mercoledì 16 dicembre 2015

MAMMA E PAPA' - post difficile.

Dunque.
I miei genitori sono sposati da quasi 40 anni.
Si sono conosciuti che mia mamma ne aveva 19 e mio papà 30 (e qui di solito parte il coretto sul volpone che si accaparra la ragazzina) e si sono sposati dopo 3 anni di fidanzamento a distanza.

Non sono una coppia perfetta, però sono una coppia solida
A quanto posso saperne, hanno avuto i loro momentacci... da piccola ricordo un periodo in cui - così sembrava a me - litigavano spesso, e prima che io nascessi credo abbiano avuto delle divergenze gravi che però hanno risolto. Li ho sempre considerati una coppia salda, non una coppia da romanzo o da favola, piuttosto una coppia vera con un rapporto costruito magari anche con fatica e lacrime ma che alla fine ha tenuto e tiene.

Mio papà è un gentiluomo d'altri tempi. Fiori, regali, paroline dolci.
L'ho sempre visto molto preso, molto coinvolto, anche dopo tanti anni. Non che mia mamma non lo sia, ma lei è più una donna pratica, tutta d'un pezzo, lui è più sanguigno.

Per farvi capire: alcuni anni fa mia mamma fu ricoverata in ospedale per alcuni giorni per un piccolo intervento e mio papà era sempre con lei. Un giorno un'infermiera entrò in camera, ma mia mamma era via per fare un esame e mio papà non c'era. L'infermiera si rivolse alla vicina di letto per chiedere dove fosse "il signor xxx" e lei, che non ne conosceva il nome, rispose "chi, quel signore che si vede lontano 10 chilometri che è innamoratissimo di sua moglie?" Ecco.

Ora, l'età avanza.
A parte i guai di salute di entrambi - sotto controllo - lui che ormai ha quasi 80 anni sta iniziando a perder i colpi. Oddio, ad essere onesti sta continuando, perchè iniziare avrà iniziato almeno un paio di anni fa.

Essenzialmente la memoria a breve termine lo abbandona.
Non è stata diagnosticata alcuna patologia grave, ma lui non ricorda le cose che ha appena fatto.
In più, secondo me, si rende in parte conto di questo e la cosa lo destabilizza a livello emotivo.
Così la giornata - questo mia mamma mi racconta - è costellata di ripetizioni continue, di "no, non bere il caffè che lo abbiamo già bevuto", di no, non è ora di pranzo, abbiamo mangiato un'ora fa" e cose simili.
E le sere a volte sono un po' tristi, perchè si vede che è un orario in cui papà si intristisce un po' e quindi cerca rassicurazioni e conforto in mia mamma - accarezzandole per esempio il braccio o la mano mentre guardano la televisione, o chiedendo spesse volte "ma mi vuoi bene" e cose del genere.

C'è da dire che loro sono sempre stati molto uniti, ma quella "forte" è sempre stata mia mamma, lei che si occupava di tutto, non solo a livello pratico ma anche a livello emotivo, perchè papà ha un carattere più ansioso mentre mamma è estremamente pragmatica.

Solo che a quanto pare mia mamma non sta riuscendo a gestire la situazione.
Insomma non diventa più giovane nemmeno lei, benchè abbia 11 anni meno di lui.

La risultante è che ricevevo - prima di più ora un po' meno a essere onesti - interminabili telefonate in cui mia mamma non faceva che lamentarsi. E non sai oggi cosa ha fatto, e ha scordato questo, e quello, e mi ha fatto ripetere la tal cosa 100 volte e insomma, e non si può più fare un po' di conversazione perchè si scorda di tutto, e non è vita, e che barba, e non ce la faccio più e insomma, un bollettino di guerra.

E qui ho due ordini di problemi.

Il primo è che non riesco a gestire mia mamma.
Lei - evidentemente - ha bisogno di una parola di conforto che io non riesco a darle.
Io cerco di farle vedere le cose sotto una luce più postiva, dicendole per esempio che comunque sta bene a parte questo, che non è una cosa così grave, che dopotutto non ce l'ha infermo in un letto, insomma cerco di farle cambiare prospettiva in modo che si rassereni un po' ma invece che rasserenarsi lei si incazza con me, che non capisco, che non so, che non sono li tutto il giorno a vedere, e che quindi non posso parlare.
E dunque, se non posso parlare, cosa mi raqcconti a fare?
Finisce che litighiamo.
Io non le dirò, mai, che è la donna più sfortunata del mondo, perchè non lo penso.
Forse è di questo che avrebbe bisogno, ma io non ci riesco.
Mi rendo conto che abbiamo modi molto diversi di concepire la vita.
Lei è sempre stata un po' maniaca del controllo, e i neuroni di mio papà non li può controllare, quindi se ne va alle cozze. Io invece sono più il tipo che gioca con le carte che ha in mano, che sorride sempre e comunque, che cerca il lato positivo delle cose anche dove bisogna proprio scavare un sacco, per trovarlo.
Le nostre conversaizoni finiscono con lei incazzata che pensa che io sia una deficiente immatura ed egoista, e io incazzata che penso che non è cambiato niente da quando avevo 14 anni: cerca ancora di rintuzzarmi e di far passare il suo punto di vista come l'unico valido, e ad ascoltare non ci prova nemmeno. Chiaramente abbiamo torto entrambe.

L'altro punto è che mi spiace per papà.
Ma non tanto per il malanno che gli è capitato, quanto perchè penso che non abbia quel che si merita in questo momento. Non voglio passare per stronza nei confronti di mia mamma, quindi cercate di capirmi perchè faccio fatica a spiegarmi. Però mi domando, come puoi arrabbiarti perchè tuo marito ti accarezza davanti alla tv? Come puoi arrabbiarti perchè ti chiede se gli vuoi bene? Te lo chiede cento volte, va bene. Ti accarezza di continuo, va bene. E allora? Sono carezze, sono parole d'amore. Vogliamo considerarle un sintomo di una malattia? E se anche fosse? Lo fa in maniera ossessiva? E va bene anche quello... ma pur sempre di carezze e parole d'amore si tratta, non di insulti e cartoni in faccia.

Ed ecco perchè le parole della canzone mi fanno piangere, questa cosa non l'avevo capita finchè  non ho ascoltato con attenzione il testo. Avevo un disagio ma non sapevo dargli una forma.

Mio papà si dimentica di tutto, ma non si dimentica l'amore che prova per mia mamma.
Baby your simle forever in my mind and memories
Il tuo sorriso per sempre nella mia mente e nella mia memoria.
Penso che si dimenticherebbe di me (e mi ama con tutto il cuore) prima di dimenticarsi di sua moglie.

E' come il centro focale di tutta la sua vita, dopo anni di devozione.

E vaffanculo ti lamenti?

Lei invece, da come mi parla, lo considera una scocciatura, nella migliore delle circostanze.
Forse lei vede un sintomo, dove io vedo la sintesi di 40 e passa anni di vita insieme.
Certo non glie lo fa capire, o non glie lo fa capire troppo (anche se brontola e gli dice di smettere), però io lo so, e mi dispiace immensamente.
Penso che dovrebbe semplicemente ringraziare di avere avuto nella vita un amore così, rannicchiarsi sul divano e godersi quello che la vita riserva loro oggi.

Purtroppo, al contrario, lei passa il tempo nella paura del futuro, nell'ansia, nella rabbia anche perchè di sicuro nessuno si aspettava che un uomo come mio papà subisse un deterioramento delle facoltà cognitive (è sempre stato un lavoratore di concetto, gran lettore, interessato a tutto, colto ecc.....). E perchè i suoi amici che hanno la sua età non sono così? E mamma, e perchè invece tanti anche più giovani sono già sotto terra? A volte sembra che glie ne faccia inconsciamente quasi una colpa... perchè se ti viene il cancro non è colpa di nessuno ma se ti parte il cervello il discorso cambia.

Questa cosa di non poter più avere una conversazione su qualche argomento (perchè lui si dimentica le cose che legge sul quotidiano o sente al tg) sembra impensierirla moltissimo. A me invece sembra una cosa da nulla. E mi domando: sono io che davvero non capisco? Per come mi conosco, no, non è quello. E' che io vivrei la situazione che ho, non quella che vorrei. Lei invece non si "rassegna", ed in questo caso la rassegnazione la considererei una cosa molto positiva, perchè combattere contro i mulini a vento non giova a nessuno. Solo che se provo a farle presente che queste cose le dico per lei, perchè lei provi a essere più tranquilla e a vivere meglio, apriti o cielo. "Eh lo so lo so tu dici sempre così..."

E si, dico sempre così, perchè nella mia ormai non più brevissima vita (ché i 14 li ho passati da mo') se ho imparato una cosa è quseta: l'unica cosa che è veramente sotto il nostro controllo siamo noi stessi. Il problema non è tanto il problema, quanto la nostra reazione al problema. Forse chiedere a una donna di quasi 70 anni di lavorare su se stessa e cambiare prospettiva dopo una vita passata a pensarla al contrario, non è tanto realizzabile. Ma io so aiutarla solo così.

Non so cosa fare.



coi nipoti, prima della "tempesta"



22 commenti:

  1. Eh cara Puffola,

    Lo sai che lo avevo intuito che si trattava di alzheimer...
    stavo anche quasi per scriverlo nel post di commento ma poi mi sono fermato non avendone la certezza e soprattutto per non essere indelicato con questioni cosi' gravi.

    L'alzheimer è una brutta bestia... alle volte è preferibile un cancro un tumore o qualcosa che ti porti via presto, poiché gli anni passati a vedere morire un pezzo per volta la persona affetta da alzheimer è tremenda.. è un peso multidimensionale che grava interamente sulle famiglie e sulle persone immediatamente a contatto con la persona e per via riflessa anche sulle persone che non vi sono immediatamente a contatto è come il sasso buttato nello stagno che corruga la superfice con onde concentriche e si allarga progressivamente.

    Il dramma come tu ben sai è che non vi sono cure e le cose peggiorano progressivamente, nei primi tempi sono le ripetizioni, le dimenticanze, i cambiamenti umorali, poi subentrano le amnesie anche delle facce dei familiari piu' prossimi, spesso l'afasia, la perdita della autosufficenza etc etc... il percorso dal momento della diagnosi alla morte puo' variare a seconda delle condizioni del paziente e dalla etá dai cinque, sei, sette fino anche ad otto o nove anni. Se non ha altri acciacchi... ma sará come avere accanto un vegetale ad un certo punto, di solito l' ospedalizzazione è necessaria nell' ultimo periodo e ti conviene mettere nel conto di regalare a tua mamma una piccolo aiuto domestico quanto prima, almeno una persona a mezza giornata, non necessariamente un infermiera ma una badante con pratica di anziani alzheimeriani che alleggerisca almeno un po' la pressione su tua mamma.

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    1. Non si tratta di alzheimer. Ha fatto visite, esami, é in cura da un neurologo. Non é quello. É "solo" un deterioramento delle facoltà causato dall'età. Non é nemmeno demenza senile, non ci sono diagnosi. Uno perde la vista, uno l'udito, uno le facoltà motorie. Lui quello.

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  2. Prima di tutto: un abbraccio forte forte.
    Poi: molte persone hanno bisogno solo di sfogarsi, non vogliono consigli. Io sono tale e quale a te, mi godo quello che ho e punto; per questo non riesco a sopportare che si lamenta del bicchiere mezzo vuoto quando potrebbe tranquillamente dissetarsi con l'altra metà piena.
    Forse queste lagne sono il modo che ha tua madre per gestire un cambiamento che fa soffrire lei per prima. Prova solo ad ascoltare (lo so che è difficile). Che bello però un amore così...

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    1. Ci provo Pat, anche perché come parlo, sbaglio, quindi se ascolto e basta meglio!!

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    2. LA penso come Pat. Un abbraccio

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  3. Non voglio contraddirti... Non mi permetterei mai, e poi non esistono modi giusti o sbagliati di gestire una malattia come l'Alzheimer, che quando non viene diagnosticata come Alzheimer viene chiamata "declino cognitivo" ma in realtà è la stessa cosa...
    Ti volevo solo dire che so cosa voglia dire vivere con una persona malata di questa patologia. E non è affatto facile. Si smette di vivere.
    E io tua madre la capisco. Non sono le carezze a darle fastidio, ma tutto ciò che c'è intorno.
    Prova a capirla, non può godersi il momento, non c'è niente di bello da godersi... Non dico che non la capisci, ma dico solo che ha ragione quando dice che non ci stai tutto il giorno con lui e quindi non puoi provare ciò che prova lei...
    Io le sono vicina. Come sono vicina a te, che comunque sono sicura ci soffri uguale...

    Maira

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    1. Ti ringrazio Maira, ma come dicevo non si tratta di morbo di Alzheimer. Fortunatamente. So che é qualcosa di terribile che ti riduce a non essere piú nemmeno te stesso.

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    2. Sisi, lo avevo capito... infatti ho scritto che quando non viene diagnosticato l'Alzheimer si parla di declino cognitivo. Lo ha avuto mia suocera. Il mio ragazzo ha passato anni d'inferno, era l'unico che abitava con lei... Ora non c'è più. Ha smesso di soffrire lei, ma anche lui. Soffriva tantissimo, non dormiva nemmeno più tranquillo perché a volte lei non riconoscendolo era violenta nei suoi confronti. E questo è solo il minimo. Dopo è venuto di peggio...
      Ma non ti voglio scoraggiare, volevo solo dirti di capire tua madre...

      Maira

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  4. Io la penso come PAT. non vuole consigli, solo sfogarsi. La vita è cambiata completamente... dalle tempi. E poi, con chi può parlare in libertà se non con te?

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  5. Ciao Puffola!
    Questo post mi tocca in modo particolare perchè anche se in un modo diverso, sto vivendo anch'io una situazione molto delicata con i miei genitori.
    Quello che mi sento di dirti è questo: io penso che la teoria che hai esposto sull'accettare la situazione, sul fatto di vederla in una prospettiva positiva siano tutte verità sacrosante...in teoria però. Perchè poi nella pratica è molto difficile avere il distacco emotivo che ti permette di avere questa visione della situazione, soprattutto all'interno di una coppia. Non è che tua mamma non accetti quello che c'è ora. In realtà non accetta quello che non c'è più e io credo che anche noi saremmo in grave difficoltà in un passaggio simile.
    Quindi il mio parere è che la tua mamma ha bisogno di lamentarsi e sfogarsi,a torto o a ragione che sia. Il problema è che non lo dovrebbe fare con te che sei altrettanto coinvolta emotivamente. Servirebbe una terza persona,meno coinvolta,che accetterebbe le bordate di negatività senza battere ciglio.
    Quindiavete ragione entramne, quello che non va è la dinamica delle comunicazioni.Per me non è giusto che si sfoghi con te. Non dico che con te dovrebbe far finta che va tutto bene, ma non dovesti essere tu il principale rivettacolo delle lamentele, di cui lei ha inneganilmente bisogno,al momento almeno.
    Quindi troviamo questa terza persona! :)

    E comunque è difficilissimo e diventare anziani è orribile. :(

    ELLEVIBI

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    1. Elle ciao!! Quanto tempo!! Sono felicissima di risentirti!!!!!!!
      Diventare anziani è un privilegio mia cara, che non a tutti è concesso. Dipende un po' da che lato la guardi :-)

      Quanto al fatto di confidarsi con me....beh, anche li ho una teoria (dubitavi?) Io credo che ognuno di noi debba fare - in generale - quello che può. Ovvero se tu "puoi" fare qualcosa, sopportare un peso ecc... allora tocca a te. Io questo posso farlo, posso stare a sentirla.
      Non mi piace, ma posso farlo. Quindi peso sia mio compito.
      Non so se riesco a spiegarmi.
      Però ripeto... non mi piace. Non mi piace perché si tratta di mio padre, e a volte lei davvero lo denigra tanto.
      Quale sia la situazione ormai è chiaro, non è certo una cosa nuova. Fa parte del quotidiano, e secondo me non ci sarebbe bisogno di sottolinearlo di continuo così come non sottolineiamo il fatto di aver pranzato, o fatto la doccia, che so.
      E' peggio anche per lei secondo me, stare tutto il tempo concentrata su quello. Boh.

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  6. Premetto che non ci sono molteparole da spendere per chi, come me, non sta vivendo e non ha mai vissuto una situazione simile. Ma forse tua mamma si lamenta con te perche' non ha nessun altro con cui farlo, perche' sei tu, in questo momento, la sua ancora e perche' non ce la fa piu' a fare tutto da sola (interiormente, sto dicendo). Ti capisco molto. Anche io voglio un gran bene a mia madre, ma al contrario di te io ho una madre che si appoggia totalmente a me. Il risultato e' che provo un po' quello che provi tu. Tu in questo momento cerchi di fare del tuo meglio, non ti rimproverare perche' non puoi comportarti per quello che non sei.

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    1. Qui ci sono due cose da dire Spetti.
      La prima è che mia mamma non si è mai appoggiata a nessuno ne tantomeno a me, che spesso dimentica essere diventata una donna adulta - o quantomeno così pare. Da qualche anno la vedo più fragile, immagino sia l'età e la malattia (ha avuto seri problemi qualche anno fa, ora risolti) ma ciò nonostante non sono "abituata" a lei in quella veste. Quindi in parte non sono preparata.
      L'altra cosa è che altre persone con cui confidarsi ne ha, ha tante amiche di vecchia data con le quali parla e che probabilmente scuotono la testa comprensive e le dicono "povera te" che come dicevo probabilmente è quello che lei desidera, se non proprio le serve. Io invece ho un approccio diverso, ed è per questo che non ci capiamo.
      Io tendo a considerare questo suo bisogno un po' immaturo, ma invece probabilmente è solo la sua fragilità che vien fuori.
      Dopotutto ha tenuto botta per tanti anni, col suo carattere sempre pratico e pragmatico, alla fine avrà anche un po' voglia di posare il fardello dalle spalle.

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    2. Eh cara... non conoscendo bene la situazione ho frainteso forse. Comunque e' giusto che tu ti comporti e le stai vicino come ritieni piu' giusto sia per lei che per il tuo carattere <3 Non deve sicuramente essere facile, come non deve essere facile vedere il tuo papa' cosi'.
      Un forte abbraccio

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  7. Puffola,

    In tutto questo come è la tua situazione familiare in senso allargato ?

    Hai fratelli o sorelle ? O sei figlia unica .. Lo dico perché la questione di lamentarsi con gli amici o le amiche vale fino ad un certo punto, e come ti è stato detto da piu' questo è solo l' inizio, è importante prepararsi psicologicamente ad una graduale degenerazione della cosa ... se vi fate prendere dallo sconforto e dall' insofferenza giá adesso ed entrate in conflitto a questo stadio qui non oso immaginare cosa accadrá tra 6 mesi .. 12 mesi .. etc ..etc

    Tra l'altro se il babbo da quel che ho capito ha giá una etá molto avanzata 80+ ed ha un buon livello di istruzione puo' darsi che la struttura del suo cervello con un numero di connessioni sinaptiche ben sviluppate abbia fin qui "mascherato" il progredire della malattia che ora è emersa ma da un certo punto di vista potrebbe anche essere un bene .. perché tra l'etá e gli altri fattori puo' darsi che il decorso sia relativamente rapido.. dove per "rapido" si intende comunque qualche anno.

    ciao

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    1. sono figlia unica, in famiglia siamo rimasti solo noi tre. La cosa preoccupa mia mamma, ma non me.

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  8. Ti capisco in toto, ma prova a metterti nei suoi panni, lei ci passa 24 ore su 24, prova a fare mente locale, non è facile e lei, per riuscire a tenere botta, ha bisogno di questo sfogo..

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  9. Un piccolo off-topic sulla foto.

    Mi ha colpito quella foto per un dettaglio non secondario.
    Hai notato come è tutto feliciotto il PG tra i nonni ? Ride addirittura, una bella risata piena molto diversa dalle solite foto che fa dove sembra sempre incavolato .. i nonni bisognerebbe conservarli per molto tempo se fosse possibile, se non vi fossero le malattie e tutto il resto .. sono fondamentali. Il ninnolo invece che nella foto è quasi nascosto ha la solita espressione serena e felice .. direi che l' effetto "nonni" si nota di piu' sul grande.

    ( Chiuso l' off-topic )

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    1. i nonni sono davvero fondamentali, poi quando è nato il Ric erano giovani. Mio papà è stato tantissimo con lui, anche da piccolissimo, lo prendeva al nido e lo portava a spasso due orette tutti i giorni, avevano un rapporto speciale.

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  10. Cara,
    ho il privilegio di essere arrivata quasi ai 40 senza simili preoccupazioni, quindi non mi sento di dire niente per non apparire patetica e indelicata. Però se fossi in te andrei a prendermi qualche carezza dal mio papà, e mi farei raccontare qualche aneddoto in più del periodo vissuto insieme. non posso non inchinarmi davanti al tuo modo di affrontare davvero la vita e ciò che ci mette davanti, che a parlare bene siamo bravi tutti, ma agire è ben diverso... e tu sei di una coerenza ammirevole.
    ti abbraccio forte.

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