venerdì 25 novembre 2016

CARTA VS CELLULOSA

Oggi dovevo scegliere tra scrivere un post serio e un post cazzaro e ho scelto quello cazzaro.
Diciamocelo, di serietà ne abbiamo già avuta abbastanza con l'ultimo, no ragazzi? :-)


Bene. Modalità "zero utilità sociale": ON


Mi sono sempre chiesta come e secondo quali criteri i romanzi vengono trasposti per il cinema o la tv (e qui, come minimo Marie Claire e Emily hanno già capito dove vado a parare).


Si dice sempre: il libro è meglio, nel film mancano spesso tante cose. Verissimo, e lo posso capire e concepire senza grosse difficoltà quando devi concentrare 800 pagine in due orette scarse di film. In parte. Voglio dire, alla fine basterebbe fare un film più lungo. Tipo, che so, Peter Jackson non è che si sia fatto fermare dalla complessità, ha cacciato fuori 6 film, due saghe da tre ciascuno, in cui si sfiorano le 3 ore a film. E che film, voglio dire!!! (per i non addetti, parlo delle trilogie del Signore degli Anelli e Lo Hobbit).






Il primo esempio contrario che mi viene in mente è Harry Potter.
Si, lo so, sto svelando la mia anima nerd, abbiate pazienza. Sixteen inside, ricordate?
Ad esempio nel terzo film della saga, Il Prigioniero di Azkaban, diciamocelo: se non hai letto il libro non ci capisci un H della storia del patronus a forma di cervo. Non dico di piazzarci una spiegazione di un'ora e tre quarti... ma due paroline per gli analfabeti? Faceva brutto? O anche nel sesto film, Il Principe Mezzosangue... sono state inserite scene che nel libro mancano totalmente, che non sono mai state scritte, poi.... zac, tagliata totalmente la battaglia di Hogwarts - preludio di quella finale - in cui peraltro alcuni personaggi vengono anche gravemente feriti. E perché??? Cioè io personalmente non vedevo l'ora di vederla, quella battaglia. La professoressa McGonagall (toh! un cognome scozzese!) se la vede brutta, e persino il mezzo gigante prende un sacco di saccagnate.  Invece niente nemmeno un accenno.






Altro esempio, un filo più hot, è le 50 Sfumature. Premetto che ho letto i libri un estate al mare e che ho visto il film lo scorso anno e mi ha fatto schifo. Ad ogni modo, il tormentone della saga è la frase che il nostro buon Christian dice alla povera verginella quando lei gli chiede qualcosa come "vuoi fare l'amore?". Lui risponde "io non faccio l'amore, io fotto senza pietà".  Questo è quello che tutte le fan invasate di Christian Gray attendevano di sentire. Invece nel film lui dice "io scopo forte". Ora lasciamo stare che le frasi esprimono il medesimo concetto... ma visto che la scena la inserisci, perché cambi la battuta?






Io non ho idea di come funzioni la sceneggiatura di un romanzo, ma sono piuttosto portata a pensare che chi si mette a un lavoro del genere, specialmente se parliamo di libri di grande successo (meritato o meno....) abbiano come minimo letto il romanzo originario. Inoltre hanno sicuramente i loro gruppi di controllo, faranno l'equivalente cinematografico di una ricerca di marketing immagino... e comunque basta fare un giro sui social per capire cosa i fan si aspettano di vedere e di sentire. E quindi perché non accontentarli? Voglio dire anche solo da un punto di vista utilitaristico, se i fan sono contenti tu guadagni, altrimenti the show must not go on!


Non sto parlando di fare una trasposizione precisa alla virgola e tirar fuori da ogni libricino una Corazzata Potiomkin di 7 ore, ma  insomma.... dove si può.....


Altro esempio (e ci siamo): Outlander. E' arcinoto che il nostro idolo delle folle aka figoatomico Jamie Fraser si rivolge alla sua amata viaggiatrice del tempo chiamandola Sassenach. Questo soprannome è diventato un mantra, nei gruppi su Facebook, con le fan si chiamano così tra loro, reciprocamente. Nella prima stagione, il doppiaggio italiano gli fa dire Sassone. Ora, Sassenach significa straniera, e trattandosi di scozia, dire straniero e dire sassone sono disposta a capire che sia praticamente la stessa cosa... però insomma, è sassenach! Se nella traduzione dei libri è lasciato invariato, perché il doppiaggio deve scombinare le carte?


Ieri sera ho visto l'ultima puntata della seconda stagione. Puntata che tutte noi povere fan attendevamo con ansia, sia per la carica emotiva che porta con se sia per le aspettative che avevamo avendo letto il libro da cui è tratta.
La puntata, va detto è stupenda. Veramente. Bellissima.
Ma quasi del tutto stravolta rispetto al libro.
Per quale ragione? Perché ambientarla in un luogo invece che in un altro? Cosa sarebbe cambiato? E c'è questa scena descritta nel romanzo, la scena del marchio, che è allucinante, pazzesca, incredibile, magistrale, una cosa da cominciare a piangere adesso e finire a Natale. Del 2018. Tutte noi ce l'aspettavamo. Ma  non c'è. Tolta. Tagliata. E perché mai di grazia? Per quale insita ragione, per quale nascosto motivo quella scena, che sarebbe durata un minuto e mezzo, non è stata girata?




Gli sceneggiatori sono stati oggetto di critiche per questa scelta, e hanno risposto che siccome la scena implicava del sangue (oh, ma due gocce!), la cosa non era fattibile perché si rischiava di sporcare i vestiti di scena e di ritardare quindi la produzione. Ma che minchia dici? A parte il fatto che pure se Claire avesse attraversato le pietre con l'abito macchiato non sarebbe stato un grave danno (e Jamie stava scendendo in battaglia, quindi....), ma te lo ricordi, si, che state filmando in ambientazione giacobita e che solo due puntate prima la battaglia di Prestonpans ha visto teste spiccate e spade infilzate? Che cazzo significa? E la zia Diana? Coma ha potuto avallare questo stravolgimento?


Ecco io non voglio criticare eccessivamente cose che non conosco, ma se qualcuno mi spiegasse l'arcano sarei grata.





mercoledì 23 novembre 2016

DI GG

Oggi vi ammorbo coi miei soliti vecchi problemi.
Vedo già il buon Vedetta che alza gli occhi al cielo :-)
Sappi caro mio che mi occorri in modalità Ex tredicenne oggi :-D


Dunque qualcuno di voi sa già che alcuni anni fa il GG ed io abbiamo avuto qualche problemuccio a causa di una sua (ora ex) collega.
Ovvio che non vi rispiego la rava e la fava, non preoccupatevi. Solo i fatti salienti:
1. un qualcosa c'è stato - innegabilmente
2. cosa esattamente fosse questo qualcosa non è mai stato chiarito ma io ho accettato di credere che fosse un qualcosa platonico (benchè fossero coinvolti chiaramente dei sentimenti che onestamente non andrebbero indirizzati ad una "amica")
3. abbiamo ricostruito il nostro rapporto (in anni) e ora stiamo - oserei dire - invidiabilmente bene. Quasi sempre.
4. il problema di questo qualcosa è stato certamente il qulacosa in se, ma anche la gestione "post-qualcosa" da parte sua, che ha continuato a difendere le sue posizioni sostenendo che non aveva fatto niente di male, che questa persona era una amica importante a cui non poteva rinunciare e non vedeva peraltro perchè avrebbe dovuto farlo, dal momento che non aveva fatto niente di male ecc.... sorvolando nei fatti (benchè dicesse il contrario con le parole) sulla mia sofferenza estrema ed evidente. Le mie richieste di interrompere i rapporti con lei sono stati coronati da una serie infinita di "non posso" di vario genere. Ad oggi che non sono più colleghi non so nulla di ufficiale ma sono pronta a scommettere che non abbiano smesso di sentirsi.


Il post di oggi non riguarda le mie scelte passate, che sono state fatte e pertanto immutabili.


Ora tenendo presente queste premesse, il GG ha cambiato lavoro un annetto fa e ora è a capo della filiale italiana di una azienda danese. Come tale ha effettuato e dovrà effettuare alcune assunzioni. Quando ha cominciato a fare colloqui io senza pudore ne peli sulla lingua gli ho chiaramente chiesto di non assumere una donna, perchè  non ero certa che sarei riuscita a gestire la situazione - visto il pregresso.
Ora, io lo so che è una pretesa del cazzo. Una mia amica mi ha detto che è stata una richiesta da ragazzina, e posso anche concordare che sia non proprio illuminato da parte mia cheidere una cosa del genere.

Però... però io avevo bisogno di questo, per stupido o infantile che possa sembrare. Non ho il diritto, io, di essere illogica qualche volta? Quando sono coinvolti eventi e sentimenti che a volte ancora mi aprono una voragine sotto i piedi solo a ripensarci? Non ho diritto di pestarli, quei piedi e di pretendere quello che mi serve? Devo essere sempre quella calma pacata e ragionevole? Avevo bisogno di vedere che benchè irragionevole (e non lo sono mai cazzo, non lo sono mai!!!) lui per una volta mi avrebbe assecondata, non avrebbe opposto la sua serie infinita di "non posso" e avrebbe fatto il MIO bene, che poi è il bene della famiglia. Avevo bisogno di vedere che avrebbe messo ME davanti a tutto il resto per una cazzo di volta nella vita, magari anche davanti a se stesso, davanti alla sua "integrità professionale" o alla sua etica, e che se ne sarebbe sbattuto di tutto il resto. PER ME. Avevo necessità estrema di sentire parole come "ascolta, questa è una stronzata enorme, ma se per te è così importante, va bene" Sono tua moglie, sono quella che dici che amerai per sempre. Non puoi fare questo per me? Non puoi farlo anche se non capisci e non condividi? Per me, perché sono tua moglie? Beh, ha assunto una donna, quindi, a quanto pare, NO.


Invece io ho bisogno di sentirmi al primo posto non solo quando va tutto bene ed è facile, ma anche quando è difficile, quando costa. Se mi guardo indietro, io ho fatto la mia parte, ho rinunciato alla mia carriera a un certo punto per stare di più in famiglia, ho accettato e cercato di superare determinate cose per amore suo (e dei figli naturalmente, ma principalmente suo) ho "pagato" le mie scelte con la paura, l'insicurezza, l'insonnia anche. Coi compromessi, che ho fatto con me stessa. Non è che io voglia la medaglia, sia ben chiaro: sono state scelte mie, completamente mie e non le rinnego ne le rimpiango. Però insomma mi piacerebbe che la cosa fosse reciproca. Ripeto, non nella quotidianità - in cui è veramente splendido - ma anche quando è difficile.




Tutto qui.
Non so se sia una cosa troppo difficile da fare, ma sicuramente non mi sembra difficile da capire, se uno lo vuole.
Sono veramente avvilita.

Cosa ne pensate?

martedì 22 novembre 2016

APPARECCHIATO


E' fatta, il Ric da ieri ha l'apparecchio ai denti.


Si tratta di un apparecchio di "nuova concezione", completamente invisibile (non scherzo) che dovrà tenere per un paio di anni circa, qualcosa meno. Con l'adolescenza, evidentemente si sono modificati i lineamenti del viso e i denti si sono incasinati di brutto. Era inevitabile e anche un po' urgente.


Il problema principale al momento è il seguente: come dicevo qualche post fa, lui a scuola mangia parecchio. Ora non potrà più perché non può mettersi in bocca altro che acqua, e se mangia deve togliere l'ambaradan e dopo lavarsi accuratamente i denti. A scuola non ne ha il tempo. Perciò ieri mi ha comunicato la sua idea di procedere da stamattina in avanti con una "colazione salata".


Per colazione salata, lui intende un pasto vero e proprio, per evitare che gli venga fame a metà mattina. Stamattina non eravamo organizzati, e si è fatto pane e formaggio. Ma lui mi parlava anche di uova, salmone, pastasciutta...... insomma un pasto. Salvo poi mandarmi un messaggio al cambio dell'ora delle 10 per dirmi "porca put...... ho fame!"


Ma si, via, complichiamocela ancora un po' la vita!
Faccio fatica a star dietro alle cene nel delirio culinario di casa mia, figuriamoci ora che devo pensare pure alla colazione del Ric.


Eh vabbè....


PS: si accettano suggerimenti per il menu!





lunedì 21 novembre 2016

LA PRIMA GARA


La cronaca del weekend sportivo questo giro non è delle migliori.
Sabato i Lupetti del Rugby hanno vinto una partita su due, dormendo in piedi in quella in cui hanno perso e recuperando alla grande nell'altra... ma meritandosi un cazziatone da paura da parte dell'allenatore :-) Per fortuna almeno la Nazionale ha conquistato la prima storica vittoria contro il Sudafrica!

Ma i riflettori oggi sono sulla gara di MMA del Ric
Ci siamo alzati tutti per le 8, Ric era ancora abbastanza tranquillo.
E' andato in palestra per le 10, ci sono tutte le procedure di pesata e di formazione dei gironi.
Ric aveva due combattimenti, a partire dalle 14

Quando giunge il suo turno, lui si scalda, si prepara, cerca di scaricare la tensione (mamma m'è venuta la sbattella...)
Iniziano. 10 secondi di gara, Riccardo fa una proiezione pazzesca, pulitisisma, da manuale.  Una di quelle cose che fanno fare un "Ohhhh" a tutto il pubblico.
L'avversario va a terra, bum, piatto di schiena,  Riccardo lo tiene giù, l'arbitro gli assegna il punto
Pochi secondi dopo l'avversario perde il caschetto protettivo, e l'azione viene fermata
Ric si alza e va al suo angolo



L'altro ragazzo resta seduto per terra massaggiandosi le costole.
Durante la proiezione in pratica ha preso un colpo secco e gli si è "rotto il fiato".
Si è spaventato e deve aver detto qualcosa come "io non combatto più" o simili, mi è stato riferito. Quando diviene che non voleva più proseguire il match, l'arbitro chiama i due a centro del tatami per dichiarare il vincitore.
Il tavolo della giuria al microfono annuncia la vittoria di Riccardo, ma l'arbitro alza il braccio dell'altro.
Chiediamo spiegazioni e scopriamo che l'arbitro ha deciso di squalificare Ric nonostante il parere contrario del tavolo per le seguenti motivazioni:
1) la proiezione era troppo forte (ma non puoi controllare una proiezione se non in allenamento con un avversario molto più leggero)
2) Ric è troppo forte per combattere in quel circuito (ma non può combattere altrove, se non tra i minorenni). "Questo qui sarà almeno cintura nera di judo", ha detto. A parte il fatto che non lo è, "questo qui" lo dici al figlio tuo, e comunque quand'anche lo fosse il problema dove sta?
3) l'avversario andava incoraggiato perché si era spaventato e magari non fa più le gare. Su questo posso anche concordare, per principio. Però non hanno 6 anni. Inoltre incoraggiarlo va bene, ma non a costo di una squalifica ingiusta. Anche Ric va incoraggiato, è un ragazzino alla sua prima gara.

Non c'è stato modo di farlo recedere dalla sua posizione. Gli allenatori di Riccardo erano incazzati neri, lui non ve lo dico nemmeno. Aveva persino gli occhi lucidi dal nervoso. Inoltre era preoccupato per l'altro ragazzo, e devo dire con orgoglio che la prima cosa che ha fatto sceso dal tatami è stato andarlo a cercare per sincerarsi che stesse bene (stava bene). Gli altri arbitri sono venuti a dire che era una cazzata, e persino l'allenatore dell'avversario ha detto che la decisione era sbagliata, ma non c'è stato niente da fare. Per fortuna sono stati tutti molto carini con Riccardo, anche gente sconosciuta che assisteva alle gare, in diveersi sono scesi dagli spalti a dargli man forte a dirgli che era stato bravo e che aveva vinto lui, complimentandosi per la tecnica e la grinta. Del resto anche l'arbitro lo aveva considerato regolare all'inizio, infatti gli aveva dato il punto. Poi ha cambiato idea.

Peraltro il suo avversario successivo ha vinto a tavolino ed è andato a casa senza nemmeno mettere i guantoni. Non so chi fosse, ma chissà com'era contento.

Poi, aggiungiamo la beffa al danno. Visto che aveva combattuto poco (12 secondi....)  gli hanno detto che se voleva poteva fare un incontro amichevole con un altro ragazzo, che purtroppo era venuto ma non aveva potuto combattere perché non era stato possibile inserirlo in nessuna categoria di peso. Riccardo con adrenalina alle stelle, accetta l'incontro. L'avversario pesava 87 chili,. Ric ne pesa 63. Devo aggiungere altro? Ero terrorizzata che gli spaccasse qualche costola.

Alla fine, si è difeso bene, ma la verità è che sembrava di vedere Ric  combattere con Lorenzo tanta era la differenza di stazza.

Morale: 12 secondi di gara, match rubato, due botte in faccia, la mandibola dolorante, tibia e coscia livide e peste a seguito dell'amichevole.

Era la prima gara in assoluto per Riccardo, poteva anche andare diversamente :(


venerdì 18 novembre 2016

SEASON TWO


...... e meno male che in mezzo al delirio quotidiano ieri sono arrivati i DVD della seconda stagione di Outlander...  stagione che ho già visto in streaming ed in lingua originale (belli miei sarete fighi ma nun ve se po' sentì parlà!) ma della quale non ho avuto cuore di guardare il finale.


Si, esatto.
Non ho guardato il finale di stagione.
Tanto come va a finire lo so... e francamente mi son bastati i primi 5 minuti della prima puntata!!


E quindi bentornati Higlanders che rimangono tali anche nel cuore della sofisticata Versailles


Benvenuto vestito  più bello di tutti i tempi, forse persino meglio dell'abito verde di Rossella O'Hara fatto con le tende di Miz Elena




Bentornati miei cari guerrieri in gonnella e spadone (...)



Benvenuto Monsieur le Compte (fils d'un cochon!) a cui il parrucchino non rende ahimè la minima giustizia

 E un benvenuto speciale (e ben ritrovato per chi ha letto i libri) a Mastro Raymond, personaggio enigmatico e misterioso a cui la serie televisiva non da abbastanza spazio


MALtornato al redivivo BJR che forse, chissà, nel corso di questa o della prossima stagione avrà una sorta di redenzione... ma resta comunque un bastardo senza gloria...


...e benvenuti agli scheletri nell'armadio del ramo genealogico Randall, grazie ai quali renderemo un filo di giustizia al povero Frank... cornuto e mazziato...  ma almeno non figlio di.....


Ed infine bentornata bentornata bentornata Scozia, meravigliosa stupenda incantevole Scozia, magica incantata Scozia

E nell'attesa di conoscere la prossima generazione....



Un caldo, caloroso, vorrei quasi quasi dire HOT bentornato naturalmente a loro 


E si, sto messa male, sono una eterna sedicenne che ancora sogna ad occhi aperti davanti a un libro o a una bella storia. Si, mi piacciono gli uomini con la gonna, si piango davanti alla tv, si sogno la Scozia tutti i giorni (ma non per causa di Outlander) e si, vorrei danzare tra le pietre al solstizio.

No, non mi vergogno affatto
Ma proprio nemmeno un po'.

giovedì 17 novembre 2016

DI COLLOQUI

E quando tocca tocca.
E' iniziato il giro di danze dei colloqui coi professori del Ric.


Settimana scorsa Informatica, oggi Inglese, Matematica, Fisica.

Che dire. Già la location mette un filo d'ansia..... peggio della corsia di un ospedale.... non capirò mai cosa spinga le scuole e le strutture pubbliche in generale a pitturare i muri di color cacchina di neonato diarroico. Va dipinto, e va bene, ma santiddiobenedetto, è una scuola non un istituto carcerario. Rosse quelle pareti, verdi, blu, arancio.... no. Beigiolino vomito. Vabbè le scale sono blu e le tubature (a vista) rosse... ma insomma la maggior parte è di quel colorino li schifoso.

Comunque.
Da quando Ric ha l'età per essere valutato da qualche tipo di insegnante, quello che mi viene sempre detto è un mantra che mi porto dietro fin dalla mia stessa vita da studente: è intelligente, ma non si applica abbastanza, potrebbe fare molto di più.

Anche questo giro (non ancora terminato) non ha fatto eccezione.
La prof di informatica è nuova, quindi speravo che almeno lei potesse aver sviluppato una idea un po' diversa di Riccardo ma invece.... è  capitato che durante il compito in classe scorso il Ric abbia svolto un esercizio non con il metodo spiegato da lei, ma con un suo metodo personale mutuato dal programma di matematica in corso. L'esercizio era talmente ben svolto e talmente creativo che inizialmente lei non si era nemmeno resa conto che fosse giusto. Cosa infinitamente positiva, mi dice la prof, che nessuno ha fatto, solo lui, e questo dimostra una grande intelligenza e prontezza. Peccato che insomma... l'impegno... l'attenzione in classe... l'interesse e la partecipazione alle lezioni... insomma signora, è intelligente ma non si applica.  Uf.


La prof di inglese stamattina, solfa simile. lei è molto affezionata a Riccardo, lo descrive - come tutti devo dire- come un bravo ragazzo simpatico ed educato,solo che... signora... cosa le devo dire... dorme! Delle volte lo prenderei a sberle. Ma prof, si accomodi pure!! Le do la delega! E li la brillante idea della prof: lo chiamiamo. Così il Ric è arrivato, pimpante come non mi sarei immaginata, e ha assistito a tutti tre i colloqui. Il prof di fisica, nuovo anche lui, è un personaggio. Non giovanissimo, sembra uno che ama molto il suo lavoro. Gli piacciono i ragazzi attivi, gli piace essere messo in discussione e sfidato dai suoi studenti e il Ric gli era stato descritto come uno bravissimo e superintelligente che si diverte a porre domande impossibili atte a mettere i prof in difficoltà (cosa che ha spiazzato tantissimo il giovinotto, che non se l'aspettava). Ha cominciato quindi con aspettative elevatisisme che per il momento non paiono essersi concretizzate troppo. Ha buoni voti, ma come dice lui, ad andare bene si comincia dall' 8 in su. C'è ancora un po' di strada da fare. Entrambi, sia inglese che fisica, sono stati comunque molto incoraggianti, ci hanno tenuto a sottolineare che hanno molta fiducia in Riccardo e a spronarlo a dare il meglio di se.


Discorso a parte per quello di matematica, che è un buon professore, preparato, ma non un bravo insegnante secondo me. Non si fa troppo coinvolgere dalla classe, non sembra particolarmente interessato agli studenti in quanto tali. Arriva, fa il suo mestiere e va, stop. Mi da l'impressione di essere uno che ti appiccica un'etichetta e poi te la tieni, e su quella di Riccardo c'è scritto superficiale a lettere cubitali. Non ha detto nulla di sostanzialmente diverso dagli altri, nei concetti, ma nei modi a me è parso evidente che non abbia alcuna fiducia che Ric possa esprimere risultati migliori di quelli che ha espresso finora. Me lo aspettavo, lo conosco da 3 anni e sebbene non mi dispiaccia, capisco la differenza che passa tra l'essere un prof e l'essere un mentore.


Tutto sommato era quello che sapevo avrei sentito.


Il tutto è durato meno di un'ora.
Il Ric durante le brevi pause tra un colloquio e l'altro ha frequentato il bar della scuola che è li accanto all'aula ricevimento. Alle 11.15 un panino al prosciutto. Alle 11.45 cappuccio e brioche prima di rientrare in classe (e un caffè per mammà). Ha confessato che mangia così praticamente a tutti i cambi dell'ora.


Poi arriva a casa e mi schifa la mia cucina super-sana
Embé!

lunedì 14 novembre 2016

PENZOLO.

Beh io sono un po' stanca
Molto stanca, a dirla tutta.
E non è che possa dare la colpa ad altri.
La vita con il Ric è davvero difficile.
Lui è un bravo ragazzo, ci mancherebbe, non tanto studioso, ma di base non fa nulla di cui tutte le altre mamme che conosco non si lamentino in relazione ai propri figli. Niente di cui non si lamentasse anche MIA mamma, una trentina di anni fa. Disordinato, scontroso, oppositivo. Eh. Si chiama adolescenza, e lo sappiamo tutti.
Solo che è davvero difficile. Non me lo aspettavo, così difficile.
Lui è grande, io lo vedo grande, ma a dire il vero io l'ho SEMPRE visto grande.
Non avrò sbagliato, per questo? Accecata dalla sua intelligenza e dalla maturità che dimostrava - molto maggiore dei suoi coetanei - non avrò preteso troppo bruciando delle tappe fondamentali?
Mi spiego.
Al momento le nostre interazioni si limitano quasi totalmente a comunicazioni "di servizio" dello stampo di studia, metti in ordine, aiuta tuo fratello, porta giù la spazzatura e simili
Perchè è inutile negarlo: quando torno a casa alle 16 e trovo il suo letto ancora da fare, mi sale una carogna che lo spiaccicherei contro il muro.
La sua scrivania è un campo di battaglia (come lo era la mia) e quando gli dico di riordinare mi risponde che è SUA e che ne fa quel che vuole (stesso che rispondevo io a mia mamma). Passiamo la maggior parte del tempo a discutere, se non proprio a litigare. E abbiamo perso inesorabilmente intimità, complicità e confidenza. Non che non si confidi o non mi parli se ha un problema, anche imbarazzante: lo fa, se è necessario.
Ma è proprio il quotidiano che è una battaglia continua.
Io lo faccio per lui, ovvero: perchè ritengo che sia importante che lui impari determinate cose e che diventi autonomo, ma anche cortese, volenteroso, disponibile, empatico. Tutte qualità che io vorrei vedere nell'uomo che sarà.
Ma la vera domanda è: e lui, come la vede?
Io credo che la veda esattamente al contrario, che mi consideri semplicemente un gatto attaccato ai maroni che apre bocca con il solo e unico scopo di rompergli le scatole. Forse un giorno, da adulto, capirà che non è così, ma emotivamente, dentro di se, cosa gli resterà della "me" di questi anni? Mi ricorderà come una specie di ghiacciolo anaffettivo dedito solo alla sgridata? Una presenza fastidiosa che ci si augura solo sparisca nel più breve tempo possibile? Io non voglio che mi consideri in questo modo, anche se so che in parte è inevitabile.
E soprattutto, più importante ancora: cosa conta di più, che si metta via i jeans oppure che costruisca/conservi con me un rapporto basato sull'affetto e gli abbracci piuttosto che sui rimbrotti e le punizioni?
Ecco riflettevo su questo ieri sera, e mi sono dovuta rispondere che il rapporto è più importante.
Forse ho sbagliato su questo, ho indirizzato la mia azione educativa sull'insegnare piuttosto che sul comprendere e accettare.
Ha 16 anni ma è ancora troppo presto per non abbracciarsi più o non darsi più il bacio della buonanotte.
E devo fare un bell'esame di coscienza perchè temo che in parte questo raffreddarsi delle nostre interazioni sia causa mia, del mio considerarlo più grande di quel che è e quindi di averlo iniziato a trattare da "adulto" (emotivamente) quando ancora adulto non è.
Ci sono tanti scontri che sono inevitabili, quelli sull'autonomia per esempio: gli orari di rientro serali sono un campo di battaglia per tutti, suppongo. E se alleggerissi la siutazione rassegnandomi per esempio a fare il suo letto e mettendogli a posto i vestiti? E' così importante, così irrinunciabile? Non potrei lasciar correre certe cose e concentrarmi solo su quelle veramente imprescindibili (tipo la scuola)?
Aiuterebbe il nostro rapporto? Danneggerebbe l'educazione? Gli insegnerei semplicemente a trovarsi la pappa pronta?
Poi a proposito di pappa, abbiamo anche un altro problema: l'alimentazione.
Da quando con mio marito abbiamo deciso, su sua idea, di smettere di mangiare carne e di cercare di virare verso una alimentazione più sana (pasta integrale, pane integrale, poche schifezze, tanta verdura ecc...) lui è andato a male. Rimpiange la carne, non gli piace niente di quel che preparo, non mangia verdure se non pochissimi tipi e anche quelli dietro pesante insistenza. Ogni sera alle 18 comincia la litania.. usciamo a cena? andiamo al giappo? ordiniamo la pizza? perchè sa già che non vuole mangiare quel che cucino io. E quando si siede a tavola ha sepre una faccia schifata come quella di chi sta mangiando una scodella di merda condita di vomito e vermi.
E' frustrante, vederlo sempre scontento, sempre mezzo schifato.
Mi pesa. Parecchio.
Mi pesa sapere che in un modo o nell'altro non riesco mai a farlo contento.
Cerco sempre di accontentare tutti, per mia disposizione caratteriale, ma ci sono talmente tante opzioni, talmente tante richieste diverse che finisco col non accontentare nessuno, nememno me stessa.
Sono debilitata emotivamente al punto che ci resto anche male per le stupidaggini, per esempio: ieri sera stavamo guardando tutti un film in tv prima di cena, quando mi sono alzata per andare a preparare a nessuno è venuto in mente di mettere in pausa per aspettarmi o per finire di vederlo dopo mangiato, sono semplicemente andati avanti senza badare che interessasse anche a me. Non è una cosa così importante, peraltro lo avevamo anche già visto, ma il mio pensiero in questi casi è: ma come, io mi faccio in 4 tutto il giorno e manco un minimo di gentilezza? Ci rimango male fino alle lacrime, per quanto stupido possa sembrare, perchè mi da veramente l'idea di penzolare al fondo della catena alimentare della famiglia.
Corro tutto il giorno, accompagna uno, compra all'altro, iscrivi questo, lava quello.... e francamente un minimo di apprezzamento sarebbe gradito. E'troppo, da pretendere da un sedicenne? O è normale che sia tutto dovuto?
E così il cerchio si chiude, torniamo all'inizio.
Sono veramente stanca.
Bon.

venerdì 11 novembre 2016

DI CONGELAMENTO

Certo certo.
Pensiamo sempre solo ai bambini, si si.


I bambini devono stare all'aperto anche durante la stagione fredda, mica si ammalano.
I bambini devono fare sport, muoversi, scaricare, Non stare chiusi tra 4 mura a respirare bacilli.


Metti insieme queste due cose e avrai:
i bambini devono fare sport all'aria aperta anche durante la stagione fredda.


Eccerto.
Tanto corrono, mica sentono che si gela. Si scaldano. Sudano, pesino.


MA VOGLIAMO PARLARE UN SECONDO DEI GENITORI SUGLI SPALTI?


No, perché l'Under 10 di rugby domenica mattina all'alba mica ci va da sola, alla partita.
Qualcuno li accompagnerà, no, sti figlioli?
Eccerto.
Qualcuno che si gelerà le chiappe seduto su blocchi di pietra ghiacciata, qualcuno che si farà pediluvi di vin brulé bollente per sopravvivere, fin dalle prime ore del mattino, qualcuno che non potrà fare il tifo perché se solo si azzarda a battere le mani gli saltan via le dita.


Ecco, a noi poveri genitori del rugby non ci pensa mai nessuno???















mercoledì 9 novembre 2016

ARCOBALENO SECONDO LA PUFF


Le mie brevi considerazioni da due soldi,
se volete, sono qui

INDECISIONE

Oggi non so di cosa parlare.


Un saluto al professor Veronesi?
Dopotutto la sua quadrantectomia ha salvato mia mamma. Due volte.


La cronistoria della svomitazzata tipo Esorcista che ieri il Ric ha fatto in piena metropolitana?
Glie lo dico sempre che la cocacola gelata non si beve!


O forse due parole sul nuovo presidente degli Stati Uniti?
Il risveglio stamattina è stato pregno di iniziale incredulità. Poi mi sono ricordata che al peggio non c'è mai fine e ho capito che è tutto vero.


Nell'indecisione, dirò l'unica cosa positiva che mi viene in mente in questa mattinata che oso definire catartica: almeno, nessuno ci sfotterà più per Berlusconi.



lunedì 7 novembre 2016

MISTERO!

La mia carriera scolastica include un mistero.
Si tratta dei dettati di lingua francese.
Ora bisogna doverosamente premettere che noi eravamo un'ottima classe di francese, la nostra prof era una signora anziana e molto vecchio stampo che ci martellava come un fabbro e che ci aveva portati tutti ad altissimi livelli.
Facevamo tre tipi di compito in classe: traduzione, verbi e dettato.
Le traduzioni erano difficili ma gestibili, i dettati erano fatti per tirare un po' su le sorti di quelli che eventualmente zoppicavano un tantino. I compiti di verbi erano roba che voi umani... impossibili. Deliranti. Sconvolgenti. Forme che nessuno ha mai usato da quando è nata la lingua francese ma che comunque esistono quindi silenzio e sciorinare, grazie.


Io prendevo voti alti in traduzione e verbi, diciamo sopra il 7, e inesorabilmente, sempre e comunque, qualsiasi livello di impegno io profondessi, 4 1/2 in dettato. Dal primo all'ultimo giorno.
Ora va detto che il dettato era FACILE. La prof ci dettava dei brani tratti dal nostro libro di testo, brani che tutti noi preparavamo per le interrogazioni orali. Era roba che sapevamo tutti, me compresa, par coeur, ovvero a memoria. A MEMORIA. E comunque erano gli stessi vocaboli che scrivevo con successo in qualunque altra occasione. Nei dettati, niente da fare. Un camposanto di segni rossi.
Il primo anno la prof si arrabbiava.
Poi ha cominciato a ridere.
- Andretta, dai, stavolta sei andata meglio!
- Ah si, prof, e quanto ho preso?
- 5 meno (e giù che si sganasciava)


Madame Faustà, etes vous dré a ciapam per el cu?


E' finita che dal secondo anno  in avanti ha smesso di mettermi questi voti in media, perché avevamo raggiunto la conclusione io, lei e mia mamma con la quale lei parlava regolarmente, che avessi una specie di blocco, vai a capire, che non mi consentiva di riuscire in questi compiti. Lei diceva che ero rimasta allucinata all'inizio, perché il dettato è stato il primo compito di prima superiore e io che arrivavo con il mio bel 10 scintillante dalle medie, pensando di spaccare il mondo, mi sono trovata con un quattro e mezzo, appunto, e non mi sono mai ripresa dallo shock!


Comunque fosse.....


Ora sono davanti a un caso simile.
Io scrivo al pc senza guardare la tastiera.
Questo post è stato scritto in questo modo, e vi dirò di più: sono anche in grado di intrattenere conversazioni educate guardando l'interlocutore in faccia,  mentre scrivo. Non sono correttissima, nel senso che devo correggere spesso, ma anche la correzione la faccio senza guardare la tastiera.


C'è una parola che però proprio non mi viene.
E' la parola (ora guardo la tastiera) VOUCHER.
Che col mestiere che faccio, è probabilmente la parola che scrivo più spesso in assoluto (a parte cordiali saluti)


vocher
vyucyhe
vpucher


Niente da fare, visto?
Come i dettati di francese.


Ecco in queste circostanze pagherei il mio peso in oro per capire come funziona la mente umana!





venerdì 4 novembre 2016

AGGREGHIAMOCI

Beh, c'è da dire che come me la complico io, la vita, non se la complica nessuno :-)


Sono l'assistente della squadra di Rugby del Nin e ieri sera abbiamo organizzato una lasagnata con tutti gli atleti e i genitori del minyrugby, il che significa le squadre di under 6, under 8 e under 10. Una novantina di persone tra tutto, inclusi gli allenatori e la dirigenza della società.


Scopo della serata: aggregazione. Conosciamoci tutti e beviamoci una bella birra in allegria.


Così è stato fatto.
Durante l'allenamento dei bambini gli altri assistenti ed io, 5 persone in tutto, abbiamo allestito la sala. Abbiamo sbagliato i conti dei tavoli e alla fine della sistemazione ci mancavano tipo 30 posti a sedere, abbiamo dovuto rifare tutto :-). Alcuni tavoli non erano utilizzabili perché troppo traballanti, e già ci vedevamo i bambini ribaltati sotto. Tra sedie e panche ci siamo arrivati al super-pelo e i bicchieri di plastica erano giusti giusti, che se se ne fosse rotto uno durante l'apparecchiatura, avrei dovuto bere a canna (cosa che peraltro ho fatto comunque!).


Le lasagne erano state preparate dal gestore del bar del campo, che ha fatto bisogna dire un buonissimo lavoro. 90 porzioni non sono poche. Abbiamo raccolto i pagamenti per famiglia precisi all'euro, incredibile, e fortunatamente sulle bevande non ci sono stati problemi... che tra "io ho due birre" "io una birra due bibite e una bottiglia d'acqua" "io avevo detto bibita ma preferirei la birra" non ero molto fiduciosa che ne saremmo usciti indenni.


Qualche volenterosa mamma aveva anche preparato dei dolcetti quindi tutti sono stati soddisfatti.
I bambini hanno scofanato la loro porzione in 4 secondi netti (dopo un ora e mezza di campo....) e poi tutti fuori a giocare, i genitori hanno fatto un po' di cagnara tra loro, noi abbiamo girellato chiacchierando con tutti come se fossimo le padrone di casa.


La cosa più bella è stata il discorso degli allenatori, delle persone eccezionali che dedicano il loro tempo quali volontari a seguire i nostri figli, dagli originali nomi di Willy, Baffo e Carlippa. Il rugby è aggregazione, hanno detto. Sia in campo sia fuori la cosa più importante è l'amicizia. Noi gli possiamo insegnare la tecnica, ma prima di questo il nostro scopo e compito è creare il gruppo. Quando i bambini sono amici, si vede anche in campo la differenza. E sia che giochino fino all'under 14, sia che continuino fino alla serie A, gli amici di rugby sono amici per la vita.


C'è il suo bel motivo, se adoro questo sport (e queste persone)





mercoledì 2 novembre 2016

MOSTRUOSITA'


Ed eccoci di ritorno dopo il bel ponte di questi giorni!


Abbiamo passato qualche piacevole giornata casalinga, approfittando comunque delle attività Halloween-compatibili offerte dal circondario.


Sabato pomeriggio c'era una festa organizzata in un parco non lontano da casa, tutto allestito e paurosamente addobbato. Centomilamilioni di persone, ma lo spazio era ampio e ce la siamo cavata. Il Nin si è prodotto in un mascheramento non troppo pauroso e soprattutto che non gli fosse d'impaccio per i giochi che erano previsti


Quando siamo arrivati sabato pomeriggio erano le 14, c'era un bel sole e la paura non faceva affatto 90 anche se vari scheletri e impiccati penzolavano dagli alberi del parco. Verso le 17 è scesa la nebbia e al momento del rientro il panorama che si presentava era questo:



Spooky, no?


Domenica sera invece c'era una grande festa allestita nella ex scuola media del nostro quartiere. E' il secondo anno che partecipiamo, l'organizzazione è bella, gli addobbi curati, la gente goliardica. Praticamente c'è tutto il paese, o quantomeno: tutto il paese con figli in età da elementari. Ci siamo ben preparati anche noi, come vado a dimostrare:




Solo che purtroppo la serata prevedeva un "percorso pauroso" preparato al piano superiore, con spaventi reali perpetrati dagli organizzatori della festa, travestiti a dovere. E niente, il Nin si è fatto pigliare dall'ansia, e 10 minuti dopo il nostro arrivo ha dichiarato un mal di pancia, e fine della festa. Siamo tornati a casa con le pive nel sacco. Che palle :(

Per fortuna avevamo preventivamente organizzato una pizza con qualche amico debitamente e mostruosamente travestito, così la serata non è andata del tutto sprecata.

Ma la vera notizia "mostruosa" riguarda in questi giorni il Ric.
Per farla breve, il suo allenatore di MMA gli ha detto - due volte, era proprio convinto - che ad Aprile lo porta a combattere ai campionati mondiali. Non so tra me e lui chi è il più sconvolto dalla notizia. Non ho nessun dettaglio, anche perchè col suddetto allenatore non ci ho parlato, ma ho buttato un occhio in internet e ho visto che i campionati 2016 si sono svolti nell'arco di un weekend (a Minsk!), il che mi ha tranquillizzato dal punto di vista scolastico.

Ma comunque sono due i pensieri mi hanno attraversato la mente mentre il figliolo mi raccontava di questa cosa:
#1: sticazzi!
#2: e mo' ti tengo per le palle con la scuola, bello!

Beh che dire. Certo che sono contenta per lui, perchè per quanto si tratti di uno sport minore e per quanto ci siano sicuramente poche persone che lo praticano, per quanto uno vada e possa arrivare ultimo, sono sempre i campionati del mondo ed è sicuramente motivo d'orgoglio anche solo essere presi in considerazione. Da mamma, non nascondo di essere un po' preoccupata per le botte, ma i minorenni combattono in modalità "light contact" (senza colpi da KO) e col caschetto di protezione imbottito. Sempre da mamma, spero che questo gli dia lo stimolo giusto per mettersi definitivamente in riga con la scuola, sapendo che la sua partecipazione a questa ed altre gare è subordinata ai risultati scolastici.

Chi lo sa, magari è quello che ci vuole.
Gli autografi, prossimamente.