Oggi i bambini di quarta elementare vanno in gita, col CAI.
Il delirio-da-gita è cominciato già con diversi giorni d'anticipo.
Punto primo, l'abbigliamento.
Vanno in "montagna", come vuoi vestirli, in costume da bagno?? No, ma pare che nessuna mamma sia mai andata a fare una scampagnata a più di 25 metri slm. Scambi furiosi di messaggi sull'opportunità di mettere una tuta felpata oppure di cotone e su che tipo di scarpe siano più adatte. Poi, per massimo di sfiga, il CAI ci ha fatto pervenire un foglietto prestampato con le istruzioni del caso. Alla parola "scarponcini" si è scatenato l'infermo. Eh ma io non li ho. E ma che faccio? E ma le scarpe da ginnastica andranno bene?. Eh ma.... Eh ma svegliatevi, mamme cazzo: fanno un ora di passeggiata su un sentiero pianeggiante, pure in infradito potrebbero andare. Morale: un buon 70% di bambini stamattina sfoggiava scarponcini da trekking nuovi di Decatlhon, peraltro tutti uguali.
Punto secondo: attrezzatura varia e cibo.
Appena pronunciata la parola "gita" la domanda più pressante è: cosa bisogna portare? Ma benedette donne, cosa cazzo bisognerà portare a una gita? Due panini, una bottiglia d'acqua, se fa brutto un k-way e se proprio vi sentite magnanime una bella brioche per la merenda del mattino. Sempre uguale come da 4 anni a questa parte. Eh ma... un panino o due? Bella lo sai tu quanto mangia tuo figlio Eh ma... un pezzetto di focaccia andrà bene? Non saprei, a tuo figlio la focaccia piace? Se si, va bene, se no va male. Salvo poi veder arrivare bambini con 4 litri d'acqua (o coca cola, si, abbiamo visto anche quello) nello zaino che manco riescono a trasportarlo.
Punto terzo: le foto
Pare che non si possa partire in gita senza un reportage completo che manco a una sfilata congiunta di Armani, Valentino, Versace e Dolce&Gabbana. Schiere di genitori che
filmano il momento imperdibile e topico in cui i bambini mettono lo zaino nella pancia del pullman. Tutti insieme e tutti accalcati, perciò si sentono costanti A. girati... P voltati... R guarda la mamma.... tempo totale delle operazioni di imbarco: 20 minuti.
Punto quarto: l'ansia.
Ancora non erano saliti sul bus che già qualche mamma mi diceva: ma poi ci fai sapere tu? Ma sapere cosa, di preciso?? Cos'è che vuoi sapere, se tua figlia respira?? Appena partito il bus, un'altra mamma: allora poi senti la maestra, eh, che
misembraproprioilcaso. Ma ti sembra proprio il caso di che?? Ma noi non siamo sempre andati in gita senza smartphone, senza wap, senza foto in tempo reale che così vedo se la mia piccina mangia il suo pranzuccio e beve la sua acquetta??? Andavamo, tornavamo, stop. Senza tante menate.
Punto quinto: la chioccia.
Pochi minuti fa mi è arrivato un messaggio dalla rappresentante dell'altra quarta. Diceva: "Per favore puoi avvisare le maestre che K. ha dimenticato l'acqua? Forse se qualcuno ne ha due bottigliette possono condividerla"
Ora. La mamma di K avrà chiamato la sua rappresentante la quale ha chiamato me perché io dica alla maestra della mia classe che avvisi la maestra dell'altra classe che la povera K rischia la disidratazione. Ma la suddetta K la bocca non l'avrà?? Non mi risultano casi di mutismo nell'altra quarta. Se le vien sete, non sarà capace di rivolgersi autonomamente a un'amichetta e dire qualcosa di straordinario tipo "ehi ho scordato l'acqua me ne dai un sorso?"
Poi dice che i figli vengon su rincoglioniti!
E vorrei vedere!!
PS: non si escludono aggiornamenti di questo post durante la giornata.