Il commento della PAT al post precedente mi ha fatto venire in mente alcune cose della mia infanzia che mi piace rievocare.
Quando avevo attorno ai 4-5 anni, avevamo una casa di villeggiatura in montagna (dove anni dopo avrei conosciuto il GG). Ci andavamo con i miei nonni, che c'erano ancora tutti e due. Al pomeriggio i nonni facevano un riposino e anche mia mamma evidentemente andava in camera a leggere perché io ho questo ricordo di me e mio papà soli in una sala silenziosa, seduti in poltrona a sfogliare dei libri.
Questi libri erano delle miniature secondo me anche pregiate, della Divina Commedia, delle opere di Leopardi e di Giuseppe Giusti che era il poeta preferito da mio nonno. I libri erano suoi, e sono tutt'ora in mio possesso.
La Divina Commedia era illustrata quindi partendo dalle illustrazioni, mio papà mi raccontava tutta la storia di questo Dante che scendeva per visitare gli inferi, e incontrava prima uno strano barcaiolo, poi un tizio con
una lunga coda, poi un fiume di anime avvinghiate ecc ecc ecc e per me erano le più straordinarie storie che potessero esistere. E perché questi qui hanno le ali come i pipistrelli? E perché questi due leggono un libro? E che libro è? E perché sono all'inferno se non facevano che leggere? E come mi piaceva arrivare a Lucifero! Questo enorme demonio orripilante che masticava della gente come se fosse chewing gum! E lì capivo, certo che capivo perché tutti i demoni erano alati! Ma è ovvio, no, perché prima erano angeli, ma poi sono caduti e le loro belle ali bianche sono diventate così!
Una volta esaurito Dante, si passava a Leopardi.
Ah! Giacomo. Il mio primo amore. Mio papà mi raccontava la sua vita, che era cagionevole, molto intelligente, studiava tanto... e io mi immaginavo questo ragazzo macilento, triste, pallido, chinato sulle sue sudate carte a scrivere o studiare a lume di candela, e me lo immaginavo addormentato con la testa sui fogli, la candela che si andava consumando, con una coperta sulla schiena malata e mezza deforme. E le pene e i patimenti, oh povero Giacomo, innamorato di una ragazza che non lo voleva! E lui lo stesso studiava, leggeva, scriveva poesie per lei, instancabilmente, indefessamente.
Quanto mi piaceva!
E così un giorno, dalla località dove passavamo le vacanze nelle Marche, i miei decisero di portarmi a visitare la casa di Recanati. Oh gioia, gaudio, tripudio!!!!! Estasi, esaltazione!!!
Arriviamo per la visita e ci accoglie un tipo arcigno, che si presenta come la nostra guida.
Alto, impeccabilmente vestito, con ogni evidenza portava un manico di scopa infilato nel... perché altrimenti non ci sarebbe stato modo di essere così rigido ed impettito. Ci accompagna nella parte inferiore della villa, le stanze in cui il Poeta studiava.
Mi guardava strano, forse non era abituato ad avere bambini nel suo seguito. Io ero tutta un ohhhh e ahhhhh e uhhhhh. Mi aggiravo curiosa, non ascoltavo le sue spiegazioni lo precedevo sotto il suo sguardo assassino....... fino al momento in cui agli sguardi stavano per seguire i fatti quando vedendo un mezzobusto
del mio adorato mi ci sono slanciata contro abbracciandolo e urlando "Giacomo, Giacomo". Ma questo non è stato nulla. Vi devo raccontare la mia reazione davanti alla coperta, alla VERA coperta con la quale il VERO Giacomo si copriva le spalle quando studiava di notte alla sua VERA scrivania con la VERA candela che si consumava??? Ero in paradiso!
Questo entusiasmo non mi ha più abbandonato.
A scuola, quando tutti facevano finta di avere delle gravi patologie autoimmuni piuttosto che essere interrogati in poesia, io mettevo su due occhietti a forma di cuore e ascoltavo la prof rapita, ma rapita proprio, mentre parlava della sua poetica, delle sue fini metafore, degli elementi autobiografici nei suoi scritti. Silvia rimembri ancora? Che fai tu luna in ciel, dimmi, che fai silenziosa luna? E il naufragare? Oh beh, naturalmente... il naufragar m'è dolce in questo mare.
sai, vero, di essere una rarità?
RispondiEliminabeh no.... ecco non direi...
EliminaPuffola letteraria.
RispondiEliminaComunque cara .. l' edizione della Divina Commedia che hai messo sul post (illustrazione con Minosse) è quella che ha avuto molteplici ristampe con le famse tavole litografiche di Gustave Doré ma è grandissima come formato praticamente in folio.
Mi dici cortesemente le edizioni mignon che hai nella biblioteca di quale editore ed anno sono ? Se mi dici qualche titolo e mi dici i dati tipografici dell' editore ti posso anche dire quanto valgono piu' o meno.
:-)
sei una fonte inesauribile Vedetta :-)
EliminaStasera guardo e ti dico!
ah. le illustrazioni sono di Doré anche nella mia versione mini.
EliminaE ma non sono quelle originali ... le litografie di Doré sono paginate alte almeno 30 cm senza contare i margini bianchi.
EliminaComunque mi raccomando ... tra i dati tipografici includi
Autore, titolo, Editore/stampatore e Anno di stampa
ah no certo non sono le lito originali!!
EliminaOK ora mi hai incuriosita!
ho guardato ma incredibilmente non c'è una data
EliminaE' una edizione Sonzogno.
Beh che dire...quando ripassi dalle mie parti fammi un fischio! :-)
RispondiEliminadi brutto!!!!!! Cavoli ero li ad agosto :(
EliminaNoooooo :(
Eliminayesss, a Numana.
EliminaSe ora mi dici che tu abiti proprio lì, svengo.
Io l'edizione della divina commedia cosi' me la custodisco in casa. E' uno dei reperti piu' rari e piu' cari che ho.
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