Orbene, sono venuta a conoscenza di questa simpaticissima iniziativa della Staccata attraverso il blog di Scleros e partecipo mooolto volentieri.
Come come?
Volete partecipare anche voi??
Facile!! Basta scrivere un post nel vostro blog e specificare che aderite all'iniziativa Staccate Versus Taccate.
Per quanto mi riguarda, io sono decisamente una mamma TACCATA. Ohhh yes.
Ma proprio taccata di brutto, taccata il più possibile.
Ragazzi, parliamoci chiaro.
Io sono un metro e mezzo di donna (perchè pensate che mi chiami Puffola???)
La morosa dodicenne di mio figlio mi passa di tutta la testa.
Ho la fortuna, certo è una fortuna!, di non dimostrare i miei anni, ma se mi vedete in jeans e superga, mi scambiate per una bambina del cortile!
Da ragazza questo non mi dava pensiero.
Vivevo in scarpe comode a qualunque costo, ed ero fiera ed orgogliosa di non aver ceduto alla tacco-mania che alcune mie amiche sperimentavano. Mi sentivo libera, bella, ed emancipata.
Una cosa stile "il piede è mio e me lo gestisco io", per dire. E se voi maschietti preferite le sciantose sui trampoli, che buon pro vi faccia. Girare al largo, grazie.
Ma poi, crescendo... maturando.... ho cominciato a desiderare di essere vista per la donna che ero, e non per l'eterna ragazzina che sembravo.
E il giorno in cui ho visto nelle vetrine il mio primo paio di zeppe (20 anni fa) è stato un tal gaudio e tripudio che ora che sono mamma posso paragonare solo alla gioia di un bambino davanti ad un albero di Natale.
Le mie prime zeppe erano sandali beige. Avevano il tacco separato dalla pianta e la zeppa era di sughero. Mi facevano un male dell'accidente ma le portavo con ostinata determinazione. Le mie amiche dicevano che erano più alte che lunghe (porto il 35...).
Separarmi da loro al momento del trapasso è stato un intenso dolore fisico.
Ma fortunatamente da quel primo, sparuto tentativo, son fioriti germogli che ancora oggi, dopo ben 20 anni, riempiono le vetrine di zeppe di tutti i tipi e di plateau che a volte hanno, diciamocelo, dell'inverosimile.
E la sottoscritta Puffola acquista con il medesimo entusiasmo di quella prima volta le più strabilianti, mirabolanti, eccitanti meraviglie della tecnologia ciabattina che le regalano nell'ordine:
- finanche15 centimetri di statura;
- postura eretta e sinuosa;
- falcata da ghepardo;
- sculettamento da primato.
Come rinunciare a tutto questo?
Assolutamente impensabile, ormai, dopo tanta fatica per abituare le caviglie!!!!
Ora, non pensate che io sia completamente pazza furiosa. Non è che vado al supermercato col tacco 15.
Ci sono ancora occasioni in cui mi piace e francamente mi conviene tornare alla scarpa comoda e al jeans, e se gli sconosciuti mi si rivolgono dandomi del tu perchè mi fanno 15 anni più giovane, bè.... mica mi lamento!
Ma di base mi piace lo stile che la scarpa col tacco mi conferisce.
Lo trovo... maturo. Pieno.
Anche se le caviglie a volte piangono.
:-)
anch'io sono alta un metro e...bhe ti prego non me lo scrivere, spero che il mio pupo almeno si alzi da terra di almeno un metro settancinque..
RispondiEliminabella di taccooo baciii..che caldo puff sto schiattando
eh vedi...un'altra versione della storia!!!
RispondiEliminaecco se dovessi raccontarmi io....dovrei raccontare la versione opposta....mi son staccatissima!
RispondiEliminaUna Taccataaaaaaaaa??? Merce rarissima, e wow! Finalmente posso linkare un post della parte "avversa" :-)
RispondiEliminaGrazie di cuore per aver partecipato, ciccio in ritardissimo chiedendoti scusa per questo ma per due settimane abbondanti non ho utilizzato internet.
Un bacio solidale alle tue caviglie :-D