venerdì 22 novembre 2013

SULLA RABBIA

A volte mi sento come un'alcolista.
Quando hai problemi col bere, puoi stare lontano dalla bottiglia per un mese, un anno o 20 anni... sei sempre un alcolista.
Ti basta un niente per ricascarci dentro con tutte le scarpe.

E' un po' come camminare sul ciglio di un precipizio.
Guardi giù, e nei giorni buoni quel passo di distanza dal baratro ti fa sentire senti fiero di riuscire a dirigere i tuoi passi con saggezza e mantenerti in una zona sicura. Nei giorni cattivi, la distanza che ti separa dalla disastrosa caduta ti sembra così piccola e fragile che ti domandi come farai a mantenerti saldo fino alla fine dei tuoi giorni.

Io so che donna sono.
So anche che donna voglio essere.
E so che donna potrei diventare se non dirigessi i miei passi con saggezza.
La rabbia, più di tutto quella mi spaventa.
Odio la rabbia.
Con tutte le mie forze la detesto perchè trasforma le persone in mostri dal viso deforme e dagli occhi cattivi, ruba i sentimenti e le emozioni positive, inacidisce tutto quello che tocca e che tocchi. Fa sparire 99 cose buone davanti a 1 non buona, quella che la provoca.

Anche se sembra giustificata o quanto meno giustificabile (mai giusta!), anche se sembra che arrabbiarsi sia legittimo anche se ci sembra di avere tutte le ragoni del mondo....non saremo puniti per la nostra rabbia, saremo puniti dalla nostra rabbia (proverbio orientale)

Ho imparato a non arrabbiarmi in determinate circostanze.
Dalle pià banali, alle più critiche.
Dalle più facili alle più dolorose, il mio primo impulso è quello di mettermi nei panni dell'altra persona e capire, prima (e possibilmente invece) di esplodere 
Buonista, mi chiama il GG - e purtroppo lo dice come una critica.
Forse non sa di aver beneficiato tanto, di questo "buonismo".
Se avessi lasciato negli scorsi anni (e nell'ultimo) che la paura, il dolore, la preoccupazione, l'incredulità si trasformassero in rabbia, avrei distrutto tutto, raso tutto al suolo.
Sarei stata molto più devastante di un esercito di colleghe in marcia.

Nella mia testa c'è che se dobbiamo trarre sempre il buono anche dove sembra proprio non esserci, il mio buono è questo. Anche se a volte è difficile.

Ma purtroppo ancora non riesco ancora a farlo col PG.
Santo cielo, quel ragazzino a volte mi manda al manicomio.
E questo mi addolora moltissimo.

E mi fa capire una volta di più, se ce ne fosse bisogno,  che il viaggio, la ricerca, la crescita non sono mai finiti.

Non siamo mai arrivati, non saremo mai arrivati.


Keep Calm and Say Ommm....


10 commenti:

  1. Non arriveremo mai? Dove? Qual'è la ... http://lungolavia.iobloggo.com/706/destinazione ?
    Il tuo problema, nei confronti del PG, per assurdo, potrebbe essere l'eccessivo coinvolgimento emotivo. Lo so è quasi impossibile per una mamma non preoccuparsi per un figlio ma questi bambini sono nati già con le idee chiare, e non sono per niente interessati ai consigli che gli vengono dall'esterno (genitori, scuola, società ...). Possiamo solo rassegnarci a lasciargli creare la loro realtà ... che, probabilmente, vista quella che abbiamo creata noi ... non potrà essere peggiore ...

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    1. Beh no, non sono daccordo su questo. Se la realtà di mio figlio é essere arrogante e non studiare, non é lasciandolo fare che lo rendo libero. La libertá va saputa usare. Ci vogliono gli strumenti. E se la sua realtà fosse la droga??

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  2. Quanto ti capisco. Credo che la rabbia sia il peggiore dei sentimenti. La rabbia nasce sempre da un amore, non mi arrabbio mai per cose e/o persone che non amo. Io non sono brava come te a controllarla, anche se vorrei tanto liberarmene. Anche a me fa paura. Un abbraccio.

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  3. La rabbia è una emozione. Sana, forte e potente e come tale va affrontata.
    Perchè mai dovrebbe essere migliore o peggiore di una paura? di una gioia?

    Se già si parte prevenute verso questo tipo di emozione, non può che andare peggio.

    Si può avere paura delle conseguenze che la perdita di controllo (in mano alla rabbia) ci conduce ad affrontare.

    Che non è esattamente "non mi permetto la rabbia".
    Cioè.. non è la rabbia il "soggetto". E' la perdita di controllo.
    La rabbia è rabbia.

    E' un sottile distinguo "filosofico" se vuoi, ma "conoscere" il nemico è di grande aiuto, per me, in questi momenti.

    Ci sono molti strumenti per imparare a gestire la grande potenza di una rabbia che portano a "dirigere" questo drago enorme e bellissimo, verso la direzione migliore.
    Che non è certo sedarlo, che lo fai incazzare ancora di più.
    Che non è certo "sminuirlo, svalutarlo, minimizzarlo, rifiutarlo", che ne perdi ancora di più il controllo.

    Esattamente come andare a cavallo.
    Puoi, se vuoi, imparare un rapporto di rispetto, dove ci sarà un ascolto reciproco. Mica il cavallo corre meno veloce o ha meno fame, se "cavalcate" insieme. Non ha meno capacità "distruttiva", ma sapendo cavalcarlo hai modo di coordinarlo. Non subirlo.
    O puoi provare a importi/nasconderlo/evitarlo. E ne tirerai fuori il suo lato più sanguigno.

    Perchè esiste e c'è.

    Ecco.
    Penso questo.

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    1. Sei 2 passi avanti Ki. Non intendo esattamente dire che "non mi permetto" la rabbia. Intendo dire che se riesco - quando riesco, tutte le volte che riesco - a capire le basi, le fonti di un altrui comportamento, la rabbia semplicemente non viene. E che quando non viene, sono una persona migliore: più propositiva, più educativa, più in grado di risolvere.

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  4. adesso leggo gli altri commenti, ma la chiusa del tuo blog mi ha riportato alla mente ciò che diceva Pirsig
    "Viaggiare è meglio che arrivare"

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  5. Buonista, mi chiama il GG - e purtroppo lo dice come una critica.

    Che gran testa di cazzo...

    In primis "buonista" è una di quelle parole assurde che non significa nulla.. inventata dal popolino "afro-italiota" che ha la naturale tendenza al pessimismo, alla negativitá, al pressapochismo, a prendere per i fondelli le persone buone, oneste e limpide. Ho sempre trovato questa specie di parola .. nauseante.

    Solo in un paese di merda come l'italia si puo' arrivare ad un tale grado di stortura da attribuire connotazioni negative ad un concetto inerentemente positivo. Nessuna meraviglia che siate arrivati al tracollo, bravi .. bravi.. davvero bravi.

    La seconda riflessione che viene spontanea è sulla totale stupidita' e sulla miopia di chi critica la persona che gli sta accanto e che si è scelta, si presume, come compagna di vita andando a colpire, svilire, sminuire proprio quei tratti caratteriali che invece andrebbero incoraggiati.

    Fai una cosa puffola... visto che sei "buonista" .. e non vieni apprezzata.. per il futuro regolati di conseguenza e cerca di essere "cattivista".... magari invece delle critiche ricevi qualche complimento, magari una parola gentile .. chi lo sa .. anche un mazzo di rose ( firmato Kattivik )

    Salutoni

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    1. Vedetta. Buongiorno e ben ritrovato. Come mai hai cambiato nick?

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  6. Caspita! Io ho provato tante di quelle volte a cercare di tenere a bada la rabbia, ma, a volte, per me è impossibile non "scoppiare"....
    Quante volte butto giù tutto pentendomi amaramente subito dopo... sono un disastro!
    La fortuna mia è che dall'altro lato ho una persona meravigliosa che cerca di mettersi sempre nei miei panni.
    Tu almeno lo fai sempre... io devo imparare!

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