lunedì 6 aprile 2015

BLOGTHERAPY

Assecondare è il mio secondo nome.
Non so se sia natura o cultura, ovvero se io sia nata con questa naturale propensione o se mi sia stata insegnata. Immagino una combinazione di entrambe le cose.

Sta di fatto che mi sembra sempre di correr dietro a tutti.

Ricordo molti anni fa una discussione avuta con mio padre. Avrò avuto quanto? 6 o 7 anni. Avevo litigato con mia madre per ragioni che non ricordo ma sentivo di avere ragione. Durante una passeggiata in seguito al litigio mio padre mi disse che dovevo cedere, assecondare la mamma, perché lei era adulta ed il suo carattere formato e quindi immutabile, mentre io ero piccola e quindi ancora malleabile. Dovevo cedere, secondo lui, perché ancora potevo.

Se io avevo quell'età, mia mamma doveva essere poco dopo la trentina. 10 anni meno di quelli che ho io adesso.

Da li è stato tutto un crescendo.

Asseconda la mamma, perché sei piccola, e poi lei è la mamma....
Non contraddire la nonna, perché è anziana
Asseconda gli amici perché ehi! Nessuno è amico di una rompipalle e se non lo fai, non ti verranno a chiamare la sera quando scendono in cortile (questa è tutta farina del mio sacco)
Asseconda il moroso, altrimenti ti lascia e resti sola
Compiaci il marito, perché è il marito
Sii comprensiva coi figli, perché sono bambini (prima) e adolescenti in piena tempesta ormonale (poi).

E io lo faccio.
Non sempre, non DA sempre, ma lo faccio.
E mi sento pure figa, facendolo. Oh, quanto sono consapevole. Oh quanto sono ragionevole. Oh, quanto sono tenerella.

E' solo che ogni tanto mi chiedo.... quando viene il mio turno di essere assecondata, compresa, compiaciuta? O per dir meglio... verrà mai il mio turno?

Arriverà mai il giorno in cui un figlio mi dirà "come posso aiutarti" invece di "mi hai lavato i jeans"?
Arriverà mai il giorno in cui mia mamma mi dirà "mi interessa la tua opinione" invece che "cosa vuoi capirne tu"?
Arriverà mai il giorno in cui mio marito mi dirà "hai ragione" invece che "sei sempre la solita esagerata"?

Io sto col sorriso sulle labbra a fare del mio meglio per far tutti contenti, ma è come se fossi una bottiglia di vetro in cui cadono granelli di sabbia. Un pochino per volta. Ma e dai e dai alla fine la bottiglia si riempie. Io non me ne rendo conto (o almeno non subito, non fino a quando non è troppo tardi) ma arriva il granello che è quello di troppo. E allora tanti saluti, succede come sabato scorso, che sono stata presa da una crisi di nervi coi fiocchi, con tanto urla, porte sbattute, e calci tirati ai cassetti. Per futili motivi, o almeno per motivi che sembrano futili a chi mi guarda sclerare dall'esterno e non si rende conto che magari sono mesi e mesi che procedo sulla via dell'assecondare col sorriso, senza un cedimento, e a quel punto è diventato troppo.



E nessuno se ne accorge.
Nessuno se ne cura
Nessuno si rende conto, perché la memoria è spesso labile e ancora più spesso selettiva.

Io stessa a volte davvero non me ne rendo conto.
Cose a cui magari non penso da tempo, ma che sono li, nel fondo della mia mente, e sedimentano, e scavano e rodono senza magari arrivare al livello della coscienza. Però ci sono. Me ne accorgo, che ci sono. Dopo.

E vogliamo metterci il carico dei sensi di colpa?
Perché, pensavate che io potessi dare di matto senza poi sentirmi una schifosissima merda spiaccicata?

E non è solo quello.
Il mantra dell' "asseconda" mi fa sentire fuori luogo o fuori posto anche quando chiedo qualcosa di assolutamente giustificato e giustificabile. Lunedì di Pasquetta, io faccio i letti, il bucato, sistemo le camere e seguo i compiti del Nin. Il GG ascolta musica sul divano, gli faccio presente che ci sono alcune cose da fare in casa. Mi spiace, sei in ferie? Anche io. Non ti va di passare le feste rassettando? Nemmeno a me. So di avere ragione. Lui sbuffa, alza gli occhi a cielo, ma si alza e passa l'aspirapolvere in cucina. Di cosa mi lamento? Alla fine lo fa, no? Ma io vorrei che lo facesse senza farmi sentire una merda. Domando troppo?

Forse domando troppo.
Forse non è lui che mi fa sentire una merda, sono io che "come al solito esagero".
E' subdolo, no, questo modo di pensare? Alla fine ti convinci che hanno ragione gli altri, che se non li assecondi abbastanza, se non li compiaci abbastanza, se vivaddio li contraddici o pretendi qualcosa..... sei tu in errore.

Forse dovrei smettere di pensare tanto, dovrei limitare - o eliminare del tutto come ho saggiamente consigliato tante volte alle mie amiche - le mie aspettative. Certo in questo modo sarei più tranquilla. Non ci sono dubbi. Più serena.

Dovrei smettere di chiedere cose per me stessa, cose che desidero o di cui ho bisogno.
Tanto, in ogni caso, spesso e volentieri non vengono recepite, o comprese.
Dovrei arrangiarmi da sola, se desidero qualcosa fare in modo che accada, per conto mio.
Certo. Siamo donne indipendenti, no? Siamo donne moderne. Vuoi una cosa, prendila.
Però non è la stessa cosa.
Prendere o ricevere in dono, non è la stessa cosa.

E comunque,  a me piace compiacere, mi piace davvero, traggo molto piacere dal piacere degli altri, in tutti i sensi e i campi. Specialmente se sono io ad averlo procurato loro, quel piacere.
Ma non quando diventa obbligatorio, non quando diventa la mia unica possibile scelta.
Non quando sono talmente instradata da vergognarmi a chiedere.
In quel caso, i granelli nella bottiglia scendono molto velocemente. Davvero in fretta.



PS: ...e sorrido. sorrido davvero tanto perché spesso gioco e scherzo, con alcuni selezionatissimi amici, e mi diverto a fare la Master della situazione, ma la verità è che sono una Sottomessa nata.





8 commenti:

  1. No, non chiedi troppo.
    E' che gli altri hanno capito che sei così, e chiedono, perche' tu alla fine sei quella che cede e asseconda.
    E' difficile riprendersi cio' che si ha concesso a lungo, perche' ormai gli altri lo considerano un diritto.
    Passi (un po') per i figli, ma il marito dovrebbe riconoscere quanto hai dato del tuo e pensare "Faccio anch'io la mia parte". (non succederà, pero', sappilo: con me, almeno, non succede. Bisogna essere duri e consistenti e non inclini ai compromessi fin dall'inizio.)
    Scusa queste parole, non voglio assolutamente criticarti o offenderti, sia chiaro, ma cio' che scrivi tu potrei averlo scritto io. Che amaramente constato che, se non sono io a volermi bene e a tutelarmi, nessuno ci pensa se sono stanca o se ho voglia una volta tanto di rilassarmi e ascoltare musica anziché fare le faccende...
    Ti abbraccio,

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    1. Non so Nuvola. Ci sono episodi che mi infastidiscono ma la verità è che la maggior parte delle volte mio marito è davvero tanto presente. Forse è solo che, per una serie di motivi, ora voglio la perfezione e non accetto niente di meno. Sbaglio, indubbiamente, a pretendere questo.

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    2. Sono contenta quindi di aver capito male!
      A leggere cose cosi' poi io le traspongo nella mia situazione, quindi, a volte parlo più per me...
      ...comunque non ti dare la colpa a priori. Siamo umani, un po' di empatia e di sostegno nelle situazioni difficili possono fare solo piacere. Spero vada meglio,

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  2. Quanto ti capisco, Puff!! Purtroppo non ho parole da dirti/dirmi, solo un abbraccio. Forte forte.

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  3. Batti il cinque socia! Ma la mia bottiglia è al colmo da un po'. Sono nella fase "quando si creperà il vetro?".

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  4. PAT, Sara.... ho idea che siano cose che prima o dopo pensiamo/viviamo tutte no?
    Diciamo che in certo qual modo, la SPM non aiuta................

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  5. sacrosanti diritti!! Quello che ti chiedi e che vorresti è sicuramente quello che spetta ad una mamma che è comunque presente ma che vuole tempo per se stessa. Sono nella stessa situazione. Con una storia diversa dalla tua , ma con la stessa esigenza di avere tempo per me stessa ...un poco di sano egoismo non guasta...
    Annamaria

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  6. A chi lo dici: tutta la mia educazione è stata così! da ragazzina mia madre mi diceva sempre che se volevo fare amicizia dovevo essere io a dire sempre sì e adeguarmi sempre agli altri: "perchè sei tu ad avere bisogno di loro e non loro di te!"
    Ultimamente, causa età (35, ormai) mi è stato fatto notare che "però d'altronde, visto che non sei riuscita a fartio una famiglia tua, è giusto che pensi prima ai tuoi genitori, no? in fondo ormai il tuo futuro è quello, assisterli nella loro vecchiaia"...e , nonostante la veridicità della questione purtroppo, sentirmelo dire mi ha fatto venire voglia di buttarmi da quarto piano.
    altra cosa: spesso quando incontro persone chje vivono nel mio quartiere mi chiedono "come stanno i tuoi?"...mai nessuno che mi chieda "come stai TU"! sembra proprio che io sia un fantasma obeso che non conta nulla. Avrei tanta voglia anche io di avere qualcuno che mi chieda "posso fare qualcosa per te?" o, come sucede per tua mamma, anche io avrei voglia di sentirmi dire "mi interessa la tua opinione". ma sembra davvero che quel giorno sia troppo lontano. e mi domando persino se ci arriverò, se non scoppierò prima.

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