lunedì 14 maggio 2012

SETTIMANA DI SEGHE MENTALI. SIAMO IN OFFERTA 2X1 :)

Stavo pensando.......
(no dai non fate quella faccia... questo è l'ultimo, davvero!)

.... stavo pensando che le persone amano come possono e come riescono, e non (o quanto meno non necessariamente) come gli altri vorrebbero.

Pensate a un bambino.
Nessuno potrebbe mai dire che un bambino non ami sopra ogni altra cosa la sua mamma.
L'amore di un bambino è totale, infinito, incondizionato
MA, ed eccoci al punto, non sarà mai un amore empatico, altruista, generoso.

Il bambino vuole la sua mamma, sempre, comunque, a qualunque costo.
E se la mamma è stanca morta o malata, chissenefrega.
Io voglio stare con te, io voglio giocare con te, io voglio che sia tu a vestirmi, a lavarmi, a mettermi a nanna anche se sta cascando il mondo. IO VOGLIO.

E una cosa come "se mi volessi bene mi lasceresti riposare" non avrebbe alcun senso per un bambino.
Che ne sa un bambino dei tuoi bisogni? Lui sa dei suoi, e tanto basta.

Ora, alle volte anche gli adulti amano in modo... diciamo "diverso".
Tanti adulti sono chiusi, per esempio, o timidi, o pudici.
Altri sono egocentrici, poco empatici.
Altri sono disillusi, amareggiati, incarogniti dalla vita o direttamente ingrottati nella loro tana.
Ogni persona è il risultato delle proprie esperienze, a volte più di quanto essa stessa si renda conto di essere.

Perciò ognuno di noi ama... nel miglior modo che conosce.
O forse nell'unico modo in cui riesce.

Non siamo tutti uguali,
ma non significa che se qualcuno ama in modo diverso da quanto facciamo noi, allora "non ami".
Fa semplicemente il suo pezzo, la sua parte, come noi facciamo la nostra al meglio delle nostre possibilità.

Pensate anche,  per fare un altro esempio, alle vostre (nostre) mamme.
Quante volte ci hanno assillate, tediate, rimbrottate magari inutilmente, o esageratamente, con le loro preoccupazioni eccessive, col loro volerci tenere sotto la loro ala, con le loro pretese a volte assurde..... e magari a volte siamo state tentate di pensare che no, cheppalle, ma se mi capisssi, se mi volessi bene davvero, se non pensassi sempre prima alle tue preoccupazioni che alle mie esigenze di volar via dal nido ti comporteresti in un altro modo........... facevano la loro parte, al meglio delle loro possibilità.

Come quando si riceve un regalo.
E' vero che il regalo deve piacere a chi lo riceve, e chi lo fa deve tener ovviamente conto dei gusti della persona in questione, ma è anche vero il contrario. Conta anche come "vive" il regalo la persona che lo fa. Quanto conta per lei, cosa significa per lei.
Perciò, giusto per riassumere, se A ama B e B ha dei bisogni che A non soddisfa...bè, vanno tenuti in considerazione i bisogni di B, ovviamente e sopra ogni cosa, ma anche quanto può effettivamente A arrivare a capirli, vederli, sentirli, provarli, ecc.....  E se non ci arriva, oddio..... magari non è per cattiveria o menefreghismo....... magari proprio è che non ci arriva, punto. Ecchevogliamofarci?


Ha senso pretendere qualcosa di diverso?
Voi che dite?
Perchè io ho un dubbio.
Quando si parla di adulti (e non di bambini), l'idea generale è che se uno è in un certo modo un motivo ci sarà, e che quando uno fa del suo meglio tanto deve bastare. Che è come dire, bisogna accettare le persone per quelle che sono, senza cercare continuamente di cambiarle.

Ma è anche vero che a crescere, siamo sempre tutti in tempo.
E perciò accettare va bene, ma io penso che il rischio sia quello di lasciare che le persone si crogiolino nelle proprie debolezze (per così dire, per mancanza di un termine più adatto) perchè le vedono accettate senza colpo ferire, e smettano di cercare di migliorarsi. Il che, invece, non va bene.
Di più: un comportamento che magari non ci fa piacere, se lo "accettiamo" tout court, si solidifica, si rafforza, e alla fine diventa "la norma". Come dice il GG, le persone si comportano come gli concedi di comportarsi.
E il quieto vivere spesso alimenta questo circolo (ma si, lascia correre, mica vuoi litigare....)


Dunque, alla fine, è vero che dobbiamo accettare le persone per quelle che sono, ma penso che dobbiamo anche - in certo modo - stimolarle, aiutarle, accompagnarle. Senza farle sentire rifiutate, ma con dolcezza, con amore. Perchè qualcosa che è lampante per qualcuno, qualcun altro potrebbe semplicemente... non vederlo. Non arrivarci.

Credo che questo sia un punto di vista equilibrato.

Ma mi resta il dubbio di fondo che sia solo una giustificazione.... come quando si dice che uno studente "non arriva" a capire la matematica semplicemente perchè non ci piace ammettere che non è altro che svogliato ed indolente.








15 commenti:

  1. e no, non ci siamo...
    posto che non tutti i bambini sono uguali (sarò fortunata, ma i miei, grande e piccolo, se dico non posso, accettano la cosa e la capiscono), gli adulti dovrebbero essere comunque dotati di più discernimento e più attenzione verso il prossimo.
    ma dove mi cadi, cara la mia amica, è dove dici che bisogna accettare l'altro per quello che è, e subito dopo che va cambiato (con amore e dolcezza finchè ti pare, ma sempre cambiare è).
    allora, i casi sono due: o l'altro lo accerti così com'è, e allora non cerchi di cambiarlo, oppure lo vuoi cambiare, e allora non è vero che lo accetti per quello che è.
    ho detto.
    raffaella

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    1. EHM.... NO, NON E' CHE INTENDESSI PROPRIO QUESTO......

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    2. nel senso.... "questa cosa non mi va bene o cambi o non voglio avere più niente a che fare con te" è una cosa
      "mi stai bene come sei, pregi e difetti, ma se smussi un angolo o due sto più tranquilla" è tutta un'altra cosa.

      Direi.

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    3. e no, secondo me no
      ma questo è un paese democratico
      raffaella

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    4. anche perché quelli che tu chiami angoli, per l'altra persona possono essere montagne
      e vale anche il viceversa, cioè che l'altra persona accetti te con pregi e difetti
      OVVIO che poi ci si scambi opinioni e punti di vista. e magari uno modifichi qualcosa perché ne è convinto, ma la mia impressione è che tu dia per scontato che i tuoi punti di vista siano oggettivamente da accettare, perché oggettivamente giusti, e l'altra persona debba quindi conformarsi a dette richieste.
      per esempio ho l'impressione che tu pensi che il mio punto di vista sia errato e il tuo giusto, mentre io ritengo siano semplicemente differenti ma magari sbaglio :)
      raffaella

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    5. Mi spiace darti questa impressione.
      Sono convinta che una relazione sociale, di qualunque tipo, si basi sempre sul compromesso, per sua natura.
      Ci si viene incontro, senza che questo implichi snaturarsi o snaturare l'altra persona.
      Inoltre sono disposta ad ammettere che qualcun altro potrebbe farmi notare qualcosa che a me non è chiaro consentendomi di migliorare. Il cambiamento può anche essere positivo, se è percepito come "buono e giusto" e se non è imposto con la forza.

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  2. "Dunque, alla fine, è vero che dobbiamo accettare le persone per quelle che sono, ma penso che dobbiamo anche - in certo modo - stimolarle, aiutarle, accompagnarle.":io farei un distinguo tra il nostro compagno di vita e le persone. dalle persone, è vero che è cosa buona e saggia accettare quello che di buono sanno dare, ergo il loro modo gi amare. Però più la persona mi è amica più cerco di "stimolarla, aiutarla, accompagnarla", perchè CI TENGO. Più sono persone "meteore" più prendo quello che passa il convento.

    Con il compagno di vita però ci sono dei limiti intrinsechi a questo discorso, ossia lo accetto, accetto il suo modo di amare che magari non corrisponde al mio ideale, lo stimolo, aiuto, accompagno etc....però il tutto se non si passa il limite, limite che ovviamente è strettamente personale. Qual è il limite? Per me il limite è laddove una comportamento, un atteggiamento, una non-azione mi fanno stare male e vivere male e non riesco ad abituarmici.

    Per esempio mio marito odia farmi i regali perchè non sa mai cosa regalarmie odia girare per negozi, per cui è rarissimo che io ne riceva da lui, qualsiasi sia l'occasione. All'inizio ci restavo male, mi dicevo ma cavolo, ma una padella infiocchettata almeno non sei capace di prendermela? Poi ho capito che proprio non ce la fa, perchè fa così anche con sua mamma e con tutti, per cui mi ci sono abituata e non ci faccio più caso.

    Invece per esempio se capita di dover organizzare qualcosa per il weekend lui esordisce con un "cosa facciamo domani"? Con la facoia di chi gli è morto il gatto o preferirebbe andare in miniera...che poi è solo un atteggiamento, perchè dopo è lui quello che si diverte di più, ma a me questa cosa non va giù, se dobbiamo far qualcosa inseime pretendo un po' di entusiasmo anche nell'organizzazione, un po' di coinvolgimento anche se poi magari non faremo niente di bello, un po' di ALLEGRIA...! Quindi per esempio su questo non passo mai sopra, non ce la faccio, "pretendo" che lui si comporti diversamente, altrimenti me ne sto a casa sul divano o me ne vado al centro commerciale da sola.

    Sono solo due esempi sciocchini per dire che in un rapporto di coppia per me non è giusto accettare tutto, ci deve essere un minimo di discernimento in base alle nostre esigenze. Diciamo che darei delle priorità ed è vero che non si può pretendere quello che uno non sente, ma io dò per scontato che mio marito mi ami e quindi in certi casi può fare uno sforzo. Così come io in certi casi accetto i suoi limiti.

    Sono un po' logorroica oggi, ma spero di essermi "capita" ;-)
    (dovevo appunto scrivere un post del genere però riferito ai figli, magari domani ci riesco)

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    1. concordo pienamente e attendo con trepidazione il tuo post sui figli :)

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  3. auguri per la festa della mamma in ritardo..tornero' a commentare questo post

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  4. L' hai detto tu: Ognuno ama ... nel modo migliore che conosce o nel modo migliore in cui riesce, hai proprio centrato il fulcro del discorso rispondendoti perfettamente. L' introspezione è una gran dote che non tutti possiedono .

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  5. Io penso che....ognuno ami solamente "nel modo che conosce o che ha imparato a conoscere" e non nel modo "migliore" come scrivi.....perchè dai per scontato che il suo modo possa essere migliorato (o che sia meglio o peggio) e io non credo che sia cosi'.....
    In questo caso parlo del rapporto col proprio compagno/a ma la cosa si potrebbe estendere.
    Effettivamente se tu accetti davvero l'altro, lo dovresti accettare cosi' com'è senza tentare neanche lontanamente di cambiarlo, ma è anche vero che il compromesso di cui parli entra in gioco proprio qui.
    Tutti amiamo/odiamo o accettiamo/non accettiamo aspetti e cose dell'altro ed è piuttosto difficile, se non impossibile (dal mio punto di vista) non tentare di cambiare le cose che non ci stanno bene.
    Sono convinta che le relazioni siano composte da persone che vedono più o meno le cose nello stesso modo (intendo che non ci sono cose davvero importanti su cui sono su fronti opposti); nel momento in cui si cambia nella vita o ci si accorge di cose che prima non si vedevano o semplicemente quella cosa non ci sta piu' bene allora iniziano i guai.
    Bisognerebbe chiedersi quanto è davvero importante per te e l'altro dovrebbe essere realmente "disponibile" a vedere la cosa dal tuo punto di vista e a modificare qualcosa che gli e' sempre andato bene in quel modo....
    A volte le persone, nella maggior parte dei casi, nemmeno si accorgono del male che fanno agli altri o di quando feriscono i sentimenti.
    E anche quando lo capiscono e lo sanno non sono interessate a cambiare.
    Come te mi chiedo quale sia il confine tra compromesso e giustificare sempre e comunque.
    Il punto è secondo me quanto TU sei davvero disposta ad accettare (qual'è il tuo confine), che comporta ovviamente una scelta.

    Spero di essermi spiegata bene.

    Patty

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    1. Ciao Patty
      infatti, il punto è quello.
      Grazie della visita
      A.

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