venerdì 23 dicembre 2016

TEMPO DI AUGURI


Quest'anno vi lascio i miei auguri con questa canzone allegra, divertente,
dinamica, sprizzante gioia e allegria che non puoi tenere fermi i piedi,
perché un Natale e una vita piena di scintille colorate è quello che spero
per ognuno di voi. BUONE FESTE!

ED IN TREPIDANTE ATTESA...

... di svelare l'arcano del post di ieri, la qui presente Puffola fortunella ieri sera ha ricevuto una sorpresina di compleanno extra.....


Il GG, che quando si mette ci sa davvero fare, mi ha portato a fare un tour di Milano in Limousine (bollicine incluse). Molto bello, molto romantico... molto truzzo :-) ma io sono kitch inside quindi va benissimo!!!

il potente mezzo
interno al buio con lucine cangianti.
Truzzo che nemmeno la villa californiana
di 50cents :-)
interno illuminato con GG

E niente ragazze, mi spiace, l'ho sposato io. Ciaone.



giovedì 22 dicembre 2016

ARRIVA PUNTUALE IL NATALE......

... e con pari puntualità giungono gli indovinelli del GG sul regalo per me.


Allora la sciarada di quest'anno dice così:


E' per me, ma lo deve usare lui, perché io non posso
è un accessorio di un attrezzo che abbiamo in casa
si può usare in tutte le stanze
e glie l'ho già visto usare molto tempo fa,
ma quello era un fake, questo invece è figo.
Giura e spergiura che non mi sta fuorviando, che le indicazioni sono vaghe ma veritiere.


Ok.
Io sono al buio totale.
A voi.






 

mercoledì 21 dicembre 2016

POST PRE-NATALIZIO


Oh va bene, lo dico: irei ho compiuto gli anni.
Un'altra cifra "tonda" porca vacca, ma quand'è che gli anni hanno cominciato a passare a tre a tre?
Vabbè non facciamo la solita retorica sul tempo che passa che comunque non ho una ruga e dimostro 10 anni di meno ah ah ah.


I miei festeggiamenti compleanneschi ieri sera si sono svolti al campo, che avevamo la festa di Natale
della squadra di rugby. Tralasciando il fatto che a mezz'ora dall'inizio ci siamo accorti di non avere birra (praticamebnte l'Armageddon per dei rugbisti!!) è stata una serata molto carina, come sempre.


La birra, poi, è comparsa.


Ora, vorrei dissipare il dubbio.
Non è che nutriamo l'under 6-8-10 a Lager.
Ma gli allenatori dei nostri pargoli sono tutti giocatori, e parecchi papà pure, quindi di rugbisti adulti ne avevamo a pacchi. E peraltro tutti mi hanno abbondantemente baciata, vista l'occasione genetliaca. Mai preso tanti baci tutti insieme in vita mia!


E' successa anche una cosa un po' triste: in squadra abbiamo un ragazzino di 9 anni che ha perso la mamma dopo lunga malattia, un mese fa circa. Ieri sera alla festa c'era lui, suo papà e la sorellina di 5 anni che praticamente non deve aver mai visto la mamma sana, o quasi. Io la bimba l'avevo vista in qualche occasione in passato ma non le avevo mai parlato. Com'è come non è, appena mi ha vista senza manco conoscermi, mi ha abbracciata e non mi ha mollata più per tutta la sera. E' stata la mia ombra: tenuta per mano, in braccio, preparato le cose da mangiare e da bere, giocato insieme, e baci e abbracci a profusione. Una tenerona, povera piccola. Mi si è strizzato il cuore.


Comunque, con ieri abbiamo appeso al chiodo le scarpe coi tacchetti e con oggi finiscono anche gli allenamenti di arti circensi. Il Ric è segregato già da giorni quindi penso di poter dire che avrò un po' più di tempo a disposizione di qui al 9 gennaio. Sarà un piacere infilare tutta l'attrezzatura nella borsa e levarmela da torno per qualche settimana!!!!!


Mi appresto ad affrontare gli ultimi giorni di lavoro ma con la mente sono già in ferie.
Non che abbiamo chissà che programmi (a parte il 30 mattina, che abbiamo programmi eccome eh eh eh!!! ) però non vedo davvero l'ora di staccare.
Il pranzo di Natale sarà la solita débacle (son tutti da me) ma alla fine sono sempre tutti contenti, in particolare il Nin che non vede l'ora di avere la famiglia riunita.


Personalmente sono in altissimo mare coi regali, mi mancano i genitori e i suoceri, e avevo cazzoscordato un paio di amiche cosa di cui mi sono resa conto praticamente con un anticipo di circa 15 minuti sul momento dello scambio dei doni #maitranquilla. Per il resto Amazon sembra stia facendo il suo dovere e l'unico veramente in ansia è il Ric perchè il regalo per la morosa non sta arrivando.


La casa è addobbata, la spesa fatta, il menu di Natale organizzato.
Forse, anche per quest'anno, sopravvivo.



lunedì 19 dicembre 2016

SUICIDE



La Puff al GG:


- Amore.. quand'è che passiamo tutta la domenica a letto?


- See... poi quando stiamo li a vegetare tutto il giorno mi diventi isterica.....


- Se mi dai da fare, non divento isterica...


- Ah. Intendevi quello?



venerdì 16 dicembre 2016

DI DELIRI GRANGENIESCHI

Le conversazioni dell'ultimo minuto.


Puff all GG:
- Amore quando il Nin va a letto facciamo un po' di shopping in Amazon?
- Dobbiamo proprio? Non possiamo farlo domani?
- Ehmmmm... no, vorrei che arrivassero per natale è già tardi
- Vabbè ma perchè dobbiamo farlo assieme
- Perchìè tu hai l'account Prime
- E fattelo anche tu, no?
- Si beh, ce l'hai già tu, è vero che costa una cazzata però perchè pagare due volte?
- Eh insomma... è anche questione di autonomia................


Vabbè.
Mi faccio il mio account prime, e procedo con i miei acquisti.
Alle 21.30 il Nin va a dormire.


GG alla Puff:
- Allora, adesso facciamo shopping?
- No, ho fatto.
- Come hai fatto?
- Ho seguito il tuo consiglio mi sono fatta l'account e ho risolto.
- Ma come! IO VOLEVO CHE LO FACESSIMO INSIEME!! TI AVEVO GIA' DETTO DI SI!!!!
- .......................................

Per la cronaca alla fine non mi ha detto mica tanto bene, comunque.
Ho preso il Cacciavite Sonico dell' undicesimo Dottor Who per il Nin, ma arriva dopo Natale.
Ho preso una maglia di Conor McGregor per il Ric, ma arriva dopo Natale
L'unica cosa che arriva prima di Natale è una maglia da nerd (Agents of Shield) presa estemporaneamente per il GG chenemmenoselameriterebbe.

mercoledì 14 dicembre 2016

DI CADUTE VERTICALI

Quando l'anno scolastico è cominciato, con Ric abbiamo parlato chiaramente.
O porti i risultati, o ci saranno serie conseguenze.
La cosa non stava andando benissimo, ma nemmeno malissimo. Era scarsamente sufficiente in qualche materia, ma questione di 5 1/2, niente di particolarmente grave. Il time limit per tirare le somme era la fine del trimestre, ossia l'ultimo giorno prima delle vacanze di Natale. Se fosse arrivato a quel giorno con delle materie insufficienti, avrebbe sospeso gli allenamenti e non avrebbe avuto il permesso di uscire MAI fino a quando non avesse rimediato i debiti del trimestre.
la sua reazione a questa prospettiva normalmente nelle ultime settimane è stata del tipo "ma figurati, io esco lo stesso, non mi cambia niente" a cui segue la mia risposta standard certo disubbidisci pure: uscire puoi, bisogna vedere se rientri.


Ieri è arrivato a casa con un 3 in italiano e un 3 in matematica, i peggiori risultati mai ottenuti in tutta la sua carriera scolastica.


Ok Puffola, respira e stai calma.
Vado a casa e gli chiedo come sia stato possibile, non lo sa.
Gli dico che lo so io: non ha studiato. Non nega.
Gli chiedo perchè non ha studiato, non lo sa
Gli ho chiesto cosa ti aspetti che succeda ora? Risposta: eh, sono un po' nei cazzi.
Gli faccio notare che si sta auto-sabotando: è come se ti fossi piantato un coltello in una coscia da solo, gli dico.
Perchè lo fai, gli chiedo. Non lo sa.
Cosa ti interessa nella vita, gli chiedo. La morosa e gli allenamenti.
Non è vero, rispondo, perchè sapevi che avresti dovuto rinunciare ad entrambi e non hai fatto quanto richiesto per evitarlo. Significa che non ci tieni veramente.
Ha una faccia sparuta che gli ho visto raramente.
Forse non se lo aspettava nemmeno lui. Forse è stata una "botta". Speriamo.
Gli dico che visti questi voti decisamente inaspettati, i nostri accordi decadono e che la sua punizione inizia subito. Mi aspetto fuoco e fiamme, ma lui non fa una piega. Gli dico che deve prendere ripetizioni. Mi aspetto fuoco e fiamme anche qui, ma ancora non fa una piega.


Sono certa al 100% che ieri ha capito le mie ragioni. Non ho dubbi a riguardo. Mi ha persino anticipato: mi ha mandato un messaggio alle 16.00 dicendomi che non stava tanto bene di stomaco e che quindi non si sarebbe allenato. Faniente che ha mangiato bisteccone a pranzo, abbondante merenda e pizza a cena. Ha chiaramente voluto saltare l'allenamento di sua spontanea iniziativa per non doverlo fare su mio ordine. la vera domanda è: questa comprensione quanto durerà? per quanto tempo si ricorderà?

Quello che ho capito in tutta questa situazione è che il discorso non è lo studio. E' qualcosa di diverso di cui questo è solo un sintomo. Il problema è che non ho idea di cosa sia, e a quanto pare nemmeno lui.


Al momento la mia risoluzione è prettamente punitiva: hai sbagliato, paghi.
Ti sto dando del tempo, gli ho detto. Vedi di farne buon uso. Se rimedi entro la fine del trimestre, passerai le vacanze come meglio vorrai. Se no, resterai a casa a studiare. Se rimedi a gennaio, la punizione finirà. Altrimenti continuerà finchè non sarai abbondantemente sufficiente in tutte le materie. Diciamo che lo scopo a lungo termine è portarlo sul fondo del baratro e farlo risalire se reagisce, piuttosto che tenerlo a galla e farlo scendere se sbaglia.


In parte siamo responsabili anche noi di questo: la verità è che non è mai stato veramente punito, non ha mai subito vere e proprie gravi conseguenze per i suoi errori. Il nostro stile pedagogico non è punitivo, in linea generale, tendiamo a dare fiducia e vedere cosa succede. Purtroppo questo ora deve finire, perchè al di la della scuola a 16 anni è ora che impari che se fai una cazzata, ne pagi il fio. E' già quasi tardi. Non dobbiamo vacillare.

martedì 13 dicembre 2016

QUELLO CHE VORREI PER NATALE....


... non si può comprare.


Prima di tutto, caro Babbo Natale, vorrei la capacità di non soffermarmi sempre ai difetti ma di vedere pregi che nessun altro percepisce. Lo dico soprattutto in relazione a mio figlio maggiore. Sono stufa di pensare che è svogliato, che è pigro, che è arrogante, che non si impegna ecc ecc.... vorrei pensare cose belle su di lui. Vorrei percepire il buono che c'è dietro a questi difetti. Per esempio: è arrogante? Bene, significa che è sicuro di se. Questo è un pregio. E' svogliato, pigro? Forse non è svogliatezza ma desiderio di altro, forse sono sogni (se non fosse che purtroppo non è un sognatore). E' disordinato che di più non si potrebbe? Significa che è creativo. Pensa solo alla morosa? Sarà un uomo sincero e fedele.
Non ne posso più di sgridarlo, di urlare, di riprenderlo, di predicare. Non ne posso più. Sono alla frutta, davvero. Anzi, dopo la frutta. Al caffè. Al grappino dopo il caffè!! Stiamo sempre col coltello tra i denti, stiamo sempre a questionare e a discutere. Mi dico: è giusto. L'adolescenza è l'età in cui ci si DEVE scontrare contro i propri genitori, per trovare la propria via. Da un punto di vista pedagogico, lo scontro frontale è un bene. Ed è un bene che se non fa il proprio dovere fino in fondo,  trovi limiti e paletti e muri che non può superare, come accadrà presumibilmente di qui a un paio di settimane. Anche questo è educativo, va promesso e una volta promesso va mantenuto. Che si tratti di premi o punizioni, va mantenuto con calma e fermezza e autorevolezza.
See. Ciaone proprio.


Caro Babbo Natale, vorrei smettere di sentirmi sempre in colpa ed inadeguata. Vorrei guardarmi allo specchio e piacermi, dentro soprattutto, e darmi una bella pacca sulla spalla e dirmi Oh brava, ottimo lavoro. Vorrei essere sicura dei miei affetti.


Caro Babbo Natale, vorrei vivere in un mondo appassionato. Un mondo dove la passione conta. E se non c'è un mondo così, vorrei crearlo. O almeno vorrei non essere derisa se ci provo. Basterebbe. Un mondo in cui le persone fanno l'amore e non la guerra. Un mondo dove l'amore conta più dei soldi, dove la passione vale più della professione. Vorrei fare di più l'amore, e con maggior trasporto. Vorrei esser sicura di me. Vorrei chiudere tutto fuori dalla porta e tenere in casa solo la gioia, l'affetto, l'amore, la serenità. E la passione, appunto. Vorrei un mondo dove la passione è tutto.


Caro Babbo Natale, vorrei che i miei figli avessero dei sogni. Dei sogni grandi, enormi, assurdi e assolutamente non ponderati. E vorrei che ci credessero. E che ci provassero nonostante tutto. E che si scornassero con la dura realtà, cascassero a chiappe per terra e si rialzassero più caparbi e determinati di prima. Perché è solo così che si costruiscono grandi vite e si fanno grandi cose. Vorrei saperglielo insegnare.


Caro Babbo Natale, vorrei essere serena e certa delle mie scelte. Vorrei essere una di quelle mamme sempre con una torta nel forno e una di quelle mogli che accolgono i mariti in casa la sera con un sorriso, un aperitivo e la casa pulita e in ordine. Vorrei avere sempre la parola giusta per ogni occasione e vorrei non doverla dire gridando, vorrei non arrabbiarmi più, non urlare più, non sgridare più, non punire più.


Alla fine, caro Babbo Natale, cosa sto chiedendo mai?





martedì 6 dicembre 2016

SGHIGNAZZARE GENTE, SGHIGNAZZARE


Una volta ero una dura e pura sempre in sella al suo bel destriero e lancia in resta.
Se qualcosa non mi andava bene, mi alzavo in piedi e combattevo le mie battaglie (sto parlando essenzialmente di vita professionale), ci mettevo la mia faccia e anche altre parti del corpo che capitava venissero prese a calci. Non mi sono mai tirata indietro anche a costo di rimetterci del mio, altra cosa che è capitata in più di una occasione.


Ora sono cambiata.

Ho finalmente appreso una lezione che il maestro Niccolò Machiavelli tenta di insegnarmi da quando ero in terza superiore: la sottile arte del pigliare per il culo la gente senza che i destinatari si accorgano di essere presi per il culo. E' meraviglioso perchè queste persone ti guardano ammiccando pensando di esserti complici, e invece sono bersagli. Da molta soddisfazione.


Se a questo aggiungi una dose sana di salamelecchi roboanti (anche se per niente sentiti) e avrai come risultato persone che ritengono di avere preso delle decisioni mentre sei tu che li hai portati per mano esattamente dove volevi che andassero.


A questo punto mi domando: questo significa che sono diventata più saggia? più vecchia? o più stronza?


Ai poster(ior)i l'ardua sentenza.



lunedì 5 dicembre 2016

ANCORA E SEMPRE VIVA IL RUGBY


Il rugby è quello sport in cui
o hai la palla,
o devi fare di tutto per averla.
Di tutto. 


Sabato pomeriggio, sotto un cielo plumbeo (pessima luce per le foto, porcaccialapaletta) abbiamo ospitato in casa i fratelli di Cinisello e gli atleti di Legnano.


I bambini giocano con un tempo totale prestabilito per cui se ci sono molte partite, ognuna è più breve mentre con due sole partite in programma, sabato gli arbitri hanno stabilito 25 minuti ciascuna, suddivisi in due tempi da 12 e mezzo.


25 minuti di rugby non sono pizza e fichi per dei novenni.


L'Under 10 quest'anno può contare su due allenatori: uno ufficiale, B., e uno non ufficiale, W.
W. è l'allenatore dell' Under 12 ma suo figlio gioca in under 10 quindi durante i tornei non riesce a fare il papà sugli spalti, nn ce l'ha proprio nel DNA!


B. e W. sono entrambi giocatori loro stessi, ed hanno stili molto diversi. B. è un cristone di due metri ma molto zen. Bravissimo coi bambini, incoraggiante, per niente punitivo, si arrabbia ma in modo contenuto, li sgrida a volte ma insomma, tutto molto tranquillamente. W. è grosso la metà e scaldato il doppio. In parte per carattere e in parte perché probabilmente è abituato ad avere a che fare con ragazzini un po' più grandicelli, pare un facocero con l'ernia. Strepita da bordo campo che lo sentono a 2 km, ma dopotutto che dire, giochiamo a rugby mica a scacchi. Ci sta anche essere un po' più duri.


Io, che in quanto assistente sto a bordo campo per sopperire alle piccole necessità (rifornimento di acqua, un paradenti caduto da risciacquare, una scarpa che proprio proprio proprio non vuole stare allacciata ecc...) assisto a siparietti che da soli varrebbero la fatica e il freddo patiti.


Azione in corso, uno dei nostri lupetti perde la palla
B: dai prendi la... ecco... noooo... vabbè dai bravo lo stesso
W: Allora! Ma cosa fai!!! Te le taglio quelle mani se non impari a usarle!!!!!
Oppure:
B: corri corri, forza, corr... ecco..... nooooo.. .vabbè dai bravo lo stesso
W: Svegliatiiii!! a 200 all'ora devi partire, muovi quelle gambe, devi darti una mossaaaaaa!!!


Il "discorso motivazionale" a metà partita poi è tutto un programma.
Gli atleti fano cerchio attorno all'allenatore durante l'intervallo tra i due tempi, e l'allenatore spiega cosa è andato bene e cosa no nel primo tempo. Che stiano vincendo o che stiano perdendo, W. tira certi cazziatoni che definire memorabili è poco. E perché a nessuno venga il sospetto che fa preferenze, suo figlio di solito le sente il doppio di tutti gli altri!
Io ogni tanto, quando il tempo sta per scadere, mi avvicino cautamente al gruppo con la bottiglia dell'acqua, e mediamente la reazione è : via con quella bottiglia, non se la meritano. Se la devono guadagnare, l'acqua. E poi comunque oggi non fa mica caldo.


Devo ammettere che all'inizio ero un po' perplessa mi sembrava veramente duro e severo.
E' un ragazzo adorabile, in realtà, disponibilissimo in tutto e per tutto, ma il rugby si vede che gli fa salire la carogna!
Invece, guarda un po', i bambini non fanno una piega, pendono dalle sue labbra come tanti piccoli adepti che assorbono la sapienza del loro guru e non ne ho mai visto uno arrabbiato o offeso o rattristato nel momento in cui prende il suo santo cazziatone. Annuiscono saggiamente con aria seria, vanno in campo e mettono in pratica.


E bisogna ammettere che dopo il Trattamento W., giocano decisamente molto meglio.


Sul fronte personale che dire. Il Nin sta diventando proprio bravino.
Non che mi interessi particolarmente la prestazione in se (difficilmente sarà un rugbista da grande, non ha proprio la struttura fisica), anche se naturalmente potendo scegliere meglio bravo che scarpa, però sono felice perché è molto appassionato, attento, l'allenatore W dice che è molto serio in campo, ascolta, capisce, non si distrae (e se lo dice W.....). Effettivamente anche a me che ancora capisco poco, sembra di vedere un grosso miglioramento in termini di idea del gioco, di presenza sulla palla, di impegno rispetto all'anno scorso. Quello che è cambiato secondo me è che non ha più paura di farsi male. Si butta su tutti i palloni e su tutti gli avversari, pure quelli grossi il doppio, e non c'è storia che tenga: li tira giù. Poi recupera palla e corre come un pazzo. E se si fa male pazienza, magari gli scendono le lacrime,  ma intanto corre e va a riprendersi la palla. Sabato ha segnato 9 mete, vi devo dire a che altezza da terra camminava?


E' stato l'unico della squadra a non chiedere mai la sostituzione: avevamo 9 atleti, giocano in 8 quindi a turno ognuno riposa qualche minuto. Tranne lui. Non lo cacci fuori dal campo manco con una contrattura al collo dovuta a un placcaggio (storia vera). Verso la fine della seconda partita, quindi dopo 45 minuti di gioco circa, ho considerato tra me e me che "mi sembrava che cominciasse ad accusare la stanchezza", l'allenatore B. mi ha guardato dall'alto dei suoi 2 metri e mi ha risposto "stai scherzando, vero?" Ed è venuto fuori che aveva ragione lui.
Alla fine della seconda partita, giocata contro Legnano, Legnano stesso doveva giocare contro Cinisello. Noi avevamo finito. Solo che a Legnano mancavano degli uomini, così W. ha chiesto "ragazzi chi vuole giocare?" e con 50 minuti di gioco già nelle gambe, naturalmente la mano del Nin è scattata verso l'alto senza por tempo in mezzo. Sfila la maglia dei Lupi, infila la maglia di Legnano e via in campo, compagni di squadra di quelli che fino a 2 minuti prima erano avversari.


Il rugby è anche questo!




giovedì 1 dicembre 2016

DI STUDIO


Il secondo figlio, è noto, beneficia degli errori che i genitori hanno fatto con il primo.


il Ric come tutti sanno è sempre stato un ragazzino maturo e intelligente, a scuola non ha mai avuto problemi, fino alla seconda liceo. Alle elementari, sentiva la maestra in classe e sapeva la lezione senza quasi leggerla a casa. Alle medie è richiesto un po' più di impegno ma la solfa era più o meno quella. Avendo piccole difficoltà di lettura (non diagnosticate), ha sviluppato una gran memoria per quello che vedeva e che sentiva.  Io non ho mai "fatto i compiti con" lui, fin dalla prima elementare, lo lasciavo fare da solo e casomai correggevo o davo qualche consiglio ma ci tenevo che si arrangiasse da solo. Perché sapevo che poteva.


Figo finora, no?


Il rovescio della medaglia è stato che, non avendone bisogno, non ha mai imparato a studiare. Non intendo imparato un metodo, che quello insomma viene più avanti, ma proprio non ha preso l'abitudine allo studio, non lo ha reso parte della sua giornata. Ai tempi,  non avendo alcuna esperienza in materia,  non sono riuscita a ragionare in prospettiva e non ho pensato che questo avrebbe potuto metterlo in difficoltà in futuro: perché lo studio come tutto va allenato.


Col Nin sto cercando di fare diversamente.
A parte il fatto che temo che non avrebbe potuto gestire la stessa autonomia che richiedevo a suo fratello, sto cercando di farlo abituare a studiare un poco ogni giorno. La struttura della settimana scolastica mi aiuta in questo: loro hanno le materie di studio una volta la settimana, mercoledì storia, giovedì scienze e venerdì geografia.
Quindi lo sprono a dare una bella lettura a tutte e tre la domenica mattina (il sabato fa i compiti per il lunedì) e poi nei pomeriggi precedenti alle lezioni si ripassa. Purtroppo questo significa sedersi alla scrivania appena saliti da scuola (cosa che proprio non mi piace) perché alle 18 si allena tutti e tre i pomeriggi, ma sto cercando di vedere i lati positivi della cosa, sperando che piano piano riesca ad abituarsi al fatto che la vita da studente implica lo studio pomeridiano tutti i giorni.


Lo scopo è un futuro adolescente un po' più school-oriented, se possibile


Sapete cosa? io sono molto d'accordo con tutte le meravigliose teorie didattico pedagogiche che implicano uno studio fatto in maniera diversa, che i bambini imparino giocando, e quanto è fico il sistema scolastico svedese, e che dopo 8 ore a scuola hanno bisogno di giocare e tutte queste belle cose qui. In teoria. In pratica, la verità è che il NOSTRO  sistema scolastico è fatto in un certo modo, che la nostra società è fatta in un certo modo e che purtroppo (e dico purtroppo sul serio) il successo scolastico sembra essere l'unico metro di valutazione di un bambino e di un giovane almeno fin quando non comincia a lavorare. Un ragazzo può essere sciagurato finchè vuoi ma se va bene a scuola gli si perdona tutto. O al contrario, può essere un santo ma se va male a scuola si porta dietro il marchio per sempre.


Ieri il Ric durante una discussione mi ha detto una cosa che mi ha gelato il sangue.
Non ricordo le parole esatte ma il succo era che lui deve andare a scuola perché io possa "vantarmi" dei suoi voti, qualcosa del genere. E quello che mi sconvolge è che lo pensa davvero!


No mio caro, gli ho detto, io sono fiera di te a prescindere dai tuoi voti.
E lui, incredulo: sei orgogliosa anche se prendo 3???


Ecco davanti a un discorso del genere, mi domando non tanto dove sbagliamo con questi giovani, quanto e adesso come rimediamo?






Immagine di repertorio

venerdì 25 novembre 2016

CARTA VS CELLULOSA

Oggi dovevo scegliere tra scrivere un post serio e un post cazzaro e ho scelto quello cazzaro.
Diciamocelo, di serietà ne abbiamo già avuta abbastanza con l'ultimo, no ragazzi? :-)


Bene. Modalità "zero utilità sociale": ON


Mi sono sempre chiesta come e secondo quali criteri i romanzi vengono trasposti per il cinema o la tv (e qui, come minimo Marie Claire e Emily hanno già capito dove vado a parare).


Si dice sempre: il libro è meglio, nel film mancano spesso tante cose. Verissimo, e lo posso capire e concepire senza grosse difficoltà quando devi concentrare 800 pagine in due orette scarse di film. In parte. Voglio dire, alla fine basterebbe fare un film più lungo. Tipo, che so, Peter Jackson non è che si sia fatto fermare dalla complessità, ha cacciato fuori 6 film, due saghe da tre ciascuno, in cui si sfiorano le 3 ore a film. E che film, voglio dire!!! (per i non addetti, parlo delle trilogie del Signore degli Anelli e Lo Hobbit).






Il primo esempio contrario che mi viene in mente è Harry Potter.
Si, lo so, sto svelando la mia anima nerd, abbiate pazienza. Sixteen inside, ricordate?
Ad esempio nel terzo film della saga, Il Prigioniero di Azkaban, diciamocelo: se non hai letto il libro non ci capisci un H della storia del patronus a forma di cervo. Non dico di piazzarci una spiegazione di un'ora e tre quarti... ma due paroline per gli analfabeti? Faceva brutto? O anche nel sesto film, Il Principe Mezzosangue... sono state inserite scene che nel libro mancano totalmente, che non sono mai state scritte, poi.... zac, tagliata totalmente la battaglia di Hogwarts - preludio di quella finale - in cui peraltro alcuni personaggi vengono anche gravemente feriti. E perché??? Cioè io personalmente non vedevo l'ora di vederla, quella battaglia. La professoressa McGonagall (toh! un cognome scozzese!) se la vede brutta, e persino il mezzo gigante prende un sacco di saccagnate.  Invece niente nemmeno un accenno.






Altro esempio, un filo più hot, è le 50 Sfumature. Premetto che ho letto i libri un estate al mare e che ho visto il film lo scorso anno e mi ha fatto schifo. Ad ogni modo, il tormentone della saga è la frase che il nostro buon Christian dice alla povera verginella quando lei gli chiede qualcosa come "vuoi fare l'amore?". Lui risponde "io non faccio l'amore, io fotto senza pietà".  Questo è quello che tutte le fan invasate di Christian Gray attendevano di sentire. Invece nel film lui dice "io scopo forte". Ora lasciamo stare che le frasi esprimono il medesimo concetto... ma visto che la scena la inserisci, perché cambi la battuta?






Io non ho idea di come funzioni la sceneggiatura di un romanzo, ma sono piuttosto portata a pensare che chi si mette a un lavoro del genere, specialmente se parliamo di libri di grande successo (meritato o meno....) abbiano come minimo letto il romanzo originario. Inoltre hanno sicuramente i loro gruppi di controllo, faranno l'equivalente cinematografico di una ricerca di marketing immagino... e comunque basta fare un giro sui social per capire cosa i fan si aspettano di vedere e di sentire. E quindi perché non accontentarli? Voglio dire anche solo da un punto di vista utilitaristico, se i fan sono contenti tu guadagni, altrimenti the show must not go on!


Non sto parlando di fare una trasposizione precisa alla virgola e tirar fuori da ogni libricino una Corazzata Potiomkin di 7 ore, ma  insomma.... dove si può.....


Altro esempio (e ci siamo): Outlander. E' arcinoto che il nostro idolo delle folle aka figoatomico Jamie Fraser si rivolge alla sua amata viaggiatrice del tempo chiamandola Sassenach. Questo soprannome è diventato un mantra, nei gruppi su Facebook, con le fan si chiamano così tra loro, reciprocamente. Nella prima stagione, il doppiaggio italiano gli fa dire Sassone. Ora, Sassenach significa straniera, e trattandosi di scozia, dire straniero e dire sassone sono disposta a capire che sia praticamente la stessa cosa... però insomma, è sassenach! Se nella traduzione dei libri è lasciato invariato, perché il doppiaggio deve scombinare le carte?


Ieri sera ho visto l'ultima puntata della seconda stagione. Puntata che tutte noi povere fan attendevamo con ansia, sia per la carica emotiva che porta con se sia per le aspettative che avevamo avendo letto il libro da cui è tratta.
La puntata, va detto è stupenda. Veramente. Bellissima.
Ma quasi del tutto stravolta rispetto al libro.
Per quale ragione? Perché ambientarla in un luogo invece che in un altro? Cosa sarebbe cambiato? E c'è questa scena descritta nel romanzo, la scena del marchio, che è allucinante, pazzesca, incredibile, magistrale, una cosa da cominciare a piangere adesso e finire a Natale. Del 2018. Tutte noi ce l'aspettavamo. Ma  non c'è. Tolta. Tagliata. E perché mai di grazia? Per quale insita ragione, per quale nascosto motivo quella scena, che sarebbe durata un minuto e mezzo, non è stata girata?




Gli sceneggiatori sono stati oggetto di critiche per questa scelta, e hanno risposto che siccome la scena implicava del sangue (oh, ma due gocce!), la cosa non era fattibile perché si rischiava di sporcare i vestiti di scena e di ritardare quindi la produzione. Ma che minchia dici? A parte il fatto che pure se Claire avesse attraversato le pietre con l'abito macchiato non sarebbe stato un grave danno (e Jamie stava scendendo in battaglia, quindi....), ma te lo ricordi, si, che state filmando in ambientazione giacobita e che solo due puntate prima la battaglia di Prestonpans ha visto teste spiccate e spade infilzate? Che cazzo significa? E la zia Diana? Coma ha potuto avallare questo stravolgimento?


Ecco io non voglio criticare eccessivamente cose che non conosco, ma se qualcuno mi spiegasse l'arcano sarei grata.





mercoledì 23 novembre 2016

DI GG

Oggi vi ammorbo coi miei soliti vecchi problemi.
Vedo già il buon Vedetta che alza gli occhi al cielo :-)
Sappi caro mio che mi occorri in modalità Ex tredicenne oggi :-D


Dunque qualcuno di voi sa già che alcuni anni fa il GG ed io abbiamo avuto qualche problemuccio a causa di una sua (ora ex) collega.
Ovvio che non vi rispiego la rava e la fava, non preoccupatevi. Solo i fatti salienti:
1. un qualcosa c'è stato - innegabilmente
2. cosa esattamente fosse questo qualcosa non è mai stato chiarito ma io ho accettato di credere che fosse un qualcosa platonico (benchè fossero coinvolti chiaramente dei sentimenti che onestamente non andrebbero indirizzati ad una "amica")
3. abbiamo ricostruito il nostro rapporto (in anni) e ora stiamo - oserei dire - invidiabilmente bene. Quasi sempre.
4. il problema di questo qualcosa è stato certamente il qulacosa in se, ma anche la gestione "post-qualcosa" da parte sua, che ha continuato a difendere le sue posizioni sostenendo che non aveva fatto niente di male, che questa persona era una amica importante a cui non poteva rinunciare e non vedeva peraltro perchè avrebbe dovuto farlo, dal momento che non aveva fatto niente di male ecc.... sorvolando nei fatti (benchè dicesse il contrario con le parole) sulla mia sofferenza estrema ed evidente. Le mie richieste di interrompere i rapporti con lei sono stati coronati da una serie infinita di "non posso" di vario genere. Ad oggi che non sono più colleghi non so nulla di ufficiale ma sono pronta a scommettere che non abbiano smesso di sentirsi.


Il post di oggi non riguarda le mie scelte passate, che sono state fatte e pertanto immutabili.


Ora tenendo presente queste premesse, il GG ha cambiato lavoro un annetto fa e ora è a capo della filiale italiana di una azienda danese. Come tale ha effettuato e dovrà effettuare alcune assunzioni. Quando ha cominciato a fare colloqui io senza pudore ne peli sulla lingua gli ho chiaramente chiesto di non assumere una donna, perchè  non ero certa che sarei riuscita a gestire la situazione - visto il pregresso.
Ora, io lo so che è una pretesa del cazzo. Una mia amica mi ha detto che è stata una richiesta da ragazzina, e posso anche concordare che sia non proprio illuminato da parte mia cheidere una cosa del genere.

Però... però io avevo bisogno di questo, per stupido o infantile che possa sembrare. Non ho il diritto, io, di essere illogica qualche volta? Quando sono coinvolti eventi e sentimenti che a volte ancora mi aprono una voragine sotto i piedi solo a ripensarci? Non ho diritto di pestarli, quei piedi e di pretendere quello che mi serve? Devo essere sempre quella calma pacata e ragionevole? Avevo bisogno di vedere che benchè irragionevole (e non lo sono mai cazzo, non lo sono mai!!!) lui per una volta mi avrebbe assecondata, non avrebbe opposto la sua serie infinita di "non posso" e avrebbe fatto il MIO bene, che poi è il bene della famiglia. Avevo bisogno di vedere che avrebbe messo ME davanti a tutto il resto per una cazzo di volta nella vita, magari anche davanti a se stesso, davanti alla sua "integrità professionale" o alla sua etica, e che se ne sarebbe sbattuto di tutto il resto. PER ME. Avevo necessità estrema di sentire parole come "ascolta, questa è una stronzata enorme, ma se per te è così importante, va bene" Sono tua moglie, sono quella che dici che amerai per sempre. Non puoi fare questo per me? Non puoi farlo anche se non capisci e non condividi? Per me, perché sono tua moglie? Beh, ha assunto una donna, quindi, a quanto pare, NO.


Invece io ho bisogno di sentirmi al primo posto non solo quando va tutto bene ed è facile, ma anche quando è difficile, quando costa. Se mi guardo indietro, io ho fatto la mia parte, ho rinunciato alla mia carriera a un certo punto per stare di più in famiglia, ho accettato e cercato di superare determinate cose per amore suo (e dei figli naturalmente, ma principalmente suo) ho "pagato" le mie scelte con la paura, l'insicurezza, l'insonnia anche. Coi compromessi, che ho fatto con me stessa. Non è che io voglia la medaglia, sia ben chiaro: sono state scelte mie, completamente mie e non le rinnego ne le rimpiango. Però insomma mi piacerebbe che la cosa fosse reciproca. Ripeto, non nella quotidianità - in cui è veramente splendido - ma anche quando è difficile.




Tutto qui.
Non so se sia una cosa troppo difficile da fare, ma sicuramente non mi sembra difficile da capire, se uno lo vuole.
Sono veramente avvilita.

Cosa ne pensate?

martedì 22 novembre 2016

APPARECCHIATO


E' fatta, il Ric da ieri ha l'apparecchio ai denti.


Si tratta di un apparecchio di "nuova concezione", completamente invisibile (non scherzo) che dovrà tenere per un paio di anni circa, qualcosa meno. Con l'adolescenza, evidentemente si sono modificati i lineamenti del viso e i denti si sono incasinati di brutto. Era inevitabile e anche un po' urgente.


Il problema principale al momento è il seguente: come dicevo qualche post fa, lui a scuola mangia parecchio. Ora non potrà più perché non può mettersi in bocca altro che acqua, e se mangia deve togliere l'ambaradan e dopo lavarsi accuratamente i denti. A scuola non ne ha il tempo. Perciò ieri mi ha comunicato la sua idea di procedere da stamattina in avanti con una "colazione salata".


Per colazione salata, lui intende un pasto vero e proprio, per evitare che gli venga fame a metà mattina. Stamattina non eravamo organizzati, e si è fatto pane e formaggio. Ma lui mi parlava anche di uova, salmone, pastasciutta...... insomma un pasto. Salvo poi mandarmi un messaggio al cambio dell'ora delle 10 per dirmi "porca put...... ho fame!"


Ma si, via, complichiamocela ancora un po' la vita!
Faccio fatica a star dietro alle cene nel delirio culinario di casa mia, figuriamoci ora che devo pensare pure alla colazione del Ric.


Eh vabbè....


PS: si accettano suggerimenti per il menu!





lunedì 21 novembre 2016

LA PRIMA GARA


La cronaca del weekend sportivo questo giro non è delle migliori.
Sabato i Lupetti del Rugby hanno vinto una partita su due, dormendo in piedi in quella in cui hanno perso e recuperando alla grande nell'altra... ma meritandosi un cazziatone da paura da parte dell'allenatore :-) Per fortuna almeno la Nazionale ha conquistato la prima storica vittoria contro il Sudafrica!

Ma i riflettori oggi sono sulla gara di MMA del Ric
Ci siamo alzati tutti per le 8, Ric era ancora abbastanza tranquillo.
E' andato in palestra per le 10, ci sono tutte le procedure di pesata e di formazione dei gironi.
Ric aveva due combattimenti, a partire dalle 14

Quando giunge il suo turno, lui si scalda, si prepara, cerca di scaricare la tensione (mamma m'è venuta la sbattella...)
Iniziano. 10 secondi di gara, Riccardo fa una proiezione pazzesca, pulitisisma, da manuale.  Una di quelle cose che fanno fare un "Ohhhh" a tutto il pubblico.
L'avversario va a terra, bum, piatto di schiena,  Riccardo lo tiene giù, l'arbitro gli assegna il punto
Pochi secondi dopo l'avversario perde il caschetto protettivo, e l'azione viene fermata
Ric si alza e va al suo angolo



L'altro ragazzo resta seduto per terra massaggiandosi le costole.
Durante la proiezione in pratica ha preso un colpo secco e gli si è "rotto il fiato".
Si è spaventato e deve aver detto qualcosa come "io non combatto più" o simili, mi è stato riferito. Quando diviene che non voleva più proseguire il match, l'arbitro chiama i due a centro del tatami per dichiarare il vincitore.
Il tavolo della giuria al microfono annuncia la vittoria di Riccardo, ma l'arbitro alza il braccio dell'altro.
Chiediamo spiegazioni e scopriamo che l'arbitro ha deciso di squalificare Ric nonostante il parere contrario del tavolo per le seguenti motivazioni:
1) la proiezione era troppo forte (ma non puoi controllare una proiezione se non in allenamento con un avversario molto più leggero)
2) Ric è troppo forte per combattere in quel circuito (ma non può combattere altrove, se non tra i minorenni). "Questo qui sarà almeno cintura nera di judo", ha detto. A parte il fatto che non lo è, "questo qui" lo dici al figlio tuo, e comunque quand'anche lo fosse il problema dove sta?
3) l'avversario andava incoraggiato perché si era spaventato e magari non fa più le gare. Su questo posso anche concordare, per principio. Però non hanno 6 anni. Inoltre incoraggiarlo va bene, ma non a costo di una squalifica ingiusta. Anche Ric va incoraggiato, è un ragazzino alla sua prima gara.

Non c'è stato modo di farlo recedere dalla sua posizione. Gli allenatori di Riccardo erano incazzati neri, lui non ve lo dico nemmeno. Aveva persino gli occhi lucidi dal nervoso. Inoltre era preoccupato per l'altro ragazzo, e devo dire con orgoglio che la prima cosa che ha fatto sceso dal tatami è stato andarlo a cercare per sincerarsi che stesse bene (stava bene). Gli altri arbitri sono venuti a dire che era una cazzata, e persino l'allenatore dell'avversario ha detto che la decisione era sbagliata, ma non c'è stato niente da fare. Per fortuna sono stati tutti molto carini con Riccardo, anche gente sconosciuta che assisteva alle gare, in diveersi sono scesi dagli spalti a dargli man forte a dirgli che era stato bravo e che aveva vinto lui, complimentandosi per la tecnica e la grinta. Del resto anche l'arbitro lo aveva considerato regolare all'inizio, infatti gli aveva dato il punto. Poi ha cambiato idea.

Peraltro il suo avversario successivo ha vinto a tavolino ed è andato a casa senza nemmeno mettere i guantoni. Non so chi fosse, ma chissà com'era contento.

Poi, aggiungiamo la beffa al danno. Visto che aveva combattuto poco (12 secondi....)  gli hanno detto che se voleva poteva fare un incontro amichevole con un altro ragazzo, che purtroppo era venuto ma non aveva potuto combattere perché non era stato possibile inserirlo in nessuna categoria di peso. Riccardo con adrenalina alle stelle, accetta l'incontro. L'avversario pesava 87 chili,. Ric ne pesa 63. Devo aggiungere altro? Ero terrorizzata che gli spaccasse qualche costola.

Alla fine, si è difeso bene, ma la verità è che sembrava di vedere Ric  combattere con Lorenzo tanta era la differenza di stazza.

Morale: 12 secondi di gara, match rubato, due botte in faccia, la mandibola dolorante, tibia e coscia livide e peste a seguito dell'amichevole.

Era la prima gara in assoluto per Riccardo, poteva anche andare diversamente :(


venerdì 18 novembre 2016

SEASON TWO


...... e meno male che in mezzo al delirio quotidiano ieri sono arrivati i DVD della seconda stagione di Outlander...  stagione che ho già visto in streaming ed in lingua originale (belli miei sarete fighi ma nun ve se po' sentì parlà!) ma della quale non ho avuto cuore di guardare il finale.


Si, esatto.
Non ho guardato il finale di stagione.
Tanto come va a finire lo so... e francamente mi son bastati i primi 5 minuti della prima puntata!!


E quindi bentornati Higlanders che rimangono tali anche nel cuore della sofisticata Versailles


Benvenuto vestito  più bello di tutti i tempi, forse persino meglio dell'abito verde di Rossella O'Hara fatto con le tende di Miz Elena




Bentornati miei cari guerrieri in gonnella e spadone (...)



Benvenuto Monsieur le Compte (fils d'un cochon!) a cui il parrucchino non rende ahimè la minima giustizia

 E un benvenuto speciale (e ben ritrovato per chi ha letto i libri) a Mastro Raymond, personaggio enigmatico e misterioso a cui la serie televisiva non da abbastanza spazio


MALtornato al redivivo BJR che forse, chissà, nel corso di questa o della prossima stagione avrà una sorta di redenzione... ma resta comunque un bastardo senza gloria...


...e benvenuti agli scheletri nell'armadio del ramo genealogico Randall, grazie ai quali renderemo un filo di giustizia al povero Frank... cornuto e mazziato...  ma almeno non figlio di.....


Ed infine bentornata bentornata bentornata Scozia, meravigliosa stupenda incantevole Scozia, magica incantata Scozia

E nell'attesa di conoscere la prossima generazione....



Un caldo, caloroso, vorrei quasi quasi dire HOT bentornato naturalmente a loro 


E si, sto messa male, sono una eterna sedicenne che ancora sogna ad occhi aperti davanti a un libro o a una bella storia. Si, mi piacciono gli uomini con la gonna, si piango davanti alla tv, si sogno la Scozia tutti i giorni (ma non per causa di Outlander) e si, vorrei danzare tra le pietre al solstizio.

No, non mi vergogno affatto
Ma proprio nemmeno un po'.

giovedì 17 novembre 2016

DI COLLOQUI

E quando tocca tocca.
E' iniziato il giro di danze dei colloqui coi professori del Ric.


Settimana scorsa Informatica, oggi Inglese, Matematica, Fisica.

Che dire. Già la location mette un filo d'ansia..... peggio della corsia di un ospedale.... non capirò mai cosa spinga le scuole e le strutture pubbliche in generale a pitturare i muri di color cacchina di neonato diarroico. Va dipinto, e va bene, ma santiddiobenedetto, è una scuola non un istituto carcerario. Rosse quelle pareti, verdi, blu, arancio.... no. Beigiolino vomito. Vabbè le scale sono blu e le tubature (a vista) rosse... ma insomma la maggior parte è di quel colorino li schifoso.

Comunque.
Da quando Ric ha l'età per essere valutato da qualche tipo di insegnante, quello che mi viene sempre detto è un mantra che mi porto dietro fin dalla mia stessa vita da studente: è intelligente, ma non si applica abbastanza, potrebbe fare molto di più.

Anche questo giro (non ancora terminato) non ha fatto eccezione.
La prof di informatica è nuova, quindi speravo che almeno lei potesse aver sviluppato una idea un po' diversa di Riccardo ma invece.... è  capitato che durante il compito in classe scorso il Ric abbia svolto un esercizio non con il metodo spiegato da lei, ma con un suo metodo personale mutuato dal programma di matematica in corso. L'esercizio era talmente ben svolto e talmente creativo che inizialmente lei non si era nemmeno resa conto che fosse giusto. Cosa infinitamente positiva, mi dice la prof, che nessuno ha fatto, solo lui, e questo dimostra una grande intelligenza e prontezza. Peccato che insomma... l'impegno... l'attenzione in classe... l'interesse e la partecipazione alle lezioni... insomma signora, è intelligente ma non si applica.  Uf.


La prof di inglese stamattina, solfa simile. lei è molto affezionata a Riccardo, lo descrive - come tutti devo dire- come un bravo ragazzo simpatico ed educato,solo che... signora... cosa le devo dire... dorme! Delle volte lo prenderei a sberle. Ma prof, si accomodi pure!! Le do la delega! E li la brillante idea della prof: lo chiamiamo. Così il Ric è arrivato, pimpante come non mi sarei immaginata, e ha assistito a tutti tre i colloqui. Il prof di fisica, nuovo anche lui, è un personaggio. Non giovanissimo, sembra uno che ama molto il suo lavoro. Gli piacciono i ragazzi attivi, gli piace essere messo in discussione e sfidato dai suoi studenti e il Ric gli era stato descritto come uno bravissimo e superintelligente che si diverte a porre domande impossibili atte a mettere i prof in difficoltà (cosa che ha spiazzato tantissimo il giovinotto, che non se l'aspettava). Ha cominciato quindi con aspettative elevatisisme che per il momento non paiono essersi concretizzate troppo. Ha buoni voti, ma come dice lui, ad andare bene si comincia dall' 8 in su. C'è ancora un po' di strada da fare. Entrambi, sia inglese che fisica, sono stati comunque molto incoraggianti, ci hanno tenuto a sottolineare che hanno molta fiducia in Riccardo e a spronarlo a dare il meglio di se.


Discorso a parte per quello di matematica, che è un buon professore, preparato, ma non un bravo insegnante secondo me. Non si fa troppo coinvolgere dalla classe, non sembra particolarmente interessato agli studenti in quanto tali. Arriva, fa il suo mestiere e va, stop. Mi da l'impressione di essere uno che ti appiccica un'etichetta e poi te la tieni, e su quella di Riccardo c'è scritto superficiale a lettere cubitali. Non ha detto nulla di sostanzialmente diverso dagli altri, nei concetti, ma nei modi a me è parso evidente che non abbia alcuna fiducia che Ric possa esprimere risultati migliori di quelli che ha espresso finora. Me lo aspettavo, lo conosco da 3 anni e sebbene non mi dispiaccia, capisco la differenza che passa tra l'essere un prof e l'essere un mentore.


Tutto sommato era quello che sapevo avrei sentito.


Il tutto è durato meno di un'ora.
Il Ric durante le brevi pause tra un colloquio e l'altro ha frequentato il bar della scuola che è li accanto all'aula ricevimento. Alle 11.15 un panino al prosciutto. Alle 11.45 cappuccio e brioche prima di rientrare in classe (e un caffè per mammà). Ha confessato che mangia così praticamente a tutti i cambi dell'ora.


Poi arriva a casa e mi schifa la mia cucina super-sana
Embé!

lunedì 14 novembre 2016

PENZOLO.

Beh io sono un po' stanca
Molto stanca, a dirla tutta.
E non è che possa dare la colpa ad altri.
La vita con il Ric è davvero difficile.
Lui è un bravo ragazzo, ci mancherebbe, non tanto studioso, ma di base non fa nulla di cui tutte le altre mamme che conosco non si lamentino in relazione ai propri figli. Niente di cui non si lamentasse anche MIA mamma, una trentina di anni fa. Disordinato, scontroso, oppositivo. Eh. Si chiama adolescenza, e lo sappiamo tutti.
Solo che è davvero difficile. Non me lo aspettavo, così difficile.
Lui è grande, io lo vedo grande, ma a dire il vero io l'ho SEMPRE visto grande.
Non avrò sbagliato, per questo? Accecata dalla sua intelligenza e dalla maturità che dimostrava - molto maggiore dei suoi coetanei - non avrò preteso troppo bruciando delle tappe fondamentali?
Mi spiego.
Al momento le nostre interazioni si limitano quasi totalmente a comunicazioni "di servizio" dello stampo di studia, metti in ordine, aiuta tuo fratello, porta giù la spazzatura e simili
Perchè è inutile negarlo: quando torno a casa alle 16 e trovo il suo letto ancora da fare, mi sale una carogna che lo spiaccicherei contro il muro.
La sua scrivania è un campo di battaglia (come lo era la mia) e quando gli dico di riordinare mi risponde che è SUA e che ne fa quel che vuole (stesso che rispondevo io a mia mamma). Passiamo la maggior parte del tempo a discutere, se non proprio a litigare. E abbiamo perso inesorabilmente intimità, complicità e confidenza. Non che non si confidi o non mi parli se ha un problema, anche imbarazzante: lo fa, se è necessario.
Ma è proprio il quotidiano che è una battaglia continua.
Io lo faccio per lui, ovvero: perchè ritengo che sia importante che lui impari determinate cose e che diventi autonomo, ma anche cortese, volenteroso, disponibile, empatico. Tutte qualità che io vorrei vedere nell'uomo che sarà.
Ma la vera domanda è: e lui, come la vede?
Io credo che la veda esattamente al contrario, che mi consideri semplicemente un gatto attaccato ai maroni che apre bocca con il solo e unico scopo di rompergli le scatole. Forse un giorno, da adulto, capirà che non è così, ma emotivamente, dentro di se, cosa gli resterà della "me" di questi anni? Mi ricorderà come una specie di ghiacciolo anaffettivo dedito solo alla sgridata? Una presenza fastidiosa che ci si augura solo sparisca nel più breve tempo possibile? Io non voglio che mi consideri in questo modo, anche se so che in parte è inevitabile.
E soprattutto, più importante ancora: cosa conta di più, che si metta via i jeans oppure che costruisca/conservi con me un rapporto basato sull'affetto e gli abbracci piuttosto che sui rimbrotti e le punizioni?
Ecco riflettevo su questo ieri sera, e mi sono dovuta rispondere che il rapporto è più importante.
Forse ho sbagliato su questo, ho indirizzato la mia azione educativa sull'insegnare piuttosto che sul comprendere e accettare.
Ha 16 anni ma è ancora troppo presto per non abbracciarsi più o non darsi più il bacio della buonanotte.
E devo fare un bell'esame di coscienza perchè temo che in parte questo raffreddarsi delle nostre interazioni sia causa mia, del mio considerarlo più grande di quel che è e quindi di averlo iniziato a trattare da "adulto" (emotivamente) quando ancora adulto non è.
Ci sono tanti scontri che sono inevitabili, quelli sull'autonomia per esempio: gli orari di rientro serali sono un campo di battaglia per tutti, suppongo. E se alleggerissi la siutazione rassegnandomi per esempio a fare il suo letto e mettendogli a posto i vestiti? E' così importante, così irrinunciabile? Non potrei lasciar correre certe cose e concentrarmi solo su quelle veramente imprescindibili (tipo la scuola)?
Aiuterebbe il nostro rapporto? Danneggerebbe l'educazione? Gli insegnerei semplicemente a trovarsi la pappa pronta?
Poi a proposito di pappa, abbiamo anche un altro problema: l'alimentazione.
Da quando con mio marito abbiamo deciso, su sua idea, di smettere di mangiare carne e di cercare di virare verso una alimentazione più sana (pasta integrale, pane integrale, poche schifezze, tanta verdura ecc...) lui è andato a male. Rimpiange la carne, non gli piace niente di quel che preparo, non mangia verdure se non pochissimi tipi e anche quelli dietro pesante insistenza. Ogni sera alle 18 comincia la litania.. usciamo a cena? andiamo al giappo? ordiniamo la pizza? perchè sa già che non vuole mangiare quel che cucino io. E quando si siede a tavola ha sepre una faccia schifata come quella di chi sta mangiando una scodella di merda condita di vomito e vermi.
E' frustrante, vederlo sempre scontento, sempre mezzo schifato.
Mi pesa. Parecchio.
Mi pesa sapere che in un modo o nell'altro non riesco mai a farlo contento.
Cerco sempre di accontentare tutti, per mia disposizione caratteriale, ma ci sono talmente tante opzioni, talmente tante richieste diverse che finisco col non accontentare nessuno, nememno me stessa.
Sono debilitata emotivamente al punto che ci resto anche male per le stupidaggini, per esempio: ieri sera stavamo guardando tutti un film in tv prima di cena, quando mi sono alzata per andare a preparare a nessuno è venuto in mente di mettere in pausa per aspettarmi o per finire di vederlo dopo mangiato, sono semplicemente andati avanti senza badare che interessasse anche a me. Non è una cosa così importante, peraltro lo avevamo anche già visto, ma il mio pensiero in questi casi è: ma come, io mi faccio in 4 tutto il giorno e manco un minimo di gentilezza? Ci rimango male fino alle lacrime, per quanto stupido possa sembrare, perchè mi da veramente l'idea di penzolare al fondo della catena alimentare della famiglia.
Corro tutto il giorno, accompagna uno, compra all'altro, iscrivi questo, lava quello.... e francamente un minimo di apprezzamento sarebbe gradito. E'troppo, da pretendere da un sedicenne? O è normale che sia tutto dovuto?
E così il cerchio si chiude, torniamo all'inizio.
Sono veramente stanca.
Bon.

venerdì 11 novembre 2016

DI CONGELAMENTO

Certo certo.
Pensiamo sempre solo ai bambini, si si.


I bambini devono stare all'aperto anche durante la stagione fredda, mica si ammalano.
I bambini devono fare sport, muoversi, scaricare, Non stare chiusi tra 4 mura a respirare bacilli.


Metti insieme queste due cose e avrai:
i bambini devono fare sport all'aria aperta anche durante la stagione fredda.


Eccerto.
Tanto corrono, mica sentono che si gela. Si scaldano. Sudano, pesino.


MA VOGLIAMO PARLARE UN SECONDO DEI GENITORI SUGLI SPALTI?


No, perché l'Under 10 di rugby domenica mattina all'alba mica ci va da sola, alla partita.
Qualcuno li accompagnerà, no, sti figlioli?
Eccerto.
Qualcuno che si gelerà le chiappe seduto su blocchi di pietra ghiacciata, qualcuno che si farà pediluvi di vin brulé bollente per sopravvivere, fin dalle prime ore del mattino, qualcuno che non potrà fare il tifo perché se solo si azzarda a battere le mani gli saltan via le dita.


Ecco, a noi poveri genitori del rugby non ci pensa mai nessuno???















mercoledì 9 novembre 2016

ARCOBALENO SECONDO LA PUFF


Le mie brevi considerazioni da due soldi,
se volete, sono qui

INDECISIONE

Oggi non so di cosa parlare.


Un saluto al professor Veronesi?
Dopotutto la sua quadrantectomia ha salvato mia mamma. Due volte.


La cronistoria della svomitazzata tipo Esorcista che ieri il Ric ha fatto in piena metropolitana?
Glie lo dico sempre che la cocacola gelata non si beve!


O forse due parole sul nuovo presidente degli Stati Uniti?
Il risveglio stamattina è stato pregno di iniziale incredulità. Poi mi sono ricordata che al peggio non c'è mai fine e ho capito che è tutto vero.


Nell'indecisione, dirò l'unica cosa positiva che mi viene in mente in questa mattinata che oso definire catartica: almeno, nessuno ci sfotterà più per Berlusconi.



lunedì 7 novembre 2016

MISTERO!

La mia carriera scolastica include un mistero.
Si tratta dei dettati di lingua francese.
Ora bisogna doverosamente premettere che noi eravamo un'ottima classe di francese, la nostra prof era una signora anziana e molto vecchio stampo che ci martellava come un fabbro e che ci aveva portati tutti ad altissimi livelli.
Facevamo tre tipi di compito in classe: traduzione, verbi e dettato.
Le traduzioni erano difficili ma gestibili, i dettati erano fatti per tirare un po' su le sorti di quelli che eventualmente zoppicavano un tantino. I compiti di verbi erano roba che voi umani... impossibili. Deliranti. Sconvolgenti. Forme che nessuno ha mai usato da quando è nata la lingua francese ma che comunque esistono quindi silenzio e sciorinare, grazie.


Io prendevo voti alti in traduzione e verbi, diciamo sopra il 7, e inesorabilmente, sempre e comunque, qualsiasi livello di impegno io profondessi, 4 1/2 in dettato. Dal primo all'ultimo giorno.
Ora va detto che il dettato era FACILE. La prof ci dettava dei brani tratti dal nostro libro di testo, brani che tutti noi preparavamo per le interrogazioni orali. Era roba che sapevamo tutti, me compresa, par coeur, ovvero a memoria. A MEMORIA. E comunque erano gli stessi vocaboli che scrivevo con successo in qualunque altra occasione. Nei dettati, niente da fare. Un camposanto di segni rossi.
Il primo anno la prof si arrabbiava.
Poi ha cominciato a ridere.
- Andretta, dai, stavolta sei andata meglio!
- Ah si, prof, e quanto ho preso?
- 5 meno (e giù che si sganasciava)


Madame Faustà, etes vous dré a ciapam per el cu?


E' finita che dal secondo anno  in avanti ha smesso di mettermi questi voti in media, perché avevamo raggiunto la conclusione io, lei e mia mamma con la quale lei parlava regolarmente, che avessi una specie di blocco, vai a capire, che non mi consentiva di riuscire in questi compiti. Lei diceva che ero rimasta allucinata all'inizio, perché il dettato è stato il primo compito di prima superiore e io che arrivavo con il mio bel 10 scintillante dalle medie, pensando di spaccare il mondo, mi sono trovata con un quattro e mezzo, appunto, e non mi sono mai ripresa dallo shock!


Comunque fosse.....


Ora sono davanti a un caso simile.
Io scrivo al pc senza guardare la tastiera.
Questo post è stato scritto in questo modo, e vi dirò di più: sono anche in grado di intrattenere conversazioni educate guardando l'interlocutore in faccia,  mentre scrivo. Non sono correttissima, nel senso che devo correggere spesso, ma anche la correzione la faccio senza guardare la tastiera.


C'è una parola che però proprio non mi viene.
E' la parola (ora guardo la tastiera) VOUCHER.
Che col mestiere che faccio, è probabilmente la parola che scrivo più spesso in assoluto (a parte cordiali saluti)


vocher
vyucyhe
vpucher


Niente da fare, visto?
Come i dettati di francese.


Ecco in queste circostanze pagherei il mio peso in oro per capire come funziona la mente umana!





venerdì 4 novembre 2016

AGGREGHIAMOCI

Beh, c'è da dire che come me la complico io, la vita, non se la complica nessuno :-)


Sono l'assistente della squadra di Rugby del Nin e ieri sera abbiamo organizzato una lasagnata con tutti gli atleti e i genitori del minyrugby, il che significa le squadre di under 6, under 8 e under 10. Una novantina di persone tra tutto, inclusi gli allenatori e la dirigenza della società.


Scopo della serata: aggregazione. Conosciamoci tutti e beviamoci una bella birra in allegria.


Così è stato fatto.
Durante l'allenamento dei bambini gli altri assistenti ed io, 5 persone in tutto, abbiamo allestito la sala. Abbiamo sbagliato i conti dei tavoli e alla fine della sistemazione ci mancavano tipo 30 posti a sedere, abbiamo dovuto rifare tutto :-). Alcuni tavoli non erano utilizzabili perché troppo traballanti, e già ci vedevamo i bambini ribaltati sotto. Tra sedie e panche ci siamo arrivati al super-pelo e i bicchieri di plastica erano giusti giusti, che se se ne fosse rotto uno durante l'apparecchiatura, avrei dovuto bere a canna (cosa che peraltro ho fatto comunque!).


Le lasagne erano state preparate dal gestore del bar del campo, che ha fatto bisogna dire un buonissimo lavoro. 90 porzioni non sono poche. Abbiamo raccolto i pagamenti per famiglia precisi all'euro, incredibile, e fortunatamente sulle bevande non ci sono stati problemi... che tra "io ho due birre" "io una birra due bibite e una bottiglia d'acqua" "io avevo detto bibita ma preferirei la birra" non ero molto fiduciosa che ne saremmo usciti indenni.


Qualche volenterosa mamma aveva anche preparato dei dolcetti quindi tutti sono stati soddisfatti.
I bambini hanno scofanato la loro porzione in 4 secondi netti (dopo un ora e mezza di campo....) e poi tutti fuori a giocare, i genitori hanno fatto un po' di cagnara tra loro, noi abbiamo girellato chiacchierando con tutti come se fossimo le padrone di casa.


La cosa più bella è stata il discorso degli allenatori, delle persone eccezionali che dedicano il loro tempo quali volontari a seguire i nostri figli, dagli originali nomi di Willy, Baffo e Carlippa. Il rugby è aggregazione, hanno detto. Sia in campo sia fuori la cosa più importante è l'amicizia. Noi gli possiamo insegnare la tecnica, ma prima di questo il nostro scopo e compito è creare il gruppo. Quando i bambini sono amici, si vede anche in campo la differenza. E sia che giochino fino all'under 14, sia che continuino fino alla serie A, gli amici di rugby sono amici per la vita.


C'è il suo bel motivo, se adoro questo sport (e queste persone)





mercoledì 2 novembre 2016

MOSTRUOSITA'


Ed eccoci di ritorno dopo il bel ponte di questi giorni!


Abbiamo passato qualche piacevole giornata casalinga, approfittando comunque delle attività Halloween-compatibili offerte dal circondario.


Sabato pomeriggio c'era una festa organizzata in un parco non lontano da casa, tutto allestito e paurosamente addobbato. Centomilamilioni di persone, ma lo spazio era ampio e ce la siamo cavata. Il Nin si è prodotto in un mascheramento non troppo pauroso e soprattutto che non gli fosse d'impaccio per i giochi che erano previsti


Quando siamo arrivati sabato pomeriggio erano le 14, c'era un bel sole e la paura non faceva affatto 90 anche se vari scheletri e impiccati penzolavano dagli alberi del parco. Verso le 17 è scesa la nebbia e al momento del rientro il panorama che si presentava era questo:



Spooky, no?


Domenica sera invece c'era una grande festa allestita nella ex scuola media del nostro quartiere. E' il secondo anno che partecipiamo, l'organizzazione è bella, gli addobbi curati, la gente goliardica. Praticamente c'è tutto il paese, o quantomeno: tutto il paese con figli in età da elementari. Ci siamo ben preparati anche noi, come vado a dimostrare:




Solo che purtroppo la serata prevedeva un "percorso pauroso" preparato al piano superiore, con spaventi reali perpetrati dagli organizzatori della festa, travestiti a dovere. E niente, il Nin si è fatto pigliare dall'ansia, e 10 minuti dopo il nostro arrivo ha dichiarato un mal di pancia, e fine della festa. Siamo tornati a casa con le pive nel sacco. Che palle :(

Per fortuna avevamo preventivamente organizzato una pizza con qualche amico debitamente e mostruosamente travestito, così la serata non è andata del tutto sprecata.

Ma la vera notizia "mostruosa" riguarda in questi giorni il Ric.
Per farla breve, il suo allenatore di MMA gli ha detto - due volte, era proprio convinto - che ad Aprile lo porta a combattere ai campionati mondiali. Non so tra me e lui chi è il più sconvolto dalla notizia. Non ho nessun dettaglio, anche perchè col suddetto allenatore non ci ho parlato, ma ho buttato un occhio in internet e ho visto che i campionati 2016 si sono svolti nell'arco di un weekend (a Minsk!), il che mi ha tranquillizzato dal punto di vista scolastico.

Ma comunque sono due i pensieri mi hanno attraversato la mente mentre il figliolo mi raccontava di questa cosa:
#1: sticazzi!
#2: e mo' ti tengo per le palle con la scuola, bello!

Beh che dire. Certo che sono contenta per lui, perchè per quanto si tratti di uno sport minore e per quanto ci siano sicuramente poche persone che lo praticano, per quanto uno vada e possa arrivare ultimo, sono sempre i campionati del mondo ed è sicuramente motivo d'orgoglio anche solo essere presi in considerazione. Da mamma, non nascondo di essere un po' preoccupata per le botte, ma i minorenni combattono in modalità "light contact" (senza colpi da KO) e col caschetto di protezione imbottito. Sempre da mamma, spero che questo gli dia lo stimolo giusto per mettersi definitivamente in riga con la scuola, sapendo che la sua partecipazione a questa ed altre gare è subordinata ai risultati scolastici.

Chi lo sa, magari è quello che ci vuole.
Gli autografi, prossimamente.





venerdì 28 ottobre 2016

GESTIONE DELLA RABBIA

Ieri pomeriggio bello soleggiato, all'uscita della scuola ci siamo fermati in cortile dove alcune mamme con figli al seguito avevano avuto la medesima idea.
Sedute sul muretto chiacchieranti, guardiamo - distrattamente, diciamolo - i figlioli giocare a ce l'hai. Durante un inseguimento, il Nin spinge o sgambetta (non saprei dire) per errore un amichetto caloroso che girava in maniche corte, il quale casca rovinosamente sul cemento. Apriti o cielo. Urla e strepiti e pianti e lacrime tipo cartone giapponese, zampilli d'acqua fuori dagli occhi come se fosse stato operato a cuore aperto senza anestesia. Il piccolo G è un attore nato, e si offende subito!


Mi avvicino, il bimbo era in cortile senza la mamma, e verifico che nemmeno una minima sbucciatura si era prodotta sul gomito che il piccolo G (piccolo per modo di dire, è il doppio del Nin) si teneva ostinatamente stretto al petto. Il Nin si scusa dichiarando di non averlo fatto apposta, io sedo un momemtino gli animi - sottolineando che a correre capita pure di inciampare e a giocare a ce l'hai capita pure di spintonarsi e non facciamone una tragedia, grazie - e i giochi ricominciano.

Due minuti dopo, G e il Nin giocavano con dei giornalini pubblicitari arrotolati presi dalla portineria. Ad un certo punto, per errore, il G fa un movimento strano e il giornaletto arrotolato gli sfugge di mano, colpendo il Nin nella zona dello stomaco. Apriti o cielo, parte seconda. Il Nin piegato in due dal dolore (cioè, un giornaletto di carta lanciato da un bambino di 9 anni e atterrato su un Nin equipaggiato con maglia, felpa e smanicato..... capite quanto male potrà avergli fatto....) urla e piange e strepita e, soprattutto, si arrabbia. Dopodichè parte il delirio. Se il G è uno che si offende, il Nin è la sua ennesima potenza. Grida furibonde, l'onta reclamava di essere lavata nel sangue. Perchè anche lui non lo aveva fatto apposta prima, e il G ha fatto tante scene, e quindi ora era il suo turno di vendicarsi. A nulla sono valse le mie blandizie. Alla fine il G si è beccato una debole pacchetta sulla spalla col giornalino arrotolato medesimo e l'abbiamo dichiarata pari e patta.

Recupero il mio rabbioso figliolo che intanto berciava "noooo io oggi non ci vado a rugbyyyyyyyyyyy sono troppo arrabbiatoooooooo" (ma che c'azzecca?) e salgo in casa. Siccome ho deciso per un approccio diverso dal solito per gestire queste situazioni di eccessi di rabbia, mi siedo e lo prendo sulle ginocchia parlandogli con calma. Lo induco a smettere di piangere, è già qualcosa, poi cerco di fargli capire l'assurdità della situazione. Quando scema la parte esplosiva dell'arrabbiatura, diventa piuttosto ragionevole. Lui sa, si rende conto, di avere un "problema con la gestione della rabbia" come dice lui. la verità è che nei primi minuti davvero gli si annebbia il cervello. Non riesco a farlo ragionare. Così dopo avergli spiegato con calma (chiaramente per la milionesima volta) il concetto di "piccolo incidente che può capitare giocando" sono passata al dirgli che la rabbia è un sentimento lecito, che arrabbiarsi è normale, che lui ha assolutamente tutti i diritti di farlo, ma che non deve farsi dominare dalla rabbia. Che è lui che deve dominare lei, e non il contrario. Metafora rugbistica: fai finta che la rabbia sia il tuo avversario che scappa con la palla, tu cosa fai? Lo placco. Bravo, quindi fai lo stesso: placca la rabbia, mettila a terra e siediti sopra la sua schiena. Non lasciarla vincere. Mamma, non ce la posso fare. Oh figurati se non ce la puoi fare, hai placcato il L. in allenamento, no?? Beh, si (compiaciuto). E quindi se puoi placcare lui, non c'è niente che tu non possa fare. Placca la rabbia.


Mah. Li per li mi pare di aver fatto breccia, tanto che si è vestito per il rugby e si è regolarmente allenato nonostante giurasse e spergiurasse di non volerne sapere niente.
Il punto è come ricordargli questo bel ragionamento durante i prossimi 5 minuti esplosivi che capiteranno.

Per dovere di cronaca, L. è un nuovo compagno di squadra, 9 anni, 152 cm x 60 kg (almeno)
Il Nin 137 cm x 32 kg
E lo placca.