Bene, dire quello in cui non credo è facile.
Più difficile raccontare quello in cui credo.
Innanzitto mi associo alla differenza che è emersa nei i commenti di ieri, tra religione e spiritualità. Io no penso di essere una persona religiosa, perchè la religione prevede una struttura organizzata, con dei vertici, degli itermediari, delle regole ecc.... Penso però di avere una certa spiritualità, solo che me ne occupo, diciamo, privatamente.
Io penso che "qualcosa" al di sopra della vita terrena, esista.
Come Vedetta, mi dico... non può essere tutto qui, fine a se stesso.
Alcuni momenti mi pare ovvio e lampante.
Altri momenti mi dico invece che la ricerca di senso e significato è insita nella natura umana, fa parte di come il nostro cervello funziona, e pertanto è ovvio che siamo portati a credere in qualcosa, anche solo per tranquillizzarci. E che se è così, allora ci raccontiamo solo delle gran favole, con lo scopo di non morire di paura.
Che, voglio dire, sarebbe già uno scopo più che accettabile.
Poi però mi dico anche: ma se siamo fatti così, un motivo ci sarà, anche solo a livello puramente evolutivo. E questo motivo magari è proprio darci la possibilità di percepirlo, questo qualcosa di più grande di noi (e qui il GG direbbe: certo, l'Universo in continua espansione). E che se siamo fatti per percepirlo, magari quel qualcosa c'è davvero. Dopotutto, si perpetuano le caratteristiche che hanno una qualche utilità.
L'idea generale è quella di un cane che gira in tondo senza costrutto cercando di acchiapparsi la coda....
Credo di essere più vicina alle spiritualità antiche che a quelle moderne.
Senza andare a scomodare fate e folletti, credo nel potere insito nella natura, credo che essa sia impregnata di sacralità, di forze che possono essere percepite e incanalate per mezzo della volontà. Credo nell'istinto, che considero la manifestazione del divino dentro di noi. Credo che ognuno di noi possa raggiungere il sacro (gli Dei, il mistero, la magia... date il nome che preferite) e che ognuno lo faccia con i suoi tempi, modi e maniere.
Credo che ci sia una sorta di giustizia superiore che ci riguarda tutti... non un dio buono (o malevolo) che ci premia (o punisce) a seconda delle nostre azioni, ma credo che le nostre azioni plasmino e indirizzino il mondo circostante - anche a livello "supernaturale" - e che prima o poi, quello che hai fatto, ritorni. Non necessariamente dopo che saremo morti, ma qui, nella nostra vita. I nostri nonni lo sapevano, no? Si raccoglie quel che si semina, dice la saggezza popolare.
E credo anche che ci siano cose che non potremo mai spiegare, o che non possiamo spiegare oggi, infarciti come siamo di indifferenza, egoismo, tecnologie varie. Credo che a un certo punto della vita dell'Uomo, ci siamo allontanati dalla natura e abbiamo scelto un cammino diverso fatto di altri valori (benessere, denaro, proprietà) che ci ha allontanati da quelle forze e da quel potere che la natura possiede e che ci ha plasmati nella gioventù della nostra razza.
Non siamo più legati ai cicli naturali, al naturale muoversi delle stagioni, dei raccolti, non siamo più "legati" alla natura come un tempo. E così non la "sentiamo" più. Certo questo è anche un bene: dopotutto mediamente almeno qui in occidente, mangiamo tutti, tutti i giorni. Mangiamo carni anabolizzate, verdure geneticamnete modificate e beviamo latte liofilizzato e bibite chimiche, ma siamo sazi e floridi. Diecimila anni fa, beh. Parliamone.
Ma sono piuttosto persuasa che diecimila anni fa nessun uomo si domandasse quale è il senso della vita, perchè diecimila anni fa lo respiravano, questo senso. Lo conoscevano per istinto. Gli Dei - qualunque significato vogliate attribuire a questa parola - camminavano accanto agli Uomini.
Ora, quando dico queste cose, succede che io stessa mi prenda per pazza da sola.
Perchè io sono una donna del XXI secolo, non credo alle favole come specificato nel post di ieri, e questa cosa di antichi sciamani al centro di cerchi megalitici che evocano la forza della natura a beneficio della tribù nel giorno del solstizio beh, può andar bene per qualche bel film in costume, ma noi viviamo nel mondo vero, mica nella cellulosa.
Eppure.
Eppure ho avuto qualche singolare esperienza nella mia vita che mi porta a pensare che magari sono un po' matta, ma non proprio fuori di testa del tutto.
Ho sentito, davvero sentito fisicamente, nelle gambe nelle braccia, una presenza attorno a me in uno straordinario luogo di culto cattolico, costruito però su un antico sito druidico. Ho sentito una voce, non in senso letterale (altrimenti sarei sotto prozac!) ma una sorta di consapevolezza, come quando si forma un'idea nel cervello e tu sai che è giusta, pur non sapendo da che parte proviene.
Anni fa mi avvicinai - con scopi diciamo culturali - alla lettura dei tarocchi.
Ne posseggo un mazzo, molto bello e straordinariamente evocativo nelle immagini.
Non ho mai "studiato" la lettura dei tarocchi (ogni arcano ha un suo significato preciso, ci sono centinaia di libri che si propongono di insegnarteli) considerando più che altro queste immagini come un mezzo, un tramite attraverso cui dare voce a cose non tanto che ci vengono "rivelate" ma che sappiamo già di nostro pure senza sapere di saperle... grazie a quella scintilla che dicevo, grazie all'istinto.
Le ho usate poche volte, alcune anche un po' per scherzo, non sono certo Madame Babette col turbabnte e il tavolino che trema :-)
Ma ogni volta che sono riuscita a rilassarmi adeguatamente, fare adeguato silenzio dentro di me, e aprire la mia mente (è uno stato che per me ha un significato preciso, facilissimo da riconoscere quando mi ci trovo) ho "letto" informazioni sulla vita di chi mi stava davanti alle quali oggettivamente, per quanto io abbia cercato in ogni modo di venirne a capo in modo razionale, non avrei mai potuto avere accesso prima di quel momento. Lo dico, perchè si trattava nello specifico di persone mai viste prima, incontrate ad una festa.
State chiamando la Neuro Deliri?
Forse al vostro posto io lo farei :-)
Non sono comunque pazza al punto di credere che le carte ti dicano il futuro.
Però... non so. Sono uno strumento come un altro, che a certe condizioni possono darti la possibilità di accedere ad una conoscenza... diciamo inconscia. Questo si, lo credo. E se esiste questa "conoscensa inconscia" significa che c'è del sacro dentro di noi.
Fila il ragionamento?
Inoltre penso al fatto che tutte le religioni, in tutti i paesi, con modi diversi, hanno sempre onorato la stessa cosa: la Vita, ed i suoi principi generatori femminile e maschile.
No, non sono omofoba, tranquilli, però è chiaro che la vita si crea da maschio e femmina. Ogni tipo di religione e ogni spiritualità ha sempre onorato una Grande Madre ed il suo consorte. La Dea ed io Dio ancestrali (vedi per esempio le mitologie celtiche), Iside e Osiride, Zeus e Era ecc... persino il cristianesimo rende culto a Maria - pur avendola spogliata purtroppo di qualunque significato. E il dio dell'antico testamento aveva una moglie, incredibile ma vero, chiamata Asherah. Addirittura è proprio scritto, nei primi passi, che Dio non era solo. Nella versione originale in aramaico, il termine poi tradotto con "Dio" è Elohim. Elohim è plurale. Il singolare è El.
Credo che questo sia stato soltanto il modo che la mente umana ha usato per classificare, per rendere comprensibile le altrimenti misteriose vie della Natura, quella forze e quel potere di cui parlavo all'inizio, che sono stati "personalizzati" per una più semplice fruizione, diciamo. Per renderle simili a noi e capirle (e non noi simili a loro)
Quanto al dove andremo dopo la morte.... chi può saperlo.
Io credo che qualcosa di noi permanga.
La nostra essenza, il nostro nocciolo, quello che "siamo" davvero e profondamente, non si perde. Anima, spirito.. fantasma.... chiamatelo col nome che vi fa meno ridere :-D
Non so se ce ne andremo in giro mantenendo una consapevolezza simile a quella che abbiamo in vita (ma ne dubito!), probabilmente avremo una "forma" del tutto inaspettata e impensabile prima di provarla... però si. Qualcosa resta. Non posso pensare al nulla assoluto, all'assenza totale, è un concetto che la mia mente rifiuta completamente, non concepisce proprio.
A volte mi dico: è facile. Ovunque andremo, sarà lo stesso che prima di nascere. Prima di nascere "non eravamo" ma la cosa non ci sconvolge più di tanto, perchè dovrebbe sconvolgerci il "non essere" dopo la morte? Dopotutto ci siamo già passati.
Ma il mio cervello si rifiuta di elaborare.
Più in la di così per il momento non sono andata.
Il post di ieri non l'ho letto...ora rimedierò ma qui ti dico che per me nessuno di noi muore se chi rimane dopo di lui, continua a ricordarlo e magari a continuare quello che chi se ne va aveva iniziato...questo è quello che penso quando sono abbastanza serena da poter pensare alla morte, specialmente delle persone care...poi quando la morte ti passa vicino o addirittura ti tocca, ci vedo solo la tragedia...
RispondiEliminaPer essere il secondo post della serie sul tema cosi' complesso del significato della vita e su cosa c'e' "dopo" la morte ammesso che qualcosa ci sia e sull'esistenza di Dio cosi come sulla dimensione spirituale dell' uomo direi che giá hai focalizzato molto di piu' le cose.
RispondiEliminaQuesti post e anche le discussioni che ne seguono servono di sicuro per analizzare ció che si "sente" in maniera per lo piú indistinta e che a parole risulta difficile razionalizzare. Quanto meno aiutano un pochettino a fare maggior ordine e chiarezza rispetto a cio' che si crede e che non viene solitamente espresso.
Che sia questo l' inizio di un ciclo di dibattiti a tema sull' argomento della spiritualitá umana nell' epoca contemporanea ?
Io ad esempio pur non partecipando al tuo interesse per le "religioni druidiche" che hai molto ben illustrato... tendo piú in generale pero' a confermare quello che hai detto tu quando sottolinei il fatto che alle volte si "sente" qualcosa di inspiegabile ... sia essa la presenza di una persona cara che non c'e' piú, oppure un improvviso "intuito", una serie di sensazioni, di presentimenti o percezioni che non é facile spiegare altrimenti. Una luce improvvisa che illumina la realtá circostante e la fa apparire diversa.
Cosa c'e' al di la del mondo "visibile" terreno e materialmente sensoriale non é dato saperlo.
Cosa ci sia dopo la morte nemmeno .. poiché fino a prova contraria e provata scientificamente nessuno a tornato indietro a raccontarlo.
Io penso che si dia veramente troppa importanza alla morte, Oddio tutti ci caccheremo sotto in quel preciso momento, è inevitabile ma poi .. morta lì, in tutti i sensi :-D
RispondiEliminaInsomma io sinceramente ho più paura della sofferenza, del dolore che provocherà in me la diparta dei miei cari e di quella che provocherò io andandomene a coloro che rimarranno, ma la morte in sé non mi fa paura .. cosa ci sarà dopo? non sono atea ma non credo al paradiso, né all'inferno, né tanto meno alla reincarnazione .. uno muore e basta. Si dovrebbe vivere facendo del bene il più possibile per un tornaconto personale in vita e non per il 'premio finale' .. questo è il mio pensiero.