L'alba. Un nuovo #inizio.
La donna, malamente raggomitolata su se stessa nel tentativo di proteggersi dai pericoli della sua stessa oscurità, si alzò faticosamente a sedere. Il sole faceva capolino dietro le foglie dei faggi e dei tigli e le illuminava fiocamente il volto, ed era quasi insopportabile dopo i lunghi mesi di buio in cui aveva vissuto. Che cosa vuoi adesso, sole? Lasciami nelle mie tenebre, lasciami alla mia rabbia e al mio dolore. Vattene, è troppo tardi.
Ma il richiamo della luce diventava ogni momento più irresistibile.
Il calore dei primi raggi pizzicava la pelle e asciugava le lacrime che non avevano mai smesso di solcarle il viso.
Guardò avanti, per la prima volta in molto tempo. La strada sulla quale era rimasta accasciata per lunghi giorni e notti ancora più lunghe procedeva dritta fino a dove l'occhio poteva vedere. Il terreno non era perfettamente liscio, non era perfettamente piano. In certi punti c'erano profonde buche, in altri si intravvedevano faticose salite. Ma gli alberi ai lati del viale erano fioriti, odorosi, luccicanti di sole e promesse.
La donna si mise faticosamente in piedi. le tremavano le gambe, non aveva più provato a camminare da quella maledetta sera in cui tutto il castello che aveva costruito si era rivelato fatto di carte. Strizzò gli occhi accecata dal bagliore che filtrava tra i rami e respirò. Semplicemente, respirò. L'aria che entrava ed usciva, frizzante, aveva un effetto benefico, rinvigorente. Si sentì leggermente meglio. Voci le giungevano da lontano, voci che le parvero famigliari, ma non aveva tempo di occuparsi di nulla in questo momento, solo di se stessa. Cos'era quel pizzicore alle mani? Cos'era quella smania che sentiva nelle gambe? Non poteva semplicemente tornare in terra, avvolta su se stessa, ed essere lasciata in pace? No, capì. Ormai non poteva più. Ormai aveva aperto gli occhi e la strada era davanti a lei. Era tempo di guarire. Prese una decisione d'impulso, e cominciò a spogliarsi freneticamente. Gettò gli abiti della sua vecchia vita dietro di se e con essi lanciò, poco per volta, tutto ciò che la ancorava al passato. Era urgente, ma non c'era fretta. Con la camicia si liberò della rabbia. Con la gonna della sfiducia. Con le scarpe del dolore. Con la biancheria dell'umiliazione. Si girò a guardare quel patetico mucchietto dietro le sue spalle e vide la strada dietro di lei, buia ed irta di rovi come in un vecchio racconto di principesse addormentate. Ringraziò dal profondo di se stessa quell'oscurità perché le aveva insegnato una importante lezione sulla sua forza ed il suo coraggio. Poi, la lasciò andare per sempre. Si voltò nuovamente verso la strada, guardando avanti col volto sorridente, gli occhi luminosi ed il corpo spogliato, nudo come all'#inizio di tutto, il giorno in cui era venuto al mondo. Finalmente e completamente se stessa, finalmente consapevole, finalmente scarica di pesi inutili, la donna alzò risolutamente il piede e compì fiera il primo, decisivo passo sulla sua nuova strada.
Questo post partecipa al progetto #aedidigitali
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wow bravissima :-)
RispondiEliminaChe meraviglia......clap, clap, clap, clap!!
RispondiElimina... esagerata....
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