mercoledì 14 agosto 2013

CONSIDERAZIONI GENERALI

La verità è che non si può educare qualcuno con la permissività.

Da madre, ho imparato questo.

Se un bambino fa una marachella, va punito.
Non con cattiveria o con intenti, diciamo, vendicatori... ma se vogliamo che un tale comportamento non si ripeta, ci sono tre cose fondamentali

1. la spiegazione del perchè una certa cosa non va fatta
2. le conseguenze (nel caso di un bambino: la punizione)
3. L'assunzione di responsabilità da parte del "colpevole"

Se i punti uno e due vengono rispettati e se il bambino è maturo, l'assunzione di responsabilità è il passo conclusivo e fondamentale. Che non avviene senza che si sia passati dai primi due step, e che fa si che la volta dopo sia la persona stessa a fermarsi e dire "no, questo non lo devo fare" e non perchè altrimenti vengo punito, ma perchè è sbagliato.

Che mondo ideale, eh?
Quante volte vi è capitato??
Coi bambini?
E con gli adulti?

Io, da mamma, ho due figli molto diversi.
Il PG è uno da mondo ideale, sempre molto maturo fin da piccolo, è uno che ha sempre capito ed accettato le conseguenze delle sue azioni di buon grado (ora che è adolescente un po' meno, ma conto che sia una fase). Il Nin invece è un panzer , non ne vuol proprio sapere. Va per la sua strada e o lo ferma un muro di cemento, o niente. Non ci sono spiegazioni che tengano. Alle volte mi tocca addirittura allungarli uno scappellotto, contro tutte le mie convinzioni pedagogiche. Che dire, maturerà...

Da donna invece vedo che nella maggior parte dei casi il famoso punto 3 negli adulti è pietosamente carente. Di solito le persone sono abbastanza disposte ad ammettere di aver sbagliato, ma poi l'atteggiamento generale è "si va bene, ho sbagliato, e mo' che dovrei fare, pagarla tutta la vita?"

Perchè nel mondo adulto entrano altri tipi di considerazioni, altre valutazioni.
Non si "punisce" un adulto, non è mica un bambino.
E poi, pensare di "punire" un adulto, sa un po' di vendetta.
Spesso si è restii... uno ha già i suoi problemi, il lavoro, la vita...

E così... Ok, ho sbagliato, ma è passata, ormai..... pietra sopra, suvvia.

Che voglio dire, è anche un atteggiamento con degli aspetti positivi.
Vivere nel passato non è mai una buona idea, e mettere una pietra sopra certe cose passate sovente è garanzia di una certa serenità futura.

Anche se ci sono cose che francamente nn si possono dimenticare e via.
Pensate a un medico che sbaglia. Anche in perfetta buona fede, mica no.
Ma ammazza un paziente.
Ora.... passati i primi momenti di disperazione, quel medico potrà anche farsi una ragione dell'accaduto e andare avanti.
Ma i figli del morto? Dimenticheranno mai?
E il medico, se non capsice perchè e come ha sbagliato, la settimana dopo, vedi se non ammazza un altro!

Perchè la verità, di nuovo, è che se una persona non impara, non cresce, non si rende mano mano più consapevole anche (soprattutto?) grazie ai propri sbagli, allora non c'è proprio verso. I medesimi errori torneranno, ancora e ancora.

E' matematico.
E ogni volta, potrebbero essere più difficili da gestire.

Ci vuole analisi, comprensione, empatia.
Ce lo vedete quel medico, dopo 5-6 mesi, incazzarsi perchè i figli del suo paziente sono ancora li a dirgli che ha ammazzato il loro padre???

Io no.
O meglio, si: ce lo vedo perchè è facile che una tal cosa avvenga.

Ma non è mica giusto.

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