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venerdì 16 dicembre 2016

DI DELIRI GRANGENIESCHI

Le conversazioni dell'ultimo minuto.


Puff all GG:
- Amore quando il Nin va a letto facciamo un po' di shopping in Amazon?
- Dobbiamo proprio? Non possiamo farlo domani?
- Ehmmmm... no, vorrei che arrivassero per natale è già tardi
- Vabbè ma perchè dobbiamo farlo assieme
- Perchìè tu hai l'account Prime
- E fattelo anche tu, no?
- Si beh, ce l'hai già tu, è vero che costa una cazzata però perchè pagare due volte?
- Eh insomma... è anche questione di autonomia................


Vabbè.
Mi faccio il mio account prime, e procedo con i miei acquisti.
Alle 21.30 il Nin va a dormire.


GG alla Puff:
- Allora, adesso facciamo shopping?
- No, ho fatto.
- Come hai fatto?
- Ho seguito il tuo consiglio mi sono fatta l'account e ho risolto.
- Ma come! IO VOLEVO CHE LO FACESSIMO INSIEME!! TI AVEVO GIA' DETTO DI SI!!!!
- .......................................

Per la cronaca alla fine non mi ha detto mica tanto bene, comunque.
Ho preso il Cacciavite Sonico dell' undicesimo Dottor Who per il Nin, ma arriva dopo Natale.
Ho preso una maglia di Conor McGregor per il Ric, ma arriva dopo Natale
L'unica cosa che arriva prima di Natale è una maglia da nerd (Agents of Shield) presa estemporaneamente per il GG chenemmenoselameriterebbe.

martedì 13 dicembre 2016

QUELLO CHE VORREI PER NATALE....


... non si può comprare.


Prima di tutto, caro Babbo Natale, vorrei la capacità di non soffermarmi sempre ai difetti ma di vedere pregi che nessun altro percepisce. Lo dico soprattutto in relazione a mio figlio maggiore. Sono stufa di pensare che è svogliato, che è pigro, che è arrogante, che non si impegna ecc ecc.... vorrei pensare cose belle su di lui. Vorrei percepire il buono che c'è dietro a questi difetti. Per esempio: è arrogante? Bene, significa che è sicuro di se. Questo è un pregio. E' svogliato, pigro? Forse non è svogliatezza ma desiderio di altro, forse sono sogni (se non fosse che purtroppo non è un sognatore). E' disordinato che di più non si potrebbe? Significa che è creativo. Pensa solo alla morosa? Sarà un uomo sincero e fedele.
Non ne posso più di sgridarlo, di urlare, di riprenderlo, di predicare. Non ne posso più. Sono alla frutta, davvero. Anzi, dopo la frutta. Al caffè. Al grappino dopo il caffè!! Stiamo sempre col coltello tra i denti, stiamo sempre a questionare e a discutere. Mi dico: è giusto. L'adolescenza è l'età in cui ci si DEVE scontrare contro i propri genitori, per trovare la propria via. Da un punto di vista pedagogico, lo scontro frontale è un bene. Ed è un bene che se non fa il proprio dovere fino in fondo,  trovi limiti e paletti e muri che non può superare, come accadrà presumibilmente di qui a un paio di settimane. Anche questo è educativo, va promesso e una volta promesso va mantenuto. Che si tratti di premi o punizioni, va mantenuto con calma e fermezza e autorevolezza.
See. Ciaone proprio.


Caro Babbo Natale, vorrei smettere di sentirmi sempre in colpa ed inadeguata. Vorrei guardarmi allo specchio e piacermi, dentro soprattutto, e darmi una bella pacca sulla spalla e dirmi Oh brava, ottimo lavoro. Vorrei essere sicura dei miei affetti.


Caro Babbo Natale, vorrei vivere in un mondo appassionato. Un mondo dove la passione conta. E se non c'è un mondo così, vorrei crearlo. O almeno vorrei non essere derisa se ci provo. Basterebbe. Un mondo in cui le persone fanno l'amore e non la guerra. Un mondo dove l'amore conta più dei soldi, dove la passione vale più della professione. Vorrei fare di più l'amore, e con maggior trasporto. Vorrei esser sicura di me. Vorrei chiudere tutto fuori dalla porta e tenere in casa solo la gioia, l'affetto, l'amore, la serenità. E la passione, appunto. Vorrei un mondo dove la passione è tutto.


Caro Babbo Natale, vorrei che i miei figli avessero dei sogni. Dei sogni grandi, enormi, assurdi e assolutamente non ponderati. E vorrei che ci credessero. E che ci provassero nonostante tutto. E che si scornassero con la dura realtà, cascassero a chiappe per terra e si rialzassero più caparbi e determinati di prima. Perché è solo così che si costruiscono grandi vite e si fanno grandi cose. Vorrei saperglielo insegnare.


Caro Babbo Natale, vorrei essere serena e certa delle mie scelte. Vorrei essere una di quelle mamme sempre con una torta nel forno e una di quelle mogli che accolgono i mariti in casa la sera con un sorriso, un aperitivo e la casa pulita e in ordine. Vorrei avere sempre la parola giusta per ogni occasione e vorrei non doverla dire gridando, vorrei non arrabbiarmi più, non urlare più, non sgridare più, non punire più.


Alla fine, caro Babbo Natale, cosa sto chiedendo mai?





giovedì 8 settembre 2016

FILOSOFIA SEMISERIA DELL'UOMO PERFETTO


Un paio di giorni fa ho letto su Facebook una vignetta che recitava più o meno:


Donne! Smettetela di leggere che poi noi
 non riusciamo a reggere il confronto
coi vostri personaggi preferiti"


Si trattava chiaramente di uno scherzo, una sana risata e niente di più, ma com'è come non è è da due giorni che ci penso. Beh, ovviamente io sono tra quelle non solo che legge un sacco (Madonna, Kobo santo subito!) ma anche che si è sempre fatta prendere un sacco dai personaggi fino ad avere delle vere e proprie infatuazioni temporanee.


Heathcliff
Voglio dire.
Certi veramente non puoi amarli... per esempio, Renzo? Romeo? Ma quanto bisogna essere scemi?
Ma come non legarsi alla tragica disperazione di Jacopo Ortis, o dello stesso Leopardi? Come non amare la lieve decadenza di Mr Darcy o la lucida follia di Heathcliff? E la allegra spensieratezza di Lorenzo il Magnifico? Chi vuol esser lieto, sia, signore mie. Suvvia, siamo lieti insieme. Par quasi di vederlo!
In tempi più recenti, chi non è rimasta colpita dall'abnegazione di Severus Snape o dalla dedizione totale e dalla passione di James Fraser?


Senza contare che noi ragazze di una certa età (ma non dirò quale) ci hanno cresciute a Principi della Disney. Perchè ora si comincia un po' a ragionare, con personaggi un po' più articolati e complessi,

il Principe Filippo
(la Bella Addormentata)
anche donne forti, ma 20-30 anni fa cari miei la musica era tutta diversa! Arrivavano lancia in resta su magnifici destrieri bianchi e ti salvavano, mica cozze. Ed erano pure belli gentili e ricchi.
Quindi ognuna di noi, pure le femministe, pure quelle che io ballo da sola, ci siamo fatte giocoforza un'idea di quello che volevamo in un uomo sulla base di un campionario di carta e cellulosa totalmente distorto in un momento della nostra vita - e qui sta il punto - in cui l'unico esempio vero di maschio che conoscevamo davvero era il nostro papà, tutto bello infiorettato dal Complesso di Edipo. Non c'erano confronti, non c'era nella nostra vita un esempio che potesse farci dire eh no! qui mi stanno coglionando! riportandoci sulla giusta via. Capite, non avevamo scampo! Cioè noi non lo sapevamo che gli uomini non sono davvero così! Ci hanno fregate con tutte le scarpe!

Poi è ovvio, arriva qualcuno che scrive uno o due buoni romanzi, ti mette li un personaggio che è la summa di tutto quello che fin da bambina hai sempre pensato di desiderare in un uomo, e poi tutto insieme nello stesso uomo (non faccio nomi ma Emily e Marie Claire hanno capito) e qualche pseudointellettuale tutto Umberto Eco e Fedor Dostoevskij (ma con DYD sul comodino, ci scommetterei!) ha pure il coraggio di criticare se resti li con la bocca spalancata e le mosche che entrano!


Ma figuriamoci!


Però a quel punto... arrivano le dolenti note.
Perchè in fondo siamo spostate/fidanzate/accompagnate/trombate/friendzonate con uomini veri, mica di carta. E gli uomini veri non sono mica perfetti. Adesso lo sappiamo anche noi, grazie tante.
Quindi tu sei li che cerchi di trovare la quadra, e magari ti ci vuol del tempo, mica è una roba immediata, quando ad un bel momento vieni seppellita da tutta una serie di psicologi, terapisti, amici volenterosi, esperti di vario genere, che ti dicono no, ehhh bella mia, no no no no. Te non hai mica capito un accidente. Ma zero proprio.
Lo sai perché ci si separa? eh? eh?
Lo sai?
Perché non si riesce a conciliare la fantasia con la realtà. (Ma pensa!)
Perché non si sa superare la fase dell'idillio, quella in cui il tuo uomo vero e quello di carta coincidono, e nel momento in cui si vede la realtà bum! Disastro.
Oh cazzo, ma guarda tu, mio marito non è mica appassionato come Heathcliff! E non gli lava nemmeno gli stivali a Tom Lefroy. Diamine, persino quello stronzo bigotto di Settimo Cielo trombava la moglie una sera si e una no pure con 7 figli! E quindi??? Quindi, signor giudice, prego, quale considera una cifra adeguata per il mantenimento? 


Eh già.

E qui mi sale la parte seria del post.
A quel punto li, cosa devi fare?
Ne parlavo giusto ieri sera con una amica.
Lei molto pratica, donna diciamo "pane al pane", io più nelle nuvole, più sogni e voli pindarici.
E lei sosteneva che devi dare un taglio alle fantasie, perché tanto sono irraggiungibili, e gestire quello che hai per le mani.
Giusto, no? E' quello che dicono anche gli psicologi, esperti ecc... di prima.
Questo implica abbassare il livello delle proprie aspettative.
Che da un punto di vista pratico è giustissimo: come si diceva tempo fa, tiri giù l'asticella e vivi meglio. Ma io ancora mi domando: si tratta di saggezza? o di rinuncia?


Perché dovrebbe essere più saggio modificare i propri obiettivi, piuttosto che lavorare per raggiungerli, anche con fatica? Beh, perché magari non ha senso sbattersi per l'impossibile? Ma è davvero impossibile? E chi lo dice? Chi stabilisce cosa esiste e cosa no, cosa è possibile e cosa no, cosa puoi ottenere e cosa no? In ultima analisi, chi è che ti dice cosa devi volere?
E' un po' come se tu volessi andare in America. Risparmi, ma alla fine hai fondi solo per arrivare fino a Barcellona. Che fai? Abbassi l'asticella e vai a Barcellona oppure stai a casa e continui a risparmiare fino a quando potrai sbarcare a NY? E se qualcuno ti dice che non ce la farai mai, che è troppo costosa, e tu povero operaio cosa pensi di ottenere, che fai? Perseveri, o rinunci?
Lei, la mia amica,  da buon commerciale, dice: un obiettivo deve essere ragionevole e raggiungibile 
Si, ma sfidante, dico io. Sfidante. Altrimenti è solo piattume, e non vedrai mai l'Empire State Building.


Insomma, abbiamo discusso per una bella mezz'ora nella quale io ho preso della Pollon che vive tra le
La Puff
nuvole :-D perchè ho dichiarato senza mezzi termini che, ragionevole o no, la perfezione* E' il mio obiettivo, e che non sono propensa ad accettare niente di meno. Almeno, non passivamente, non di default. Non perché "così è la vita".

A quel punto i nostri figli hanno cominciato ad accapigliarsi e abbiamo dovuto interrompere l'incontro di wrestling, nonché le nostre filosofie.


E il dubbio, comunque, mi resta. E' più saggio Barcellona o New York?






* precisazione del giorno dopo. Quando dico PERFEZIONE intendo la perfezione nella relazione, non l'Uomo Perfetto. Questo significa essenzialmente che sono consapevole che ho il mio ruolo da giocare. Il concetto di perfezione non è univoco: ognuno ha il suo. A me piace il concetto di Olivia Pope (di Scandal, abbiate pazienza sono drogata di serie televisive):


«I don’t want normal, and easy, and simple. I want painful, difficult,
devastating, life-changing, extraordinary love.»

Anche se magari soprassiederei sul "devasting".

mercoledì 10 agosto 2016

CICCIOTTELLE, KILT E LA SOCIETA' MASCHILISTA

ok, cambiamo discorso.
Ieri ho scatenato un mezzo vespaio in facebook ma vorrei comunque proporre i miei 2 centesimi di ragionamento anche qui.


L'argomento è la polemica suscitata dall'ormai famigerato titolo di QS sulle "cicciottelle" del tiro con l'arco.




Ora. Premettendo che chi mi conosce sa che sono piuttosto attiva nel tentare di arginare tutta questa mentalità becera e biacamente sessista che vuole le donne considerate soltanto per il loro aspetto fisico, così come qualunque tipo di mercificazione e discriminazione su qualunque base.... ora, dicevo, mi domando: ma non è che 'sta cosa la stiamo gestendo un po' male?
Perchè si, è indubbio: il titolo è infelice e chi l'ha pensato e/o autorizzato un coglione, e non si discute. Ma in tutto ciò, non rischiamo di fare body shaming anche noi, considerando la parola "cicciottella" come un insulto e dandole quindi noi per prime, noi "attiviste", proprio quel connotato negativo che cerchiamo in altri ambiti di scoraggiare?


No, mi si risponde, perchè questo è il solito vecchio modo di giudicare una donna - qualunque donna e qualunque siano i suoi meriti - solo in base all'aspetto fisico. Vero. Infatti ho detto: quello li è un coglione. Ma io ho il dubbio che sollevando il polverone che è stato sollevato non si sia fatto altro che dare importanza e visibilità a qualcosa che meglio sarebbe stato ignorare sdegnosamente e lasciar scemare. Anche perchè ora si che quelle povere tre atlete, che si sono fatte il mazzo per anni per raggiungere il loro risultato, saranno ricordate per quel titolo e non per le loro gesta atletiche.


L'indifferenza, la vecchia cara indifferenza, intesa non come menefreghismo di quanto ci succede intorno, ma come lo sguardo sdegnato di superiorità con cui ci si approccia agli ignoranti e si passa oltre, senza soffermarsi il tempo sufficiente per far loro credere di avere una qualche minima rilevanza nel grande disegno cosmico che tutti ci accomuna.
Altrimenti detto: non sei degno nemmeno di uno sputo, pirla.


Ciò premesso vorrei spingermi anche oltre, a rischio di strali e maledizioni, e sempre rivendicando il mio "attivismo" in argomento.
Ho scritto: questo è il solito vecchio modo di giudicare una donna (...) solo in base all'aspetto fisico
E lo ripeto: è una pratica orrenda e sessista che andrebbe in ogni modo soppressa.
Ma siamo sicuri che riguardi solo le donne?
Perchè io ho letto anche un articolo, ad esempio, sugli attributi dei nuotatori in Speedo, con tanto di foto di pacchi in primo piano ben ben evidenti, ma non ho sentito cori di protesta ne assistito a insurrezioni popolari. Qualche sorrisetto scaltro, tuttalpiù, una o due esperte valutazioni volumetriche.
Se avessero fotografato la patata della Pellegrini saremmo tutti in piazza coi forconi e le torce.


Vero è che la situazione comunque riguarda più le donne che gli uomini, è un dato di fatto che abbiamo vissuto e viviamo in una società ancora molto maschilista ma tanto per fare un esempio... a me piacciono gli uomini in kilt. Fatevi un giro sulla mia pagina Facebook. Mi piacciono, che devo dirvi. Pubblico ludicamente e con gran soddisfazione fotografie di questi manzi mezzi nudi con la gonna (e sotto presumibilmente niente) e non è che mi soffermi a pensare se siano professori con un dottorato in fisica quantistica o pionieri della cardiochirurgia.
Al limite, mi soffermo a contargli i muscoli addominali, se proprio devo.
E non sono sessista io in quel momento?
Non sto mercificando il corpo maschile per il mio bieco tornaconto?


E aggiungo: io faccio questo, ma se mio marito si azzarda a "likare" una foto di una gnocca in bikini mi riservo di dargli dello sporco maschio sciovinista e di incazzarmi come una pantera con lui, con quello che l'ha pubblicata, con tutti quelli che l'hanno commentata e con il signor Facebook che lo consente.
E non è doppio standard anche questo?


Quindi, venendo al sodo, tutto questo per dire che ci sono questioni e questioni, momenti e momenti.
Alcune volte si può farsi una risata - o rilustrarsi gli occhi - senza per questo minare le fondamenta stesse della dignità umana.


Resta che quel titolo fa cacare, e le dimissioni del direttore di QS ci stanno giusto bene.



venerdì 22 luglio 2016

ARIA DEPRESSA

Ieri sera mio marito mi ha detto qualcosa che mi ha lasciata di stucco.
Mi ha detto che ho sempre l'aria depressa.
Ma chi, io?
Ma davvero?
Impossibile! Io sono conosciuta per spargere gioia a piene mani attorno, sono sempre sorridente, in ufficio mi dicono che metto allegria.
Sono raramente di cattivo umore senza motivo (SPM a parte!) ma anche quando lo sono di solito cerco di sorridere lo stesso. Poi come mi basta poco per essere contenta, a volte mi basta anche poco per intristirmi, e questo è vero.

Ma insomma, ma sul serio ho l'aria depressa?
Mi sono messa a ragionarci su.


La verità è che in questo periodo non riesco a star serena.
Sono sempre preoccupata per qualcosa, arrabbiata per qualcosa, o triste per qualcosa.
In parte è dovuto al Ric, come dicevo giorni fa, e anche se devo dire che il suo comportamento sta lentamente migliorando, continua a essere fonte di tensione. Immagino che ci voglia tempo ma non sono più pessimista come due settimane fa. Cioè... non voglio dare la COLPA a Riccardo. Non lo voglio colpevolizzare per essere come è o per avere l'età che ha. Però è innegabile che abbia un impatto.


Altra parte è dovuta a un... come posso dire.
Una preoccupazione che ho circa la relazione con mio marito.
C'è un punto, una cosa, che non mi torna, che non mi fa stare serena.
Glie ne ho parlato, varie e varie volte, nel corso direi degli ultimi due anni circa - uno e mezzo via - ma purtroppo finora non sembra che io sia riuscita a fare breccia. Che sia questo? Ammetto che potrebbe, il non riuscire a trasmettere quello che penso solitamente mi mette in una disposizione
d'animo piuttosto funerea.
Poi chiaro: la sera, nel letto, accanto al marito ronfante, quando è tutto silenzio e posso sentire le mie rotelle che girano, la cosa appare più grossa di come mi sembri ora, alla luce del giorno, con un sacco di cose da fare e a cui pensare. Tuttavia la domanda è sempre quella: cosa devo fare?


Sposto di nuovo l'asticella?

mercoledì 20 luglio 2016

UN AMORE STRAORDINARIO

Sono sempre stata affascinata dall'amore in ogni sua forma, fin da bambina.
Nel periodo delle elementari, per me "amore" sigificava qualcosa che vedevo in tv e al cinema.
Ero vagamente consapevole che in tutte le storie che si rappresentavano sullo schermo prima o poi i due protagonisti sperimentavano "un qualchecosa" che inevitabilmente sfociava in un bacio appassionato o in una (casta, ai tempi) scena di sesso. 

L'amore per me era qualcosa che succedeva intanto che i due erano impegnati in altro, vuoi a inseguire una pietra verde, vuoi a combattere un Impero Galattico, vuoi a impedire che i nazisti entrassero in possesso di qualche sacra reliquia dai poteri esoterici.

Ad un certo punto, ma non saprei dire a che età di preciso, mi resi conto (credo in parte anche guardando i miei genitori che si sono sempre voluti bene) che l'amore non era semplicemente un aspetto della vita come mangire o dormire,  separato da tutto il resto, come mi era sembrato fin li, 
ma ne impregnava ogni aspetto. Ricordo come fosse oggi che pensai: "Ma se ti innamori e ti sposi, poi vivi con quella persona sempre, e quindi l'amore rimane sempre li, mentre fai tutto il resto"
Lasciando perdere l'ingenuità di quel "sempre", potevo avere 12-13 anni, questa fu una vera rivelazione per me, un colpo veramente grosso.
Credo che in quel momento gettai le basi di quella che sono oggi, emotivamente parlando, perchè in quel preciso fatidico momento diventai una romantica, e cominciai a fare sogni per il futuro.

E quello che ho sempre sognato da allora è un amore straordinario.
Niente altro: un amore straordinario.

Certo, ho sempre saputo di volere dei figli, un bel lavoro, qualche disponibilità economica per poter viaggiare, come penso più o meno tutti.
Per un certo periodo, affascinata dal femminismo, sperai in una carriera brillante e luminosa e mi dissi che potevo farcela da sola, che ero una donna forte, che non avevo bisogno di nessuno. Me la raccontavo, specie se considerate che ho conosciuto mio marito poco dopo aver compiuto 19 anni
Il centro, il fulcro, non è mai stata la carriera, ne la ricchezza.
Era un amore straordinario.

«Non voglio una cosa normale, facile e semplice. Voglio un amore doloroso, difficile, devastante, straordinario, che ti cambia la vita.» -cit

Non un amore ad ogni costo, no.
Non un amore malato o sbagliato.
Ma un amore pazzesco, inarrivabile, ineluttabile, inesorabile e fatale, strepitoso e indescrivibile.
Naturalmente nei miei sogni di tredicenne, il "lui" della situazione era esattamente questo: non un principe azzurro bellissimo, non un cavaliere coraggioso, non un intrepido agente segreto. Era uno qualunque, ma che mi amava esattamente così. Con urgenza, follemente. Passionale ai limiti della violenza. Uno che avrebbe rischiato la vita per avermi, che avrebbe pianto nel perdermi e che avrebbe fatto qualunque cosa per tenermi. Già. Proprio così. Utopico piuttosto e anzichenò!

Ora, beh, non ho più tredici anni, e nemmeno diciannove, ma non sono tanto cambiata, nell'essenza della questione. Solo mi domando cosa significhi "amore straordinario" nella vita vera.
Ah si, perchè viviamo nella vita vera, sapete? Eh, già. Che fregatura.
Uomini come quelli che sognavo, ne esistono?
C'è un angioletto sulla mia spalla destra che mi dice "ma dai, sono solo fantasie, riprenditi!" (riprenditi sassenach, dice, a dire il vero, lo stronzo, il che mi fa pensare che sia un dannato amico del giaguaro, ndP)
E un diavoletto sulla spalla sinistra che dice "se può essere sognato, può essere fatto"

E indovinate un po'? Sono d'accordo col diavolo.
Che sorpresa, eh?
Se può essere sognato, può essere fatto.
E questo significa che non si fa da se, ma bisogna farlo.
Bisogna dargli una manina, al destino... lui magari ci fa incontrare ma dopo sta a noi far diventare straordinario il resto della vita.


Naturalmente, in due.


Ma guarda! E io che pensavo di scrivere un post originale.



lunedì 23 maggio 2016

DI SCHIZZOFRENIE ESTETICHE

Allora vediamo... oggi sono in modalità filosofica.

Mi domandavo... ha senso per una donna "farsi bella"??
Mi spiego (o ci provo come al solito).
Io ho per esempio diverse amiche che si dichiarano femministe.
Soprattutto schierate contro la violenza contro le donne - e li non bisogna essere femministe per capire che le persone non si pestano ne si uccidono ne si minacciano, uomini o donne che siano - e contro il body shaming.

Ora io questo termine non lo conoscevo, perciò lo spiego per gli ignari come me: si tratterebbe della aberrante pratica di giudicare e/o discriminare e/o fare oggetto di scherno e dileggio una persona sulla base della sua stazza fisica. Dal chiamarlo "ciccione" al negargli per esempio un impiego o altro.

Io sono contro il body shaming.
E' ovvio, sia per una questione di generica giustizia, sia per una questione meramente egoistica essendo io sempre stata diciamo rotondetta (quando non proprio palesemente grassa). Io - e anche le mie amiche femministe, e anche tutte le donne che conosco o quasi se vogliamo essere precisi - siamo contro il body shaming e crediamo che una donna (anche un uomo ovviamente) vada apprezzato e considerato per ciò che è e non per ciò che appare.

Ottimo.
Quindi, ricordatemi: perchè stiamo sempre tutte a dieta?

Prendete me, giusto per dire.
Io sto con lo stesso uomo da 25 anni.
Mi ha vista più magra e più grassa di come sono ora, mi ha vista incinta, mi ha vista malata e vomitante, mi ha vista bionda, rossa, ramata, castana, liscia e riccia e tutte le possibili vie di mezzo, mi ha vista messa giù da gara per una serata in discoteca e in jeans stracciati e superga masticate per una scampagnata, mi ha vista truccata e struccata, vestita e nuda, mi ha vista in tutte le guise salse e maniere possibili ed immaginabili. Non dovrebbero essere queste le basi sulle quali si poggia il nostro amore coniugale, così come per parte mia me  ne frego se lui pesa 10 kg di più o ha qualche capello in meno. Giusto?

Quindi perchè, di grazia, perchè diavolo devo (dobbiamo) star li a farmi (farci) le seghe mentali davanti allo specchio? Io sono come sono, perchè mi devo preoccupare se ingrasso? Perchè devo mettere l'olio per far più belli i riccioli, la maglia che evidenzia di qua e nasconde di la, il mascara, che con gli occhi verdi scurire le ciglia fa tutta la differenza del mondo?

Dopotutto grasso è bello (abbasso il body shaming!!) e l'amore lo meritiamo per quello che siamo e non per come ci agghindiamo, no? Giusto?? GIUSTO?? E se non dovrei preoccuparmi di questa questione a riguardo del compagno della mia vita, meno che mai dovrei farlo in relazione ad estranei tipo la gente che incontro per strada, o i colleghi, no?

No.

Quindi qualcuno questa cosa me la spiega?
Perchè pressochè nessuna donna, nemmeno tra le femministe più radicali ed estreme, nemmeno quelle che ancora oggi brucerebbero il reggiseno in piazza (o magari gli attributi di qualche maschietto) accetterebbero di uscire brufolose e impataccate, ognuna cerca sempre di presentarsi al meglio, secondo i propri gusti. Teoricamente, non si dovrebbe no? Al rogo l'apparire! Ma invece qualunque cosa ci diciamo nella nostra testa, la verità è che l'apparire conta, eccome.

Dio che giramento di coglioni!


(per apprezzare meglio il mio livello di schizzofrenia, vi rendo noto che sono la stessa persona che ha scritto quel manifesto della gnocca che comapre alla sezione Marte Vs Venere  di questo blog)

lunedì 2 maggio 2016

mercoledì 6 aprile 2016

AMICHE SEPARATE - riflessioni sparse sul divorzio

Sapete cosa è scioccante per me?
Il casino che c'è dietro ad una separazione coniugale
Il casino pratico, intendo, non emotivo, che quello è evidente a chiunque ci spenda anche solo mezzo pensiero.

Ieri sono uscita per una mangiata jappo con due amiche, entrambe separate, una delle due sta dando inizio alla risoluzione definitiva del matrimonio, anche conosciuto come divorzio.

Come sempre, la materia del "contendere" è economica: esiste un accordo relativo al mantenimento dei figli sancito dall'atto di separazione, che ora una delle due parti vuole modificare. Inoltre c'è di mezzo la questione della vendita della casa coiniugale, al cui acquisto i due ex non hanno contribuito in maniera paritaria, e quindi ora non si trova l'accordo sulla suddivisione.

I conti sono allucinanti.
Stante che mediamente i figli stanno con la madre la maggior parte del tempo, il padre deve passare una congrua somma di danaro alla ex moglie atta a coprire metà delle spese sostenute per il sostentamento della prole. Fin qui ci siamo, e siamo tutti daccordo.
Solo che per poter definire tale "congrua somma di danaro" bisogna fare dei conteggi infiniti.
Alcune cose sono facili, che so: le utenze domestiche. prendi le bollette, fai un conticino e ci siamo. Il cibo idem, sai quanto spendi di supermercato la settimana, fai un conticino e via.
I vestiti sono già meno facili perchè devi sapere più o meno quanto hai speso negli anni precedenti, e fare una previsione onesta per quelli a seguire, che non è così agevole. Poi metti: ti separi con un figlio di 8 anni. Ma prima o poi quello ne avrà 15 e le scarpe da tennis superbasic del mercato magari non gli andranno più tanto bene bene, vorrà le Nike. O il cellulare, per dire. Quidni cosa devi fare, devi fare la spesa, tenere tutti gli scontrini, segnare tutto meticolosamente, e poi chiedere un onesto aumento dell'assegno mensile visto che le tue spese sono aumentate. E questo quando ti va bene, cioè quando sei tu che vuoi di più per giuste ragioni.

Ma che dire di quando il tuo ex vuole darti di meno?
Perchè dire: ehi, spendo 29 euro al mese di cellulare per nostro figlio, quindi  14.50 sono a carico tuo, è tutto sommato facile.

Ma ci sono spese che magari ti sfuggono, che non vedi. Che so, allunghi 5 euro oggi e 5 domani perchè il ragazzo sta fuori a mangiare un panino con gli amici dopo la scuola. Gli compri due penne. Lo foraggi per un cinema del sabato pomeriggio. Il regalino di compleanno per un amico. Queste sono tutte cose normali che ti passano sotto il naso senza che tu te ne accorga, ma se il tuo ex decide che vuole darti meno soldi, devi tenerne conto.

Quindi che fai, ti prendi un quaderno e inizi a scrivere ogni 50 centesimi che ti escono dalle tasche, perchè tu lo SAI che le spese aumentano con il crescere dei figli, ma saperlo è una cosa DIMOSTRARLO davanti a un giudice una cosa tutta diversa. Senza considerare che il giudice potrebbe decidere comunque in tuo sfavore.

Altro discorso ancora per la casa.
Questa mia amica, come del resto io ed il GG, abbiamo avuto l'aiuto dei genitori per l'acquisto della casa. Ogni famiglia in ragione delle sue possibilità e va da se che una mette di più e una di meno.
Poi la casa va intestata al 50% a ciascun coniuge, quindi "teoricamente" quello che ha messo di meno ci guadagna.
Prendete me.
I miei sono quelli che ci hanno aiutato maggiormente a livello economico. Abbiamo fatto il mutuo. Ma poi abbiamo mantenuto conti separati per ragioni pratiche e le spese maggiori le ha sempre sostenute lui, tipo che so: le ferie, le quote di iscrizione sportive dei figli, tutte le bollette ecc.... quindi come si fa a dire tu hai messo tot, io ho messo tot altro?
Non sarei mai in grado di stabilirlo!
Ad esempio: mia suocera quando il Ric era piccolo passava le settimane a casa mia a badargli quando era malato, risparmiandomi centinaia di euro di babysitter. Questo non dovrebbe essere preso in considerazione?

E poi come fai a ridurre tutto a dei numeri?

Certo lo dico ora, che non sto divorziando.
Se fossi in quella condizione, probabilmente - no, sicuramente - sarei incattivita abbestia. Le mie amiche dicono: se sei abbastanza incazzata, fai tutto, ed io penso che sia proprio vero
Oltretutto l'unico motivo che vedo per il quale potrei divorziare sarebbe che il GG mi facesse tanto ma tanto ma proprio tanto tanto incazzare, quindi...... probabilmente mi accanirei su quell'aspetto, essendo l'unico che mi resterebbe, se non altro per vendetta.

Oh si, non fate quella faccia, ho detto proprio vendetta. Altrochè se l'ho detto. Eccome.

Tuttavia credo che per portare avanti una situazione del genere ci voglia una disciplina e un rigore che non mi appartengono proprio. Ci vuole la consapevolezza che stai sacrificando qualcosa di te stessa sull'altare della giusta causa di separazione. Ci vuole rabbia, alle volte ci vuole odio.

E lo dico perchè altrimenti ci sono persone che si approfittano, che ti raggirano, che ti intortano.
Ci vuole un pelo sullo stomaco lungo un chilometro.
Ci vuole un desiderio di annientare l'altra persona che alle volte è da considerare persino "sano", perchè senza di esso non ne esci. Devi tagliare legame che esiste da 10-20, nel mio caso 25 anni. E devi tagliarlo di netto perchè la separazione è questo: oggi qui, domani da un'altra parte. E non puoi farlo, non puoi staccarti se ci sono ancora dei sentimenti, se hai dei rimpianti o dei desideri.
Devi odiare per farlo. Purtroppo devi odiare tanto.

Quello che mi spaventa non è tanto l'idea che potrei non essere in grado di sostenere una tale situazione.
Al contrario.
E' l'idea che potrei.
Se ce ne fosse motivo - e francamente ne vedo solo uno plausibile - alla fine potrei.
Questa cosa mi atterrisce.


venerdì 11 marzo 2016

MEMORIE A LUNGO TERMINE

Io non so perchè, giuro che davvero non lo so, ma in questo periodo sto rimuginando parecchio sul passato.
Bella bazza.

Ieri c'è stata un'occasione da nulla, chiacchierando con una mia amica si parlava di mariti, lei si lamentava del suo che è poco collaborativo, e a mo' di giustificazione aggiungeva "si però preferisco comunque così di quelli coi segretucci che occultano il cellulare".

Ecco basta una cosa da poco come questa per riattivare i miei neuroni mnemonici i quali non sanno mai dove cazzo sta il mio dannato cellulare, ma quanto ad avvenimenti di 3-4-5-6 anni fa sono sul pezzo come il capitano Flint abbarbicato al cannone prima dell'abbordaggio della Urca. Sti stronzi.

E così mi sovvengono episodi e conversazioni che per quanto innegabilmetne appartenenti al passato, ancora allungano le loro ossute scheletriche maledettissime ombre verso il presente. E parlo di un presente connesso soprattutto con la mia testa, con quello che succede dentro (e non fuori) di me ogni qualvolta uno sprazzo di ricordo si fa strada fino all'avanguardia, superando la masnada di blocchi psichici che mi sono imposta al fine di trattenerli nelle retovie.

Tutte metafore guerrafondaie, oggi.
Interessante.

La prima cosa che sento montare è la rabbia, immagino perchè è la prima che ho soppresso a suo tempo, per fini pratici e strategici. Una rabbia che sento radicata e profonda, per aver permesso ad una persona esterna, a qualcun "altro" di mentirmi e umiliarmi, di farmi sentire inadeguata, piccola ed inutile. Per aver abdicato a me stessa ed aver messo il mio benessere in mano ad altri.
Rabbia verso me stessa, oggi, per aver accettato giustificazioni, per aver creduto ad una buona fede molto dubbia, per non aver avuto i "coglioni" di fare allora quello che onestamente andava fatto.

Intendiamoci: non sono pentita. Assolutissimamente no.
Sono tuttora convinta che le mie scelte siano state quelle giuste e non le rinnego, anzi le abbraccio ogni giorno.

Ma quando il mio sguardo volge all'interno, quando sono sola con me stessa, quando bado solamente a quel che provo davvero nel nocciolo più profondo di me, beh, in quei momenti penso che avrei dovuto avere più coraggio. Che se lo avessi avuto probabilmente avrei sofferto meno, in un modo o nell'altro. Mi viene il pensiero di essere stata guidata dalla paura più che dal buon senso, dal dolore più che dalla coerenza. Mi sento spinta a dubitare, non delle scelte compiute (come ho detto, le riconfermo quotidianamente), ma delle motivazioni dietro di esse.
L'idea di avere (forse) agito per paura mi atterrisce, anche se il risultato è stato comunque positivo.

Ripenso alle cose che sono state dette e fatte e mi domando: ma come cazzo hai potuto sopportarlo? Ma cosa sei, una patetica donnetta lacrimosa?

Poi però penso che no, non sono una donnetta lacrimosa, e che se non lo sono oggi forse parte del merito è anche del lavoro su me stessa che quegli avvenimenti mi hanno spinta a fare. Sono cambiata in modi che in parte sono completamente nascosti, ho dovuto scendere a tremendi compromessi che non mi saerei mai immaginata di poter gestire, ho cambiato il mio approccio alla vita, ai sentimenti, alla famiglia, al matrimonio e all'amore. Sono diventata meno egocentrica, più consciamente comprensiva, ovvero: ho imparato a comprendere il mio prossimo in maniera attiva, in maniera consapevole - che è molto diverso sia dal giustificare e via, sia dal condannare e via.

Di questo sono lieta.

Tuttavia spesso mi sento ancora ferita e umiliata come allora.
Non ho percezione di quanto e come l'altra parte dell'equazione sia realmente cambiata rispetto agli atteggiamenti che ci hanno portato a suo tempo sull'orlo del baratro. Non so, nei fatti, se lo sia davvero. Sospetto però che ancora manchi una comprensione profonda di quanto avvenuto, dei sentimenti ad esso correlati, anche se devo ammettere che potrebbe essere soltanto una mia paranoia. Vero è che una ammissione di responsabilità non c'è mai veramente stata: quello che ho avuto sono state generiche giustificazioni e allusioni a quanto io fossi esagerata.

E poichè, così si dice, chi non comprende i propri errori è generalmente destinato a ripeterli, devo ammettere che non riesco più ad essere completamente tranquilla. E bisogna che io me ne faccia una ragione.

Alla faccia di "non posso mica pagare per tutta la vita".







mercoledì 24 febbraio 2016

AL MIO SEGNALE.......

Questo post partecipa alla rassegna "Seghe mentali, come farsele al meglio" iniziata qualche giorno fa col post sull'acqua.

Sentitevi liberi di scatenare l'inferno (Vedetta... eheheh)

Dunque vi racconto una breve conversazione avuta un paio di sere fa col GG, in macchina, mentre andavamo a una cena con amici. Parlavamo della giornata trascorsa come facciamo di solito, ci raccontiamo anche piccoli eventi privi di grandi significati cosmologici, così giusto per chiacchierare.

Ad un certo punto mi dice:
GG: ah sai, oggi mi ha chiamato quella mia amica che mi organizza le fiere
Puff: mmmmhhh si?
GG: si, mi ha detto "prima che mi chiami per dirmi che vuoi fare la prossima fiera ti avviso che non lavoro più per XXX" E allora ho chiesto "e cosa vai a fare?" e lei: "risorse umane, poi ti spiego".
Puff: Ah.

Ora li per li, ovviamente, è una qualsiasi conversazione tra persone che collaborano a livello professionale, niente da eccepire no?
Però io ho una certa memoria, un cervello funzionante ai limiti della paranoia (diciamolo) e una pancia che ogni tanto si mette a parlare. Altre volte urla.

Quindi le mie considerazioni sono le seguenti:

1) perchè me ne parli? questa persona non la conosco, non l'ho mai vista, l'ho sentita nominare tipo tre volte nella vita, perchè mi stai raccontando questa cosa? Va bene "piccoli eventi senza significati cosmologici" ma questo non rientra nemmeno nella categoria. Quale è il vero motivo per cui mi stai nominando così, di sfuggita, questa "amica"??

2) soffermiamoci appunto su questo termine, amica. Dunque questa persona organizza fiere. Quante fiere può fare un'azienda in un anno? Beh, dove il GG lavorava prima, ne ha fatta tipo 1 in due anni. Prima ancora, forse 2-3 l'anno, esagerando. Quindi diciamo che è qualcuno con cui parli circa questo numero di volte, diciamo 3 volte all'anno. Amica? Amica una persona con cui lavori e parli 3 volte l'anno? Qui i casi sono due, o non ci intendiamo sui termini (ma fidatevi, non è così, il GG non è uno che parla a vanvera) oppure i contatti sono maggiori di quelli dovuti alle fiere.

3) Questo nominare una persona "come per caso" quando apparentemente non c'entra niente è un filmino già visto. Era quel che capitava anni fa, con la famosa collega. Piazzata una volta qui e una li nel discorso, così senza dar troppo peso. Poi non so come dire, ma il modo, il tono, l'atteggiamento del viso, non si tratta di nulla che potrei razionalmente spiegare, ma ho avuto la netta impressione che fosse in imbarazzo. Certo, potrei sbagliarmi. Però...

4) 'sto giro la mia pancia si è messa a strillare come un'ossessa.

Ora.
Ho già probabilmente detto in altre occasioni che attualmente mio marito ed io stiamo davvero bene. Tolto un solo argomento di cui discutiamo ogni tanto, la situazione potrei definirla quasi idilliaca.
Ma proprio per questo mi trovo spiazzata e perplessa.
Davvero sto per cascarci dentro un'altra volta, a questo casino? Oppure sono solo io che sono troppo paranoica? Me le cerco? O mi trovano?

Ne ho parlato con lui, subito, ovviamente, e beh... nulla, praticamente non ha detto niente tranne "ma Puff, dai....". E' rimasto zitto e pensoso.

Boh. Se dicessi che non so cosa pensare mentirei, diciamo che sto cercando di non sapere cosa pensare per non pensare male.

Però sono incredibilmente rilassata.
Oserei dire che mi vien quasi da ridacchiare.

giovedì 18 febbraio 2016

LA COSA DELL'ACQUA



Si va bene, però questa storia dell'acqua calda e di quella fredda è una solenne fregatura no?

Adesso, a uno gli può capitare pure di mettere il ditino per errore sotto il rubinetto sbagliato, ci sta, diamine, che sarà mai! Ti curi la scottatura, un po' di olio d'oliva come diceva la nonna, al limite una spalmatina di Foille e in qualche giorno sei a posto.

'sta cosa che poi ti devi portare appresso la paura dell'acqua, e non solo di quella calda ma pure di quella fredda, è una clausola vessatoria intollerabile! Come dire cornuti e mazziati.

Questo per dire che il passato non ci abbandona mai completamente.

Certe cose possono essere metabolizzate, superate, masticate tritate e vivisezionate, puoi fartene una ragione, puoi accettarle ed andare avanti... ma dimenticare è altra cosa.

Dimenticare, o ti viene l'alzheimer, o ciccia.

Se hai vissuto in passato situazioni dolorose il rischio che non ti abbandonino mai è concreto e reale, per quanto tu faccia. Anche se ne sei uscita (o quanto meno ne sei convinta), anche se ne sei uscita a testa alta, anche se sei fiera del lavoro compiuto e del fatto che non ti sei lasciata sopraffarre, come si dice? A volte ritornano.

Ed è davvero seccante perchè quando lo fanno, non riesci più a goderti come dovresti la tua conquistata meritata stupenda acqua fresca per paura che possa farti di nuovo male.

Dopotutto è già successo no?
Ti sei già lasciata cogliere impreparata e magari non una sola volta, ingenuotta che non sei altro. Quindi chi ti dice che non possa accadere ancora? Specialmente se - diciamo così - i rubinetti sono sotto il tuo controllo soltanto parzialmente?

Questo non va decisamente bene.
Decisamente.
Come se ne esce? Idee?










mercoledì 27 gennaio 2016

I MASCHI DELLA PUFF FAMIGLIA STANNO RISCHIANDO LO STERMINIO


Nuuuuuuuuuuuu stavolta il GG l'ha fatta davvero davvero grossa.

Premessa: il Nin e il suo amichetto G. frequentano gli allenamenti di rugby e di arti circensi insieme.
Siccome siamo moooooooooooooooooolto furbe, la mamma di G ed io ci siamo accordate che, mediamente, una li porta e l'altra li riprende.

Così è da settembre che i bambini vanno e vengono insieme, il martedì, il mercoledì ed il giovedì.
Spesso me ne occupo io, a volte - specie il martedì - li va a riprendere il GG.

Ieri era appunto uno di questi martedì, ma alle 19.30 circa, con me ignara e contenta in casa a preparar la cena, il cellulare squilla, un numero sconosciuto. Stavo per non rispondere, ma fortunatamente l'ho fatto.... era una dirigente della squadra di rugby. "Ciao Puff, guarda che tuo marito ha dimenticato qui G, che sta piangendo come una fontanta"

Ahem..... COOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAA???

Panico. In 12 secondi ho pensato a milleduecento cose tutte insieme, ma al tredicesimo secondo sento la chiave girare nella toppa.

Salto su come un jumping jack e aggredisco il malcapitatissimo marito, gridando come una ossessa e rispedendolo al volo al campo a recuperare il povero bimbo sperduto; dopodichè mi volto verso il Nin con sguardo di brace e gli dico "TU! Tu hai dimenticato il tuo amico in spogliatoio, ti rendi conto??? Come hai fatto a dimenticarlo, venite via insieme tutte le volte!!!!!!"

Va bene ha solo 8 anni ma che diamine!

Il Nin pensa bene di tacere e dirigersi in cameretta a mollare borsa e mettere il pigiama (la doccia la fanno al campo grazie a tutti gli Dei) e accompagnandolo di là mi accorgo del Ric, spaparanzato sul letto con le cuffie in testa. Ehi, gli dico, ma non vai agli allenamenti? No, stasera non ho voglia.

Cosa cosa?? Tu prendi su e vai agli allenamenti altro che non ho voglia, che non butto mica i soldi per vederti sdraiato ad ascoltare musica!!! No ti-ho-detto che non-ho-voglia.

Sbuffando fuoco e fiamme dalle narici decido di lasciar perdere per non ammazzarlo e vado in cucina a finire di preparare. Di li a poco rientra il GG una volta riaccompagnato finalmente il figliol prodigo tra le braccia di sua mamma, e appena entra in cucina ha la malauguratissima ed infelicissima idea di approcciarmi con un "Eh ma comunque non è colpa mia, tu non me lo hai detto che dovevo prendere anche G. Mi dici un sacco di minchiate e poi le cose importanti non me le dici"

Madonnina santa.
Madonnina santissima
Madonnina supermegaipersantaevergine.

Li mi è partito un embolo che la metà avrebbe avanzato.
Prima di tutto, sono almeno 6 mesi che i bambini vanno e vengono insieme e tu li hai presi già varie volte
Eh ma G è due mesi che non va a rugby
Veramente è mancato solo giovedì scorso
Eh ma G va sempre via prima perchè fa la doccia a casa e non in spoglatoio
Veramente è da settembre che fa la doccia con la squadra
Eh ma ho parlato con suo papà mentre ero al campo e lui non mi ha detto niente
Evidentemente è stato così ingenuo da confidare nel tuo buon senso
Eh ma no, qui c'è un concorso di cause, se tu non me lo dici...non è colpa mia. Tu non me lo hai detto.

Li ha veramente rischiato la vita.

In tutto questo stavo scambiando wap con la mamma di G del tenore di "oh ma tuo marito? " Eh.
"E' chiaro che non può andare più a prenderli lui" Si è chiaro. "O ci sei tu o niente" Si certo.
E via di questo passo.
Una situazione che definire imbarazzante è davvero riduttivo.

Nel frattempo la pasta cuoce e ci sediamo a tavola
A tavola il discorso torna sul fatto che il Ric non è andato agli allenamenti
Il ragazzo ha un'alzata di cresta di troppo, mi risponde veramente male e io già bella incazzata, gli levo il piatto da davanti e lo spedisco in camera sua. Non ti ci voglio alla mia tavola, finchè non impari la buona educazione, ti saluto.

Dopo cena il GG riordina la cucina come di solito.
Io aiuto il Nin a dare una ripassata veloce alla lezione di geografia per oggi (come orientarsi con la stella polare e con la bussola) e poi lo invito ad andare a dormire. "Ma come, sono solo le otto e mezza!" Nin, bello di mamma, tu stasera hai diemticato il tuo amico in spogliatoio, ti consiglio di filare di la zitto e muto se non vuoi rischiare di peggio.

In tutto ciò il Nin mi è parso quello che ha capito meglio la situazione, ha accettato di buon grado la punizione ed è andato a dormire. Alle 20.31 ronfava, come prevedevo, dopotutto si era allenato un'ora e mezza

Se il GG fosse tornato e avesse detto "Che pirla sono stato, veramente, mi spiace, colpa mia, l'ho proprio scordato" o qualcosa di simile, sarebbe finita li. Voglio dire, fare una cazzata ci sta, chi sono io per pretendere la perfezione dagli altri quando io stessa non arrivo certo a tutto? Ma ci mancherebbe!

Ma questo primordiale istinto a scaricarsi le spalle dalla responsabilità delle sue azioni per caricarla sulle mie no, non posso veramente più accettarlo ne tollerarlo. Troppe volte in passato ho portato pesi non miei, mi spiace dirlo, so che non c'entra niente con quello che è successo ieri sera, ma non posso fare finta che non mi venga in mente un pensiero del genere. Troppe volte in passato. Ora non riesco più a farmelo andare bene.


















mercoledì 20 gennaio 2016

BEL BA-DA-BUM

Dunque ieri mattina il GG stava radendosi nello splendore del suo petto nudo (!) davanti allo specchio del bagno (solo io trovo sexy un uomo che si fa la barba?) e io gli stavo dicendo non-so-piu-cosa.
Lui mi rispondeva e mi guardava, ma senza occhiali.
- Puff - mi dice - io ti guardo ma mica ti sto vedendo tanto bene........
- Oh, non ti preoccupare - rispondo - tanto son poi sempre uguale...

BUM.
BA-DA-BUM-BUM-BUM
Proprio un bel BA-DA-BUM

Ocio che arriva l'elucubrazione del martedì mattina alle 7:30 (vi avevo ben avvisati

Come sarebbe a dire "io sono sempre uguale"??
Che diamine dell'accidentaccio boia vorrebbe significare?
No no, non ci siamo.
Non voglio essere sempre uguale! Ma ci mancherebbe altro!
Ma che scherziamo?
Rinnovamento ci vuole nei rapporti, novità, ci vogliono le bollicine (nel senso del frizzante)!!!

Propio io, poi, che giusto un paio di giorni prima mi ero lasciata andare ad un pippone allucinante (e anche un po' scortese) proprio sull'argomento "rinnovarsi, annessi e connessi, in ogni ambito" davanti ad un GG un filo perplesso ed alquanto attonito... proprio io me ne esco con una cosa di questo genere?

Eh no Puffola hai toppato.
Stavolta devi proprio ammetterlo, hai toppato alla grande.

Che poi si dice... il matrimonio uccide la spontaneità, la passione... quante volte si sentono queste trite e ritrite baggianate?  No, io dico che è la pigrizia la tomba dell'amore, non il matrimonio.
La pigrizia (che diventa routine) è il principio di ogni male!

Quindi, ok.
Mi voglio rinnovare.
Essere nuova, diversa.
Essere interessante e non scontata

Essere sempre in divenire
Benissimo, perfetto.
Si accettano consigli.
Anche fuori di testa (anzi specialmente quelli)

A voi.




giovedì 7 gennaio 2016

DI COMPLETI IMBECILLI.





Ho trovato ieri questa vignetta su FB.

La trovo uno dei peggiori esempi di idiozia maschilista, di beceritudine, di cretina superficialità su cui io abbia mai dovuto posare gli occhi. E' a dire poco insultante.

Io mi sento profondamente offesa, come donna ma anche in prima persona, proprio come Andretta, dal fatto che esistano al mondo ancora persone che si beano di pensare e diffondere una tale dose di consapevole imbecillità.

Innanzitutto, mio caro deficiente, sappi che esistono al mondo matrimoni che funzionano.

Secondo, mio bel coglioncello, ci sono persone che divorziano a costo di grandi sofferenze emotive e sintetizzare quello che magari è un percorso di anni di dolore in quattro disegnini del cazzo infarciti di inutili e anacronistici luoghi comuni meriterebbe la galera.

Terzo, o mio carissimo essere umano dotato chiaramente di organi genitali esterni, la medesima illuminata ironia si potrebbe tranquillamente utilizzare al contrario, raccontando di tutti quei tuoi degnissimi pari che si trombano tutti i buchi che gli si parano davanti  accusando poi la moglie che si prende cura della casa e della famiglia in tuta da ginnastica e non in negligé alla Jenna Jameson... uccidendo così l'interesse carnale dei poveri mariti trascurati

Quarto, e forse più importante, o sommo imbecille, ci sono persone, uomini e donne, che combattono e lottano con le unghie e coi denti per far funzionare le cose a dovere, ci sono persone che profondono impegno e cura nella relazione di coppia anche a costo di fatica e compromessi, ci sono persone per le quali concetti come devozione, fedeltà, amore hanno ancora non "un" ma "il" significato più importante della vita.

Colpevolizzare sempre e solo una parte della coppia non solo è sbagliato ma è stupido, e presuppone un intelletto da mitile, una consapevolezza da proteo e una dose di presunzione da leone alfa, sono certa del tutto immotivata data la chiara pochezza di attributi.

Che la parte colpevolizzata poi sia il solito trito cliché della moglie acida che si fa bellamente gli affari propri mentre il povero marito vessato si occupa di tutto aggiunge solo il sale del maschilismo a questa minestra già rancida e marcia. Per non parlare dell'altrettanto rozzo e beota clichè altrettanto abusato della stronza divorziata che si arricchisce con gli alimenti del povero cornuto innocente. Ho varie amiche divorziate con figli e nessuna di esse naviga nell'oro. E vi rendo noto, cari maschi minorati, che i soldi non li date alla vostra ex moglie, ma ai vostri figli. O forse vorreste liberarvi anche di loro?

In poche parole, mi fai abbastanza schifo, o indegno vignettaro, e chiudo con la medesima esortazione che ho usato commentando la foto in Facebook: vergognati, imbecille.




*questo post si trova identico anche sull'Arcobeleno




lunedì 14 dicembre 2015

DI REGALI - solito post-delirio sui regali del GG :-)

Mancano 10 giorni al Natale, e come tutti gli anni in occasione di qualche ricorrenza, parte il delirio del mio regalo.

Ora.

Quest'anno il GG ed io avevamo deciso di regalarci la TV nuova, quindi niente altro vista già l'importanza della cosa, ma com'è come non è io compio gli anni il 20 dicembre e quindi un regalino lui me lo fa comunque (anche se io non volevo)

Qualche tempo fa mi dice "ah! ho trovato il tuo regalo di compleanno. Preso. Però devi promettermi che lo usi"

Io che conosco il mio pollo cerco di dargli il meno corda possibile - perchè la tendenza a tirarmi matta per settimane disseminando le conversazioni di indizi anche falsi al solo scopo di fuorviarmi fa parte integrante del processo di regalizzazione - ma lui (bastard inside) non demorde.

Questa cosa del "devi promettermi che lo usi" è diventata un po' un tormentonte, finchè gli ho chiesto "ma scusa mi hai comprato una cosa che non sei sicuro che userò???" E lui: "in effetti è dubbia la cosa".

Ma allora, scusa, perchè me l'hai preso se non sei sicuro?
Ehhhh perchè lo sai come fai tu... quando l'hai visto hai fatto "ooohhhahahhhhhao loooo vooogliooooooo" con gli occhi tutti a cuoricino, e così..... e poi comunque è una cosa figa, una cosa che ti bullerai di avere.
Eh addirittura una roba da bullarmi???
Al che interviene il Ric il quale trascina suo padre in sala per avere la succosa notizia in anteprima
Sento un "minchia!" dall'altra stanza e il giovinotto torna ridendo in cucina dicendo che si, è proprio una roba da bullarsi, e che se non la uso io no problem la usa (e si bulla) lui. Addirittura potrebbe bullarcisi persino il Nin, volendo.

Questo un po' mi tranquillizza... se è qualcosa che va bene a tutti verrà sicuramente ammortizzata.

Anche se....... potrebbe tranquillamente essere un braccialetto e lui aver coinvolto il Ric per farmi credere chissà che cosa!

Insomma mi appresto ad attendere questi altri 6 giorni, quando ieri il discorso salta fuori davanti ad una amica. L'amica si apparta platonicamente col GG per avere anche lei la notizia in anteprima... solo che la reazione è stata diversa da quella del Ric....  L'ha guardato come se fosse un lumacotto di quelli rossi senza guscio e gli ha detto "ma daiiii!" poi è tornata da me e mi ha detto che se suo marito le regalasse una roba così glie la tirerebbe dietro.

Ora. Considerando che è stata (o stato) acquistata su Amazon e che normalmente mio marito fa regali a sfondo tecnologico........... cosa diavolo potrebbe essere?????



martedì 3 novembre 2015

LEZIONI DI SESSO

In ufficio da me sono una tra le più vecchie.
Sia come età, sia come anzianità di servizio, essendo arrivata nel 2001 quando l'azienda esisteva da solo sei mesi.


Al momento svolgo la mia preziosa opera professionale (!) in un reparto composto da ragazzi e ragazze che hanno tutti almeno una decina d'anni meno di me, nessuno sposato, nessuno con figli.


Appena la responsabile esce, vi lascio immaginare il tenore della conversazione tra i 5 maschioni alfa dell'ufficio.


La cosa buffa è che alcuni dei miei attuali colleghi li ho assunti io nel mio periodo "responsabile del personale" (in 15 anni ho fatto di tutto qui dentro tranne la contabilità e le pulizie!) e un po' questo un po' che sono più vecchietta, ogni tanto quando proprio sforano di brutto coi concetti e il linguaggio, saettano occhiate nella mia direzione con aria colpevole, come se fossi la maestra che sta per bacchettarli sulle dita. "oh, ragazzi, occhio che la Puffola ci ascolta!"


Scherzano, ovviamente, ma solo al 98%.....


Insomma com'è come non è ieri l'argomento era il solito, parlavano di non so più quale collega che secondo loro "è una che si fa legare" e robe del genere quando non mi ricordo per qual ragione sono intervenuta nella conversazione e ho inopinatamente dichiarato di essere monogama da quasi 25 anni.


E qui ho scatenato nell'ordine:
- ohhh e aaahhh di sorpresa
- occhi buttati all'indietro
- bava alla bocca
- convulsioni e crisi epilettiche
- un brutto caso di alluce valgo
- due rush cutanei pruriginosi
- alopecia e piorrea fulminanti.


Dopo vari sguardi allucinati della serie "ma come cazzo fai" e una domanda molto precisa del tipo "ma tu proprio... mai mai mai??" ho ancor più inopinatamente fatto presente agli sbarbati presenti che quando si sta con la stessa persona per tanto tempo, un po' di fantasia è d'obbligo, per mantenere vivace il rapporto che altrimenti dopo tanti anni... diventa du' palle!


Bum. E' stata la fine.
Sono comparsi fogli e matite per appunti e sguardi intenti ed interessati pronti a cogliere l'illuminato insegnamento della MILF. Sono stata salvata dalla campanella (responsabile rientrato) dal rivelare tutti i miei segreti di natura erotica, ma uno dei colleghi ci ha tenuto a specificare che mi avrebbero aspettato al varco oggi... che preparassi la lezione.



mercoledì 1 aprile 2015

RIVALUTAZIONE DI CHRISTIAN GRAY

Il film, premetto, non l'ho visto.
Mi riservo di farlo nel buio della mia alcova ad due piazze che, voglio dire......... capito no? ;-)
Naturalmente, quando sarà legalmente disponibile online.


Ma ho avuto una rivelazione, un'epifania, un bimbumbam esplosivo nel cervello riguardo al motivo del successo del signor Cinquantasfumatureditenebra.


Mica è per il sesso!
Io pensavo di si all'inizio, e magari è anche così in parte, ma non è mica li il punto della dibattuta questione. Che voglio dire, OK, le prime scene erotiche magari sono anche eccitanti, ma dopo le prime seicentoventidue, insomma... è poi sempre il solito avanti-e-indietro di cui conosciamo tutti i risvolti.


Va bene, Christian Gray è uno che scopa come si deve.
Ce ne saranno quanti al mondo? 500 milioni? E che sarà mai.
Certo magari non tutte abbiamo nel letto uno di quei 500 milioni, e certo i signori maschietti invece che storcere il naso avrebbero potuto come dire... cogliere qualche vago suggerimento (e torniamo qui) ma quella è poi un'altra questione rispetto alla trattazione odierna.


No, il successo mondiale del nostro Chris non è dovuto al sesso o almeno non solo a quello.

E' la devozione. 
Ed il bisogno.

Le 50 Sfumature non sono la storia di come questo superfigo supersexy superricco supertutto prende una donna innocente e se la tromba in tutti i modi leciti ed illeciti.
No no.


E' la storia di come un uomo con un sacco di problemi emotivi va contro la sua stessa natura per un amore che nemmeno voleva ma al quale non riesce a rinunciare.


Ecco qui.
E' questo il punto.
Che poi questo signore faccia sesso divinamente con una media di 4-5 botte al giorno, che dire....che sappia sempre esattamente cosa fare e quando farlo è fantascienza se non paranormale, ma ehi, è un romanzo, se crediamo ai vampiri e agli alieni......


Ma la devozione, oh, la devozione del povero Christian Sfumato per la sua innamorata, quella ha un che di mistico, di etereo, di assolutamente divino e paradisiaco. E' quello che ogni bambina sogna quando sogna il principe azzurro, è quello che ci immaginiamo debba succedere a Cenerentola dopo la prova della scarpetta. Un uomo talmente innamorato da pensare a noi prima di qualunque cosa, da fare di noi la prima priorità della sua vita, che piega alle nostre esigenze tutto il suo mondo, che non ha occhi (e mani, e bocca e ... altro...) che per noi.... ah! quello si che è mortalmente erotico.


Altro che bondage.


martedì 31 marzo 2015

INFEDELTA' VIRTUALI????



Beh, che dire.
Certe volte ti trovi in situazioni nelle quali mai avresti pensato.
Come quando da studente diventi insegnante e guardi la classe dall'altro lato della cattedra.


La moglie di uno dei compagni della IIIB (uno di questi) si è convinta che io vada a letto con suo marito, e sta facendo un putiferio.


Ora, è scontato ma lo dico chiaro e tondo: io NON vado a letto con lui.
E' simpatico, è carino, è una sagomaccia che ci fa scompisciare tutti dalle risate.... ma da qui a trombarci, voglio dire................... ne corre.


La materia del contendere sono - e qui l'ironia non ha veramente confini- una serie di messaggi scambiati in whattsapp che la moglie ha letto di nascosto. Ora, bisogna essere onesti ed ammettere che si, qualche doppio senso c'era. Pure triplo, diciamo. Ma erano tutti messaggi scambiati nel gruppo che abbiamo creato con gli ex compagni, quindi "in pubblico" non in privato tra me e lui. E non eravamo certamente io e lui gli unici a scambiare battutacce a sfondo equivoco.




Siamo tutti adulti e vaccinati, sani 44enni goliardici, e che? Non si può scherzare sul sesso? Ma ci mancherebbe!


Ma si è sempre e solo trattato appunto di questo, battute, e secondo me la cosa era talmente evidente da essere persino superfluo sottolinearlo.


C'è da aggiungere che il nostro amico, per sua stessa ammissione, non è quel che si definirebbe uno stinco di santo dal punto di vista della fedeltà coniugale. Suppongo perciò che questa sia un'aggravante dal punto di vista di lei , e che sua moglie sia - ragionevolmente e giustamente - li con le orecchie dritte e i sensi all'erta.


E qui, mentre suppongo, mi fotto da sola.
Perché la verità è che mi spiace moltissimo per lui, ma mi sento piuttosto solidale con lei.


E l'esserlo mi provoca anche qualche grattacapo di natura etica, a essere onesta.


Quanto al mio amico, il suo modo di vedere tutta la questione è abbastanza tipico.
Si sente tranquillo perché lui "non ha fatto niente di male" - intendendo con ciò che non mi ha portata a letto. E non accetta le attenuanti x la moglie che io stessa ho proposto, ricordandogli che ci sono ferite che difficilmente guariscono, rispondendo che "si, ho sbagliato in passato, ma non posso mica pagare per tutta la vita".


Vi devo spiegare che queste due frasi mi hanno fatto diventare ancora più solidale con questa donna di cui non conosco nemmeno il nome? Ditemi., queste parole non pare anche a voi di averle già sentite?


Mi viene il sospetto che siano marchiate a fuoco nella mente maschile, che si sviluppino come naturale conseguenza del cromosoma Y. E che noi signore con due X e un cervello funzionante non possiamo farci proprio niente.


Mi consolo (?)


Per quanto mi riguarda, stare "dall'altra parte" del messaggio di whattsapp non mi piace molto. Certo è stato tutto molto divertente, e se non ci fosse stato questo brutto inconveniente probabilmente continuerebbe ad esserlo.  Un dubbio sul fatto che non fosse opportuno scherzare tra noi in maniera esplicita onestamente non ha sfiorato nessuno di noi. L'ha detta giusta la Sa., ieri, quando abbiamo saputo del problema: siamo andati un po' sopra le righe, non ci abbiamo pensato, ma senza l'intenzione di offendere nessuno. Ne tantomeno di mettere in pratica alcunché.


Ad ogni modo, mentre ieri era arrabbiatissimo per essere stato spiato, oggi il nostro buon amico sembra abbastanza tranquillo, e piuttosto deciso a riconquistarsi la moglie.


Speriamo davvero!




venerdì 6 marzo 2015

IL QUAQUARAQUA' ITALIANO MEDIO

Prendo spunto da qualcosa che ho letto su FB.


A dire il vero, quel "qualcosa" era un po' più duro di quello di cui voglio ragionare oggi.
Si trattava di uno scritto di una donna che avendo fatto sesso consenziente con un tizio appena conosciuto nello stanzino di un pub, si ritrovava a essere chiamata puttana perché non solo le era piaciuto (anatema!) ma in più non le interessava nemmeno essere richiamata o avere una "storia" con questo tipo, ma solo farci sesso (doppio anatema carpiato).


Io non arrivo così in la... non oggi :-)


Io oggi voglio ragionare dell' homo sexualis italico medio, anche detto quaquaraquà.


Dunque nel nostro giro di amicizie non c'è una persona che sia una, e dico una, che sia soddisfatta della propria vita sessuale.
Il GG mi racconta il caso limite di un amico il quale sembra trombi tipo una volta al mese quando gli dice molto bene, e dichiara che tutti i suoi amici che abitano al suo paesello sono messi così o peggio.
Questo corrisponde allo stereotipo della donna col mal di testa perenne e del maschio ingrifato e deluso.


Ma appunto, questo è uno stereotipo.


Tutti i maschi che conoscono parlano bla bla bla di quanto sono forti e potenti e vogliosi  e di quanto le donne siano stronze e frigide, e che "te la fanno annusare" una volta ogni tanto come se fosse un favore. E si scambiano filmini e immagini che voi umani.... come dire... potete immaginare solo se siete maschi e li avete visti o se siete le donne ritratte seminude ed in improbabili posizioni in quelle medesime fotografie.


Siamo d'accordo fin qui che questo è ciò che accade?


Bene.


Da qui partono due generi di considerazioni.


La prima, in realtà è semplicemente una domanda.
Ma cari uomini. Ma se trombare genericamente porta godimento, ma le vostre donne non mostrano di interessarsi all'argomento... ma benedetti signori miei, ma una domandina non vogliamo farcela??
Cioè spieghiamolo con un esempio.
I bignè sono buoni, no? bene, se una persona non ha voglia di un bignè due sono i casi: o ha un forte mal di stomaco, il che può accadere una volta ogni tanto, oppure....... in fondo il pasticcere non è poi così bravo come gli piace credere (o far credere).
Capito la metafora?
Dai è facile.
Fatevi una cazzo di domanda.




La seconda considerazione è più complessa e mi torna difficile trattarne in modo delicato.
Ci provo.
Dunque nonostante la gran prosopopea dei maschi medi (bella parola, prosopopea, eh? la usava tanto la mia nonna...) i risultati delle mie ricerche in argomento dicono che quando mettete un homo sexualis italico medio accanto a una donna a cui, vivaddio, il sesso piace davvero, il nostro quaquaraquà  non sa più che fare.


Cioè, dovrebbe sfregarsi le mani, no?
Che culo, tutti i miei amici frustrati e io con una valchiria nel letto.....
E invece, no.


Schiere di uomini con la bolla al naso che si ammazzano di Play col calzino bucato e la bava alla bocca che voglio dire, farebbero calare la libido alla povera Moana, nominandola da viva.
Schiere di maschi che si attaccano ad altro, dalle serie tv al tablet, che leggono giocano, chattano fanno brigano e disfano, che si mettono nel letto e dopo un'ora di farsi i cazzi propri gli cala la palpebra e tanti saluti.
Schiere che dicono "tu chiedi e ti sarà dato" ma che mai una volta danno quando gli viene chiesto.


(però il giorno dopo magari si tirano un raspone sotto la doccia mattutina e disquisiscono con gli amici di cameriere senza mutande chinate a pulire il parquet con lo spazzolino da denti)


Uomini cui, tristemente e semplicemente, cala il desiderio reale.
E perché gli cala il desiderio?
Mah vuoi la routine, vuoi l'abitudine, vuoi che magari hanno la stessa faccia nel letto da 20 anni...


Comprensibile, mica no.


Ma anche li, ci sono donne che si adoperano.
Ne conosco, anche personalmente e non una sola, che si sono messe in gioco parecchio per ovviare all'inconveniente routine, anche con fatica perché magari intimorite o timorose.
Donne che acquistano lingerie che ai loro maschi non interessa (salvo poi sbavare sulle foto di cui sopra) o giochini che restano muffiti in un cassetto, per esempio.


E guai a parlarne, perché il maschio italicus medio si trasforma immediatamente in un galletto incazzato sentendosi punto sul vivo della propria indiscutibile virilità.... Cosa? Mi stai dicendo che non sei soddisfatta? che non ti faccio sentire desiderata? con un piglio da pugile incazzato manco fosse colpa tua.


Cari uomini.
Non si può stare senza di voi, ma anche stare con voi non è una passeggiata.
Siamo donne vere, reali, carne e sangue, non foto bidimensionali.
Abbiamo il mal di testa ogni tanto, come voi, ma se i mal di testa diventano troppi, o ci portate a fare una tac, o vi date una bella regolata.


Il sesso è una priorità.
L'ho detto tante volte e lo dico anche oggi.
Lo è, deve esserlo.
E' in fondo l'unica cosa che davvero contraddistingue il rapporto tra compagni di vita da qualunque altro tipo di rapporto (questa perla è del GG).
Quindi perché trattarlo come l'ultimo dei pensieri, dopo la Play, dopo Lost, dopo la chat con gli amici e due capitoli del vostro libro serale, sempre che non venga sonno?


Il desiderio va accudito, coccolato accresciuto.
Ancora pensate che debba "accadere da se"?
Non ci sono ancora abbastanza coppie divorziate perché si capisca che da se, nn accade bel cazzo di niente?
Mangi troppo o bevi troppo e quindi non hai voglia di trombare?
No! Hai da trombare, quindi a tavola ti contieni al fine di essere in forma quando è ora.
E' questione di ribaltare le cose.


Certo in lingerie provocante non facciamo lo stesso effetto delle modelle chinate di cui vi beate.
Ma ehi! magari vi abbiamo partorito un figlio, o magari più di uno. Magari abbiamo avuto una giornata pesante perché abbiamo un lavoro vero, non stiamo in posa tutto il giorno con la crestina da cameriera in testa e niente altro addosso.  Magari prima del vostro rientro abbiamo fatto la lavatrice e i piatti, abbiamo corretto compiti, somministrato medicine, ascoltato lezioni di storia e recuperato un paio di figli in palestra.


Ma guarda un po'... alla sera siamo li per voi, a metterci la nostra bella lingerie di cui non frega a nessuno e a proporre "esperimenti" che non verranno mai messi in pratica.


E' triste, e non solo.
E' umiliante.


E poi vi stupite se ci piacciono le 50 sfumature!