venerdì 28 ottobre 2016

GESTIONE DELLA RABBIA

Ieri pomeriggio bello soleggiato, all'uscita della scuola ci siamo fermati in cortile dove alcune mamme con figli al seguito avevano avuto la medesima idea.
Sedute sul muretto chiacchieranti, guardiamo - distrattamente, diciamolo - i figlioli giocare a ce l'hai. Durante un inseguimento, il Nin spinge o sgambetta (non saprei dire) per errore un amichetto caloroso che girava in maniche corte, il quale casca rovinosamente sul cemento. Apriti o cielo. Urla e strepiti e pianti e lacrime tipo cartone giapponese, zampilli d'acqua fuori dagli occhi come se fosse stato operato a cuore aperto senza anestesia. Il piccolo G è un attore nato, e si offende subito!


Mi avvicino, il bimbo era in cortile senza la mamma, e verifico che nemmeno una minima sbucciatura si era prodotta sul gomito che il piccolo G (piccolo per modo di dire, è il doppio del Nin) si teneva ostinatamente stretto al petto. Il Nin si scusa dichiarando di non averlo fatto apposta, io sedo un momemtino gli animi - sottolineando che a correre capita pure di inciampare e a giocare a ce l'hai capita pure di spintonarsi e non facciamone una tragedia, grazie - e i giochi ricominciano.

Due minuti dopo, G e il Nin giocavano con dei giornalini pubblicitari arrotolati presi dalla portineria. Ad un certo punto, per errore, il G fa un movimento strano e il giornaletto arrotolato gli sfugge di mano, colpendo il Nin nella zona dello stomaco. Apriti o cielo, parte seconda. Il Nin piegato in due dal dolore (cioè, un giornaletto di carta lanciato da un bambino di 9 anni e atterrato su un Nin equipaggiato con maglia, felpa e smanicato..... capite quanto male potrà avergli fatto....) urla e piange e strepita e, soprattutto, si arrabbia. Dopodichè parte il delirio. Se il G è uno che si offende, il Nin è la sua ennesima potenza. Grida furibonde, l'onta reclamava di essere lavata nel sangue. Perchè anche lui non lo aveva fatto apposta prima, e il G ha fatto tante scene, e quindi ora era il suo turno di vendicarsi. A nulla sono valse le mie blandizie. Alla fine il G si è beccato una debole pacchetta sulla spalla col giornalino arrotolato medesimo e l'abbiamo dichiarata pari e patta.

Recupero il mio rabbioso figliolo che intanto berciava "noooo io oggi non ci vado a rugbyyyyyyyyyyy sono troppo arrabbiatoooooooo" (ma che c'azzecca?) e salgo in casa. Siccome ho deciso per un approccio diverso dal solito per gestire queste situazioni di eccessi di rabbia, mi siedo e lo prendo sulle ginocchia parlandogli con calma. Lo induco a smettere di piangere, è già qualcosa, poi cerco di fargli capire l'assurdità della situazione. Quando scema la parte esplosiva dell'arrabbiatura, diventa piuttosto ragionevole. Lui sa, si rende conto, di avere un "problema con la gestione della rabbia" come dice lui. la verità è che nei primi minuti davvero gli si annebbia il cervello. Non riesco a farlo ragionare. Così dopo avergli spiegato con calma (chiaramente per la milionesima volta) il concetto di "piccolo incidente che può capitare giocando" sono passata al dirgli che la rabbia è un sentimento lecito, che arrabbiarsi è normale, che lui ha assolutamente tutti i diritti di farlo, ma che non deve farsi dominare dalla rabbia. Che è lui che deve dominare lei, e non il contrario. Metafora rugbistica: fai finta che la rabbia sia il tuo avversario che scappa con la palla, tu cosa fai? Lo placco. Bravo, quindi fai lo stesso: placca la rabbia, mettila a terra e siediti sopra la sua schiena. Non lasciarla vincere. Mamma, non ce la posso fare. Oh figurati se non ce la puoi fare, hai placcato il L. in allenamento, no?? Beh, si (compiaciuto). E quindi se puoi placcare lui, non c'è niente che tu non possa fare. Placca la rabbia.


Mah. Li per li mi pare di aver fatto breccia, tanto che si è vestito per il rugby e si è regolarmente allenato nonostante giurasse e spergiurasse di non volerne sapere niente.
Il punto è come ricordargli questo bel ragionamento durante i prossimi 5 minuti esplosivi che capiteranno.

Per dovere di cronaca, L. è un nuovo compagno di squadra, 9 anni, 152 cm x 60 kg (almeno)
Il Nin 137 cm x 32 kg
E lo placca.

giovedì 27 ottobre 2016

BACK TO '50s (?)

Ieri c'è stata la riunione di classe della 4 elementare.


Le maestre ci hanno relazionato su un sacco di progetti carinissimi che verranno (speriamo tutti) svolti quest'anno: il teatro in lingua inglese, la gita in montagna col C.A.I., una giornata in un teatro "attivo" in cui i bambini parteciperanno alla rappresentazione muovendosi sul palco. La maestra che si occupa di educazione fisica poi ha aderito a un sacco di proposte comunali (gratuite, lo dico) per avviare e far conoscere ai bambini degli sport alternativi al calcio.
Cominceranno con la pallavolo, ed in previsione ci sono pallacanestro, pre-acrobatica/ginnastica artistica, hip-hop e free style (quest'ultimo con spettacolo finale).


Unico piccolo neo, il progetto chiamato rugby/ginnastica ritmica.
E perché direte voi?
Perché è previsto che i bambini vengano divisi: i maschi rugby, le femmine ginnastica ritmica.


Oibò!!


Ma come! Noi che siamo sempre così attenti a concetti come il rispetto, la parità, ecc... cadiamo in questa becera trappola??  Non è un bel concetto da veicolare, e sinceramente anche se io non sono una talebana e sono convinta che una singola leggerezza non possa scardinare anni di educazione, comunque non mi piace. Credo che quantomeno, se proprio i due corsi si devono tenere lo stesso giorno, andrebbe data la possibilità ai bambini di scegliere a quale partecipare.


Poi, per carità: le bambine scelgono ritmica e i bambini rugby, sono certa al 99.99%
Ma ho in mente, per esempio, almeno una compagna del Nin che manderebbe a stendere la danza molto volentieri per placcare un amichetto e rubargli palla.


Ad ogni buon conto, è il concetto di fondo che non mi piace, mi sembra anacronistico e mi stupisce anche. Anche se il nostro comune non ha una giunta esattamente progressista (sic), tornare agli anni '50 è un attimo e questo potrebbe anche essere visto, da persone meno tolleranti di me, come un primo passo in quella direzione.


Poi i bambini di quell'età sono già di natura "divisi", nel senso che si dividono da soli in maschi e femmine, si schifano vicendevolmente, si prendono in giro. Direi che non è il caso di rinforzare questa tendenza con una separazione di genere che c'entra come i cavoli a merenda - condiserando che per la ritmica non so dire, ma sicuro nel rugby ci sono un sacco di bambine agguerritissime.


Devo assolutamente tenere la situazione sotto controllo.



lunedì 24 ottobre 2016

RIPRESA FULMINEA CON META.


la capacità di ripresa dei bambini, ah, se si potesse mettere in bottiglia.....
Venerdì a mezza mattina il cellulare squilla, e compare il numero che nessuna mamma vorrebbe mai vedere... la scuola.
Signora, il Nin vomita.... nuuuuuuuuuuuuuuu maledizione
Primo pensiero: orca, proprio nel weekend
Secondo pensiero: e ora il mio nuovo capo mi asfalta...
Terzo pensiero: minchia che madre degenere


Lo prelevo poco prima di mezzogiorno dopo che il suo stomaco si è svuotato nei bagni della scuola ben due volte. Pallido come un lenzuolo, non che normalmente sia colorito, ma tutto sommato non particolarmente provato, abbiamo passato il pomeriggio a lombricare sul divano, tra un Indiana Jones e il Tempio Maledetto ed uno Star Wars: the Clone War. Inaspettatamente, dopo aver passato mezza giornata sdraiato sul divano sonnacchioso, alle 21 l'ho messo a letto e alle 21:03 russava della grossa.
Si è svegliato sabato mattina in forma smagliante e con una fame da lupi.


E Lupi è proprio il termine giusto perchè nonostante la defaillance di nemmeno 24 ore prima, sabato pomeriggio non c'è stato santo di tenerlo lontano dal campo di rugby: i Lupi dell'Iride affrontavano il secondo appuntamento della stagione, il primo a ranghi completi (cioè con tutti i bambini tesserati e certificati). Assistiti dal tempo soleggiato e dalla temperatura mite (o per meglio dire schizzofrenica: caldo/freddo freddo/caldo, metti la sciarpetta, levala che si suda, apri la giacca, chiudi la giacca...... gli adulti a bordocampo. I bambini maglietta e pantaloncini, buoni per tutte le stagioni) abbiamo passato uno splendido pomeriggio sportivo. In quanto assistente nonchè incaricata delle fotografie, io avevo la scusa perfetta per stare a bordocampo a seguire le azioni da vicino. Il Nin ha giocato le tre partite migliori della sua vita. Era in giornata di grazia, volava su quel campo, ha fatto anche tre mete in contropiede, che gli piace un sacco, perchè significa rubare palla e scappare a segnare da solo, con mezza formazione avversaria che ti segue ma... non ti prende. Perchè il rugby è uno sport di squadra, e la differenza tra giocare "insieme" e giocare da individualisti si vede, ma per un bambino fare meta cavalcando per mezzo campo, solo con la palla al petto, tra le incitazioni dei tifosi è una innegabile, ineguagliabile soddisfazione.










Segnalazione estremamente positiva, il Nin ha anche compiuto un bel gesto sportivo, il che significa che siamo un passo più avanti sulla strada giusta. Durante una azione, sulla linea di meta, nella concitazine del gioco un avversario ha rimediato una ginocchiata sul naso. Ad azione finita e meta segnata questo poverino era sdraiato in terra dolorante che si massaggiava il naso. Il Nin - proprietario del ginocchio -  si è avvicinato, l'ha aiutato ad alzarsi, si è scusato e si è allontanato con una pacca incoraggiamento sulla spalla. L'allenatore lo ha gratificato complimentandosi con lui (e con me separatamente).


E chiudo su una nota di folklore... ho constatato che i rugbisti, gli adulti intendo, sono tutti estremamente cortesi.
Magari a vederli sono dei giganti con la faccia cattiva che non vorresti incontrare per strada dopo le otto di sera nemmeno dipinti su un muro, ma nei fatti sono persone squisite, cordali, addirittura cavalleresche oserei dire.
Sabato, per ringraziarmi di un piccolo favore da nulla che gli avevo fatto, uno degli allenatori del Nin mi ha fatto l'inchino e il baciamano!


Chiedo alle amiche coinvolte, Luci e PaT, avete notato questo anche voi??

martedì 18 ottobre 2016

CAZZARO


Oggi volevo fare un post leggero dopo il pippone di ieri, ma ho un po' le balle in giostra.
(dichiaro apertamente di esser in SPM).


L'inconsapevolezza di mio figlio Ric mi stupisce sempre.
Inconsapevolezza di tutto: del mondo, delle persone che lo circondano, di se stesso.
A volte mi domando cosa gli passi per quella testolina brillante che tiene in naftalina col solo scopo di separar le orecchie.


Dunque. Esempi dalla vita quotidiana recente.
Lui, lo sapete, ha frequentato un dojo per 10 anni (cintura marrone di judo) e per quasi altrettanti la scuola di arti circensi, ora entrambe abbandonate a favore di MMA. Eh vabbè son scelte.


La palestra di judo, oltre che arti marziali e fitness vari, ha anche una sezione di danza, gestita dalla figlia del Maestro, una ragazza giovane ma molto brava, ballerina classica di professione. Un paio di settimane fa lei gli ha chiesto, al Ric, di passare in ufficio perché ha una proposta da fargli: le serve un qualcuno che insegni un pochino di acrobatica alle ragazze del corso di hip-hop. Dietro compenso.
Secondo voi, è andato a sentire di cosa si tratta?


Ieri sono passata in palestra per parlare col maestro di questioni relative al certificato medico di cui qualche post fa, e lui mi ha chiesto di dire a Ric che è INVITATO al corso di danze caraibiche del mercoledì alle 20:30 (specifico l'orario per dire che non impatterebbe lo studio), aggratisse, perché ha tante ragazze iscritte ma pochi maschi e non riesce a far le coppie per farli ballare. Gli offrirebbe il corso in cambio del favore di aiutarlo a risolvere il problema. Ma figurati, non ho voglia.


Senza contare che se n'è andato dalla scuola di Circo senza praticamente nemmeno salutare l'insegnante, che lo conosce da quando aveva 7 anni.


Prima considerazione: le persone non si trattano così. Dove sei cresciuto, in un porcile che non sai essere nemmeno gentile il minimo sindacale per non fare una figura di merda? Un pochino di cortesia, un filo di gratitudine magari? Troppa roba?


Seconda considerazione: le opportunità, caro mio, non ti verranno a bussare alla spalla per sempre. Se non cogli quelle che ti si presentano, ben presto non te ne si presenteranno più.


Terza considerazione: dal momento che non sai cosa fare della tua vita e che per il momento le uniche cose che conosci sono le arti marziali e l'acrobatica, non pensi che "restare un minimo nel giro" possa essere, oltre che bello, giusto, piacevole, gratificante, cortese, anche in certo qual modo utile, un domani dovessi desiderare, che so, un lavoretto di qualche ora mentre finisci gli studi?


Troppo difficile?
Pretendo troppo quando penso che dovrebbe arrivarci, a 16 anni? O quantomeno comprendere quando qualcuno glie lo spiega?


O è "solo" la "normale" apatia dell'età? Che speriamo non diventi permanente?

lunedì 17 ottobre 2016

FUCK THE DIET


Stavolta devo proprio rimettermi a dieta, oh che due maroni.
Eh, diciamo che la quantità di carboidrati ed alcol dalla fine di agosto in avanti è stata decisamente eccessiva: prima le ferie, poi la stagione che si è mantenuta calda e soleggiata praticamente fino a una settimana fa ha invogliato parecchissimo allo sgarro. C'è un ottimo bar da aperitivi a 10 mt dal cancello di casa, ed una buona pizzeria ha appena aperto a 10 mt nella direzione opposta.  Mettici una amica sciacquetta come me che meglio uno spriz che andare a casa a cucinare, e metti pure che i suoi figli sono amici del mio e che la temperatura era mite... e il danno è fatto. Pizzetta? Birrino? Pronti via.


Porca di quella puttanissima miseria ladra urfida e schifida.


Non ho gran che voglia di fare sacrifici, ammettiamolo, ma comunque sono abbastanza motivata.
Solo che il momento di mettersi ufficialmetne a stecchetto di solito mi fa partire certe menate mentali da Guinnes che preferirei parecchio evitare.


E' qualcosa a cui non riesco ad abituarmi che l'apprezzamento altrui, a volte addirittura l'amore, e pertanto l'autostima, debbano passare per il peso corporeo. mi manda in bestia, non tanto il fatto che sia così in se e per se (e lo è, basta guardarsi attorno) quanto il fatto che pur odiandola... cedo alla medesima logica.
E lo faccio di nascosto da me stessa, perchè spono VERAMENTE furba... mi dico che è per la salute, per non sentirmi gonfia, per essere più attiva. Ed è vero, per l'amor di dio. Ma  quando mi specchio, mi frega assai di essere più attiva. Mi faccio schifo e voglio essere più bella, punto.

Porca vacca come mi girano.


Poi sono io che sono così con me stessa, ma non con gli altri.
Il GG, per esempio, pur restando un uomo in buona forma (per la sua età, ma questo non diteglielo), è una bella fetta più pesante di quando l'ho conosciuto, forse anche una quindicina di chili. Beh era un po' scheletrico a 20 anni, bisogna dire. Ma quando guarda la sua pancetta incipiente con aria depressa mi da persino fastidio: cosa crede, che ti ami per come appare? Sempre dando per scontato che si preoccupi del mio giudizio, e non di quello di altrui.
Ma dai, gli dico, finiscila di crucciarti, sei bello lo stesso. E lo penso, mica no. Non mi frega veramente niente se ha qualche chilo in più.
Mi piace lo stesso, forse perchè sono una donna?
Ora mi parte l'altro pippone, quello sessista, occhio.......
Perchè noi donne guardiamo col cuore, se una persona la ami non importa l'aspetto.
Invece gli uomini guardano con gli occhi e basta.
Come dice il GG, loro hanno bisogno di "stimoli visivi".
Che ovviamente fanno a cazzotti con la cellulite, #mainagioia.


Vabbè la smetto perchè quando mi piglia così male, qualcuno di voi lo ricorderà, so da dove inizio ma non so mai dove vado a finire, quindi bon.
Penso di essere l'unica scema sulla faccia della terra che applica il "doppio standard" a proprio sfavore. Pace.
Resta il fatto che sono a regime no carb, no alcol, no dolci, no carne (quello a prescindere).... e che onestamente con tutti sti "no" mi resta il dubbio se posso sgranocchiare almeno un gambo di sedzano ogni tanto.

Speriamo di scopare tanto, almeno, altrimenti mi butto da un ponte.







venerdì 14 ottobre 2016

CENTRO MEDICO I MIEI COGL.....

Oggi il Ric è andato a fare la visita per il certificato medico sportivo da consegnare alla palestra di MMA.


Appuntamento alle 11.20 che già è come dire saltare tutta la giornata scolastica.
Ci va con mia mamma, perché io ho già chiesto un permesso per il ponte del 1 novembre e sia mai che sto a casa due giorni nello stesso mese (tre, perché mercoledì ci va pure il Nin a fare la visita)


Alle 11 mi chiama mia mamma che ci vuol la delega.
Altrimenti, la visita la fanno, però non le consegnano il referto.
Cioè parliamone. E perché invece a me lo avrebbero consegnato se fossi andata io? Mica gli porto lo stato di famiglia!
Ho mandato la delega, al volo via fax. dichiarando di essere la  madre del minore, ma per quello che ne sanno loro potrei essere la portinaia. E quindi,  che senso ha chiedere una delega?


Una volta sistemato, mi richiama mia mamma.
Delega arrivata, visita fatta. Il certificato non glie lo danno lo stesso finchè non gli porto copia del precedente. Che è stato fatto tre anni fa. Ma scusa, ma che ve ne dovete fare???? Ma secondo voi io quel certificato ce l'ho ancora? Dove pensate che viva, a Versailles, per avere lo spazio di conservare tutti i fogli di carta per anni e anni? Il certificato l'ho usato, e una volta scaduto l'originale l'ho preso e buttato via! Ma vi sembra? Uno se lo deve sognare che i certificati scaduti si conservano?? Così devo andare a farmi fare una fotocopia di quello che a suo tempo avevo consegnato al dojo  - che tanto loro sono costretti a tenerlo 5 anni - per scambiarlo con un certificato nuovo di zecca come se fossero le figurine dei calciatori.


Gli dice bene che è gratis, perché se dopo 'sta fiera avessi anche dovuto pagare, non so se avrei potuto rispondere di me stessa!

giovedì 13 ottobre 2016

CHE SI APRANO LE DANZE

Sono anni che desidero iscrivermi a un corso.
Siccome non sono tipo da palestra, zumba, GAG, superstepcyclospinkickfitness cazzi e mazzi, la mia idea è sempre stata un corso di ballo di qualche tipo, che ti diverti e nel frattempo fai anche un po' di fatica.


Anni fa mi iscrissi a danza del ventre, che diciamolo, mi viene pure bene essendo abbondantemente dotata di materia prima utilizzabile. Niente, qualche lezione, poi inziamo col GG che è via per lavoro, col Nin malato col freddobuiogeloneve... e ciao.
Quest'anno che i figli sono sufficientemente cresciuti per cavarsela da soli per un oretta e mezza, avevo convinto il GG ad iscriverci insieme a un corso di balli caraibici, che li prendi due piccioni con una fava: fai una fatica dell'ostia, e contemporaneamente fai qualcosa di bello col marito, in particolar modo una attività che prevede tra le altre cose un certo livello di strusciamenti, che voglio dire,  non fa mai male. E niente, tra una balla e l'altra non siamo riusciti manco a fare la lezione di prova, non parliamo di iscriversi al corso che sarebbe di martedì, giorno preferito per le trasferte professionali.


Bocciato.
Ma non demordo.


Sono lieta di informarvi che seguendo l'appassionato spirito di sperimentazione che mi contraddistingue e con un occhio alla mia Highlands Soul, mercoledì prossimo con una amica parteciperò alla lezione di prova di danze scozzesi. Tamburi, cornamuse e dimenare i piedi.


Per sdebitarmi la settimana successiva la accompagnerò a una lezione di prova di balli country.


Cioè, mica bau bau micio micio.







lunedì 10 ottobre 2016

ESORDIO RUGBYSTICO

Sabato pomeriggio, prima uscita per i nostri Lupi della U10 di rugby.
Le prime partite della stagione sono sempre un po' incasinate... siamo una società piccola, non abbiamo 150 giocatori per ogni categoria... qualcuno non è ancora in regola con le visite mediche e così la squadra che abbiamo messo in campo per l'esordio era composto di bambini di 3 diverse squadre, tutte con i nostri stessi problemi di tesseramento e certificati.


Questo di per se non è un problema: sta nello spirito del minirugby: quando a una squadra manca un giocatore ci si leva la maglietta e si va a giocare con quelli che fino a 30 secondi prima erano i tuoi avversari.


il Nin e i suoi 3 compagni dell' Iride erano carichissimi, sono andati in campo con voglia e buona volontà.... peccato che il povero Ninnolino ha preso tante botte che nemmeno in tutta la stagione scorsa messa insieme!


Prima azione, mischia sulla linea di meta avversaria, una capocciata sul naso. E' uscito in lacrime, perché col naso non puoi farci niente: piangi. 5 minuti per riprendersi torna in campo, due placcaggi (di cui uno, dice lui, dubbio) che lo hanno fatto finire faccia nel fango con 6 giocatori sopra di lui.
Partita successiva, ginocchiata nelle costole,  l'ho sentito urlare "ahia" dall'altra parte del campo. Li mi è proprio piaciuto: si massaggiava il petto ma ha resistito fino alla fine continuando a giocare.  In seguito durante una azione qualcuno gli ha camminato sulle dita della mano destra. Insomma una sfortuna nera poveretto. Era talmente incarognito dalle botte (e dal fatto che stavano perdendo, anche) che a un certo bel momento si è "preso male" con un ragazzino avversario.  Cosa che nel rugby non è assolutamente tollerata. Maglie strattonate, espulsi entrambi gli atleti. Esiste accurata sequenza fotografica, una decina di scatti, che vi risparmio facendovene vedere solo un paio. Il Nin è quello in maglia blu e rossa





#mainagioia, faccia post espulsione


Fortunatamente nel proseguimento della giornata le cose sono andate un po' meglio, e nonostante la miscellanea di atleti che non avevano mai giocato insieme abbiamo portato a casa almeno l'onore della bandiera. Anche l'onore del Nin si è salvato per il rotto della cuffia, con 4 mete segnate nell'unica partita vinta.




Lui è quello in fondo che mette
la palla in area di meta


Alla fine si sono divertiti tutti, hanno fatto nuove amicizie, non hanno vinto ma comunque hanno segnato e dopotutto.......... sabato prossimo è un altro giorno.

venerdì 7 ottobre 2016

DI SCHIAVI

Il Nin secondo me è in fase di sperimentazione linguistica ardita.
Ganzo, direte voi.
Ehnnò.
Perché la sperimentazione è VERAMENTE ardtita ed inoltre avviene nei momenti più assurdi ed inadatti, ovvero praticamente sempre e solo quando lo sgrido.


Lasciamo stare i "eh ma devo fare tutto io" ogni volta che gli chiedo qualsiasi cosa.. l'altro giorno per esempio eravamo in cortile, ed era ora di rientrare. Peccato che lui si stava divertendo. Parecchio.
Al terzo richiamo, il primo con voce severa, è partito il delirio:


Ma maaaammaaaaaaa ma perchééééééé.... e che cosa ci sto fare in questo mondo.... non posso mai fare niente.... questa vita mi schiavizza.......... 


E li la difficoltà non è tanto rispondergli, quanto cercare di non scoppiare a ridere scompostamente


Che s'ha da fa!



mercoledì 5 ottobre 2016

APPROCCIO OLISTICO

Ho deciso di tentare anche questa via.
Curiamo il malato e non la malattia.
Ok il malato è mio figlio maggiore, ormai su questo blog non si parla d'altro.
La malattia beh, diciamo per brevità che è la scuola.
L'inizio scolastico non è stato brillante come avrei sperato, e per questo come tutti voi  ormai sapete fino alla nausea, avevo tolto permessi, fatto prediche, rimandato MMA, varie ed eventuali.


Tuttavia ho notato una cosa molto grave: il Ric è infelice.
Sul serio mica per finta.
E' infelice.
Ora voi direte: eccerto che è infelice, chi è mai stato felice a 16 anni? Vero.
Però se viene alle lacrime davanti a me perché non riesce a trattenersi, io una o due domande me le pongo comunque, anche se magari qualcuno dirà che sono troppo puffolescamente ingenua :-D


Così ho spostato l'attenzione dalla malattia - i voti - alla persona - mio figlio.
Gli ho fatto un bel discorsetto sul fatto che non siamo antagonisti, lui e io, ma che abbiamo lo stesso obiettivo (ovvero il suo successo) e che quindi dobbiamo agire come una squadra. Che deve riflettere sul fatto che non esisto per rompergli le palle ma per aiutarlo a crescere e che deve considerarmi come un allenatore.
Ovvero: se il suo allenatore gli dice di fare altre 50 flessioni, lui non pensa che lo faccia per spaccare i maroni ma capisce di aver bisogno di questo ulteriore esercizio e lo accetta. Ebbene lo stesso vale per me. Se gli  dico studia ancora o metti a posto l'armadio, non è per rompere, ma per allenarlo. Lo scopo ultimo di entrambi è il suo successo, in qualunque campo, scuola, sport, vita, amicizie, amore. Belle parole eh? Già. Sembrava convinto persino lui. A parole siam tutti mostri.


Nella pratica gli ho proposto questo compromesso: ieri ha fatto la sua lezione di prova di MMA e siccome, purtroppo, ne è entusiasta, gli ho detto che lo iscrivo per un mese, e in questo mese deve dimostrare di sapersela cavare altrimenti non rinnovo l'iscrizione. Diciamo conto sul fatto che una volta visto "ke smakko pazzesko" sia, si prodighi per non perderlo.
Come contropartita, farà qualche ora di lezione con una ragazza al secondo anno del Poli, diplomata al liceo scientifico. 20 anni, molto carina, ma questo non c'entra. Non ripetizioni vere e proprie, giacchè non gli occorrono, ma una sorta di tutoraggio al fine di definire un metodo di studio valido, organizzarsi, imparare a concentrarsi  ecc... Dati gli orari, questo tutoraggio, tramite una serie di funzioni matematiche applicate al Tetris che non vi sto a spiegare, gli consentirà di allenarsi (una volta pronto, perché ieri è tornato a casa scoppiatissimo) non 2, non 3, bensì fino a 4 ore alla settimana. Incentivissimo.


E vediamo come butta.
Speriamo di aver quadrato il cerchio perché inizio a essere a corto di idee.


Ah, per chi se lo stesse chiedendo si: la sua storia con la morosa continua, e si: era per lei che piangeva.