Va bene.
E' ora di fare un po' di blog-terapia.
E per una volta... cercherò di esser chiara e non criptica :)
Il GG ed io abbiamo attraversato un periodo difficile.
E' cominciato circa un paio di anni fa.
Da allora, non vi tedio coi come e coi perchè, abbiamo ricostruito piuttosto bene il nostro rapporto che era stato provato dalla routine, dalle gravidanze, dai problemi quotidiani che tutte le coppie sperimentano con l'arrivo dei bambini e che, come ho dovuto scoprire a mie spese, non tutte le coppie riescono sempre a gestire al meglio.
Le cause di questa cattiva gestione da parte nostra penso possano ascriversi a due macro-voci fondamentali:
IO, avevo notato un peggioramento nel rapporto, un allontanamento, ma lo avevo considerato "normale", la normale evoluzione di una vita di coppia che si avvicinava alla ventina d'anni, e anche se lo vivevo con disagio non sono riuscita (presa tra figli-casa-lavoro ed una rabbia di cui ero a malapena cosciente) a cambiar rotta, ne a capire che il disagio non era solo mio, ma anche suo.
LUI, oltre ad aver atteso troppo a lungo per parlare e cercare di chiarire la situaizone, non ha fatto parimenti nulla per porvi rimedio, limitandosi - in un certo qual modo - a voltar le spalle e a farsi "una vita" fuori di casa. Con questo non intendo dire che ha trovato amanti consolatorie, ma che le attività gratificanti, divertenti, piacevoli, rilassanti... le faceva quando usciva, con gli amici o coi colleghi, lasciandomi a casa a gestire la merdaccia.
Praticamente un disastro annunciato.
Ad oggi, violentando la mia natura prudente, posso dire che tra noi le cose vanno bene.Abbiamo recuperato.
Questa esperienza però purtroppo mi ha lasciato un sottofondo di disagio, perchè quello che mi gira nella testa è che se è successo una volta, può succedere di nuovo. Perchè - e giro la cosa su di me, sulle mie responsabilità, non sulle sue - se già una volta ho commesso un errore di valutazione tanto madornale, fatico ora a fidarmi anche di me stessa e pertanto quello che "mi sembra" in un modo, magari è in un altro.
Perciò sono diventata una donna vigile.
Occhio di falco, sempre due metri avanti a tutti, scruto l'orizzonte alla ricerca di possibili segnali che io possa, con dovuto anticipo e magari silenziosamente, valutare, soppesare e se del caso, eliminare.
Questo mi ha portato davanti ad una situazione che in realtà c'è sempre stata, ma che non mi ha mai impensierito prima di sentire dal GG parole come "non sono più sicuro di amarti", "mi sento confuso" e "ho avuto delle tentazioni" (riferendosi ad altre donne).
La situazione è che il GG ha un sacco di amiche donne.
Senza entrare troppo nei dettagli, questa sua propensione a stringere rapporti di "amicizia" (le virgolette sono un obbligo prudenziale) con persone di sesso femminile che non esitano a scrivergli mail ed sms infarciti di emoticon di baci ( avete presente? :*) e che gli chiedono cosa fa, a che ora esce dall'ufficio, e lo informano dei cavolacci loro, mi fa veramente male.
Non esito ad ammetterlo.
Mi fa sentire stupida, se lo accetto di buon grado, e acida se non lo faccio (dopo tutto sono solo amiche, no?)
Mi fa sentire debole, perchè quando accetti un comportamento che non approvi, in realtà lo avalli, ed è come se consentissi a quel comportamento di amplificarsi. Il GG dice sempre, le persone fanno quello che consenti loro di fare.
Mi fa sentire come la moglie che è sempre l'ultima a sapere.
Mi fa sentire inadeguata, insufficiente.
Naturalmente, con lui ne ho parlato varie volte.
Ma non riesco a venirne a capo.
Lui dice che non c'è niente di cui mi debba preoccupare, ma pur vedendo il mio disagio non accetta di porre fine o quanto meno limitare queste "manifestazioni".
E a nulla vale fargli notare che mi piacerebbe (e troverei anche giusto) avere la precedenza rispetto a tutte queste parvenue emotive che gli ronzano attorno con scopi più o meno dichiarati, perchè non pare che lui abbia intenzione di rinunciare a queste persone che "lo fanno star bene" e con le quali "si trova bene".
Nemmeno per me (che poi, cosa ci saebbe di male a far qualcosa anche "solo per" far piacere alla persona che hai sposato?)
Nemmeno per la donna che (parole sue) "è la donna della sua vita, ama e sta con lui da 20 anni".
Non ne vede il motivo.
La verità secondo me è che il suo ego (centrismo) è assai gratificato dall'attenzione che queste donne gli riservano. Non è disposto a rinunciarvi. O almeno, io mi auguro che la verità sia
solo questa, perchè l'alternativa sarebbe assai peggiore e passerebbe probabilmente da una corte divorzista.
Quindi, eccomi al punto: non ho altra alternativa che accettare di condividerlo con loro.
E uso questa parola, condividerlo, a ragion veduta e consapevolmente, perchè sapete, io mi ero immaginata che un uomo e una donna dovessero appartenersi in esclusiva, e non è questo che sento da parte del GG.
Mi spiace dire che purtroppo a volte vivo emotivamente questa cosa
quasi come un'infedeltà.
Ma non posso che farmelo andare giù.
Per traverso finchè si vuole, ma giù.
Certamente non rientra tra i sogni di una bambina.
La principessa conosce il principe, si sposano, e poi lei lo condivide con tutte le dame di palazzo.
Nessuno mi ha mai raccontato una favola così, a voi?
Ma come dico spesso, la felicità è un viaggio, e non sarà questo certamente a indurmi a smetterlo.
Grazie, Mia Signora, per avermi insegnato l'Accettazione.