Come al solito la fine dell'anno scolastico mi coglie mentre sto facendo altre cose.
Non mi rendo conto che tra una settimana sarà tutto finito.
Gli impegni di Rugby volgono al termine, abbiamo ancora qualche allenamento ma i tornei sono finiti. La scuola di Circo ferve di prove e allenamenti supplementari e tra una decina di giorni vedremo i risultati di tanto sforzo. La Festa del Fuoco è in corso di svolgimento, e ieri ho perfezionato l'iscrizione del Nin all' Oratorio Feriale e quindi direi che siamo a buon punto.
Sono sempre molto felice quando la scuola termina, manco ci andassi io, perchè è un po' come essere io stessa in vacanza. La mattina più calma, il pomeriggio più tempo a disposizione prima di dover correre a prendere il Nin. Significa fare un po' di step, preparare una cena decente, spolverare. Dici poco. Quest'anno però non sono entusiasta come al solito perchè mi si prospettano vacanze pesanti. Con le defaillances scolastiche del Ric passerò l'estate a dirgli studia studia studia, non esci non esci non esci.
Perchè sono giunta alla conclusione che una punizione ci vuole, al di la di tutto, un bel castigo vecchio stile, toh, hai fatto il pirla mo' beccati questa. Lo detesto, è chiaro a tutti si? Detesto essere così. Il GG ed io stiamo preparando una "strategia" per l'estate, il Ric sa che deve attendere a breve nostre notizie. L'idea è che manterrà gli impegni oratoriali presi, ma una volta finita la giornata (attorno alle 17.30) a casa, e se ne riparla la mattina successiva. Niente cazzeggio serale salvo turni particolari di "servizio". Fa i compiti delle vacanze. Alla fine dell'oratorio andrà insieme a suo fratello da mia mamma, e studierà per gli esami di settembre.
Che anche li.. se lo bocciassero sarei quasi più contenta.
Un segnale bello deciso e meno sbattimento per tutti.
Gli recupero un lavoretto estivo (tipo pulire i pavimenti dell'officina di proprietà di un amico, qualcosa di fisico, faticoso e possibilmente assai poco "dignitoso") così impara cosa significa lavorare e cosa studiare, e tanti saluti. Eh. Ma non andrà così. Male, ma non abbastanza male da poter essere davvero incisiva.
Per me, potrei anche tenerlo chiuso in casa tre mesi per quanto sono incazzata.
Ma c'è da dire che devo ragionare in prospettiva. Ora che la morosa è partita (oh yes) sta finalmente recuperando, pare, un po' i rapporti con gli amici che aveva lasciato da parte per stare con lei, e onestamente privarlo totalmente di questo mi pare più controproducente che educativo. Inoltre dice giustamente il GG a esagerare si rischia di ottenere l'effetto contrario, che poi combina qualche cazzata per "liberarsi"
Quindi la cosa è delicata e soprattutto ancora in divenire.
Di sicuro verrà al mare con noi una settimana di giugno, senza libri, ma altrettanto sicuramente le due settimane in cui andremo di nuovo via a fine agosto le passa qui, con una delle nonne, a studiare.
Il Nin da parte sua non vede l'ora di poter chiudere quaderni e cartella nell'armadio.
Faniente che abbiamo già due libri delle vacanze... fare i compiti all'oratorio in compagnia dei suoi amici è più agevole e meno noioso. Senza contare che arriva a metà luglio già parecchio avanti, quindi che ben venga. Quest'anno farà il laboratorio di calcio, il pomeriggio, ed una mattina la settimana il laboratorio di Circo, è stata ingaggiata dall' Oratorio Feriale proprio la maestra che lo allena d'inverno quindi tutto grasso che cola.
Riuscissi a rilassarmi un attimino, non sarebbe male.
martedì 31 maggio 2016
lunedì 30 maggio 2016
ELOGIO DEL SAGITTARIO CON PICCOLO MISTERO.
Premessa numero 1:
Luna Lovegood: per sfortuna ho perso tutte le mie cose, e siccome è l'ultima sera ho veramente bisogno di ritrovarle.
Harry Potter: ma è terribile!
LL: oh no, è divertente.
HP: vuoi una mano a cercarle?
LL: oh no grazie. Mia mamma diceva: Le cose che perdiamo trovano sempre il modo di tornare da noi... anche se non sempre come ce le aspettiamo.
Premessa numero 2
Quanti Sagittario (io) sono necessari per cambiare una lampadina?
Oggi è una splendida giornata di sole, c’è bel tempo, abbiamo tutta la vita davanti e voi vi preoccupate per una stupida lampadina?
Quanti Vergine (mia mamma) sono necessari per cambiare una lampadina?
Allora, vediamo: uno per preparare la lampadina, un altro per prendere nota di quando la lampadina si è fulminata e della data in cui fu acquistata, un altro per decidere di chi è la colpa se la lampadina si è bruciata, altri dieci per ripulire la casa mentre gli altri cambiano la lampadina.
(per gi altri segni, qui)
Svolgimento:
IL MISTERO
Qualche giorno fa mi sono accorta di non avere più la tesserina dell'ASL nel portafogli. Siccome il mio è portafogli è fighissimo ma un po' scomodo, ho immaginato che fosse scivolata fuori senza che io me ne accorgessi e l'ho data per persa. Preoccupata? Chi, io? Raga ci sono cose più importanti al mondo, me ne preoccuperò quando sarà il momento. Ho dato la tesserina del Nin in farmacia in questi ultimi giorni per segnare il codice fiscale e scaricare gli scontrini, e ciao.
Trenta secondi fa, qui in ufficio, arriva una mia collega e mi riconsegna la mia tesserina.Oibò! Mi sarà scivolata alla macchinatta del caffè, penso io.
E invece no.
L'ho dimenticata alla farmacia sotto l'ufficio.
La collega mi ha spiegato che il farmacista glie l'ha data, chiedendole di riportarmela
Ora. Chi sono è scritto sulla tessera.
Dove lavoro invece no, ma ammettiamo pure che sia superscrupoloso (e supergentile) e mi abbia cercata in Facebook, dove è scritto.
Ma come diavolo ha fatto a collegare me e la mia collega?
Mi sono scervellata su questa domanda e non mi viene in mente come possa aver fatto perchè ne io ne lei abbiamo mai intrattenuto conversazioni col farmacista, non siamo mai entrate in farmacia insieme e nessuna di noi due ha mai detto dove lavoriamo.
Lo spettro di Orwell si aggira tra noi!
L'ELOGIO DEL SAGITTARIO
Se una cosa del genere fosse capitata a mia mamma, una "vergine che raddrizza i quadri", 15 millesimi di secondi dopo averi visto che le mancava la tessera nel portafogli, aveva già fatto denuncia, girato tutti i negozi frequentati nel corso degli ultimi sei mesi, dragato il fiume, allertato l'ASL, la Protezione Civile, i Carabinieri, la Cia e la Nasa. Una volta ritrovata la tesserina, ne avrebbe naturalmente avuta un'altra nuova di zecca già nel portadocumenti. Avrebbe quindi nuovamente allertato l'ASL, la Protezione Civile, la Cia, la Nasa e i Carabinieri per avvisare tutti che la stava per distruggere. L'avrebbe poi disintegrata a livello molecolare e gettata via in 3 diversi cassonetti, sia mai che qualcuno potesse risalire ai suoi dati.
Io ho aspettato.
E lei è tornata da me, come diceva la signora Lovegood.
E ora ditemi che essere Sagittario non è una figata!
Luna Lovegood: per sfortuna ho perso tutte le mie cose, e siccome è l'ultima sera ho veramente bisogno di ritrovarle.
Harry Potter: ma è terribile!
LL: oh no, è divertente.
HP: vuoi una mano a cercarle?
LL: oh no grazie. Mia mamma diceva: Le cose che perdiamo trovano sempre il modo di tornare da noi... anche se non sempre come ce le aspettiamo.
Premessa numero 2
Quanti Sagittario (io) sono necessari per cambiare una lampadina?
Oggi è una splendida giornata di sole, c’è bel tempo, abbiamo tutta la vita davanti e voi vi preoccupate per una stupida lampadina?
Quanti Vergine (mia mamma) sono necessari per cambiare una lampadina?
Allora, vediamo: uno per preparare la lampadina, un altro per prendere nota di quando la lampadina si è fulminata e della data in cui fu acquistata, un altro per decidere di chi è la colpa se la lampadina si è bruciata, altri dieci per ripulire la casa mentre gli altri cambiano la lampadina.
(per gi altri segni, qui)
Svolgimento:
IL MISTERO
Qualche giorno fa mi sono accorta di non avere più la tesserina dell'ASL nel portafogli. Siccome il mio è portafogli è fighissimo ma un po' scomodo, ho immaginato che fosse scivolata fuori senza che io me ne accorgessi e l'ho data per persa. Preoccupata? Chi, io? Raga ci sono cose più importanti al mondo, me ne preoccuperò quando sarà il momento. Ho dato la tesserina del Nin in farmacia in questi ultimi giorni per segnare il codice fiscale e scaricare gli scontrini, e ciao.
Trenta secondi fa, qui in ufficio, arriva una mia collega e mi riconsegna la mia tesserina.Oibò! Mi sarà scivolata alla macchinatta del caffè, penso io.
E invece no.
L'ho dimenticata alla farmacia sotto l'ufficio.
La collega mi ha spiegato che il farmacista glie l'ha data, chiedendole di riportarmela
Ora. Chi sono è scritto sulla tessera.
Dove lavoro invece no, ma ammettiamo pure che sia superscrupoloso (e supergentile) e mi abbia cercata in Facebook, dove è scritto.
Ma come diavolo ha fatto a collegare me e la mia collega?
Mi sono scervellata su questa domanda e non mi viene in mente come possa aver fatto perchè ne io ne lei abbiamo mai intrattenuto conversazioni col farmacista, non siamo mai entrate in farmacia insieme e nessuna di noi due ha mai detto dove lavoriamo.
Lo spettro di Orwell si aggira tra noi!
L'ELOGIO DEL SAGITTARIO
Se una cosa del genere fosse capitata a mia mamma, una "vergine che raddrizza i quadri", 15 millesimi di secondi dopo averi visto che le mancava la tessera nel portafogli, aveva già fatto denuncia, girato tutti i negozi frequentati nel corso degli ultimi sei mesi, dragato il fiume, allertato l'ASL, la Protezione Civile, i Carabinieri, la Cia e la Nasa. Una volta ritrovata la tesserina, ne avrebbe naturalmente avuta un'altra nuova di zecca già nel portadocumenti. Avrebbe quindi nuovamente allertato l'ASL, la Protezione Civile, la Cia, la Nasa e i Carabinieri per avvisare tutti che la stava per distruggere. L'avrebbe poi disintegrata a livello molecolare e gettata via in 3 diversi cassonetti, sia mai che qualcuno potesse risalire ai suoi dati.
Io ho aspettato.
E lei è tornata da me, come diceva la signora Lovegood.
E ora ditemi che essere Sagittario non è una figata!
giovedì 26 maggio 2016
AMORE SESSO, SESSO, SESSO, SONO UN AFFAMAAAAAAATO....
Apriamo un dibattito.
Sapete che ho sempre basi reali per questo tipo di seghe mentali, essendo confidente per varie ragioni di molte persone, uomini e donne, e partecipando a vari gruppi di discussione, ma consideriamo questo semplicemente un post teorico-filosofico, OK?
Allora mi chiedevo... è possible secondo voi migliorare la vita intima di una coppia?
E come?
Mi spiego. Mettiamo il caso di una coppia in cui fatte salve tutte le altre caratteristiche (si amano, vanno daccordo, non hanno grossi problemi economici o altro ecc....) il sesso langue un po'. Lui lavora tanto, lei è incasinata coi figli. Arrivano a sera stanchi. Si accoccolano sul divano e si addormentano. Vita normale. Vanno a letto e niente, la voglia non sale e l'ormone russa. Si tromba poco.
Io che sono sempre per il dialogo a tutti i costi mi chiedo... ma in questo caso, è produttivo? L'argomento è delicato e si sa che per fare bene l'amore bisogna essere rilassati e a proprio agio. Quindi tirare fuori il carico da 11 non potrebbe minare la serenità di uno dei due o entrambi peggiorando la situazione?
Io per esempio, se mi dicessero che non va bene come faccio, mi monterebbe un'ansia che levati. Sarebbe finita.
Mi immagino un uomo, dal momento che l'ansia maschile, come dire... può anche palesarsi chiaramente.
D'altra parte se una coppia vuol restare tale anche l'aspetto fisico ha la sua importanza e se uno dei due (o entrambi) non sono pienamente soddisfatti dei tempi, del modo o della frequenza, non si può - o non si dovrebbe - lasciare che le cose vadano come vogliono oggi, pena un guaio più grande domani.
La cosa potrebbe poi avere varie sfaccettature.
Ad esempio i due potrebbero essere daccordo di aver trascurato la relazione fisica e mettersi "di buona lena" per rimediare insieme. Perfetto.
Oppure uno dei due potrebbe non essere daccordo.
Magari a uno basta e all'altro no.
In questo caso potrebbe essere molto difficile ad esempio parlarne senza far sentire l'altro inadeguato - e d'altra parte l'altro potrebbe essere tentato di minimizzare le istanze del/della partner (per pigrizia, per inerzia, per difesa, per non essersi accorto/a di nulla.... per varie ragioni) innescando una situazione di "tu non mi trombi/no sei tu che esageri" dalla quale difficilmente si esce indenni.
Inoltre c'è il discorso del "perchè", ovvero: se a uno dei due basta davvero (cioè dando per scontato che non trombi fuori casa, che li diventa un problema di altro tipo), se uno dei due desidera meno dell'altro, ha meno "bisogno" diciamo, hai voglia parlarne.... il desiderio così come qualunque altra emozione non si può mica forzare.
In questo caso uno resterebbe con l'idea di essere comunque inadeguato e l'altro rischierebbe di avere sempre la sensazione che "glie lo sta facendo fare per forza".
Insomma se vi chiedessero consiglio su questa cosa, cosa rispondereste?
Altra domanda, dati i rischi elevati di litigio o peggio in una situazione come questa, secondo voi vale la pena di rischiare di rovinare il resto della relazione (che va bene) soltanto per volere di più in ambito sessuale? O non sarebbe meglio "accontentarsi?
A voi.
Sapete che ho sempre basi reali per questo tipo di seghe mentali, essendo confidente per varie ragioni di molte persone, uomini e donne, e partecipando a vari gruppi di discussione, ma consideriamo questo semplicemente un post teorico-filosofico, OK?
Allora mi chiedevo... è possible secondo voi migliorare la vita intima di una coppia?
E come?
Mi spiego. Mettiamo il caso di una coppia in cui fatte salve tutte le altre caratteristiche (si amano, vanno daccordo, non hanno grossi problemi economici o altro ecc....) il sesso langue un po'. Lui lavora tanto, lei è incasinata coi figli. Arrivano a sera stanchi. Si accoccolano sul divano e si addormentano. Vita normale. Vanno a letto e niente, la voglia non sale e l'ormone russa. Si tromba poco.
Io che sono sempre per il dialogo a tutti i costi mi chiedo... ma in questo caso, è produttivo? L'argomento è delicato e si sa che per fare bene l'amore bisogna essere rilassati e a proprio agio. Quindi tirare fuori il carico da 11 non potrebbe minare la serenità di uno dei due o entrambi peggiorando la situazione?
Io per esempio, se mi dicessero che non va bene come faccio, mi monterebbe un'ansia che levati. Sarebbe finita.
Mi immagino un uomo, dal momento che l'ansia maschile, come dire... può anche palesarsi chiaramente.
D'altra parte se una coppia vuol restare tale anche l'aspetto fisico ha la sua importanza e se uno dei due (o entrambi) non sono pienamente soddisfatti dei tempi, del modo o della frequenza, non si può - o non si dovrebbe - lasciare che le cose vadano come vogliono oggi, pena un guaio più grande domani.
La cosa potrebbe poi avere varie sfaccettature.
Ad esempio i due potrebbero essere daccordo di aver trascurato la relazione fisica e mettersi "di buona lena" per rimediare insieme. Perfetto.
Oppure uno dei due potrebbe non essere daccordo.
Magari a uno basta e all'altro no.
In questo caso potrebbe essere molto difficile ad esempio parlarne senza far sentire l'altro inadeguato - e d'altra parte l'altro potrebbe essere tentato di minimizzare le istanze del/della partner (per pigrizia, per inerzia, per difesa, per non essersi accorto/a di nulla.... per varie ragioni) innescando una situazione di "tu non mi trombi/no sei tu che esageri" dalla quale difficilmente si esce indenni.
Inoltre c'è il discorso del "perchè", ovvero: se a uno dei due basta davvero (cioè dando per scontato che non trombi fuori casa, che li diventa un problema di altro tipo), se uno dei due desidera meno dell'altro, ha meno "bisogno" diciamo, hai voglia parlarne.... il desiderio così come qualunque altra emozione non si può mica forzare.
In questo caso uno resterebbe con l'idea di essere comunque inadeguato e l'altro rischierebbe di avere sempre la sensazione che "glie lo sta facendo fare per forza".
Insomma se vi chiedessero consiglio su questa cosa, cosa rispondereste?
Altra domanda, dati i rischi elevati di litigio o peggio in una situazione come questa, secondo voi vale la pena di rischiare di rovinare il resto della relazione (che va bene) soltanto per volere di più in ambito sessuale? O non sarebbe meglio "accontentarsi?
A voi.
mercoledì 25 maggio 2016
SAY COULD THAT LASS BE I? (spoiler alert)
Beh, non è che sto copiando, avevo in mente di fare definitivamente outing in questi giorni ma la mia cara Emily mi ha preceduto.
Qualcuno avrà intuito dal titolo che stiamo parlando di Outlander, saga letteraria e recente serie televisiva di strepitoso successo, non senza qalche buona ragione.
Orbene.
Si tratta di una storia ovviamente di fantasia, ambientata in epoca storica e tra personaggi (alcuni) realmente esistiti. Per prima cosa dirò che almeno fino al punto in cui sono arrivata (9 libri) si capisce perfettamente che c'è dietro una accurata ricerca storica. Il periodo presentato è affascinante, specialmente quando si parla di Highlands: un viaggio tra le tradizioni, le usanze, i costumi, la lingua degli antichi Clan che sbucano qui e la nella narrazione con precisione di dettagli e diciamo esuberanza folkloristica senza pari. I libri, va detto, sono molto ben scritti (e io sono una nota cagacazzi su questo punto quando leggo!), dettagliati ma non noiosi, ricchi di particolari e descrizioni ma non al punto di essere pedanti. Un buon equilibrio, direi. Lo sfondo storico è preciso e le vicende umane abbastanza plausibili (se escludiamo la premessa :-D ) benchè naturalmente romanzate. I personaggi sono ben costruiti, ognuno ha un suo carattere e una sua plausibilità, finanche i protagonisti che potrebbero essere Mr e Miss perfezione ma che in realtà non lo sono, palesando difetti e manchevolezze comuni a tutti noi oggi come, immagino, nel XVIII secolo.
Le vicende si svolge a cavallo di vari continenti ed eccezion fatta per un singolo momento (la parte riguardante Gillis in America, per chi conosce) sono molto reali, dalla descrizione delle lunghe traversate per mare alle prime avvisaglie rivoluzionarie nelle colonie. Storie nella storia vengono raccontate, come la vicenda di Lord John Gray (personaggio meraviglioso!) che compare qua e là a spot, ma che se si mettesse insieme sarebbe sufficiente a farne un romanzo di per se. Lo stesso dicasi per Roger McKenzie Wakefield.
Inizialmente devo dirlo: mi ha colpito tantissimo il personaggio di Claire.
Questo tipo di narrazioni (cioè quando un personaggio viene messo di colpo in una situazione normalmente impossibile e deve uscirne) di solito sono il regno del "vorrei ma non posso" come lo chiamo io, ovvero di situazioni in cui uno o più personaggi sono indecisi, non sanno che fare, non si parlano, non si capiscono, si fraintendono... capitoli interi di rimuginamenti e seghe mentali che, diciamolo, non è che diano snellezza e dinamismo al racconto. Claire no. Lei parte a cavallo dei suoi calzoni (per modo di dire, essendo stretta in gonne sottogonne e corsetti) fin da pagina 1 e FA quello che c'è da fare per sopravvivere. Magari non le piace, magari non ne è felice, ma non ci mette 350 pagine a decidere se deve sposarsi per salvarsi la pelle oppure no. Decide, e punto.
+10 per Mrs Claire Elisabeth Beauchamp Randall Fraser.
Ma naturalmente la maggior parte di noi pur magari valutando anche altri aspetti, apprezza la saga
per lui, per il personaggio principale, il protagonista indiscusso, ovvero Mr James Malcom Alexander McKenzie Fraser, Red Jamie per gli amici e per gli inglesi.
Gingerino per le fan della serie televisiva :-D
Per lui, e per la sua relazione con Claire.
Ora. Anche qui spezzerei una lancia in favore della zia Diana, che ha fatto secondo me un ottimo lavoro. Perchè è pur vero che nei primi romanzi tutto è abbastanza incentrato sulla storia d'amore straordinaria tra i due protagonisti, ma bisogna sottolineare che non stiamo scadendo nell' "effetto Harmony" come potrebbe sembrare dicendolo. Si tratta di una relazione che conosce un andamento preciso, che all'inizio semplicemente "non è", ma che poi si costruisce un po' per volta, un passo avanti e due indietro come accade normalmente anche nella vita reale. I due condividono una invidiabilissima relazione fisica, di cui ci viene dato ampiamente conto sia nel romanzo che nella serie tv, ma commettono anche molti errori, litigano, soffrono, a un certo punto persino si separano come una qualunque normalissima coppia. Certo si amano in modo forse un po' stucchevole ed eccessivo, ma è un romanzo, se fosse tutto davvero e solo come nella vita allora sarebbe il telegiornale.
E' inoltre piacevole nel proseguimento della vicenda vedere come la relazione cambia, passando i due da avere meno di 30 anni ad essere cinquantenni e nonni. La storia tra loro resta presente ma si sposta, lentamente, sullo sfondo, dando spazio ad altre vicende meno romantiche e più pratiche, diciamo.
Così come Claire mi aveva colpito per la sua decisione e tenacia, anche il personaggio di Jamie è degno di nota. Non è, come dicevamo, descritto come un uomo perfetto, ma di fatto è il personaggio perfetto. Perfetto nella sua disperata imperfezione, lui che per ira ha infranto una promessa fatta, combattendo un duello dalle tragiche conseguenze; lui che per un fatale errore ha consegnato il fidanzato della figlia nelle mani di indiani sanguinari; lui che alle volte davvero non sembra combinarne una giusta... ma ha la grazia di ammetterlo, e di chiedere scusa.
Perciò, ecco qui:
Ciao, sono Andretta, e son una fan di Outlander.
Ero sobria da 2 mesi, ma ieri ci sono ricaduta.
E amen!
Qualcuno avrà intuito dal titolo che stiamo parlando di Outlander, saga letteraria e recente serie televisiva di strepitoso successo, non senza qalche buona ragione.
Orbene.
Si tratta di una storia ovviamente di fantasia, ambientata in epoca storica e tra personaggi (alcuni) realmente esistiti. Per prima cosa dirò che almeno fino al punto in cui sono arrivata (9 libri) si capisce perfettamente che c'è dietro una accurata ricerca storica. Il periodo presentato è affascinante, specialmente quando si parla di Highlands: un viaggio tra le tradizioni, le usanze, i costumi, la lingua degli antichi Clan che sbucano qui e la nella narrazione con precisione di dettagli e diciamo esuberanza folkloristica senza pari. I libri, va detto, sono molto ben scritti (e io sono una nota cagacazzi su questo punto quando leggo!), dettagliati ma non noiosi, ricchi di particolari e descrizioni ma non al punto di essere pedanti. Un buon equilibrio, direi. Lo sfondo storico è preciso e le vicende umane abbastanza plausibili (se escludiamo la premessa :-D ) benchè naturalmente romanzate. I personaggi sono ben costruiti, ognuno ha un suo carattere e una sua plausibilità, finanche i protagonisti che potrebbero essere Mr e Miss perfezione ma che in realtà non lo sono, palesando difetti e manchevolezze comuni a tutti noi oggi come, immagino, nel XVIII secolo.
Le vicende si svolge a cavallo di vari continenti ed eccezion fatta per un singolo momento (la parte riguardante Gillis in America, per chi conosce) sono molto reali, dalla descrizione delle lunghe traversate per mare alle prime avvisaglie rivoluzionarie nelle colonie. Storie nella storia vengono raccontate, come la vicenda di Lord John Gray (personaggio meraviglioso!) che compare qua e là a spot, ma che se si mettesse insieme sarebbe sufficiente a farne un romanzo di per se. Lo stesso dicasi per Roger McKenzie Wakefield.
Inizialmente devo dirlo: mi ha colpito tantissimo il personaggio di Claire.
Questo tipo di narrazioni (cioè quando un personaggio viene messo di colpo in una situazione normalmente impossibile e deve uscirne) di solito sono il regno del "vorrei ma non posso" come lo chiamo io, ovvero di situazioni in cui uno o più personaggi sono indecisi, non sanno che fare, non si parlano, non si capiscono, si fraintendono... capitoli interi di rimuginamenti e seghe mentali che, diciamolo, non è che diano snellezza e dinamismo al racconto. Claire no. Lei parte a cavallo dei suoi calzoni (per modo di dire, essendo stretta in gonne sottogonne e corsetti) fin da pagina 1 e FA quello che c'è da fare per sopravvivere. Magari non le piace, magari non ne è felice, ma non ci mette 350 pagine a decidere se deve sposarsi per salvarsi la pelle oppure no. Decide, e punto.
+10 per Mrs Claire Elisabeth Beauchamp Randall Fraser.
Ma naturalmente la maggior parte di noi pur magari valutando anche altri aspetti, apprezza la saga
per lui, per il personaggio principale, il protagonista indiscusso, ovvero Mr James Malcom Alexander McKenzie Fraser, Red Jamie per gli amici e per gli inglesi.
Gingerino per le fan della serie televisiva :-D
Per lui, e per la sua relazione con Claire.
Ora. Anche qui spezzerei una lancia in favore della zia Diana, che ha fatto secondo me un ottimo lavoro. Perchè è pur vero che nei primi romanzi tutto è abbastanza incentrato sulla storia d'amore straordinaria tra i due protagonisti, ma bisogna sottolineare che non stiamo scadendo nell' "effetto Harmony" come potrebbe sembrare dicendolo. Si tratta di una relazione che conosce un andamento preciso, che all'inizio semplicemente "non è", ma che poi si costruisce un po' per volta, un passo avanti e due indietro come accade normalmente anche nella vita reale. I due condividono una invidiabilissima relazione fisica, di cui ci viene dato ampiamente conto sia nel romanzo che nella serie tv, ma commettono anche molti errori, litigano, soffrono, a un certo punto persino si separano come una qualunque normalissima coppia. Certo si amano in modo forse un po' stucchevole ed eccessivo, ma è un romanzo, se fosse tutto davvero e solo come nella vita allora sarebbe il telegiornale.
E' inoltre piacevole nel proseguimento della vicenda vedere come la relazione cambia, passando i due da avere meno di 30 anni ad essere cinquantenni e nonni. La storia tra loro resta presente ma si sposta, lentamente, sullo sfondo, dando spazio ad altre vicende meno romantiche e più pratiche, diciamo.
Così come Claire mi aveva colpito per la sua decisione e tenacia, anche il personaggio di Jamie è degno di nota. Non è, come dicevamo, descritto come un uomo perfetto, ma di fatto è il personaggio perfetto. Perfetto nella sua disperata imperfezione, lui che per ira ha infranto una promessa fatta, combattendo un duello dalle tragiche conseguenze; lui che per un fatale errore ha consegnato il fidanzato della figlia nelle mani di indiani sanguinari; lui che alle volte davvero non sembra combinarne una giusta... ma ha la grazia di ammetterlo, e di chiedere scusa.
Perciò, ecco qui:
Ciao, sono Andretta, e son una fan di Outlander.
Ero sobria da 2 mesi, ma ieri ci sono ricaduta.
E amen!
lunedì 23 maggio 2016
DI SCHIZZOFRENIE ESTETICHE
Allora vediamo... oggi sono in modalità filosofica.
Mi domandavo... ha senso per una donna "farsi bella"??
Mi spiego (o ci provo come al solito).
Io ho per esempio diverse amiche che si dichiarano femministe.
Soprattutto schierate contro la violenza contro le donne - e li non bisogna essere femministe per capire che le persone non si pestano ne si uccidono ne si minacciano, uomini o donne che siano - e contro il body shaming.
Ora io questo termine non lo conoscevo, perciò lo spiego per gli ignari come me: si tratterebbe della aberrante pratica di giudicare e/o discriminare e/o fare oggetto di scherno e dileggio una persona sulla base della sua stazza fisica. Dal chiamarlo "ciccione" al negargli per esempio un impiego o altro.
Io sono contro il body shaming.
E' ovvio, sia per una questione di generica giustizia, sia per una questione meramente egoistica essendo io sempre stata diciamo rotondetta (quando non proprio palesemente grassa). Io - e anche le mie amiche femministe, e anche tutte le donne che conosco o quasi se vogliamo essere precisi - siamo contro il body shaming e crediamo che una donna (anche un uomo ovviamente) vada apprezzato e considerato per ciò che è e non per ciò che appare.
Ottimo.
Quindi, ricordatemi: perchè stiamo sempre tutte a dieta?
Prendete me, giusto per dire.
Io sto con lo stesso uomo da 25 anni.
Mi ha vista più magra e più grassa di come sono ora, mi ha vista incinta, mi ha vista malata e vomitante, mi ha vista bionda, rossa, ramata, castana, liscia e riccia e tutte le possibili vie di mezzo, mi ha vista messa giù da gara per una serata in discoteca e in jeans stracciati e superga masticate per una scampagnata, mi ha vista truccata e struccata, vestita e nuda, mi ha vista in tutte le guise salse e maniere possibili ed immaginabili. Non dovrebbero essere queste le basi sulle quali si poggia il nostro amore coniugale, così come per parte mia me ne frego se lui pesa 10 kg di più o ha qualche capello in meno. Giusto?
Quindi perchè, di grazia, perchè diavolo devo (dobbiamo) star li a farmi (farci) le seghe mentali davanti allo specchio? Io sono come sono, perchè mi devo preoccupare se ingrasso? Perchè devo mettere l'olio per far più belli i riccioli, la maglia che evidenzia di qua e nasconde di la, il mascara, che con gli occhi verdi scurire le ciglia fa tutta la differenza del mondo?
Dopotutto grasso è bello (abbasso il body shaming!!) e l'amore lo meritiamo per quello che siamo e non per come ci agghindiamo, no? Giusto?? GIUSTO?? E se non dovrei preoccuparmi di questa questione a riguardo del compagno della mia vita, meno che mai dovrei farlo in relazione ad estranei tipo la gente che incontro per strada, o i colleghi, no?
No.
Quindi qualcuno questa cosa me la spiega?
Perchè pressochè nessuna donna, nemmeno tra le femministe più radicali ed estreme, nemmeno quelle che ancora oggi brucerebbero il reggiseno in piazza (o magari gli attributi di qualche maschietto) accetterebbero di uscire brufolose e impataccate, ognuna cerca sempre di presentarsi al meglio, secondo i propri gusti. Teoricamente, non si dovrebbe no? Al rogo l'apparire! Ma invece qualunque cosa ci diciamo nella nostra testa, la verità è che l'apparire conta, eccome.
Dio che giramento di coglioni!
(per apprezzare meglio il mio livello di schizzofrenia, vi rendo noto che sono la stessa persona che ha scritto quel manifesto della gnocca che comapre alla sezione Marte Vs Venere di questo blog)
Mi domandavo... ha senso per una donna "farsi bella"??
Mi spiego (o ci provo come al solito).
Io ho per esempio diverse amiche che si dichiarano femministe.
Soprattutto schierate contro la violenza contro le donne - e li non bisogna essere femministe per capire che le persone non si pestano ne si uccidono ne si minacciano, uomini o donne che siano - e contro il body shaming.
Ora io questo termine non lo conoscevo, perciò lo spiego per gli ignari come me: si tratterebbe della aberrante pratica di giudicare e/o discriminare e/o fare oggetto di scherno e dileggio una persona sulla base della sua stazza fisica. Dal chiamarlo "ciccione" al negargli per esempio un impiego o altro.
Io sono contro il body shaming.
E' ovvio, sia per una questione di generica giustizia, sia per una questione meramente egoistica essendo io sempre stata diciamo rotondetta (quando non proprio palesemente grassa). Io - e anche le mie amiche femministe, e anche tutte le donne che conosco o quasi se vogliamo essere precisi - siamo contro il body shaming e crediamo che una donna (anche un uomo ovviamente) vada apprezzato e considerato per ciò che è e non per ciò che appare.
Ottimo.
Quindi, ricordatemi: perchè stiamo sempre tutte a dieta?
Prendete me, giusto per dire.
Io sto con lo stesso uomo da 25 anni.
Mi ha vista più magra e più grassa di come sono ora, mi ha vista incinta, mi ha vista malata e vomitante, mi ha vista bionda, rossa, ramata, castana, liscia e riccia e tutte le possibili vie di mezzo, mi ha vista messa giù da gara per una serata in discoteca e in jeans stracciati e superga masticate per una scampagnata, mi ha vista truccata e struccata, vestita e nuda, mi ha vista in tutte le guise salse e maniere possibili ed immaginabili. Non dovrebbero essere queste le basi sulle quali si poggia il nostro amore coniugale, così come per parte mia me ne frego se lui pesa 10 kg di più o ha qualche capello in meno. Giusto?
Quindi perchè, di grazia, perchè diavolo devo (dobbiamo) star li a farmi (farci) le seghe mentali davanti allo specchio? Io sono come sono, perchè mi devo preoccupare se ingrasso? Perchè devo mettere l'olio per far più belli i riccioli, la maglia che evidenzia di qua e nasconde di la, il mascara, che con gli occhi verdi scurire le ciglia fa tutta la differenza del mondo?
Dopotutto grasso è bello (abbasso il body shaming!!) e l'amore lo meritiamo per quello che siamo e non per come ci agghindiamo, no? Giusto?? GIUSTO?? E se non dovrei preoccuparmi di questa questione a riguardo del compagno della mia vita, meno che mai dovrei farlo in relazione ad estranei tipo la gente che incontro per strada, o i colleghi, no?
No.
Quindi qualcuno questa cosa me la spiega?
Perchè pressochè nessuna donna, nemmeno tra le femministe più radicali ed estreme, nemmeno quelle che ancora oggi brucerebbero il reggiseno in piazza (o magari gli attributi di qualche maschietto) accetterebbero di uscire brufolose e impataccate, ognuna cerca sempre di presentarsi al meglio, secondo i propri gusti. Teoricamente, non si dovrebbe no? Al rogo l'apparire! Ma invece qualunque cosa ci diciamo nella nostra testa, la verità è che l'apparire conta, eccome.
Dio che giramento di coglioni!
(per apprezzare meglio il mio livello di schizzofrenia, vi rendo noto che sono la stessa persona che ha scritto quel manifesto della gnocca che comapre alla sezione Marte Vs Venere di questo blog)
venerdì 20 maggio 2016
I BUONI CONSIGLI DI HARVEY
Come direbbe Harvey Specter, è ora che io mi dia una cazzo di regolata. Due punti, uno pratico uno emotivo
Quello pratico è relativo alla svogliatezza cosmica che mi ha preso ormai alcuni mesi fa e che non mi abbandona. Io faccio una vita piuttosto normale, incasinata come tutte le mamme, ma non più di tante altre. Non sono mai stata una brava massaia, sebbene mi piacerebbe avere sempre la casa linda e pinta, la cena pronta, una torta in forno e il chiarore diffuso delle candele in sala. Detesto le faccende domestiche, odio andar a fare la spesa, mi sta sul culo pure farla online, per dire. Fino a un po' di tempo fa, gestivo. Mi dava noia, ma tiravo avanti. Da qualche tempo a questa parte sono diventata un bradipo col dna di un'ameba paramecia. Arrivo a casa dopo aver recuperato il Nin alle elementari che non ho una briciola, un'oncia di energia residua. Piatta come una pelle d'orso. Riesco ancora a tenere un minimo d'ordine (minimo nel senso di minimo sindacale intendiamoci) ma la polvere aleggia e la cesta della roba da lavare scoppia. L'apice l'ho raggiunto qualche giorno fa, ho tirato fuori un bucato e invece di piegarlo l'ho infilato in una borsa e l'ho lasciato li, per giorni, forse sperando inconsciamente che si piegasse da solo. Ieri finalmente mi sono data all'opera, ho sistemato quello e un bucato successivo, lavoro di 15 minuti in tutto, solo che mi pareva un' insormontabile montagna. Il frigorifero piange, metto insieme la cena per miracolo già da qualche giorno.
NON VA BENE!
Dal punto di vista emotivo invece ho questa tendenza ad abbozzare che mi sta creando problemi. Non so, magari non si direbbe, ma io sono una che abbozza. Sono il classico can che abbaia.
Attualmente ho un problemino.
Non sto a raccontarvi tutti i dettagli, che non è importante, ma diciamo che c'è una cosa della mia vita che non mi sta bene, un punto che non mi soddisfa. Ho provato a parlare, poi a discutere, poi ad incazzarmi, poi a essere comprensiva con chi di dovere - cioè con l'altra parte coinvolta - ma senza successo. Questo da circa un paio di anni. Intendiamoci non è una roba da morire, non è che esploderà casa mia da un giorno all'altro, ne qualche mio famigliare resterà fulminato, ne divorzierò o ammazzerò qualcuno. Ultimamente ho notato che quel problema, che non si è risolto minimamente anzi possibilmente è un po' peggiorato (ovviamente, lasciato libero di progredire....) mi sta meno a cuore. E tenete presente che si tratta di un argomento che per me è fondamentale, quindi a cuore mi stava parecchissimo. Invece vedo che negli ultimi mesi mi colpisce meno, mi infastidisce meno. Sto lasciando correre.
Perchè purtroppo io faccio così: alzo l'asticella. Mi adatto.
E qusesto se da una parte è positivo per il clima, è assolutamente negativo per tutto il resto perchè alla fine è una strategia che sicuramente rende più facile vivere, ma a lungo andare logora.
Logora sia perchè comunque non risolve, sia perchè mi domando: e un domani cosa succederà? Quando lo lascerò ingigantire al punto che diventerà grave davvero? Perchè quel giorno arriverà, sicuro come il demonio che arriverà.
Cosa farò allora?
DEVO DARMI UNA CAZZO DI REGOLATA.
Quello pratico è relativo alla svogliatezza cosmica che mi ha preso ormai alcuni mesi fa e che non mi abbandona. Io faccio una vita piuttosto normale, incasinata come tutte le mamme, ma non più di tante altre. Non sono mai stata una brava massaia, sebbene mi piacerebbe avere sempre la casa linda e pinta, la cena pronta, una torta in forno e il chiarore diffuso delle candele in sala. Detesto le faccende domestiche, odio andar a fare la spesa, mi sta sul culo pure farla online, per dire. Fino a un po' di tempo fa, gestivo. Mi dava noia, ma tiravo avanti. Da qualche tempo a questa parte sono diventata un bradipo col dna di un'ameba paramecia. Arrivo a casa dopo aver recuperato il Nin alle elementari che non ho una briciola, un'oncia di energia residua. Piatta come una pelle d'orso. Riesco ancora a tenere un minimo d'ordine (minimo nel senso di minimo sindacale intendiamoci) ma la polvere aleggia e la cesta della roba da lavare scoppia. L'apice l'ho raggiunto qualche giorno fa, ho tirato fuori un bucato e invece di piegarlo l'ho infilato in una borsa e l'ho lasciato li, per giorni, forse sperando inconsciamente che si piegasse da solo. Ieri finalmente mi sono data all'opera, ho sistemato quello e un bucato successivo, lavoro di 15 minuti in tutto, solo che mi pareva un' insormontabile montagna. Il frigorifero piange, metto insieme la cena per miracolo già da qualche giorno.
NON VA BENE!
Dal punto di vista emotivo invece ho questa tendenza ad abbozzare che mi sta creando problemi. Non so, magari non si direbbe, ma io sono una che abbozza. Sono il classico can che abbaia.
Attualmente ho un problemino.
Non sto a raccontarvi tutti i dettagli, che non è importante, ma diciamo che c'è una cosa della mia vita che non mi sta bene, un punto che non mi soddisfa. Ho provato a parlare, poi a discutere, poi ad incazzarmi, poi a essere comprensiva con chi di dovere - cioè con l'altra parte coinvolta - ma senza successo. Questo da circa un paio di anni. Intendiamoci non è una roba da morire, non è che esploderà casa mia da un giorno all'altro, ne qualche mio famigliare resterà fulminato, ne divorzierò o ammazzerò qualcuno. Ultimamente ho notato che quel problema, che non si è risolto minimamente anzi possibilmente è un po' peggiorato (ovviamente, lasciato libero di progredire....) mi sta meno a cuore. E tenete presente che si tratta di un argomento che per me è fondamentale, quindi a cuore mi stava parecchissimo. Invece vedo che negli ultimi mesi mi colpisce meno, mi infastidisce meno. Sto lasciando correre.
Perchè purtroppo io faccio così: alzo l'asticella. Mi adatto.
E qusesto se da una parte è positivo per il clima, è assolutamente negativo per tutto il resto perchè alla fine è una strategia che sicuramente rende più facile vivere, ma a lungo andare logora.
Logora sia perchè comunque non risolve, sia perchè mi domando: e un domani cosa succederà? Quando lo lascerò ingigantire al punto che diventerà grave davvero? Perchè quel giorno arriverà, sicuro come il demonio che arriverà.
Cosa farò allora?
DEVO DARMI UNA CAZZO DI REGOLATA.
giovedì 19 maggio 2016
DI PATTUME
Ieri sera quasi ora di cena
mi affretto in cucina (reduce da una festa di compleanno e da un'interclasse alla stessa ora, ubiiiiiiiiiiiqua fui) e mentre preparo chiedo al Ric di portare giù la pattumiera.
Lui sta suonando la chitarra, dice Siiiiiiiiiiiii di lontano, sempre suonando.
Puf: Ric, prima di cena!
Ric: siiiiiiiiiiiiiii
Puf: amore, adesso, mi serve adesso
Ric: siiiiiiiiiiiiiii
Vado di la, lo trovo che si mette le scarpe.
Bravo ragazzo.
Dopo due minuti, riprende a suonare la chitarra con un che di ostentato, a volume molto alto. Ri-vado di la. Lo trovo in piedi che suona, ridendo scompostamente.
Puf: Oh allora dai 'sta spazzatura
Ric: (ridendo) friiin friiin friiiiiiiin
Puf: (ridendo) Allora! guarda che ti rovescio il sacchetto nel letto!
Ric: friiiiin friiiiin friiiiiiiiiin
Ok vuoi la guerra?
Mi dirigo marzialmente in cucina, prendo il secchio dello zozzo, lo porto sempre moolto marzialmente in cameretta e faccio per rovesciarlo sul letto di Riccardo. Lui mi placca, cerca diportarmelo via, mi blocca le braccia, io scarto, e... il sacchetto si rompe. Plaf, tutto per terra.
Puf: bene, ora sono affari tuoi! dovevi portarlo giù quando te l'ho chiesto (ghign ghign ghign). questa è la scopa, questa la paletta, tanti auguri.
Ric: ma porcaputkdkfojadvnairghaoirvnjiorjsvgjri
Il Nin: oh, mamma.... certo che tu, quando ti arrabbi, fai proprio paura!
mi affretto in cucina (reduce da una festa di compleanno e da un'interclasse alla stessa ora, ubiiiiiiiiiiiqua fui) e mentre preparo chiedo al Ric di portare giù la pattumiera.
Lui sta suonando la chitarra, dice Siiiiiiiiiiiii di lontano, sempre suonando.
Puf: Ric, prima di cena!
Ric: siiiiiiiiiiiiiii
Puf: amore, adesso, mi serve adesso
Ric: siiiiiiiiiiiiiii
Vado di la, lo trovo che si mette le scarpe.
Bravo ragazzo.
Dopo due minuti, riprende a suonare la chitarra con un che di ostentato, a volume molto alto. Ri-vado di la. Lo trovo in piedi che suona, ridendo scompostamente.
Puf: Oh allora dai 'sta spazzatura
Ric: (ridendo) friiin friiin friiiiiiiin
Puf: (ridendo) Allora! guarda che ti rovescio il sacchetto nel letto!
Ric: friiiiin friiiiin friiiiiiiiiin
Ok vuoi la guerra?
Mi dirigo marzialmente in cucina, prendo il secchio dello zozzo, lo porto sempre moolto marzialmente in cameretta e faccio per rovesciarlo sul letto di Riccardo. Lui mi placca, cerca diportarmelo via, mi blocca le braccia, io scarto, e... il sacchetto si rompe. Plaf, tutto per terra.
Puf: bene, ora sono affari tuoi! dovevi portarlo giù quando te l'ho chiesto (ghign ghign ghign). questa è la scopa, questa la paletta, tanti auguri.
Ric: ma porcaputkdkfojadvnairghaoirvnjiorjsvgjri
Il Nin: oh, mamma.... certo che tu, quando ti arrabbi, fai proprio paura!
mercoledì 18 maggio 2016
INTERCLASSE ALLO SBARAGLIO
Stamattina siamo nel pieno delirio.
Domani la 3A e la 3B dovrebbero andare in gita all' l'Archeopark di Boario Terme, gita compatibile con il loro programma di storia di quest'anno.
Tutti quanti sono super eccitati e sono tipo tre settimane che fanno la staecca. E oggi che giorno è, e quanto manca, e quando andiamo, e via di questo passo.
Però... c'è un però.
Le previsioni meteo della zona per domani sono davvero brutte, proprio una vera schifezza, temporali e acqua a catinelle. E così è cominciato il can can dell'annullamento della gita.
E chiediamo di annullare
e la rimandiamo
e non è mica possibile
e ma piove
e ma si bagnano
e ma sono all'aperto
e ma
e ma
e ma.....
Ora devo dire, le mie mamme sono piuttosto brave. Hanno detto beh, se si può rimandare bene, altrimenti gli daremo l'ombrello e pace.
Le mamme dell'altra terza invece................ indiavolate.
Assolutamente i bambini non possono partire con la pioggia, ma che siamo matti? La pioggia come è noto uccide i bambini al primo contatto, i pochi che miracolosamente sono sopravvissuti hanno sviluppato deformazioni impossibili anche solo da guardare, si sa di uno cui è cresciuta una seconda testa e di una coppia di gemelli che improvvisamente sono diventati siamesi e ora girano uniti per la schiena.
L'altra rappresentante sta cercando in tutti i modi di contattare la preside per convincerla a spostare la gita, Archeopark sarbbe disponibile a rimandarla a settembre (il che vorrebbe dire quest'anno niente gita), ma non si sa nulla dei soldi già pagati per il noleggio del pullman (oltre 500 euro a classe mica bruscoli) che secondo me andrebbero persi.
Le mamme dell'altra classe, molte di loro almeno, dicono che se la gita non si sposta, loro i figli comunque li tengono a casa se piove. Sono quasi tutte di questa opinione (delle mie per ora nessuna la pensa così...). Quindi resta da vedere se la preside si convincerà a spostare, e se non lo farà, cosa succederà domani mattina quando i bambini saranno la metà del previsto.
Io mi chiedo chi sia matto, qui, se io o loro.
Prechè ragazzi, siamo seri... stiamo parlando di pioggia.
Mai sentito nominare oggetti misteriosi denominati stivaletti? K-way? Ombrello? Dai, almeno l'ombrello non potete non conoscerlo!!! Quale è il punto, di che avete paura, santo cielo???
Da che mondo è mondo le gite si sono sempre fatte col tempo che capitava, mica lo puoi sapere in anticipo!
Quei poveri sfortunelli della classe elementare del Ric, ai suoi bei tempi, faceva le gite in montagna col CAI, in 5 anni non hanno mai dico mai evitato la pioggia. Sono sempre tornati stanchi, felici e divertiti. Nessuno è mai morto, lo so per certo perchè li vedo tutti ancora in giro per il paese.
Questo secondo me, magari esagero, è un buon modo per tirar su una generazione di principi e principesse smidollati ansiosi ed incapaci di gestire il minimo disagio o contrattempo. E' un modo per riversare su di loro frustrazioni che non gli appartengono, deludendoli inutilmente per motivi che non possono capire. Perchè a un bambino di 9 anni , se gli dici "piove" lui risponde "prendo l'ombrello". E problema risolto. Come dovrebbe essere.
E nell'ipotesi in cui la gita non venga rimandata, e la nostra terza si presenti all'appello puntuale, non vorrei mai essere nei panni di quei 13 o 14 dell'altra classe che venerdì mattina scopriranno che i loro compagni sono andati in gita, e loro sono stati a casa. Ma propio non vorrei.
**** AGGIORNAMENTO DELLE 12:26 ****
Allora la gita si fa. E' ufficiale.
Ora il problema che tiene banco è: "ma gli stivaletti glie li mettiamo subito la mattina o glie li diamo nello zaino?"
Taci Puffola, taci.
Domani la 3A e la 3B dovrebbero andare in gita all' l'Archeopark di Boario Terme, gita compatibile con il loro programma di storia di quest'anno.
Tutti quanti sono super eccitati e sono tipo tre settimane che fanno la staecca. E oggi che giorno è, e quanto manca, e quando andiamo, e via di questo passo.
Però... c'è un però.
Le previsioni meteo della zona per domani sono davvero brutte, proprio una vera schifezza, temporali e acqua a catinelle. E così è cominciato il can can dell'annullamento della gita.
E chiediamo di annullare
e la rimandiamo
e non è mica possibile
e ma piove
e ma si bagnano
e ma sono all'aperto
e ma
e ma
e ma.....
Ora devo dire, le mie mamme sono piuttosto brave. Hanno detto beh, se si può rimandare bene, altrimenti gli daremo l'ombrello e pace.
Le mamme dell'altra terza invece................ indiavolate.
Assolutamente i bambini non possono partire con la pioggia, ma che siamo matti? La pioggia come è noto uccide i bambini al primo contatto, i pochi che miracolosamente sono sopravvissuti hanno sviluppato deformazioni impossibili anche solo da guardare, si sa di uno cui è cresciuta una seconda testa e di una coppia di gemelli che improvvisamente sono diventati siamesi e ora girano uniti per la schiena.
L'altra rappresentante sta cercando in tutti i modi di contattare la preside per convincerla a spostare la gita, Archeopark sarbbe disponibile a rimandarla a settembre (il che vorrebbe dire quest'anno niente gita), ma non si sa nulla dei soldi già pagati per il noleggio del pullman (oltre 500 euro a classe mica bruscoli) che secondo me andrebbero persi.
Le mamme dell'altra classe, molte di loro almeno, dicono che se la gita non si sposta, loro i figli comunque li tengono a casa se piove. Sono quasi tutte di questa opinione (delle mie per ora nessuna la pensa così...). Quindi resta da vedere se la preside si convincerà a spostare, e se non lo farà, cosa succederà domani mattina quando i bambini saranno la metà del previsto.
Io mi chiedo chi sia matto, qui, se io o loro.
Prechè ragazzi, siamo seri... stiamo parlando di pioggia.
Mai sentito nominare oggetti misteriosi denominati stivaletti? K-way? Ombrello? Dai, almeno l'ombrello non potete non conoscerlo!!! Quale è il punto, di che avete paura, santo cielo???
Da che mondo è mondo le gite si sono sempre fatte col tempo che capitava, mica lo puoi sapere in anticipo!
Quei poveri sfortunelli della classe elementare del Ric, ai suoi bei tempi, faceva le gite in montagna col CAI, in 5 anni non hanno mai dico mai evitato la pioggia. Sono sempre tornati stanchi, felici e divertiti. Nessuno è mai morto, lo so per certo perchè li vedo tutti ancora in giro per il paese.
Questo secondo me, magari esagero, è un buon modo per tirar su una generazione di principi e principesse smidollati ansiosi ed incapaci di gestire il minimo disagio o contrattempo. E' un modo per riversare su di loro frustrazioni che non gli appartengono, deludendoli inutilmente per motivi che non possono capire. Perchè a un bambino di 9 anni , se gli dici "piove" lui risponde "prendo l'ombrello". E problema risolto. Come dovrebbe essere.
E nell'ipotesi in cui la gita non venga rimandata, e la nostra terza si presenti all'appello puntuale, non vorrei mai essere nei panni di quei 13 o 14 dell'altra classe che venerdì mattina scopriranno che i loro compagni sono andati in gita, e loro sono stati a casa. Ma propio non vorrei.
**** AGGIORNAMENTO DELLE 12:26 ****
Allora la gita si fa. E' ufficiale.
Ora il problema che tiene banco è: "ma gli stivaletti glie li mettiamo subito la mattina o glie li diamo nello zaino?"
Taci Puffola, taci.
martedì 17 maggio 2016
ERA INIZIATO COME UN POST SERIO....
In effetti è davvero così.
I figli ti obbligano sempre e comunque a metterti alla prova, o in discussione, o sotto esame, o come volete chiamarlo voi. Di nuovo.
Insomma... impieghi tutta l'infanzia a capire che non puoi sposare tuo papà, tutta l'adolescenza a renderti conto di chi diavolo sia quella cicciona brufolosa che ti guarda dallo specchio, tutta la giovinezza per stabilire cosa vuoi fare da grande, e tutta la prima età adulta per iniziare a farlo.... e poi bum! arrivano i figli. Che hai voluto, ai quali ti sei preparata, che non ti hanno certo colto alla sprovvista a 16 anni senza quasi sapere che fosse successo.
Solo che tutto quello che sapevi, che credevi, in cui confidavi, di cui eri certa, su cui pontificavi... bye bye baby, sparito, non c'è più, stop basta. Certezze? Siii, a iosa. Tipo che i bambini non andrebbero mai mai mai fatti venire nel lettone per la notte. O anche che non vanno coccolati troppo altrimenti si viziano. Che da piccoli, si autoregolano. Che un NO va sempre motivato. Che uno sculaccione è il diavolo in persona.
Ma vaffanculo.
Se metti abbastanza tempo tra un figlio e il successivo, tutti quelli che ti dicevano queste cose mentre aspettavi il primo cominceranno a parlarti di co-sleeping, di dosi di latte prestabilite e del valore di un "segnale forte" (=una bella pacca sul culo) mentre aspetti il secondo.
Ma vaffanculo
(già detto?)
Perciò una povera mamma cosa deve fare?
Come diavolo fai a dare certezze ai figli quando tu stessa non ne hai?
Quanto procedi per tentativi, come se fossi una cieca che brancola nel buio e per di più coi guanti e i tappi alle orecchie, cosicchè nessun minimo piccolo insignificante indizio raggiunga i tuoi sensi e il tuo cervello?
Ecco, tutto questo per arrivare a dire che oggi voglio sfatare uno dei più radicati miti dell'educazione moderna: i no vanno motivati.
I no vanno motivati?
Ma col cavolo che vanno motivati.
I no sono no, e tanti saluti, io ti ho fatto e io ti disfo e se ti dico no è no
E vedi di non brontolare perchè se disobbedisci fili a dormire nella vasca da bagno. Punto.
Altro che spiegare, discorrere, far capire, trattare "alla pari"!
Ma quando mai? I figli sono subdoli, si approfittano. Se tu spieghi, ti considerano debole e sfruttano questa tua debolezza a loro vantaggio. Pensano che cerchi di convincere loro perchè non sei convinta tu per prima, e con un paio di domandine ben poste, zac! sei fregata, il no diventa si e tu resti li sul divano come un'ebete a crogiolarti nella tua logica e a domandarti come sia mai possibile che il tuo bambino ti abbia scucito il permesso di andre in discoteca fino alle 4 del mattino, che ha solo 9 anni!
Ragazze, donne, mamme di tutto il mondo: resistiamo!
Non facciamoci sopraffarre da quste schiere di esperti senza figli che sperimentano le loro teorie sulla nostra pelle! Il valore di un bel "no perchè no" è impareggiabile e ristabilisce subito l'ordine gerarchico, in un lampo. Provate!
Abituiamo i nostri figli fin da piccoli a questo regime, in modo che non ci colgano impreparati quando avranno l'età per contrastarci sul piano dialettico!!!
Perchè non tutto è negoziabile e questa non è una democrazia!
E' chiaro stu fattu?
I figli ti obbligano sempre e comunque a metterti alla prova, o in discussione, o sotto esame, o come volete chiamarlo voi. Di nuovo.
Insomma... impieghi tutta l'infanzia a capire che non puoi sposare tuo papà, tutta l'adolescenza a renderti conto di chi diavolo sia quella cicciona brufolosa che ti guarda dallo specchio, tutta la giovinezza per stabilire cosa vuoi fare da grande, e tutta la prima età adulta per iniziare a farlo.... e poi bum! arrivano i figli. Che hai voluto, ai quali ti sei preparata, che non ti hanno certo colto alla sprovvista a 16 anni senza quasi sapere che fosse successo.
Solo che tutto quello che sapevi, che credevi, in cui confidavi, di cui eri certa, su cui pontificavi... bye bye baby, sparito, non c'è più, stop basta. Certezze? Siii, a iosa. Tipo che i bambini non andrebbero mai mai mai fatti venire nel lettone per la notte. O anche che non vanno coccolati troppo altrimenti si viziano. Che da piccoli, si autoregolano. Che un NO va sempre motivato. Che uno sculaccione è il diavolo in persona.
Ma vaffanculo.
Se metti abbastanza tempo tra un figlio e il successivo, tutti quelli che ti dicevano queste cose mentre aspettavi il primo cominceranno a parlarti di co-sleeping, di dosi di latte prestabilite e del valore di un "segnale forte" (=una bella pacca sul culo) mentre aspetti il secondo.
Ma vaffanculo
(già detto?)
Perciò una povera mamma cosa deve fare?
Come diavolo fai a dare certezze ai figli quando tu stessa non ne hai?
Quanto procedi per tentativi, come se fossi una cieca che brancola nel buio e per di più coi guanti e i tappi alle orecchie, cosicchè nessun minimo piccolo insignificante indizio raggiunga i tuoi sensi e il tuo cervello?
Ecco, tutto questo per arrivare a dire che oggi voglio sfatare uno dei più radicati miti dell'educazione moderna: i no vanno motivati.
I no vanno motivati?
Ma col cavolo che vanno motivati.
I no sono no, e tanti saluti, io ti ho fatto e io ti disfo e se ti dico no è no
E vedi di non brontolare perchè se disobbedisci fili a dormire nella vasca da bagno. Punto.
Altro che spiegare, discorrere, far capire, trattare "alla pari"!
Ma quando mai? I figli sono subdoli, si approfittano. Se tu spieghi, ti considerano debole e sfruttano questa tua debolezza a loro vantaggio. Pensano che cerchi di convincere loro perchè non sei convinta tu per prima, e con un paio di domandine ben poste, zac! sei fregata, il no diventa si e tu resti li sul divano come un'ebete a crogiolarti nella tua logica e a domandarti come sia mai possibile che il tuo bambino ti abbia scucito il permesso di andre in discoteca fino alle 4 del mattino, che ha solo 9 anni!
Ragazze, donne, mamme di tutto il mondo: resistiamo!
Non facciamoci sopraffarre da quste schiere di esperti senza figli che sperimentano le loro teorie sulla nostra pelle! Il valore di un bel "no perchè no" è impareggiabile e ristabilisce subito l'ordine gerarchico, in un lampo. Provate!
Abituiamo i nostri figli fin da piccoli a questo regime, in modo che non ci colgano impreparati quando avranno l'età per contrastarci sul piano dialettico!!!
Perchè non tutto è negoziabile e questa non è una democrazia!
E' chiaro stu fattu?
lunedì 16 maggio 2016
A MAN IN TIME YOU'LL BE.
Sono stufa di essere sempre arrabbiata col Ric.
Ne ho proprio le palle strapiene.
Ogni momento c'è qualcosa: o non studia, o pranza e lascia la cucina come durante i bombardamenti del '45, o abbandona i suoi vestiti in scomposti mucchi sullo schienale della sua sedia (e quando finisce il posto, sulla scrivania di suo fratello), o risponde a cazzo, insomma... non c'è mai fine.
E io m sono rotta.
Che devo fare! Se continuo così prima o poi, o io ammazzo lui o lui me, non ci sono alternative.
Questa cosa della scuola quest'anno ci ha mandati tutti in aceto.
Perché sono dispostissima ad ammettere che se la scuola andasse bene sarei più tollerante su tanti altri argomenti. Ma così, sono incattivita, ho il dente avvelenato proprio.
Sono a un bivio: o divento la signora Rottermehier, o Mary Poppins.
Ne ho proprio le palle strapiene.
Ogni momento c'è qualcosa: o non studia, o pranza e lascia la cucina come durante i bombardamenti del '45, o abbandona i suoi vestiti in scomposti mucchi sullo schienale della sua sedia (e quando finisce il posto, sulla scrivania di suo fratello), o risponde a cazzo, insomma... non c'è mai fine.
E io m sono rotta.
Che devo fare! Se continuo così prima o poi, o io ammazzo lui o lui me, non ci sono alternative.
Questa cosa della scuola quest'anno ci ha mandati tutti in aceto.
Perché sono dispostissima ad ammettere che se la scuola andasse bene sarei più tollerante su tanti altri argomenti. Ma così, sono incattivita, ho il dente avvelenato proprio.
Sono a un bivio: o divento la signora Rottermehier, o Mary Poppins.
venerdì 13 maggio 2016
DI RELIGIONE - part II
Bene, dire quello in cui non credo è facile.
Più difficile raccontare quello in cui credo.
Innanzitto mi associo alla differenza che è emersa nei i commenti di ieri, tra religione e spiritualità. Io no penso di essere una persona religiosa, perchè la religione prevede una struttura organizzata, con dei vertici, degli itermediari, delle regole ecc.... Penso però di avere una certa spiritualità, solo che me ne occupo, diciamo, privatamente.
Io penso che "qualcosa" al di sopra della vita terrena, esista.
Come Vedetta, mi dico... non può essere tutto qui, fine a se stesso.
Alcuni momenti mi pare ovvio e lampante.
Altri momenti mi dico invece che la ricerca di senso e significato è insita nella natura umana, fa parte di come il nostro cervello funziona, e pertanto è ovvio che siamo portati a credere in qualcosa, anche solo per tranquillizzarci. E che se è così, allora ci raccontiamo solo delle gran favole, con lo scopo di non morire di paura.
Che, voglio dire, sarebbe già uno scopo più che accettabile.
Poi però mi dico anche: ma se siamo fatti così, un motivo ci sarà, anche solo a livello puramente evolutivo. E questo motivo magari è proprio darci la possibilità di percepirlo, questo qualcosa di più grande di noi (e qui il GG direbbe: certo, l'Universo in continua espansione). E che se siamo fatti per percepirlo, magari quel qualcosa c'è davvero. Dopotutto, si perpetuano le caratteristiche che hanno una qualche utilità.
L'idea generale è quella di un cane che gira in tondo senza costrutto cercando di acchiapparsi la coda....
Credo di essere più vicina alle spiritualità antiche che a quelle moderne.
Senza andare a scomodare fate e folletti, credo nel potere insito nella natura, credo che essa sia impregnata di sacralità, di forze che possono essere percepite e incanalate per mezzo della volontà. Credo nell'istinto, che considero la manifestazione del divino dentro di noi. Credo che ognuno di noi possa raggiungere il sacro (gli Dei, il mistero, la magia... date il nome che preferite) e che ognuno lo faccia con i suoi tempi, modi e maniere.
Credo che ci sia una sorta di giustizia superiore che ci riguarda tutti... non un dio buono (o malevolo) che ci premia (o punisce) a seconda delle nostre azioni, ma credo che le nostre azioni plasmino e indirizzino il mondo circostante - anche a livello "supernaturale" - e che prima o poi, quello che hai fatto, ritorni. Non necessariamente dopo che saremo morti, ma qui, nella nostra vita. I nostri nonni lo sapevano, no? Si raccoglie quel che si semina, dice la saggezza popolare.
E credo anche che ci siano cose che non potremo mai spiegare, o che non possiamo spiegare oggi, infarciti come siamo di indifferenza, egoismo, tecnologie varie. Credo che a un certo punto della vita dell'Uomo, ci siamo allontanati dalla natura e abbiamo scelto un cammino diverso fatto di altri valori (benessere, denaro, proprietà) che ci ha allontanati da quelle forze e da quel potere che la natura possiede e che ci ha plasmati nella gioventù della nostra razza.
Non siamo più legati ai cicli naturali, al naturale muoversi delle stagioni, dei raccolti, non siamo più "legati" alla natura come un tempo. E così non la "sentiamo" più. Certo questo è anche un bene: dopotutto mediamente almeno qui in occidente, mangiamo tutti, tutti i giorni. Mangiamo carni anabolizzate, verdure geneticamnete modificate e beviamo latte liofilizzato e bibite chimiche, ma siamo sazi e floridi. Diecimila anni fa, beh. Parliamone.
Ma sono piuttosto persuasa che diecimila anni fa nessun uomo si domandasse quale è il senso della vita, perchè diecimila anni fa lo respiravano, questo senso. Lo conoscevano per istinto. Gli Dei - qualunque significato vogliate attribuire a questa parola - camminavano accanto agli Uomini.
Ora, quando dico queste cose, succede che io stessa mi prenda per pazza da sola.
Perchè io sono una donna del XXI secolo, non credo alle favole come specificato nel post di ieri, e questa cosa di antichi sciamani al centro di cerchi megalitici che evocano la forza della natura a beneficio della tribù nel giorno del solstizio beh, può andar bene per qualche bel film in costume, ma noi viviamo nel mondo vero, mica nella cellulosa.
Eppure.
Eppure ho avuto qualche singolare esperienza nella mia vita che mi porta a pensare che magari sono un po' matta, ma non proprio fuori di testa del tutto.
Ho sentito, davvero sentito fisicamente, nelle gambe nelle braccia, una presenza attorno a me in uno straordinario luogo di culto cattolico, costruito però su un antico sito druidico. Ho sentito una voce, non in senso letterale (altrimenti sarei sotto prozac!) ma una sorta di consapevolezza, come quando si forma un'idea nel cervello e tu sai che è giusta, pur non sapendo da che parte proviene.
Anni fa mi avvicinai - con scopi diciamo culturali - alla lettura dei tarocchi.
Ne posseggo un mazzo, molto bello e straordinariamente evocativo nelle immagini.
Non ho mai "studiato" la lettura dei tarocchi (ogni arcano ha un suo significato preciso, ci sono centinaia di libri che si propongono di insegnarteli) considerando più che altro queste immagini come un mezzo, un tramite attraverso cui dare voce a cose non tanto che ci vengono "rivelate" ma che sappiamo già di nostro pure senza sapere di saperle... grazie a quella scintilla che dicevo, grazie all'istinto.
Le ho usate poche volte, alcune anche un po' per scherzo, non sono certo Madame Babette col turbabnte e il tavolino che trema :-)
Ma ogni volta che sono riuscita a rilassarmi adeguatamente, fare adeguato silenzio dentro di me, e aprire la mia mente (è uno stato che per me ha un significato preciso, facilissimo da riconoscere quando mi ci trovo) ho "letto" informazioni sulla vita di chi mi stava davanti alle quali oggettivamente, per quanto io abbia cercato in ogni modo di venirne a capo in modo razionale, non avrei mai potuto avere accesso prima di quel momento. Lo dico, perchè si trattava nello specifico di persone mai viste prima, incontrate ad una festa.
State chiamando la Neuro Deliri?
Forse al vostro posto io lo farei :-)
Non sono comunque pazza al punto di credere che le carte ti dicano il futuro.
Però... non so. Sono uno strumento come un altro, che a certe condizioni possono darti la possibilità di accedere ad una conoscenza... diciamo inconscia. Questo si, lo credo. E se esiste questa "conoscensa inconscia" significa che c'è del sacro dentro di noi.
Fila il ragionamento?
Inoltre penso al fatto che tutte le religioni, in tutti i paesi, con modi diversi, hanno sempre onorato la stessa cosa: la Vita, ed i suoi principi generatori femminile e maschile.
No, non sono omofoba, tranquilli, però è chiaro che la vita si crea da maschio e femmina. Ogni tipo di religione e ogni spiritualità ha sempre onorato una Grande Madre ed il suo consorte. La Dea ed io Dio ancestrali (vedi per esempio le mitologie celtiche), Iside e Osiride, Zeus e Era ecc... persino il cristianesimo rende culto a Maria - pur avendola spogliata purtroppo di qualunque significato. E il dio dell'antico testamento aveva una moglie, incredibile ma vero, chiamata Asherah. Addirittura è proprio scritto, nei primi passi, che Dio non era solo. Nella versione originale in aramaico, il termine poi tradotto con "Dio" è Elohim. Elohim è plurale. Il singolare è El.
Credo che questo sia stato soltanto il modo che la mente umana ha usato per classificare, per rendere comprensibile le altrimenti misteriose vie della Natura, quella forze e quel potere di cui parlavo all'inizio, che sono stati "personalizzati" per una più semplice fruizione, diciamo. Per renderle simili a noi e capirle (e non noi simili a loro)
Quanto al dove andremo dopo la morte.... chi può saperlo.
Io credo che qualcosa di noi permanga.
La nostra essenza, il nostro nocciolo, quello che "siamo" davvero e profondamente, non si perde. Anima, spirito.. fantasma.... chiamatelo col nome che vi fa meno ridere :-D
Non so se ce ne andremo in giro mantenendo una consapevolezza simile a quella che abbiamo in vita (ma ne dubito!), probabilmente avremo una "forma" del tutto inaspettata e impensabile prima di provarla... però si. Qualcosa resta. Non posso pensare al nulla assoluto, all'assenza totale, è un concetto che la mia mente rifiuta completamente, non concepisce proprio.
A volte mi dico: è facile. Ovunque andremo, sarà lo stesso che prima di nascere. Prima di nascere "non eravamo" ma la cosa non ci sconvolge più di tanto, perchè dovrebbe sconvolgerci il "non essere" dopo la morte? Dopotutto ci siamo già passati.
Ma il mio cervello si rifiuta di elaborare.
Più in la di così per il momento non sono andata.
Più difficile raccontare quello in cui credo.
Innanzitto mi associo alla differenza che è emersa nei i commenti di ieri, tra religione e spiritualità. Io no penso di essere una persona religiosa, perchè la religione prevede una struttura organizzata, con dei vertici, degli itermediari, delle regole ecc.... Penso però di avere una certa spiritualità, solo che me ne occupo, diciamo, privatamente.
Io penso che "qualcosa" al di sopra della vita terrena, esista.
Come Vedetta, mi dico... non può essere tutto qui, fine a se stesso.
Alcuni momenti mi pare ovvio e lampante.
Altri momenti mi dico invece che la ricerca di senso e significato è insita nella natura umana, fa parte di come il nostro cervello funziona, e pertanto è ovvio che siamo portati a credere in qualcosa, anche solo per tranquillizzarci. E che se è così, allora ci raccontiamo solo delle gran favole, con lo scopo di non morire di paura.
Che, voglio dire, sarebbe già uno scopo più che accettabile.
Poi però mi dico anche: ma se siamo fatti così, un motivo ci sarà, anche solo a livello puramente evolutivo. E questo motivo magari è proprio darci la possibilità di percepirlo, questo qualcosa di più grande di noi (e qui il GG direbbe: certo, l'Universo in continua espansione). E che se siamo fatti per percepirlo, magari quel qualcosa c'è davvero. Dopotutto, si perpetuano le caratteristiche che hanno una qualche utilità.
L'idea generale è quella di un cane che gira in tondo senza costrutto cercando di acchiapparsi la coda....
Credo di essere più vicina alle spiritualità antiche che a quelle moderne.
Senza andare a scomodare fate e folletti, credo nel potere insito nella natura, credo che essa sia impregnata di sacralità, di forze che possono essere percepite e incanalate per mezzo della volontà. Credo nell'istinto, che considero la manifestazione del divino dentro di noi. Credo che ognuno di noi possa raggiungere il sacro (gli Dei, il mistero, la magia... date il nome che preferite) e che ognuno lo faccia con i suoi tempi, modi e maniere.
Credo che ci sia una sorta di giustizia superiore che ci riguarda tutti... non un dio buono (o malevolo) che ci premia (o punisce) a seconda delle nostre azioni, ma credo che le nostre azioni plasmino e indirizzino il mondo circostante - anche a livello "supernaturale" - e che prima o poi, quello che hai fatto, ritorni. Non necessariamente dopo che saremo morti, ma qui, nella nostra vita. I nostri nonni lo sapevano, no? Si raccoglie quel che si semina, dice la saggezza popolare.
E credo anche che ci siano cose che non potremo mai spiegare, o che non possiamo spiegare oggi, infarciti come siamo di indifferenza, egoismo, tecnologie varie. Credo che a un certo punto della vita dell'Uomo, ci siamo allontanati dalla natura e abbiamo scelto un cammino diverso fatto di altri valori (benessere, denaro, proprietà) che ci ha allontanati da quelle forze e da quel potere che la natura possiede e che ci ha plasmati nella gioventù della nostra razza.
Non siamo più legati ai cicli naturali, al naturale muoversi delle stagioni, dei raccolti, non siamo più "legati" alla natura come un tempo. E così non la "sentiamo" più. Certo questo è anche un bene: dopotutto mediamente almeno qui in occidente, mangiamo tutti, tutti i giorni. Mangiamo carni anabolizzate, verdure geneticamnete modificate e beviamo latte liofilizzato e bibite chimiche, ma siamo sazi e floridi. Diecimila anni fa, beh. Parliamone.
Ma sono piuttosto persuasa che diecimila anni fa nessun uomo si domandasse quale è il senso della vita, perchè diecimila anni fa lo respiravano, questo senso. Lo conoscevano per istinto. Gli Dei - qualunque significato vogliate attribuire a questa parola - camminavano accanto agli Uomini.
Ora, quando dico queste cose, succede che io stessa mi prenda per pazza da sola.
Perchè io sono una donna del XXI secolo, non credo alle favole come specificato nel post di ieri, e questa cosa di antichi sciamani al centro di cerchi megalitici che evocano la forza della natura a beneficio della tribù nel giorno del solstizio beh, può andar bene per qualche bel film in costume, ma noi viviamo nel mondo vero, mica nella cellulosa.
Eppure.
Eppure ho avuto qualche singolare esperienza nella mia vita che mi porta a pensare che magari sono un po' matta, ma non proprio fuori di testa del tutto.
Ho sentito, davvero sentito fisicamente, nelle gambe nelle braccia, una presenza attorno a me in uno straordinario luogo di culto cattolico, costruito però su un antico sito druidico. Ho sentito una voce, non in senso letterale (altrimenti sarei sotto prozac!) ma una sorta di consapevolezza, come quando si forma un'idea nel cervello e tu sai che è giusta, pur non sapendo da che parte proviene.
Anni fa mi avvicinai - con scopi diciamo culturali - alla lettura dei tarocchi.
Ne posseggo un mazzo, molto bello e straordinariamente evocativo nelle immagini.
Non ho mai "studiato" la lettura dei tarocchi (ogni arcano ha un suo significato preciso, ci sono centinaia di libri che si propongono di insegnarteli) considerando più che altro queste immagini come un mezzo, un tramite attraverso cui dare voce a cose non tanto che ci vengono "rivelate" ma che sappiamo già di nostro pure senza sapere di saperle... grazie a quella scintilla che dicevo, grazie all'istinto.
Le ho usate poche volte, alcune anche un po' per scherzo, non sono certo Madame Babette col turbabnte e il tavolino che trema :-)
Ma ogni volta che sono riuscita a rilassarmi adeguatamente, fare adeguato silenzio dentro di me, e aprire la mia mente (è uno stato che per me ha un significato preciso, facilissimo da riconoscere quando mi ci trovo) ho "letto" informazioni sulla vita di chi mi stava davanti alle quali oggettivamente, per quanto io abbia cercato in ogni modo di venirne a capo in modo razionale, non avrei mai potuto avere accesso prima di quel momento. Lo dico, perchè si trattava nello specifico di persone mai viste prima, incontrate ad una festa.
State chiamando la Neuro Deliri?
Forse al vostro posto io lo farei :-)
Non sono comunque pazza al punto di credere che le carte ti dicano il futuro.
Però... non so. Sono uno strumento come un altro, che a certe condizioni possono darti la possibilità di accedere ad una conoscenza... diciamo inconscia. Questo si, lo credo. E se esiste questa "conoscensa inconscia" significa che c'è del sacro dentro di noi.
Fila il ragionamento?
Inoltre penso al fatto che tutte le religioni, in tutti i paesi, con modi diversi, hanno sempre onorato la stessa cosa: la Vita, ed i suoi principi generatori femminile e maschile.
No, non sono omofoba, tranquilli, però è chiaro che la vita si crea da maschio e femmina. Ogni tipo di religione e ogni spiritualità ha sempre onorato una Grande Madre ed il suo consorte. La Dea ed io Dio ancestrali (vedi per esempio le mitologie celtiche), Iside e Osiride, Zeus e Era ecc... persino il cristianesimo rende culto a Maria - pur avendola spogliata purtroppo di qualunque significato. E il dio dell'antico testamento aveva una moglie, incredibile ma vero, chiamata Asherah. Addirittura è proprio scritto, nei primi passi, che Dio non era solo. Nella versione originale in aramaico, il termine poi tradotto con "Dio" è Elohim. Elohim è plurale. Il singolare è El.
Credo che questo sia stato soltanto il modo che la mente umana ha usato per classificare, per rendere comprensibile le altrimenti misteriose vie della Natura, quella forze e quel potere di cui parlavo all'inizio, che sono stati "personalizzati" per una più semplice fruizione, diciamo. Per renderle simili a noi e capirle (e non noi simili a loro)
Quanto al dove andremo dopo la morte.... chi può saperlo.
Io credo che qualcosa di noi permanga.
La nostra essenza, il nostro nocciolo, quello che "siamo" davvero e profondamente, non si perde. Anima, spirito.. fantasma.... chiamatelo col nome che vi fa meno ridere :-D
Non so se ce ne andremo in giro mantenendo una consapevolezza simile a quella che abbiamo in vita (ma ne dubito!), probabilmente avremo una "forma" del tutto inaspettata e impensabile prima di provarla... però si. Qualcosa resta. Non posso pensare al nulla assoluto, all'assenza totale, è un concetto che la mia mente rifiuta completamente, non concepisce proprio.
A volte mi dico: è facile. Ovunque andremo, sarà lo stesso che prima di nascere. Prima di nascere "non eravamo" ma la cosa non ci sconvolge più di tanto, perchè dovrebbe sconvolgerci il "non essere" dopo la morte? Dopotutto ci siamo già passati.
Ma il mio cervello si rifiuta di elaborare.
Più in la di così per il momento non sono andata.
giovedì 12 maggio 2016
DI RELIGIONE - part 1
Orbene, Vedetta e Marina hanno sollevato questioni importanti.
Vedo di rispondere per quanto mi riguarda.
Prima di tutto, io non sono atea.
Mio marito lo è, e il Ric lo segue a ruota, o così dice, ma io no.
In Italia, essere religiosi equivale a essere cattolici, non così vale per me.
Non credo infatti in Babbo Natale e alla Befana, e difficilmente potrò essere indotta oggi o domani a credere che una vergine inseminata tramite la parola di un angelo possa avere dato alla luce il Dio sulla terra, con tutto quello che ne consegue.
Ciò premesso, e anche se potrà sembrare strano, io sono una grandissima fan di Gesù.
Non del Gesù deificato, asessuato, miracolato e risorgente uscito dal consiglio di Nicea (313dC), ma dell'uomo Gesù, del rivoluzionario, dello stratega che ha cercato - almeno per come la vedo io - di ripristinare la libertà della sua terra dai conquistatori Romani, e lo ha fatto, dicono alcuni, tramite un matrimonio dinastico e fertile (tesi controversa e piuttosto dubbia) e anche come si direbbe oggi, sfruttando strategicamente a proprio vantaggio le sacre scritture ebraiche, facendole (o tendando di farle) avverare ad arte al fine di essere riconosciuto come il Messia, ovvero il liberatore, l'unto del Signore che avrebbe riportato "il regno di Dio sulla terra" ovvero avrebbe ridato la Palestina in mano agli ebrei (perchè la Palestina era uno stato confessionale come potrebbe essere l'Iran oggi, diciamo, e aveva una organizzazione politica, sociale, commerciale, che rimandava sempre e solo a Dio. Era appunto il suo regno tra gli uomini, dove si faceva sempre e solo la sua volontà anche in ambiti che oggi chiameremmo laici). Mi riferisco per esempio al passo dei Vangeli in cui prima di entrare in Gerusalemme e fare tutto quel casino coi tavoli dei cambiavalute al tempio, manda uno dei suoi apostoli a prendergli un asino per cavalcarlo, indicando esattamente dove questo asino potesse essere trovato.
Al Catechismo te la raccontano come una conoscenza miracolosa: pensate!! sapeva che ci sarebbe stato un asino!!!
Ossantocielo, miracolo, quanto può essere stato difficile imbattersi in qualche somarello nella Gerusalemme del 30 dC ??
Volendo, io dico che potrebbe avere più senso credere che l'asino fosse lasciato li apposta per Gesù (da Giuseppe d'Arimatea?),che ci fosse un accordo e che lui volesse entrare in Gerusalemme su di esso per avverare un passo dell'Antico Testamento: è scritto infatti "Ecco, Sion, viene il tuo sposo, e mite cavalca un asino".
Questo semplice atto, entrare in città a dorso di somaro, lo avrebbe fatto riconoscere come un personaggio quantomeno un po' speciale, gli avrebbe procurato del seguito.
Seguito POLITICO. Non dimentichiamo che Gesù è detto il Re degli Ebrei - e non solo dagli ebrei ma anche dai Romani - e se dimentichiamo per un attimo la sovrapposizione di significato religioso che è molto posteriore a Gesù stesso, questo avrà ben voluto dire qualcosa.
Sicuramente non penso che avesse in animo di fondare una nuova religione, ne tantomeno di farla fondare a un cittadino romano (un romano! impuro secondo tutte le leggi ebraiche, facente parte del popolo che aveva saccheggiato Gerusalemme!!) presumibilmente epilettico che, colto da un colpo di sole davanti le mura di Damasco, ha cominciato a blaterare di visioni mistiche e di apostolato. Mi riferisco a Saul di Tarso, oggi meglio noto come San Paolo.
E'mia opinione che Gesù sia stato usato, sfruttato e ucciso varie volte dopo la crocifissione da personaggi interessati non tanto al "bene delle anime" ma soltanto al potere. Questo è stato evidente fino dai primi giorni della storia della chiesa, lo è stato ancora di più durante il Medioevo quando con l'ignoranza e il terrore la chiesa ha tenuto in scacco popolazioni intere. Per non parlare delle centinaia di anni di ritardo nella conoscenza scientifica imposte dal dogmatismo e dall'oscurantismo ecclesiastico che poco hanno a che fare con la carità e molto col potere (avete presente Ipazia, no?)
Oggi, naturalmente, le cose sono un po' cambiate anche se una patina se non di oscurantismo quanto meno di non-avanzamento si mantene ovunque in ambiti ecclesiastici. Non sto dicendo che la Chiesa sia il male, ci mancherebbe. Essa è fatta di persone e tra queste ce ne sono di meravigliose (madre Teresa) e ce ne sono di terribili (Bertone?? i pedofili??)
Non mi fido della chiesa come istituzione, come entità. Troppe magagne, troppe bugie, troppo insabbiamento, troppa poca trasparenza. Sembra una congrega massonica.
Questo, e spero di non aver offeso nessuno, in breve il mio rapporto con la religione Cattolica.
(segue)
Vedo di rispondere per quanto mi riguarda.
Prima di tutto, io non sono atea.
Mio marito lo è, e il Ric lo segue a ruota, o così dice, ma io no.
In Italia, essere religiosi equivale a essere cattolici, non così vale per me.
Non credo infatti in Babbo Natale e alla Befana, e difficilmente potrò essere indotta oggi o domani a credere che una vergine inseminata tramite la parola di un angelo possa avere dato alla luce il Dio sulla terra, con tutto quello che ne consegue.
Ciò premesso, e anche se potrà sembrare strano, io sono una grandissima fan di Gesù.
Non del Gesù deificato, asessuato, miracolato e risorgente uscito dal consiglio di Nicea (313dC), ma dell'uomo Gesù, del rivoluzionario, dello stratega che ha cercato - almeno per come la vedo io - di ripristinare la libertà della sua terra dai conquistatori Romani, e lo ha fatto, dicono alcuni, tramite un matrimonio dinastico e fertile (tesi controversa e piuttosto dubbia) e anche come si direbbe oggi, sfruttando strategicamente a proprio vantaggio le sacre scritture ebraiche, facendole (o tendando di farle) avverare ad arte al fine di essere riconosciuto come il Messia, ovvero il liberatore, l'unto del Signore che avrebbe riportato "il regno di Dio sulla terra" ovvero avrebbe ridato la Palestina in mano agli ebrei (perchè la Palestina era uno stato confessionale come potrebbe essere l'Iran oggi, diciamo, e aveva una organizzazione politica, sociale, commerciale, che rimandava sempre e solo a Dio. Era appunto il suo regno tra gli uomini, dove si faceva sempre e solo la sua volontà anche in ambiti che oggi chiameremmo laici). Mi riferisco per esempio al passo dei Vangeli in cui prima di entrare in Gerusalemme e fare tutto quel casino coi tavoli dei cambiavalute al tempio, manda uno dei suoi apostoli a prendergli un asino per cavalcarlo, indicando esattamente dove questo asino potesse essere trovato.
Al Catechismo te la raccontano come una conoscenza miracolosa: pensate!! sapeva che ci sarebbe stato un asino!!!
Ossantocielo, miracolo, quanto può essere stato difficile imbattersi in qualche somarello nella Gerusalemme del 30 dC ??
Volendo, io dico che potrebbe avere più senso credere che l'asino fosse lasciato li apposta per Gesù (da Giuseppe d'Arimatea?),che ci fosse un accordo e che lui volesse entrare in Gerusalemme su di esso per avverare un passo dell'Antico Testamento: è scritto infatti "Ecco, Sion, viene il tuo sposo, e mite cavalca un asino".
Questo semplice atto, entrare in città a dorso di somaro, lo avrebbe fatto riconoscere come un personaggio quantomeno un po' speciale, gli avrebbe procurato del seguito.
Seguito POLITICO. Non dimentichiamo che Gesù è detto il Re degli Ebrei - e non solo dagli ebrei ma anche dai Romani - e se dimentichiamo per un attimo la sovrapposizione di significato religioso che è molto posteriore a Gesù stesso, questo avrà ben voluto dire qualcosa.
Sicuramente non penso che avesse in animo di fondare una nuova religione, ne tantomeno di farla fondare a un cittadino romano (un romano! impuro secondo tutte le leggi ebraiche, facente parte del popolo che aveva saccheggiato Gerusalemme!!) presumibilmente epilettico che, colto da un colpo di sole davanti le mura di Damasco, ha cominciato a blaterare di visioni mistiche e di apostolato. Mi riferisco a Saul di Tarso, oggi meglio noto come San Paolo.
E'mia opinione che Gesù sia stato usato, sfruttato e ucciso varie volte dopo la crocifissione da personaggi interessati non tanto al "bene delle anime" ma soltanto al potere. Questo è stato evidente fino dai primi giorni della storia della chiesa, lo è stato ancora di più durante il Medioevo quando con l'ignoranza e il terrore la chiesa ha tenuto in scacco popolazioni intere. Per non parlare delle centinaia di anni di ritardo nella conoscenza scientifica imposte dal dogmatismo e dall'oscurantismo ecclesiastico che poco hanno a che fare con la carità e molto col potere (avete presente Ipazia, no?)
Oggi, naturalmente, le cose sono un po' cambiate anche se una patina se non di oscurantismo quanto meno di non-avanzamento si mantene ovunque in ambiti ecclesiastici. Non sto dicendo che la Chiesa sia il male, ci mancherebbe. Essa è fatta di persone e tra queste ce ne sono di meravigliose (madre Teresa) e ce ne sono di terribili (Bertone?? i pedofili??)
Non mi fido della chiesa come istituzione, come entità. Troppe magagne, troppe bugie, troppo insabbiamento, troppa poca trasparenza. Sembra una congrega massonica.
Questo, e spero di non aver offeso nessuno, in breve il mio rapporto con la religione Cattolica.
(segue)
mercoledì 11 maggio 2016
MI RITIRERO' IN TEXAS, AD INSEGNARE L'EVOLUZIONE AI CREAZIONISTI (cit)
Oggi su FB ho letto un articolo che riguarda l'Islanda.
A quanto pare a seguito di una ricerca condotta viene considerato il primo Paese praticamente ateo al mondo. Sono state fatte varie domande a tema religioso, e a quanto pare nella categoria sotto i 40 anni una percentuale vicina al 90% ha dichiarato di non credere in alcuna divinità - nonostante gli straordinari fenomeni naturali di quella terra, non ultima l'aurora boreale, che teoricamente dovrebbero avvicinare l'animo umano al mistero e all'insondabile.
Un altro dato importante: sempre nella medesima fascia di età, il 90% circa dichiara di credere al Big Bang e solo un 10% si dichiara creazionista.
Ora io non vorrei offendere nessuno, ma:
1) Credere al Big Bang? il Big Bang non è una cosa a cui si possa credere o no. Il Big Bang è una realtà scientifica. Sarebbe come non credere agli atomi, perchè non si vedono, o alla Rivoluzione Francese perchè non l'abbiamo vissuta. Ci sono le PROVE e davanti alle prove, signore e signori della giuria, non esiste spazio per il dubbio e confido che vi esprimerete come verità richiede (scusate, queste sere sto guardando Suits)
2) Creazionismo? Dico, seriamente? Davvero ci sono ancora persone (fuori dal Texas, come direbbe Sheldon Cooper) che ritengono di discendere da Adamo ed Eva? Questo è VERAMENTE scioccante!!! Persone che credono che un'entità barbuta e benevola dall'alto abbia generato il primo uomo e donna già così come siamo oggi? E che il mondo e l'universo siano stati creati in 6 giorni, perchè erano cosa buona? Vogliamo prendere davvero l'Antico Testamento per buono e la Genesi per realtà, quando ormai persino la Chiesa ammette che si tratta di racconti allegorici?
Tutti sanno che ho le mie idee in fatto di religione, ma troverei più credibile, per dire, che una popolazione aliena fosse arrivata sulla terra e avesse contribuito alla nascita della specie umana, che so... tramite l'uso di avveneristiche tecnologie genetiche. Il dott Zecharia Sitchin la pensava così, per esempio. E non era mica un pirla, nominandolo da vivo. Era uno profondo conoscitore delle culture mesopotamiche, uno dei pochissimi al mondo che sapesse leggere la scrittura cuneiforme così, come noi leggiamo l'ABC. Oddio, le sue teorie al principio affascinanti, dopo un momentino iniziano a sembrare un po' roba da matti, ma dopotutto perchè no? Non è più incredibile di un essere supremo autogeneratosi dal nulla che soffia la vita in un tocco di fango. E poi, non penserete di essere gli unici esseri viventi esistenti in qualche fantastigliardo di trilioni di glassie vero? Il che comunque non risolverebbe l'annoso problema di come sia nata la vita, lo sposterebbe solo di qualche miliardino di anni luce. Roba da poco.
3) Esiste una roba chiamata Specola Vaticana che sarebbe l'osservatorio astronomico della Chiesa di Roma. Un posto in cui lavorano degli SCIENZIATI. Dopo un inizio un po' dogmaticamente controllato, oggi (dal 1993 per la precisone) la Specola si è dotata di un telescopio con i controattributi, e segue vari progetti in campo Cosmologico. Mi sono informata: parliamo di Teoria del Multiverso, e di Cosmologia Quantistica, che sarebbe lo studio "dell'effetto della meccanica quantistica sulla formazione dell'universo, o sulla sua evoluzione precoce, soprattutto subito dopo il Big Bang o anche durante o prima di esso"
Cioè signori rassegnatevi, non ci credono più nemmeno i preti alla creazione biblicamente detta. Sbarcate nel XXI secolo vi prego!!
Oppure rimbarcatevi sulla vostra nave madre, e tornate donde siete venuti qualche milione di anni fa, cari alieni. Grazie per quello che avete fatto per noi (cosa avete a che fare con l'estinzione dei dinosauri, eh? confessate!) ma ora preferiremmo continuare a camminare nella luce della conoscenza per conto nostro.
A quanto pare a seguito di una ricerca condotta viene considerato il primo Paese praticamente ateo al mondo. Sono state fatte varie domande a tema religioso, e a quanto pare nella categoria sotto i 40 anni una percentuale vicina al 90% ha dichiarato di non credere in alcuna divinità - nonostante gli straordinari fenomeni naturali di quella terra, non ultima l'aurora boreale, che teoricamente dovrebbero avvicinare l'animo umano al mistero e all'insondabile.
Un altro dato importante: sempre nella medesima fascia di età, il 90% circa dichiara di credere al Big Bang e solo un 10% si dichiara creazionista.
Ora io non vorrei offendere nessuno, ma:
1) Credere al Big Bang? il Big Bang non è una cosa a cui si possa credere o no. Il Big Bang è una realtà scientifica. Sarebbe come non credere agli atomi, perchè non si vedono, o alla Rivoluzione Francese perchè non l'abbiamo vissuta. Ci sono le PROVE e davanti alle prove, signore e signori della giuria, non esiste spazio per il dubbio e confido che vi esprimerete come verità richiede (scusate, queste sere sto guardando Suits)
2) Creazionismo? Dico, seriamente? Davvero ci sono ancora persone (fuori dal Texas, come direbbe Sheldon Cooper) che ritengono di discendere da Adamo ed Eva? Questo è VERAMENTE scioccante!!! Persone che credono che un'entità barbuta e benevola dall'alto abbia generato il primo uomo e donna già così come siamo oggi? E che il mondo e l'universo siano stati creati in 6 giorni, perchè erano cosa buona? Vogliamo prendere davvero l'Antico Testamento per buono e la Genesi per realtà, quando ormai persino la Chiesa ammette che si tratta di racconti allegorici?
Tutti sanno che ho le mie idee in fatto di religione, ma troverei più credibile, per dire, che una popolazione aliena fosse arrivata sulla terra e avesse contribuito alla nascita della specie umana, che so... tramite l'uso di avveneristiche tecnologie genetiche. Il dott Zecharia Sitchin la pensava così, per esempio. E non era mica un pirla, nominandolo da vivo. Era uno profondo conoscitore delle culture mesopotamiche, uno dei pochissimi al mondo che sapesse leggere la scrittura cuneiforme così, come noi leggiamo l'ABC. Oddio, le sue teorie al principio affascinanti, dopo un momentino iniziano a sembrare un po' roba da matti, ma dopotutto perchè no? Non è più incredibile di un essere supremo autogeneratosi dal nulla che soffia la vita in un tocco di fango. E poi, non penserete di essere gli unici esseri viventi esistenti in qualche fantastigliardo di trilioni di glassie vero? Il che comunque non risolverebbe l'annoso problema di come sia nata la vita, lo sposterebbe solo di qualche miliardino di anni luce. Roba da poco.
3) Esiste una roba chiamata Specola Vaticana che sarebbe l'osservatorio astronomico della Chiesa di Roma. Un posto in cui lavorano degli SCIENZIATI. Dopo un inizio un po' dogmaticamente controllato, oggi (dal 1993 per la precisone) la Specola si è dotata di un telescopio con i controattributi, e segue vari progetti in campo Cosmologico. Mi sono informata: parliamo di Teoria del Multiverso, e di Cosmologia Quantistica, che sarebbe lo studio "dell'effetto della meccanica quantistica sulla formazione dell'universo, o sulla sua evoluzione precoce, soprattutto subito dopo il Big Bang o anche durante o prima di esso"
Cioè signori rassegnatevi, non ci credono più nemmeno i preti alla creazione biblicamente detta. Sbarcate nel XXI secolo vi prego!!
Oppure rimbarcatevi sulla vostra nave madre, e tornate donde siete venuti qualche milione di anni fa, cari alieni. Grazie per quello che avete fatto per noi (cosa avete a che fare con l'estinzione dei dinosauri, eh? confessate!) ma ora preferiremmo continuare a camminare nella luce della conoscenza per conto nostro.
lunedì 9 maggio 2016
80 E NON SENTIRLI...
... proprio nel senso che l'udito ormai... come dire....
Beh, questo sabato abbiamo festeggiato gli 80 anni di mio papà.
Mia mamma con la sua consueta energia e dose di ottimismo (meglio festeggiare questa volta perchè tra due anni alle nozze d'oro chissà tuo padre come ci arriva...) ha organizzato un evento in piena regola. Invitato gli amici ed i parenti più intimi, prenotato UN INTERO agriturismo, gestito catering, disposizione stanze, aperitivo, cena colazione della mattina dopo, insomma da fare invidia ai migliori professionisti del settore.
Ha fatto tutto da sola, gli inviti, i cartoncini di benvenuto in ogni camera, personalizzati a seconda di chi l'avrebbe ordinata, i segnaposti con una frase a tema "il tempo che passa" diversa per ogni commensale, e un regalino da portare a casa, i menù da mettere sui tavoli, tutti con fotografie e frasi adatte al festeggiamento.
Ci ha lavorato per due mesi, più o meno.
Per questo motivo quando venerdì pomeriggio ci siamo sentite e mi ha rivolto la consueta domanda... i ragazzi tutto bene?? Io ho risposto "si si!!" senza esitare, tacendo il fatto che Ric aveva il mal di stomaco e il Nin era tornato da scuola con la febbre a trentotto e passa. Miracolosamente sabato mattina stavano tutti bene.
La location era una dimora di charme in mezzo alle risaie novaresi, la Torre dei Canonici che vi consiglio caldamente in caso voleste passare un we romantico o rilassante con o senza figlioli al seguito.
Prima reazione del Ric: Quanto costa una notte qui?? Ci devo tornare con M.
Ah! Essere giovani e sentire il morso pungente dell'amore! (cit.)
Gli ospiti sono arrivati dalle 17 in avanti, c'erano i più vecchi e cari amici dei miei che conosco da quando sono nata, i miei tre "finti cugini": uno da solo, uno con la famiglia, uno con il suo compagno, c'eravamo noi ed i miei suoceri.
E' stato bello ritrovarli tutti, specie gli amici dei miei genitori che non vedevo da molto tempo e l'ultima occasione era tutto meno che lieta. Li ho trovati tutti bene, tutti ovviamente un po' invecchiati ma sorridenti e in vena di festeggiare come li ricordo fin da quando erano solo i tempi ad essere vecchi.
L'unica differenza percepibile oltre all'incanutirsi delle chiome è stato il livello di decibel. La compagnia dei miei è sempre stata chiamata "la sporca dozzina", sei coppie ridanciane e affiatate che ho sempre pensato, se invece che 50-60-70 anni ne avessero avuti 20 o 30, ai loro bei tempi li avrebbero sbattuti fuori dai locali per il casino che facevano. Sabato sera, un po' che erano 6 su 12 (l'età ha raggiunto alcuni prima di altri) un po' che comunque ognuno ha la sua storia alle spalle e ultimamente piuttosto incasinata, non c'è stata la baraonda che mi aspettavo.
La serata, aperitivo e cena, sono stati comunque piacevolissime, chiacchiere e buon vino (!!) accompagnati da un po' di sottofondo fornito dal Ric, che avevo insistito portasse la chitarra e ha fatto, come di consueto, la figura del giovanotto intelligente maturo e talentuoso. Ho ricevuto un sacco di complimenti :-) anche perchè mia mamma ha fatto vedere a tutti coloro che desiderassero compiacerla i video delle sue ultime esibizioni acrobatiche...
Per quanto riguarda strettamente la Puff-famiglia strettamente detta, abbiamo approfittato per un po' di relax, e abbiamo anche approfittato per un passettino sulla via dell'autonomia del Nin, che dormiva in una doppia con suo fratello separata dalla nostra. Il GG ne ha approfittato, non dovendo guidare, per non contare fanaticamente i ml di vino che beve come fa di solito quando usciamo, ed in generale siamo stati un po' insieme tranquilli senza le consuete incombenze casalinghe di compiti, pasti da preparare, polveri da togliere.
Peccato sia finito subito!!!!!
Beh, questo sabato abbiamo festeggiato gli 80 anni di mio papà.
Mia mamma con la sua consueta energia e dose di ottimismo (meglio festeggiare questa volta perchè tra due anni alle nozze d'oro chissà tuo padre come ci arriva...) ha organizzato un evento in piena regola. Invitato gli amici ed i parenti più intimi, prenotato UN INTERO agriturismo, gestito catering, disposizione stanze, aperitivo, cena colazione della mattina dopo, insomma da fare invidia ai migliori professionisti del settore.
Ha fatto tutto da sola, gli inviti, i cartoncini di benvenuto in ogni camera, personalizzati a seconda di chi l'avrebbe ordinata, i segnaposti con una frase a tema "il tempo che passa" diversa per ogni commensale, e un regalino da portare a casa, i menù da mettere sui tavoli, tutti con fotografie e frasi adatte al festeggiamento.
Ci ha lavorato per due mesi, più o meno.
Per questo motivo quando venerdì pomeriggio ci siamo sentite e mi ha rivolto la consueta domanda... i ragazzi tutto bene?? Io ho risposto "si si!!" senza esitare, tacendo il fatto che Ric aveva il mal di stomaco e il Nin era tornato da scuola con la febbre a trentotto e passa. Miracolosamente sabato mattina stavano tutti bene.
La location era una dimora di charme in mezzo alle risaie novaresi, la Torre dei Canonici che vi consiglio caldamente in caso voleste passare un we romantico o rilassante con o senza figlioli al seguito.
Prima reazione del Ric: Quanto costa una notte qui?? Ci devo tornare con M.
Ah! Essere giovani e sentire il morso pungente dell'amore! (cit.)
Gli ospiti sono arrivati dalle 17 in avanti, c'erano i più vecchi e cari amici dei miei che conosco da quando sono nata, i miei tre "finti cugini": uno da solo, uno con la famiglia, uno con il suo compagno, c'eravamo noi ed i miei suoceri.
E' stato bello ritrovarli tutti, specie gli amici dei miei genitori che non vedevo da molto tempo e l'ultima occasione era tutto meno che lieta. Li ho trovati tutti bene, tutti ovviamente un po' invecchiati ma sorridenti e in vena di festeggiare come li ricordo fin da quando erano solo i tempi ad essere vecchi.
L'unica differenza percepibile oltre all'incanutirsi delle chiome è stato il livello di decibel. La compagnia dei miei è sempre stata chiamata "la sporca dozzina", sei coppie ridanciane e affiatate che ho sempre pensato, se invece che 50-60-70 anni ne avessero avuti 20 o 30, ai loro bei tempi li avrebbero sbattuti fuori dai locali per il casino che facevano. Sabato sera, un po' che erano 6 su 12 (l'età ha raggiunto alcuni prima di altri) un po' che comunque ognuno ha la sua storia alle spalle e ultimamente piuttosto incasinata, non c'è stata la baraonda che mi aspettavo.
La serata, aperitivo e cena, sono stati comunque piacevolissime, chiacchiere e buon vino (!!) accompagnati da un po' di sottofondo fornito dal Ric, che avevo insistito portasse la chitarra e ha fatto, come di consueto, la figura del giovanotto intelligente maturo e talentuoso. Ho ricevuto un sacco di complimenti :-) anche perchè mia mamma ha fatto vedere a tutti coloro che desiderassero compiacerla i video delle sue ultime esibizioni acrobatiche...
Per quanto riguarda strettamente la Puff-famiglia strettamente detta, abbiamo approfittato per un po' di relax, e abbiamo anche approfittato per un passettino sulla via dell'autonomia del Nin, che dormiva in una doppia con suo fratello separata dalla nostra. Il GG ne ha approfittato, non dovendo guidare, per non contare fanaticamente i ml di vino che beve come fa di solito quando usciamo, ed in generale siamo stati un po' insieme tranquilli senza le consuete incombenze casalinghe di compiti, pasti da preparare, polveri da togliere.
Peccato sia finito subito!!!!!
lunedì 2 maggio 2016
IL SESSO DEGLI ANGELI - post lungo
Anche se non si tratta di angeli in senso letterale.
Premessa no. 1:
Anni fa pubblicai un post sul Ric - allora conosciuto come PG - nel quale parlavo del fatto che mi aveva confessato tra l'imbarazzo e le grasse risate di baciare in maniera affatto casta la sua morosina di allora. Lui 11 anni, lei 12. Quel post scatenò una ridda di commenti sull'opportunità che a 11 anni già si producesse in tali performancese e pure una mezza rissa... senza mezza va!... con l'amico Vedetta che ne disse di cotte e di crude :-) Ti ricordi Vedetta? Quanto mi facevi incazzare!!!! :-D
In seguito allo sviluppo e al protrarsi della love story, parlai con una psicologa dell'età evolutiva e lei mi disse che l'età era assolutamente adeguata, tantopiù se lui aveva sempre dimostrato una certa precocità nella crescita (cammninare, parlare ecc....) e pertanto non c'era nulla di cui allarmarsi. Siccome così era, non mi sono allarmata.
Premessa no. 2:
Io sto con il GG da quando avevo 19 anni. Lui viveva da solo e quindi ovviamente avevamo tempo e luoghi a disposizione per l'intimità. Passavamo parte delle vacanze insieme. Quando avevamo 20 anni per una serie di circostanze ci venne comodo passare un paio di giorni di vacanza a casa di una mia zia al mare, casa dove stavano in quel periodo anche i miei genitori e tutti i cugini (una casa molto grande....). Una tappa logistica in attesa del traghetto che ci avrebbe portati in Grecia. In quella circostanza mia madre ci preparò stanze separate: benchè stessimo andando in vacanza insieme, mio padre infatti non voleva avallare il fatto che dormissimo insieme "sotto il suo tetto". Faniente che il tetto in realtà non fosse il suo: lui è uomo di altri tempi (compie 80 anni oggi) e finchè sapeva ma poteva far finta di non sapere, andava tutto bene. La cosa allora mi infastidì tremendamente (anche se naturalmente da madre ho una visione più morbida, oggi) al punto che tempo fa parlando di argomenti seri col Ric gli promisi che non mi sarei mai comportata allo stesso modo, che non sarei mai stata ipocrita e che il sesso - se fatto con due dita di cervello in vari sensi - non sarebbe mai stato un problema.
E' quindi con queste due premesse ben chiare in mente che mi accingo a raccontarvi che sabato verso l'ora di cena, il Ric mi si è palesato chiedendomi con (secondo me falsa) calma serafica se sarebbe stato un problema se M. si fosse faremata a dormire da noi per quella notte.
Primo istinto: altrochè se è un problema!!! E bello grosso anche!!!
Ho trattenuto le parole ma devo aver strabuzzato gli occhi fuori dalle orbite, perchè il Ric ha subito tenuto a precisare che, insomma, dove sta il punto: stanno soli a casa nostra e/o di lei un sacco di volte, quindi che differenza fa.
Eh.
Che differenza fa.
La verità è che fa differenza, nella mia testa almeno, ma non è una differenza logicamente spiegabile.
E se non è logicamente spiegabile... praticamente non esiste.
Naturalmente ho pensato subito di appellarmi ai due capisaldi dell'educazione di qualunque madre che si rispetti:
1) sei troppo piccolo
2) non finchè non vai bene a scuola
ma entrambe le soluzioni non mi sono sembrate praticabili in quanto la scuola non c'azzecca niente e se lui mi avesse chiesto "cosa c'entra?" non avrei avuto nulla di davvero razionale da rispondergli. E l'età, beh, come dicevo non è che sarebbe stata la classica scintilla vicino alla paglia, perchè occasioni di stare soli e comodi ne hanno comunque, e francamente dubito che aspettassero il mio divano come la manna dal cielo.
Inoltre un altro adagio delle mamme recita "meglio a casa che almeno so dove sono invece che dietro qualche cespuglio col rischio di incorrere oltretutto in qualche disavventura", e anche questo mi è passato per la mente.
Ma soprattutto mi è sovvenuto che dopotutto, nonostante io racconti in giro che il Ric è un malmostoso sempre imbronciato e che non racconta niente nemmeno a tirarglielo fuori con le tenaglie, alla fine della fiera è venuto da me, mi ha fatto una richiesta onesta, senza nascondermi nulla (nemmeno il fatto che avrebbero attinto al fondo di bottiglia di vodka alla menta nel mio frigo) parlandomi con la massima sincerità. Avrebbe potuto dirmi che andava a dormire da qualche suo amico ed andre da lei, o raccontarmi qualche altra cazzata, invece no: mamma, voglio dormire con M, penso che non ci sia niente di male per cui da brava, dammi il permesso.
Del resto, il permesso di cosa poi? Di fare sesso?
La libertà di fare sesso uno se la prende quando vuole, e le occasioni se le crea. Mio padre era molto severo, ma io ho sempre fatto quello che ho voluto, pur senza andare a dormire o invitare a dormire da me nessun moroso. E avevo solo 6 mesi più di Ric.
Certo, avrei potuto dirgli assolutamente no, senza dovermi giustificare o rendergli conto della mia decisione: dopotutto sono io la madre, se decido decido e non ti devo alcuna spiegazione. Ma come la mettiamo con la premessa no. 2? "Mamma avevi detto che non sarebbe mai stato un problema". Eh si, accidenti, l'avevo proprio detto.
L'ho spedito a chiedere il permesso a suo padre pro-forma, ma sapevo già che sarebbe stato un si (il GG: va bene, può restare, ma sappi che per tutta la notte, random, tua madre tuo fratello ed io verremo in sala a turno, a fare un giro... così, senza preavviso!).
E così sabato sera alle nove mi sono trovata ad aprire il divano letto davanti alla tv, metterci delle lenzuola pulite, impilarci cuscini e trapunte, riordinare un po' qua e la (mica fare brutta figura con la nuorina) rimurginando sul tempo che passa. E sulle decisioni prese. E se avevamo fatto bene. E se non è - dopotutto - davvero troppo piccolo. E se non sta bruciando le tappe (la psico diceva di no). E se fa tutto questo adesso poi a 20 cosa fa (ancora questo, direi) E quanto è bello avere 16 anni (quasi) ed essere innamorati.
E se devo essere onesta mi sono sentita bene, serena e felice per lui.
Io non sono certamente una di quelle che perchè adesso la morosa viene a casa, devono sposarsi e stare insieme tutta la vita. Però devo ammettere che avere una ragazza in giro per casa un po' impressione me la fa. Ma più che altro per me, per me e il GG che guardiamo questa cosa con una sorta di dejà vu.... eh, si, anche noi....qualche bugietta di più, qualche fuga di più, ma nella sostanza....
Ieri mattina abbiamo dormito un po' più a lungo, abbiamo fatto colazione con il Nin, ma quando si son fatte le 10 embè, volevo riappropiarmi della mia sala! Ho tirato su le tapparelle trovandoli che dormivano tutti puccipucciosi vicini vicini, li ho sbrandati, colazionati, e la signorina è tornata a casina sua. Il Ric appena sveglio ha fatto una verticale perfetta di circa 3 minuti, quindi l'ho considerato sobrio, nonostante la vodka alla menta.
Ma in realtà non è tanto aver visto il Ric abbracciato ad una ragazza in un letto a due piazze. La cosa che mi ha fatto sentire veramente una vecchia balenga è stato il discorso del circo. Avevo i biglietti per il circo ieri pomeriggio, volevamo portarci il Nin ma alla fine sono venuti con noi anche il Ric e M.
Ritratto di famiglia con morosa.
Il tempo è davvero passato.
Chissà se anche io facevo quell'effetto alla mia suocerona i primi tempi che le giravo per casa. Dopotutto, avevo l'età di M.
Premessa no. 1:
Anni fa pubblicai un post sul Ric - allora conosciuto come PG - nel quale parlavo del fatto che mi aveva confessato tra l'imbarazzo e le grasse risate di baciare in maniera affatto casta la sua morosina di allora. Lui 11 anni, lei 12. Quel post scatenò una ridda di commenti sull'opportunità che a 11 anni già si producesse in tali performancese e pure una mezza rissa... senza mezza va!... con l'amico Vedetta che ne disse di cotte e di crude :-) Ti ricordi Vedetta? Quanto mi facevi incazzare!!!! :-D
In seguito allo sviluppo e al protrarsi della love story, parlai con una psicologa dell'età evolutiva e lei mi disse che l'età era assolutamente adeguata, tantopiù se lui aveva sempre dimostrato una certa precocità nella crescita (cammninare, parlare ecc....) e pertanto non c'era nulla di cui allarmarsi. Siccome così era, non mi sono allarmata.
Premessa no. 2:
Io sto con il GG da quando avevo 19 anni. Lui viveva da solo e quindi ovviamente avevamo tempo e luoghi a disposizione per l'intimità. Passavamo parte delle vacanze insieme. Quando avevamo 20 anni per una serie di circostanze ci venne comodo passare un paio di giorni di vacanza a casa di una mia zia al mare, casa dove stavano in quel periodo anche i miei genitori e tutti i cugini (una casa molto grande....). Una tappa logistica in attesa del traghetto che ci avrebbe portati in Grecia. In quella circostanza mia madre ci preparò stanze separate: benchè stessimo andando in vacanza insieme, mio padre infatti non voleva avallare il fatto che dormissimo insieme "sotto il suo tetto". Faniente che il tetto in realtà non fosse il suo: lui è uomo di altri tempi (compie 80 anni oggi) e finchè sapeva ma poteva far finta di non sapere, andava tutto bene. La cosa allora mi infastidì tremendamente (anche se naturalmente da madre ho una visione più morbida, oggi) al punto che tempo fa parlando di argomenti seri col Ric gli promisi che non mi sarei mai comportata allo stesso modo, che non sarei mai stata ipocrita e che il sesso - se fatto con due dita di cervello in vari sensi - non sarebbe mai stato un problema.
E' quindi con queste due premesse ben chiare in mente che mi accingo a raccontarvi che sabato verso l'ora di cena, il Ric mi si è palesato chiedendomi con (secondo me falsa) calma serafica se sarebbe stato un problema se M. si fosse faremata a dormire da noi per quella notte.
Primo istinto: altrochè se è un problema!!! E bello grosso anche!!!
Ho trattenuto le parole ma devo aver strabuzzato gli occhi fuori dalle orbite, perchè il Ric ha subito tenuto a precisare che, insomma, dove sta il punto: stanno soli a casa nostra e/o di lei un sacco di volte, quindi che differenza fa.
Eh.
Che differenza fa.
La verità è che fa differenza, nella mia testa almeno, ma non è una differenza logicamente spiegabile.
E se non è logicamente spiegabile... praticamente non esiste.
Naturalmente ho pensato subito di appellarmi ai due capisaldi dell'educazione di qualunque madre che si rispetti:
1) sei troppo piccolo
2) non finchè non vai bene a scuola
ma entrambe le soluzioni non mi sono sembrate praticabili in quanto la scuola non c'azzecca niente e se lui mi avesse chiesto "cosa c'entra?" non avrei avuto nulla di davvero razionale da rispondergli. E l'età, beh, come dicevo non è che sarebbe stata la classica scintilla vicino alla paglia, perchè occasioni di stare soli e comodi ne hanno comunque, e francamente dubito che aspettassero il mio divano come la manna dal cielo.
Inoltre un altro adagio delle mamme recita "meglio a casa che almeno so dove sono invece che dietro qualche cespuglio col rischio di incorrere oltretutto in qualche disavventura", e anche questo mi è passato per la mente.
Ma soprattutto mi è sovvenuto che dopotutto, nonostante io racconti in giro che il Ric è un malmostoso sempre imbronciato e che non racconta niente nemmeno a tirarglielo fuori con le tenaglie, alla fine della fiera è venuto da me, mi ha fatto una richiesta onesta, senza nascondermi nulla (nemmeno il fatto che avrebbero attinto al fondo di bottiglia di vodka alla menta nel mio frigo) parlandomi con la massima sincerità. Avrebbe potuto dirmi che andava a dormire da qualche suo amico ed andre da lei, o raccontarmi qualche altra cazzata, invece no: mamma, voglio dormire con M, penso che non ci sia niente di male per cui da brava, dammi il permesso.
Del resto, il permesso di cosa poi? Di fare sesso?
La libertà di fare sesso uno se la prende quando vuole, e le occasioni se le crea. Mio padre era molto severo, ma io ho sempre fatto quello che ho voluto, pur senza andare a dormire o invitare a dormire da me nessun moroso. E avevo solo 6 mesi più di Ric.
Certo, avrei potuto dirgli assolutamente no, senza dovermi giustificare o rendergli conto della mia decisione: dopotutto sono io la madre, se decido decido e non ti devo alcuna spiegazione. Ma come la mettiamo con la premessa no. 2? "Mamma avevi detto che non sarebbe mai stato un problema". Eh si, accidenti, l'avevo proprio detto.
L'ho spedito a chiedere il permesso a suo padre pro-forma, ma sapevo già che sarebbe stato un si (il GG: va bene, può restare, ma sappi che per tutta la notte, random, tua madre tuo fratello ed io verremo in sala a turno, a fare un giro... così, senza preavviso!).
E così sabato sera alle nove mi sono trovata ad aprire il divano letto davanti alla tv, metterci delle lenzuola pulite, impilarci cuscini e trapunte, riordinare un po' qua e la (mica fare brutta figura con la nuorina) rimurginando sul tempo che passa. E sulle decisioni prese. E se avevamo fatto bene. E se non è - dopotutto - davvero troppo piccolo. E se non sta bruciando le tappe (la psico diceva di no). E se fa tutto questo adesso poi a 20 cosa fa (ancora questo, direi) E quanto è bello avere 16 anni (quasi) ed essere innamorati.
E se devo essere onesta mi sono sentita bene, serena e felice per lui.
Io non sono certamente una di quelle che perchè adesso la morosa viene a casa, devono sposarsi e stare insieme tutta la vita. Però devo ammettere che avere una ragazza in giro per casa un po' impressione me la fa. Ma più che altro per me, per me e il GG che guardiamo questa cosa con una sorta di dejà vu.... eh, si, anche noi....qualche bugietta di più, qualche fuga di più, ma nella sostanza....
Ieri mattina abbiamo dormito un po' più a lungo, abbiamo fatto colazione con il Nin, ma quando si son fatte le 10 embè, volevo riappropiarmi della mia sala! Ho tirato su le tapparelle trovandoli che dormivano tutti puccipucciosi vicini vicini, li ho sbrandati, colazionati, e la signorina è tornata a casina sua. Il Ric appena sveglio ha fatto una verticale perfetta di circa 3 minuti, quindi l'ho considerato sobrio, nonostante la vodka alla menta.
Ma in realtà non è tanto aver visto il Ric abbracciato ad una ragazza in un letto a due piazze. La cosa che mi ha fatto sentire veramente una vecchia balenga è stato il discorso del circo. Avevo i biglietti per il circo ieri pomeriggio, volevamo portarci il Nin ma alla fine sono venuti con noi anche il Ric e M.
Ritratto di famiglia con morosa.
Il tempo è davvero passato.
Chissà se anche io facevo quell'effetto alla mia suocerona i primi tempi che le giravo per casa. Dopotutto, avevo l'età di M.
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