tempo tra quando entravo trafelata in casa e quando crollavo sfatta sul divano subito dopo cena. Ero piena di sensi di colpa dalla punta dell'alluce alla cima dei capelli, ed ero molto infelice.

Quando sono rimasta incinta del Nin, la mia bella cadrega mi è stata sfilata da sotto il sedere in tempo zero, come ringraziamento per l'impegno profuso. E li, avrei dovuto capire. Invece, niente. Al rientro dalla maternità ho ricominciato la "scalata" ma le cose a casa andavano sempre peggio.
Così un giorno ho deciso di chiedere il part time.
Avrei dovuto farlo prima, ma ero consapevole che questo avrebbe significato rinunciare a qualsiasi desiderio o velleità di realizzazione professionale, e questo in parte mi frenava.

Alla fine invece l'ho fatto e, sorpresa!!
Il mio livello di felicità è schizzato verso l'alto rapidissimamente.

Così da allora ho cominciato a ragionarci su.
Il lavoro, la professione, il successo, può renderti realmente FELICE?
Io dico di no.
Può renderti orgoglioso.
Il lavoro ti da soddisfazione, ti da sicurezza economica, ma NON può renderti felice.
E' - deve essere - un mezzo, e non il fine.
E NON DEFINISCE CHI SEI, ma semplicemente "cosa fai".

Quello che davvero conta, quello che davvero "ti da" sono i rapporti, le persone.
Amore, amicizia, affetto, stima.
Queste sono le sole cose che contano.

In tempi come questi, in cui le aziende chiudono o perdono a causa della crisi, ricordarsi di questo semplice fatto può fare tutta la differenza del mondo. In ufficio una persona è un numero. Non conta in quanto persona, conta per quanto fa guadagnare all'azienda. Che, voglio dire, è anche giusto. Un'azienda deve guadagnare, se vuole vivere. Ma commettere l'errore di affidare ad essa la propria autostima o la propria serenità personale significa restare inesorabilmente delusi.

Il GG aveva un amico così.
Una brava persona, un po' più grande di noi, che per un certo periodo ha frequentato la nostra casa.
Senza una famiglia sua, si è buttato nel lavoro.
E' bravo ed ha molto successo.
Ma è infelice e depresso.
Torna a casa, ed è solo.
Forse per questo lavora tanto.

Il lavoro è ciò che FAI non ciò che SEI.
Questa ora è la mia filosofia in proposito.
Non lo è sempre stata. Ero orgogliosa, volevo vincere, volevo essere più brava degli altri.
Ma alla fine non mi restava niente.

Quando sei in difficoltà, chi ti conforta? Chi ti consola se sei triste, o preoccupato, o ansioso?
Se tuo figlio si ammala, chi ti sta vicino? Se muore una persona cara, su quale spalla ti appoggi?

Sulla spalla di coloro che ti hanno a cuore come persona.
La tua famiglia, i tuoi amici.

Poter arrivare a casa dopo una giornata difficile, potersi chiudere la porta alle spalle pensando "oh meno male che ora sono qui dove sono amato e apprezzato indipendentemente da tutto" può significare la differenza tra essere sereni e non esserlo.

E che si fottano i soldi.
Servono, ma non sono tutto.
E che si fotta pure l'orgoglio, se ti fa star male invece che bene.
Ci sono passata, per questo lo dico.

E quando un domani saremo anziani e prossimi a camminare nel mondo degli spiriti, cosa ricorderemo con gioia maggiore? Da cosa trarremo conforto per dire "va bene, ho vissuto pienamente, ora posso anche andare"? Da una grande causa vinta in tribunale? Da un ordine da millemila migliaia di euro che abbiamo spuntato? O dal giorno della nascita dei nostri figli e nipoti, dalle feste di compleanno con gli amici, dalle giornate serene al mare, dall'amore che avremo dato e ricevuto?

Io scommetterei sulle seconde.
E come vorrei che ci scommettessero tutti!

foto dal web

mercoledì 6 giugno 2012

FICO!

Oggi sono proprio di buon umore!

I miei colleghi da stamattina, più d'uno, continuano a dirmi che sembro una ragazzina (una si è addirittura spinta al termine sedicenne) e devo dire che con gonna corta, maglietta di Penelope Pizzo, scarpe da tennis, ricciolo fluente, poco trucco e linea che finalmente inizia ad apparire accettabile, faccio la mia porca figura.

Ma il meglio viene nientepopodimenoche dal PG.
Lui, l'adolescente himself.
Qualche giorno fa andavamo camminando abbracciati e scherzando gli ho chiesto se secondo lui potevano scambiarmi per la sua morosa.
Lui ha risposto "Bè, morosa no. Sorella"

Che, voglio dire, per uno che mi chiamava  "vecchia culona" è un bel passo avanti!

Happy... sha-la-la
it's so nice to be happy... sha-la-la-la.....

FUORI TEMPO MASSIMO


Ieri pomeriggio il Nin voleva scrivere la letterina a Babbo Natale.

Ci è voluta tutta la mia ferrea volontà a convincerlo che l'allegro vecchierello è in vacanza, al momento, e se ne riparla quest'inverno.

- Ma mamma, adesso E' inverno!!
- Ma no tesoro è estate....
- No, guarda: C'E' LA NEVE!

Non ho indagato per scoprire quale finestra spazio-temporale si fosse aperta davanti ai suoi occhi al posto della mia normalissima finestra della camera da letto per veder la neve fuori, in una giornata con 30 gradi all'ombra.

Mi sono accontentata del fatto che dopo qualche minuto, la sua fame atavica lo abbia distratto e io sia riuscita a portarlo in cucina a far merenda.

Mah!


lunedì 4 giugno 2012

COMUNICARE.

La comunicazione è fondamentale.
E' la base, la vita, la struttura stessa dei rapporti sociali.
E' quello che ci ha consentito di diventare la specie dominante di questo pianeta (insieme allo straordinario pollice opponibile).

Quando comunichiamo, però, ci conviene tenere presente alcune cose:

1. Siamo davvero comprensibili? Stiamo comunicando efficacemente, o stiamo solo mettendo in fila una serie di emotività che potrebbero risultare inintelliggibili al nostro interlocutore?

2. Il nostro interlocutore ha gli strumenti per capire? Glie li abbiamo forniti? Che so un contesto, un esempio, qualcosa che lo possa mettere in grado di venire a capo della faccenda, anche nel caso in cui il punto 1 non vensse pienamente rispettato?

3. La nostra comunicazione, è davvero indispensabile? Abbiamo valutato attentamente che sia una comunicazione positiva, qualunque sia il contenuto del messaggio?

4. Abbiamo svuotato la nostra mente da qualunque possibile aspettativa, preconcetto, idea sulla risposta che riceveremo? Siamo aperti e pronti a qualsiasi tipo di risposta? (ogni comunicazione comporta una dose di rischio)

Inoltre, perchè una comunicazione sia efficace, conviene:
- tenere in massima considerazione le aspettative dell'interlocutore e il suo carattere.
- provare il discorso in anticipo, per essere fluidi e controllare l'esposizione stessa, invece che lasciare che lei controlli noi. L'improvvisazione è rischiosissima.
- guardare l'interlocutore direttamente, per valutare le sue reazioni.
- controllare la propria emotività

Tutto questo, per evitare di parlare alla cazzo, e ritrovarsi nei giorni successivi a camminare sulle uova.


venerdì 1 giugno 2012

FOLLIE DA NINNOLI.

Oggi ero sul piede di guerra per scrivere un post sul GG che a volte davvero mi manda ai pazzi.......  ma poi stamattina il Nin si è prodotto in uno dei suoi (fortunatamente sempre più rari) capricci da incubo e i tasselli del mosaico sono cambiati.

Quel bimbo ha il potere di devastarmi - e anche di devastare suo padre.
Per un motivo spesso banalissimo, comincia a urlare e piantare i piedi e non c'è verso di smuoverlo se non con le cattive maniere. Stamattina per esempio, gli ho chiesto se volesse portarsi un giocattolo con se' in macchina, per il tragitto verso l'asilo. A volte lo fa, e poi lo lascia in macchina perchè alla materna non si possono portare. Non che lo usi. Ma si vede che gli piace tenerlo in mano.
Lui ha detto che non lo voleva, ma una volta fuori dalla porta ha cambiato idea.
Abbiamo provato a dirgli  che era tardi ma si è rifiondato in cameretta per prenderlo ugualmente..... e passi. La mattina siamo sempre corsa,e purchè si sbrighi................................ solo che una volta in camera non ha preso il gioco, era offeso e si è messo seduto sul letto a braccia conserte ad aspettare non-si-sa-che.

Al che il GG l'ha preso su e l'ha portato fuori un po' con le brutte.
Io normalmente non approvo le maniere forti - un po' per principio, un po' perchè è provato che con lui non funzionano -ma in determinate circostanze direi che sono proprio necessarie.
Apriti o cielo.
Lo sentivo urlare dalle finestre aperte della camera da letto, per tutto il tragitto fino alla macchina (e sto al quinto piano!) Ha urlato per tutto il percorso, e poi anche arrivato in classe.

Quando gli prende così, parte proprio via di testa, non c'è niente che lo possa calmare in nessun modo. Ne' con le cattive ne con le buone, ne blandendolo ne minacciandolo, ne parlandogli ne ignorandolo... non c'è proprio modo. Deve esaurirsi da solo... è solo che alle volte ci vuol diverso tempo.......

La soluzione, ovviamente, è che non deve arrivare a quel livello.
Deve essere "bloccato"  prima che arrivi a non sapersi più controllare lui stesso.
Che poi, sono sicurissima che queste cose devastano anche lui, il Nin.
Certi capricci quando si scatenano, vivono poi di vita propria. Il bambino stesso "vorrebbe" smettere ma non può, non riesce, entra in un loop che non gli consente di calmarsi.

Al PG è successo tipo 3 volte nella vita.
Al Nin un po' più spesso...

L'unica soluzione che vedo è quella di usare "ragionamento e pazienza".
Che poi è quello che bisognerebbe usare sempre, con tutti, anche con gli adulti.
Solo che i ragionamenti il Nin li comprende quando vuole....... e la pazienza io ce l'ho anche, mail GG molto meno. Ossia, non è che io abbia più pazienza. E' che io riesco a lasciarlo frignare o lamentarsi senza che la cosa mi colpisca. Vuoi frignare? Frigna, io vado di la a metter su un bucato. Il GG invece no, si fa prendere e si arrabbia. Ma lo capisco, è sfinente quando ci si mette.

E dunque sono in una specie di impasse......... nella situazione in cui devo "dargli una raddrizzata veloce", ma a corto di idee per farlo.

Sic.