Quando ero bimba, fin quando ho avuto 20 anni, ho passato parte delle vacanze estive nella casa di villeggiatura che i miei genitori affittavano, dalle parti di Clusone - provincia di BG.
Passato il periodo del pattinaggio su rotelle
e quello delle gite in bici, verso i 15 anni è arrivato quello delle fughe in discoteca.
A quei tempi, i locali in voga erano essenzialmente tre.
No, erano di più, ma 3 li potevamo raggiungere abbastanza agevolmente stipandoci tutti quanti in una cinquecento, o saltando in due su un motorino.. o alla malissima parata, a piedi.
La Bussola era il locale per super giovani, ingresso gratuito, gente diciamo non proprio under 16, ma quasi. Serate e serate passate a ballare davanti allo specchio sperando che il tipo che ballava dietro non si accorgesse che era solo una scusa per guardarlo :-)
La Collina Verde invece era un posto per fighetti. Centro sportivo con piscina, gente tra i 20 e i 30, ben vestiti, macchinoni nel parcheggio e biglietto di ingresso non proprio tirato dietro. Ma ogni tanto ci stava.
Il Life stava in mezzo tra i due, era grande, aveva un fuori e un dentro, due piste da ballo insomma passata l'età della Bussola è stata la nostra tana per molte serate. E' li che ho conosciuto il GG, peraltro. Galeotto fu...
Ora, nelle scorse due settimane i miei figli sono stati a Clusone da mia suocera.
Il Nin, beh lui dove lo metti sta, basta avere pastasciutta in tavola e una bicicletta, e la vita è sorridente anche se piove (anche perché mia suocera ha un terrazzo dove poter andare comunque in bici!)
Il PG altra storia, ha qualche amico da quelle parti fatto nelle precedenti estati, ma la prima settimana ha faticato a carburare, alcuni di questi amici erano in vacanza altri non li sentiva da molto tempo e insomma, si è ampiamente rotto i maroni.
La seconda settimana meglio, al punto che sabato quando siamo andati a trovarli mi ha salutato con un "ehi ma'! volevo dirti, magari una di queste sere vado in Collina!"
SDENG!
Prima di tutto, cos'è questa confidenza da dire "in Collina"?? La discoteca si chiama Collina Verde e un neofita dovrebbe dire "vado alla Collina Verde". Andare "in Collina" è un modo che avevamo noi di dire, quando la frequentavamo assiduamente. E' una roba da abitué, quasi intima!!!
E poi scusa, in Collina??
Alla tua età???
Ma-non-credo-proprio!
Scopro invece che la Collina ha una specie di programma "preserale" dedicato ai giovanissimi, con ingresso gratuito, una specie di continuazione della tradizione della Bussola che, purtroppo, non è più tra noi. La compagnia con la quale il PG avrebbe dovuto colà recarsi comprendeva il nipote di una amica di mia suocera... mio cognato lo avrebbe accompagnato e ripreso a mezzanotte (e annusato il fiato all'uscita)...... e vabbè, che fare.... respiro, e acconsento.
Il giorno X arriva accompagnato da scrosci d'acqua e gran fragore di tuoni.
No no, non erano nella mia testa, proprio il solito tempo di merda faceva.
Siccome la Collina è all'aperto, la qui presente PuffBastarda si fregava le mani: non ci vanno, o se ci vanno si rompono i maroni per via della pioggia e del freddo.... e così magari per un po' non me lo chiede più, di andare a ballare.......
Seee, come no.
La mattina successiva comincio con qualche timido messaggio.
- Allora, come è andata ieri sera?
- Bene!
- Ti sei divertito?
- Di brutto!
(&%$£#&^##)
- Ahhh bene, che gente c'era?
- Tutti giovani, un sacco di ragazze
- Ahhh bene, qualcuna carina??
- Mamma.... praticamente tutte!!!!
E così la mia speranza di non dover discutere di questo per i prossimi 2 anni si è sciolta come neve al sole.
Sto fottuta.
venerdì 22 agosto 2014
giovedì 14 agosto 2014
ESTATE
Ci sono cose, in questa estate,
che non mi stanno proprio piacendo,
e non sto parlando necessariamente del clima
(anche se...)
Ecco, l'ho detto.
Per i posteri.
che non mi stanno proprio piacendo,
e non sto parlando necessariamente del clima
(anche se...)
Ecco, l'ho detto.
Per i posteri.
martedì 12 agosto 2014
NANO-NANO, ROBIN
E' facile confondere la personalità pubblica di un personaggio famoso con la sua vera essenza.
Siamo abituati a vedere un attore, un cantante con un certo tipo di piglio, e pensare che quella persona sia così come appare anche tra le mura di casa, anche nella vita privata.
E' evidente che sbagliamo.
Leggo stamattina non senza un certo sgomento che Robin Williams, il mio amatissimo professor John Keating, si è tolto la vita nella sua casa di Los Angeles a causa di una grave depressione.
E il mio primo pensiero è stato.. ma come! Un uomo così gioioso!
Già.
Quando succedono cose come questa mi dibatto sempre un po' tra il dispiacere e la rabbia.
Dispiacere naturalmente per la perdita non solo di un artista ma di un uomo, la morte è sempre e comunque una cosa triste. Non penso all'attore, ma al padre, marito, amico, collega.
Rabbia perché non riesco a rendermi conto di come persone che hanno tutto, e lo dico oggettivamente, possano fare una scelta del genere.
Uomini e donne pieni di talento, che hanno la fortuna di poter fare ciò che sono nati per fare (cantanti, attori... artisti in generale) che sovente hanno famiglia - magari anche più di una, il che non è un vantaggio in certi casi, ma comunque con intorno una rete di rapporti personali - che sono ricchi, famosi, invidiati persino. Vivono nel posto più bello del mondo, fanno il mestiere più bello del mondo (come diceva Sandra Mondaini), ne ricavano soddisfazioni, onori, fama e gloria.
E poi?
E poi niente, un giorno tutto questo diventa insopportabile.
Come può diventare insopportabile?
Cosa mi sfugge?
Me lo domando mentre dico addio ad un simpatico alieno che viaggia sulla sua astronave a forma di uovo, e dorme appeso a testa in giù. Ad un padre divorziato che si traveste da donna ed impara a cucinare pur di stare coi figli. Alla statua di un generale sudista che si rianima di notte. A uno psicologo alle prese con un genio ribelle, a un professore anticonformista, a un dottore col naso da clown, a un radiofonista con un saluto speciale, e a mille altre persone tutte dentro una stessa persona.
Siamo abituati a vedere un attore, un cantante con un certo tipo di piglio, e pensare che quella persona sia così come appare anche tra le mura di casa, anche nella vita privata.
E' evidente che sbagliamo.
Leggo stamattina non senza un certo sgomento che Robin Williams, il mio amatissimo professor John Keating, si è tolto la vita nella sua casa di Los Angeles a causa di una grave depressione.
E il mio primo pensiero è stato.. ma come! Un uomo così gioioso!
Già.
Quando succedono cose come questa mi dibatto sempre un po' tra il dispiacere e la rabbia.
Dispiacere naturalmente per la perdita non solo di un artista ma di un uomo, la morte è sempre e comunque una cosa triste. Non penso all'attore, ma al padre, marito, amico, collega.
Rabbia perché non riesco a rendermi conto di come persone che hanno tutto, e lo dico oggettivamente, possano fare una scelta del genere.
Uomini e donne pieni di talento, che hanno la fortuna di poter fare ciò che sono nati per fare (cantanti, attori... artisti in generale) che sovente hanno famiglia - magari anche più di una, il che non è un vantaggio in certi casi, ma comunque con intorno una rete di rapporti personali - che sono ricchi, famosi, invidiati persino. Vivono nel posto più bello del mondo, fanno il mestiere più bello del mondo (come diceva Sandra Mondaini), ne ricavano soddisfazioni, onori, fama e gloria.
E poi?
E poi niente, un giorno tutto questo diventa insopportabile.
Come può diventare insopportabile?
Cosa mi sfugge?
Me lo domando mentre dico addio ad un simpatico alieno che viaggia sulla sua astronave a forma di uovo, e dorme appeso a testa in giù. Ad un padre divorziato che si traveste da donna ed impara a cucinare pur di stare coi figli. Alla statua di un generale sudista che si rianima di notte. A uno psicologo alle prese con un genio ribelle, a un professore anticonformista, a un dottore col naso da clown, a un radiofonista con un saluto speciale, e a mille altre persone tutte dentro una stessa persona.
venerdì 8 agosto 2014
AH MA ALLORA IL PROBLEMA E' TUO!
Ci sono persone che sono totalmente NON in grado di gestire l'emotività altrui.
Io per esempio, in certe circostanze, sono una di queste: faccio fatica a mantenermi lucida con mia mamma. Lei è una donna molto pragmatica e razionale...e quando si lascia sopraffare dall'emotività (cosa che le capita ogni tanto ultimamente, sarà l'età...) va un po' fuori di testa. Niente di grave, ma non ci sono abituata.
Altre persone invece proprio non vedono, o se vedono non comprendono, o se comprendono rimuovono onde non sobbarcarsi l'onere.
I seguenti sono stralci di conversazioni cui ho assistito personalmente, o che mi sono state raccontate.
Sorella 1 (timida): senti, ma dimmi la verità... ti piace mio marito?
Sorella 2 (scocciata): cazzo dici? sei fuori?
S1: ho notato che lo guardi sempre...
S2: ma figurati, ma cosa dici, ma ti inventi le cose!
S1: no, è che quando fai così mi metti a disagio
S2: e allora? cosa dovrei fare io? sei tu che hai un problema! Dimmi cosa vuoi che faccia e lo faccio.
S1: per favore potresti dirmi che non stai cercando di scoparti mio marito?
S2: certo, sorellina. Non sto cercando di scoparmi tuo marito.
S1: grazie, sto molto meglio ora.
Marito: senti... ma... non è che in questo periodo stiamo facendo un po' poco sesso?
Moglie: ma che dici? non mi pare proprio, e comunque non me lo segno sul calendario
Ma: no è che mi sembra che tu abbia poca voglia e mi chiedevo come mai
Mo: beh, che vuol dire, ci sono periodi in cui ho meno fame, periodi in cui ho meno sonno, ci sono anche periodi in cui ho meno voglia di sesso, dove sta il punto?
Ma: mi sembra che ci sia qualcosa che non va e sto a disagio
Mo: ah ma allora sei tu, non io! non sono io che ho il problema, sei tu! Io sono qui bella serena e tranquilla, sei tu che ne stai facendo una questione.
Ma: te lo sto solo dicendo
Mo: e va bene, allora dimmi tu cosa devo fare e lo faccio.
Ma: per favore potresti rassicurarmi che va tutto bene e che non ti stai vedendo con qualcuno?
Mo: oh ma certo, caro. Non mi sto vedendo con nessuno, tra noi va tutto a meraviglia
Ma: grazie amore, ora mi sento molto rassicurato. Andiamo al cinema?
Naturalmente le parti finali, quelle in corsivo, sono inventate.
Ma voglio dire....
già è deprimente che una sorella non si renda conto DA SOLA che non deve far gli occhi di triglia a suo cognato....
già è molto deprimente che glie lo si debba dire a chiare lettere...
già è oltremodo deprimente che non capisca che il punto è il bisogno della sorella, non quello della triglia....
ma che poi questa chieda addirittura dritte su come metterci una pezza beh... santo cielo!
Che senso ha, mi domando, se uno che sta male deve spiegare a quello che lo fa star male cosa deve fare per farlo star meglio? Cioè non è come chiedere "dimmi cosa vuoi che ti faccia per cena e io te lo preparo"... qui stiamo parlando di necessità emotive... un po' di attenzione? un po' di impegno? un po' di cercare di capirci qualcosa, magari?
No, alcune persone non sono proprio fatte così.
Ad alcune persone bisogna proprio spiegarlo a chiare lettere.
Solo che poi qualunque cosa facciano, vale infinitamente meno.
Io per esempio, in certe circostanze, sono una di queste: faccio fatica a mantenermi lucida con mia mamma. Lei è una donna molto pragmatica e razionale...e quando si lascia sopraffare dall'emotività (cosa che le capita ogni tanto ultimamente, sarà l'età...) va un po' fuori di testa. Niente di grave, ma non ci sono abituata.
Altre persone invece proprio non vedono, o se vedono non comprendono, o se comprendono rimuovono onde non sobbarcarsi l'onere.
I seguenti sono stralci di conversazioni cui ho assistito personalmente, o che mi sono state raccontate.
Sorella 1 (timida): senti, ma dimmi la verità... ti piace mio marito?
Sorella 2 (scocciata): cazzo dici? sei fuori?
S1: ho notato che lo guardi sempre...
S2: ma figurati, ma cosa dici, ma ti inventi le cose!
S1: no, è che quando fai così mi metti a disagio
S2: e allora? cosa dovrei fare io? sei tu che hai un problema! Dimmi cosa vuoi che faccia e lo faccio.
S1: per favore potresti dirmi che non stai cercando di scoparti mio marito?
S2: certo, sorellina. Non sto cercando di scoparmi tuo marito.
S1: grazie, sto molto meglio ora.
Marito: senti... ma... non è che in questo periodo stiamo facendo un po' poco sesso?
Moglie: ma che dici? non mi pare proprio, e comunque non me lo segno sul calendario
Ma: no è che mi sembra che tu abbia poca voglia e mi chiedevo come mai
Mo: beh, che vuol dire, ci sono periodi in cui ho meno fame, periodi in cui ho meno sonno, ci sono anche periodi in cui ho meno voglia di sesso, dove sta il punto?
Ma: mi sembra che ci sia qualcosa che non va e sto a disagio
Mo: ah ma allora sei tu, non io! non sono io che ho il problema, sei tu! Io sono qui bella serena e tranquilla, sei tu che ne stai facendo una questione.
Ma: te lo sto solo dicendo
Mo: e va bene, allora dimmi tu cosa devo fare e lo faccio.
Ma: per favore potresti rassicurarmi che va tutto bene e che non ti stai vedendo con qualcuno?
Mo: oh ma certo, caro. Non mi sto vedendo con nessuno, tra noi va tutto a meraviglia
Ma: grazie amore, ora mi sento molto rassicurato. Andiamo al cinema?
Naturalmente le parti finali, quelle in corsivo, sono inventate.
Ma voglio dire....
già è deprimente che una sorella non si renda conto DA SOLA che non deve far gli occhi di triglia a suo cognato....
già è molto deprimente che glie lo si debba dire a chiare lettere...
già è oltremodo deprimente che non capisca che il punto è il bisogno della sorella, non quello della triglia....
ma che poi questa chieda addirittura dritte su come metterci una pezza beh... santo cielo!
Che senso ha, mi domando, se uno che sta male deve spiegare a quello che lo fa star male cosa deve fare per farlo star meglio? Cioè non è come chiedere "dimmi cosa vuoi che ti faccia per cena e io te lo preparo"... qui stiamo parlando di necessità emotive... un po' di attenzione? un po' di impegno? un po' di cercare di capirci qualcosa, magari?
No, alcune persone non sono proprio fatte così.
Ad alcune persone bisogna proprio spiegarlo a chiare lettere.
Solo che poi qualunque cosa facciano, vale infinitamente meno.
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