venerdì 29 aprile 2016

#LESEGHEMENTALIDELLAPUFF

A seguito delle precedenti esternazioni.... la riflessione giunge spontanea.
Questo post non fa più parte del tema del mese delle StorMoms, ma del personale programmino di seghe mentali della Puffola.
Un giorno mi inventerò un logo e un # e lo farò diventare virale :-D
Stay tuned.

Orbene, eravamo arrivati ad "arrangiati".
Arrangiati mi piace, arrangiati è bello, arrangiati è nostro amico.
Arrangiati vuol dire "ehi! non sono mica sempre qui a pulirti il culo (francesismo caro al Leopardi) ad un bel momento bisogna che tu impari a pulirtelo da te"

Questo può avere vari significati alle diverse età e se vogliamo con un bambino è più facile, perchè le richieste a cui puoi rispondere arrangiati sono di natura squisitamente pratica: dal mangiare da solo (1-2 anni) al "maaaaaaamma non trovo i calzini" (dai 3 ai 99 anni). Se mio figlio ha un cassetto pieno di calzini e non li trova, non mi sento per niente in colpa nel rispondergli "sono lì, se non li trovi ARRANGIATI vai a piedi nudi"
Vi pare?

Altro discorso è quando le richieste - e intendo le richieste educative, i bisogni educativi - si fanno meno pratici e più emotivi. Questo ovviamente con l'avanzare dell'età (quando i calzini non li trovano lo stesso ma almeno hanno il buon gusto di non strillartelo da una stanza all'altra).

Partiamo dall'esempio: Il Ric.
Il Ric sta facendo il coglione con la scuola, e questo oramai lo sanno anche i muri.
E' in grossi guai, un giorno sembra volerne uscire il giorno dopo sembra sbattersene altamente i sacrosanti. Ha studiato forte (espressione cara a Christian Gray) per un'interrogazione negli scorsi giorni e ha avuto un buon risultato, ma domani ha un compito in classe e pare che improvvisamente abbia "smesso di capire" che se non studia prende 4 e rovina anche il buon risultato di ieri.

Ora per come sono fatta io, il mio primo istinto sarebbe il famoso "arrangiati"
No, il primo è ammazzarlo, arrangiati è il secondo.
Arrangiati che vuol dire: ti ho spiegato, ti ho parlato, abbiamo discusso, ti ho incoraggiato, ti ho punito e non è servito, ti sei messo ugualmente nei casini, mo' ti gestisci e se ti costa l'estate o l'anno affari tuoi.

Benissimo, no?
Corerente.

Ma.
Ma come la mettiamo col fatto che gli adolescenti vanno guidati?
Col fatto che hanno bisogno di un riferimento, di paletti saldi e di qualcuno che gli dia una direzione?
Guidati come, guidati dove?
Guidati esattamente cosa vuol dire?
Arrangiati e guidati non vanno mica daccordo.
Quand'è che smetto di guidare e inizio ad arrangiarlo?

Se io lo chiudo in casa, gli levo il cellulare e lo guardo a vista mentre studia, lo sto guidando o sto levando io le sue castagne dal fuoco obbligandolo per forza di cose a fare quello che in autonomia non farebbe? E se anche fosse il secondo caso, avendo lui solo 15 anni, non sarebbe comunque in certo qual modo giusto farlo?

E se al contrario gli dico che mi sono rotta di corrergli dietro, lo sto educando ad assumersi la responsabilità delle sue azioni o lo sto abbandonando a se stesso nel momento in cui ha più bisogno di me?

Dove sta il confine?

Idee?












giovedì 28 aprile 2016

#EduchiAMO - brainstorming del mese di Aprile.

Educare è difficile.
Va detto.
E' faticoso.
E anche questo va detto.

Educare "bene" secondo me è addirittura impossibile, perchè non si può umanamente sempre arrivare ovunque, essere sempre presente, avere sempre la parola giusta al momento giusto, essere amorevoli, giusti, autorevoli, compassionevoli, onesti, generosi, e moralmente impeccabili il 100% del tempo.

Perciò, diciamocelo pure chiaramente: qualche cazzata, o prima o poi, la si fa.
Il turpiloquio, per esempio :-)

Dovendo dunque scegliere dove puntare l'attenzione, la mia opinione è che la cosa più importante sia educare all'autonomia e alla responsabilità che questa comporta. Pare brutto da dire, mi rendo conto, ma secondo me il compito principale che come genitori dovremmo svolgere è insegnare ai figli, dal momento in cui si staccano dalla tetta, ad allontanarsi da noi. Allontanarsi  in sicurezza, a volte cautamente e sempre al momento giusto, ma ANDARE.

Ogni età ha le sue sfide e per me educare non significa affrontarle per loro, ma al limite "con" loro. E se possibile nemmeno quello, lasciarli fare, lasciarli anche sbattere il muso (dai 3 anni in su, metaforicamente, prima... beh....).

Esempi pratici ne ho millemila.
Tutti tratti dall'esperienza personale e rimangono parte della mia propria opinione, non vogliono certamente essere verità assoluta.

Però, per dire.... Un bambino di 2 anni che vuole salire le scale da solo, secondo me andrebbe lasciato fare pure se barcolla. Con qualcuno dietro pronto ad afferrarlo al volo, al limite... ma impedirglielo perchè "se no cadi" significa innanzitutto minarne l'autostima, e poi secondo me passare un concetto del tipo "senza di me non ce la fai". E secondo me questo è sbagliato... e subdolo, perchè si radica. Senza di te non ce la faccio.

Due bambini di 8 anni che litigano in cortile, andrebbero lasciati fare.
Dei due, sicuramente uno ha ragione e uno torto, ma altrettanto sicuramente entrambi stanno crescendo e imparando: uno magari a farsi valere, l'altro a gestire il litigio, ad ammettere la colpa o a prendere un cazzotto sul naso se esagera. Le mamme che intervengono indignate a favore del proprio piccino, che messaggio passano? Senza di me non ce la fai.
Arriva un momento in cui poi uno ci crede, che non ce la può fare da solo.

Nel rapporto con la scuola noi dovremmo fare i genitori e lasciare gli insegnanti fare il loro mestiere. Interferenze tese a tutelare il "povero bambino" che deve fare i compiti, che la meastra ce l'ha con lui, che il compagno lo prende in giro lasciano uno spiacevole retrogusto amaro in bocca, perchè sempre quello che stiamo dicendo ai nostri figli è "se non ci fossi io.... "

Quando un bambino poi diventa ragazzo, questo lo sconta.
Lo vedo con il mio figlio maggiore, in seconda superiore.
Un branco di ragazzetti immaturi ed irresponsabili! Pure il mio, neh, mica no.
Ad esempio, la scorsa settimana sono stati in gita scolastica. La sera si è scatenata una ridda di messaggi nel gruppo whattsapp (il male.. il male assoluto...) dei genitori perchè alcune erano restie a mandare a scuola i figli il giorno dopo, che erano stanchi.
Ma benedette mamme, ma se a 15 anni sono troppo stanchi per andare a scuola dopo una gita, portateli da un buon medico immediatamente! oppure provate a proporre loro di andare a Gardaland e valutate se la stanchezza è reale.

Io credo che noi stiamo troppo tutelando i nostri figli.
Tutelandoli nella maniera sbagliata, togliendo loro da davanti ai piedi ogni inciampo, risolvendo i loro problemi, evitando loro le conseguenze delle loro azioni. Lo facciamo perchè vorremmo sempre vederli sereni e felici, oppure perchè ci piace averli sempre vicini e ci spiace vederli "spiccare il volo"... lo facciamo per amore, ma sbagliamo.

Ai figli, secondo me, ogni tanto va detto "arrangiati" e se combinano un casino: "bello, mo' sono tutti cavoli tuoi". Educarli a camminare con le proprie gambe senza stare sempre dietro di loro come quando salivano le scale a 2 anni, spiegando che camminando da soli si può cadere ma poi bisogna essere in grado di rialzarsi e ricominciare daccapo, perchè questa è la vita, oh yeah.

Insomma, combatti le tue battaglie e sopporta le conseguenze delle tue azioni.

Mamma è qui..... ti guarda, ti incoraggia, ti incita, ma non agisce al posto tuo.



Questo post partecipa al brainstorming mensile delle Stormoms; questo mese il tema è: “Educazione, la nostra sfida”, hashtag #EduchiAMO. Sei ancora in tempo per partecipare! Scrivi un post su questo tema e pubblicalo sulla pagina Facebook delle StorMoms!

martedì 26 aprile 2016

COSE CHE TI RIMETTONO AL MONDO

Passi una giornata terribile, non si sa se per la sindrome (pre-durante-post)mestruale, se per le incazzature scolastiche, se perchè hai fatto una settimana di ferie e non ti sei comunque mai svegliata oltre le 6.30 o perchè nell'unico giorno che ti sei concessa una gitarella fuoriporta ti sei presa una dose d'acqua e tuoni e fulmini francamente imbarazzante (e sole splendente al momento del ritorno)

Com'è come non è, arrivi a sera di umore funereo, ti trovi a cucinare la cena con fumi e lapilli che scaturiscono lieti e giocosi dalle tue frogi, meditando di mettere i gatti al forno al posto del coniglio, i figli a dormire in vasca da bagno e il marito.. beh qualcosa ti verrà in mente pure per il marito, presto o tardi.

Poi tuo figlio maggiore agguanta l'ukulele (cosa? hai già smesso di studiare? eh? eh? ma non ti rendi conto che devi darti da fare? manca solo un mese alla fine della scuola! cosa ci fai già in giro a cazzeggiare??) e accenna un motivetto.... la ninna nanna che hai inventato e cantato per lui quando era piccolo.

E il mondo torna magicamente a girare per il verso giusto.

giovedì 14 aprile 2016

SCUOLA, MA DOPO BASTA!

...e  spero che questo sia l'ultimo post in assoluto su tale argomento.

Sto parlando della scuola del Ric

Stavolta sono davvero decisa e bella carica. Io in generale non sono una persona puntiva, non mi piace esercitare l'autorità col pugno di ferro. Preferisco il premio alla punizione che, voglio dire, anche da un punto divista pedagogico pare sia la via giusta.

Solo che col Ric sembra non funzionare niente.
Questa mia strategia si è risolta nell'arrabbiarmi molto, minacciare tanto, discutere, comprendere, accettare rassicurazioni e promesse che poi puntualmente non si traducono in realtà.

E che, niente niente mi stai pigliando p'o' culo?

Il Ric è ragazzo sveglio, inutile negarlo.
Secondo me la sua strategia è stata: ci provo finchè ci riesco, poi si vedrà. Sa di essere in torto, ma apporofitta delle pieghe della mia comprensione.

Settimana scorsa si è fatto beccare - come forse già dicevo - coi compiti di italiano non fatti, e siccome non era la prima volta, ha rimediato un bel 2 sul registro. Solito discorso, solito cazziatone, solite rassicurazioni. Ieri, sul registro elettronico c'era una nota del prof di matematica, che dice di nuovo che non ha fatto i compiti.

Mi è partita una carogna che non vi posso spiegare.
Ero furibonda, ero pronta a prender su la borsa, uscire dall'ufficio e andare al liceo a tirargli via la pelle dalle ossa. Ho sentito il GG prima di tornare a casa, lui è sempre molto empatico col primogenito essendo stato lui stesso uno studente poco attento (cosa che peraltro non ha comprpomesso il suo successo generale nella vita, bisogna ammetterlo). Ma non mi sono fatta piegare nemmeno da lui.

Riccardo ci sta menando per il naso, bisogna accettare la cosa e agire di conseguenza.

Morale.

Sono arrivata a casa e gli ho fatto un bel discorsetto. Gli ho detto che vista la situazione vedevo solo due vie: la prima, che giro la levetta on/off del mio cervello e inizio a fregarmene. E' grande, sono cazzi suoi come vuole buttar via il tempo. Quindi tutto resterebbe nelle sue mani nel bene e nel male, e che si arrangiasse.

La seconda: che continuiamo - suo padre ed io - a rivestire il nostro ruolo di genitori intervenendo ogniqualvolta ci pare necessario.

Gli ho lasciato la scelta: quale delle due soluzoni preferisci? Ha scelto la seconda, perchè se ce ne freghiamo, dice, comunque non è bello.

Concordo.

Quindi, ho proseguito, dal momento che hai scelto di avere ancora due genitori, sappi che tuo padre ed io abbiamo discusso e abbiamo deciso che ti occorre una lezione. Perciò ecco quello che succederà da questo minuto in avanti:

1) il festival delle arti circensi previsto 24-26 aprile a Sarzana salta, non ci vai. Hai sempre saputo che la tua partecipazione era legata ai risultati scolastici e vista la situazione mi pare opportuno sia darti un castigo, sia liberare questi tre giorni per lo studio.

2) quando arrivo a casa alle 16.00 ogni giorno il tuo cellulare sarà sequestrato. lo potrai riavere dopo che avrò verificato che hai finito i compiti e che sei preparato sulle lezioni del giorno. E non protestare perchè ti ricordo che il tuo abbonamento lo gestisco io e se dici una parola di troppo mi basta una telefonata per disdirlo.

3) ne discende chiaramente che controllerò ed interverrò sui tuoi compiti ogni giorno di qui alla fine della scuola (questa cosa lui la considera molto umiliante, peggio per lui)

4) dal momento che il tuo impegno nel tuo dovere è gravemente carente, trovo corretto che anche le altre parti della tua vita siano parimenti carenti. A cominicare dal tuo armadio, che verrà svuotato dalla gran parte dei vestiti, lasciandoti con il minimo indispensabile per campare. Sperando che tu capisca cosa significa avere a che fare con persone che non fanno quanto potrebbero.

5) visto che ti credi un uomo ma ti comporti da bambino, riceverai il trattamento di un bambino e non di un uomo. In particolare questo significa che dovrai nuovamente cominciare a chiedere il permesso ogni volta che devi uscire di casa, anche di pomeriggio, e che tale permesso potrà esserti concesso come negato a seconda di come ti sei comportato.

In realtà ha accettato la cosa piuttosto compostamente. C'è da dire che lo ha sempre fatto fin da piccolo: quando fa la cazzata, se viene beccato accetta la punizione di buon grado. Anche ieri, sollecitato, ha detto che trova giusti questi provvedimenti.

Per parte mia io mi sento di merda.


Anche considerando che non è solo lui in castigo, ma anche noi.
A Sarzana saremmo dovuti andare tutti, per un we di mare e svago mentre il Ric faceva i suoi saltelli, ed era prevista sulla strada la fermata ad un parco di dinosauri cui il Nin, incolpevole, dovrà rinunciare.
Inoltre tutto questo significa tenerlo sotto stretta sorveglianza, passare molto tempo dentro casa con lui per controllare che stia alla scrivania invece che ballonzolare in giro con le cuffie, per esempio.
Significa anche una dose in aumento di stress e scontri, perchè se ieri a botta calda si è dimostrato piuttosto ragionevole, sono pronta a scommettere che la cosa non durerà per sempre.

Non sono per niente contenta di essere dovuta arrivare a questo, se condiserate che non gli ho mai controllato compiti e lezioni nemmeno alle elementari.

Quindi ogni giorno mi connetterò al registro elettronico, verificherò i compiti, e gli organizzerò il pomeriggio di studio, per poi verificarne i risultati prima - o dopo a seconda - di cena.

Un mese e mezzo di questa solfa, ce la posso fare.


mercoledì 13 aprile 2016

INASPETTATE CONSEGUENZE

Qualche tempo fa, ormai in crisi motivazionale totale nella gestione delle attività scolastiche del Ric, ho partorito l'ultima - nel senso che dopo c'è la fossa - dannata idea che sto attualmente applicando.

In sostanza io gli ho sempre detto che lo studio è il suo lavoro, e diamine: il lavoro si paga.
Quindi, ho stabilito una scaletta di incentivi a salire: 5 euro se prende 6, 10 euro se prende 7, 15 se prende 8 e così via.
Ma attenzione: il lavoro è retribuito, ma se sbagli ci sono le penali.
Quindi, se prende 5, lui da 5 euro a me, se prende 4 me ne da 10 eccetera.

Al momento ha preso anche dei bei voti, ma per sua "sfortuna" si è fatto beccare coi compiti non fatti dalla prof di italiano (coglione!), cosa che gli è costasta un meritatissimo 2. A conti fatti, ha dato lui 10 euro a me.

Peccato perchè avrei sperato di allungargli qualche soldo in modo da consolidare la procedura e fargli vedere che studiare paga, in tutti i sensi, ma spero di cominiciare ad elargire a breve.

In tutto ciò, il Nin ha assistito alla conversazione tra me e suo fratello e con gran convinzione ha dichiarato che vuol essere pagato anche lui.
Chiamalo scemo.
Così mi tocca 1 euro per il 6, 2 euro per il 7, 3 euro per l'8 ecc...  pure a lui. Diciamo che mediamente si assesta tra i 3 e i 4 euro. Anche per lui, penali per i voti insufficienti ma diciamocelo, per prendere 5 in terza elementare devi veramente non saper fare una O con il bicchiere.

Insomma com'è come non è il ragazzo si sta arricchendo. Ieri mi ha chiesto di cambiare le sue monete con dei bei "bigliettoni" da mettere in un vecchio portafogli. Così abbiamo svuotato il maialino, fatto i conti, ed ora è il fiero proprietario di un biglietto da 10 e uno da 5, avuti in cambio di un imprecisato numero di monetine.

Quali sono le conseguenze inaspettate?
Beh, che la mia borsa stamattina pesava 20 chili e così, la motivazione del Ric allo studio mi è costata la tendinite ad una spalla.

Chi lo avrebbe mai potuto prevedere.

martedì 12 aprile 2016

DI CORTILE

E' ufficialmente iniziato il periodo in cui passo una considerevole parte del mio tempo in cortile, luogo magico e meraviglioso dove si svolge anche contestualmente quasi tutta la mia attività sociale.

I bambini usciti da scuola quasi - no senza quasi - non si danno il tempo di salire in casa a posare la cartella: merenda al panettiere sotto il portico e zaino abbandonato sulla panchina. Spuntano palle di gommapiuma, biciclette, skateboard e monopattini (le MAMME salgono a prenderli.....) e via verso nuove avventure che non comprendano lo stare seduti 6 ore ad un banco dentro un'aula.

Ve lo immaginate l'energia residua, si? Quanto carburante da utilizzare?

Il Nin di solito contribuisce al pomeriggio con la palla di gommapiuma. Si gioca a rigori contro il muro del palazzo, o si fa la partitella se i bambini sono in numero sufficiente. La preoccupazione maggiore è far loro capire che no, una bici stravaccata per terra non è il massimo per segnare la porta, che se qualcuno ci casca sopra come minimo si cava un occhio. Quando nel gruppo iniziano a spuntare le ragazze, magari il calcio viene sostituito - su proposta di una di queste ultime - da palla prigioniera che voglio dire, fa molto più principessa.

Nel frattempo qualche temerario sfreccia cercando di calciare la palla coi roller ai piedi e procurandosi lividi e sbucciature di vario ordine e grado -  per la maggior parte sulle chiappe. Altri girano in bicicletta succhiando un ghiacciolo e facendo male entrambe le cose: la bici sbanda pericolosamente evitando di un soffio i poveri ignari bimbi più piccoli che caracollano in giro in precario equilibrio, e il ghiacciolo si spalma su mano, avambraccio, gomito, maglietta, pantaloni, alle volte persino capelli e scarpe. Una volta ho ripulito uno fin dentro le orecchie con una salvietta umidificata.

Le mamme chiacchierano sedute (alcune...) sulle panchine inframmezzando soavi richiami sul genere di "alloraaaa!! cosa stai facendo!!! Se vengo li ti mischio le ossa!!!!" a ricette di cucina e alle ultime notizie sui saldi di Privalia.

In cortile i bambini sono di tutti, come i giocattoli: tutte abbiamo la delega a sgridare se necessario e soprattutto tutte buttiamo un occhio a tutti i figli, nostri o meno, accorrendo in caso di rovinosa caduta con sbucciatura sanguinolenta, o in caso di rissa incipiente. Cose che mediamente capitano 4 volte ogni pomeriggio. Ciascuna.

Indicativamente sul farsi delle sette di sera, iniziamo cautamente a informare la prole che probabilmente, entro non troppo tempo, si verificherà la necessità di dirigersi verso casa. La risposta più gettonata in questo caso è "ma come di già?!?!?!?" perchè il tempo è notoriamente relativo e la lunghezza di 3 ore dipende da quale lato del cortile ti trovi.

La nota dolente è che ti trovi in casa, passate le sette, con un figlio sporco da buttare via, con ancora la lavatrice da fare e il bucato di ieri da piegare, e senza uno straccio di niente pronto per cena.

In sostanza, la primavera richiede una dose di organizzazione che va al di la delle mie possibilità.



lunedì 11 aprile 2016

DI MUSICA


PASSATO REMOTO


Io scrissi
Tu scrissi
Egli scr... scriva.. scro... vabbè.
Noi scrimmo
Voi scriste
Essi scrivebbero.

- Amore, forse andrebbe ripassato ancora un po' questo passato remoto...
- Perchè mamma, non hai sentito come lo so bene?

Sono sopravvissuta alle tabelline, ma i verbi mi uccideranno.
Qualcuno mi salvi.

mercoledì 6 aprile 2016

AMICHE SEPARATE - riflessioni sparse sul divorzio

Sapete cosa è scioccante per me?
Il casino che c'è dietro ad una separazione coniugale
Il casino pratico, intendo, non emotivo, che quello è evidente a chiunque ci spenda anche solo mezzo pensiero.

Ieri sono uscita per una mangiata jappo con due amiche, entrambe separate, una delle due sta dando inizio alla risoluzione definitiva del matrimonio, anche conosciuto come divorzio.

Come sempre, la materia del "contendere" è economica: esiste un accordo relativo al mantenimento dei figli sancito dall'atto di separazione, che ora una delle due parti vuole modificare. Inoltre c'è di mezzo la questione della vendita della casa coiniugale, al cui acquisto i due ex non hanno contribuito in maniera paritaria, e quindi ora non si trova l'accordo sulla suddivisione.

I conti sono allucinanti.
Stante che mediamente i figli stanno con la madre la maggior parte del tempo, il padre deve passare una congrua somma di danaro alla ex moglie atta a coprire metà delle spese sostenute per il sostentamento della prole. Fin qui ci siamo, e siamo tutti daccordo.
Solo che per poter definire tale "congrua somma di danaro" bisogna fare dei conteggi infiniti.
Alcune cose sono facili, che so: le utenze domestiche. prendi le bollette, fai un conticino e ci siamo. Il cibo idem, sai quanto spendi di supermercato la settimana, fai un conticino e via.
I vestiti sono già meno facili perchè devi sapere più o meno quanto hai speso negli anni precedenti, e fare una previsione onesta per quelli a seguire, che non è così agevole. Poi metti: ti separi con un figlio di 8 anni. Ma prima o poi quello ne avrà 15 e le scarpe da tennis superbasic del mercato magari non gli andranno più tanto bene bene, vorrà le Nike. O il cellulare, per dire. Quidni cosa devi fare, devi fare la spesa, tenere tutti gli scontrini, segnare tutto meticolosamente, e poi chiedere un onesto aumento dell'assegno mensile visto che le tue spese sono aumentate. E questo quando ti va bene, cioè quando sei tu che vuoi di più per giuste ragioni.

Ma che dire di quando il tuo ex vuole darti di meno?
Perchè dire: ehi, spendo 29 euro al mese di cellulare per nostro figlio, quindi  14.50 sono a carico tuo, è tutto sommato facile.

Ma ci sono spese che magari ti sfuggono, che non vedi. Che so, allunghi 5 euro oggi e 5 domani perchè il ragazzo sta fuori a mangiare un panino con gli amici dopo la scuola. Gli compri due penne. Lo foraggi per un cinema del sabato pomeriggio. Il regalino di compleanno per un amico. Queste sono tutte cose normali che ti passano sotto il naso senza che tu te ne accorga, ma se il tuo ex decide che vuole darti meno soldi, devi tenerne conto.

Quindi che fai, ti prendi un quaderno e inizi a scrivere ogni 50 centesimi che ti escono dalle tasche, perchè tu lo SAI che le spese aumentano con il crescere dei figli, ma saperlo è una cosa DIMOSTRARLO davanti a un giudice una cosa tutta diversa. Senza considerare che il giudice potrebbe decidere comunque in tuo sfavore.

Altro discorso ancora per la casa.
Questa mia amica, come del resto io ed il GG, abbiamo avuto l'aiuto dei genitori per l'acquisto della casa. Ogni famiglia in ragione delle sue possibilità e va da se che una mette di più e una di meno.
Poi la casa va intestata al 50% a ciascun coniuge, quindi "teoricamente" quello che ha messo di meno ci guadagna.
Prendete me.
I miei sono quelli che ci hanno aiutato maggiormente a livello economico. Abbiamo fatto il mutuo. Ma poi abbiamo mantenuto conti separati per ragioni pratiche e le spese maggiori le ha sempre sostenute lui, tipo che so: le ferie, le quote di iscrizione sportive dei figli, tutte le bollette ecc.... quindi come si fa a dire tu hai messo tot, io ho messo tot altro?
Non sarei mai in grado di stabilirlo!
Ad esempio: mia suocera quando il Ric era piccolo passava le settimane a casa mia a badargli quando era malato, risparmiandomi centinaia di euro di babysitter. Questo non dovrebbe essere preso in considerazione?

E poi come fai a ridurre tutto a dei numeri?

Certo lo dico ora, che non sto divorziando.
Se fossi in quella condizione, probabilmente - no, sicuramente - sarei incattivita abbestia. Le mie amiche dicono: se sei abbastanza incazzata, fai tutto, ed io penso che sia proprio vero
Oltretutto l'unico motivo che vedo per il quale potrei divorziare sarebbe che il GG mi facesse tanto ma tanto ma proprio tanto tanto incazzare, quindi...... probabilmente mi accanirei su quell'aspetto, essendo l'unico che mi resterebbe, se non altro per vendetta.

Oh si, non fate quella faccia, ho detto proprio vendetta. Altrochè se l'ho detto. Eccome.

Tuttavia credo che per portare avanti una situazione del genere ci voglia una disciplina e un rigore che non mi appartengono proprio. Ci vuole la consapevolezza che stai sacrificando qualcosa di te stessa sull'altare della giusta causa di separazione. Ci vuole rabbia, alle volte ci vuole odio.

E lo dico perchè altrimenti ci sono persone che si approfittano, che ti raggirano, che ti intortano.
Ci vuole un pelo sullo stomaco lungo un chilometro.
Ci vuole un desiderio di annientare l'altra persona che alle volte è da considerare persino "sano", perchè senza di esso non ne esci. Devi tagliare legame che esiste da 10-20, nel mio caso 25 anni. E devi tagliarlo di netto perchè la separazione è questo: oggi qui, domani da un'altra parte. E non puoi farlo, non puoi staccarti se ci sono ancora dei sentimenti, se hai dei rimpianti o dei desideri.
Devi odiare per farlo. Purtroppo devi odiare tanto.

Quello che mi spaventa non è tanto l'idea che potrei non essere in grado di sostenere una tale situazione.
Al contrario.
E' l'idea che potrei.
Se ce ne fosse motivo - e francamente ne vedo solo uno plausibile - alla fine potrei.
Questa cosa mi atterrisce.


martedì 5 aprile 2016

16 INSIDE AGAIN.

In giorno non meglio specificato del 1986
la (futura)Puff: mamma mamma!! settimana prossima c'è il concerto degli Spandau a San Siro! Posso andare eh eh? posso eh? posso?
la mamma: ma figuriamoci, li in mezzo a farti schiacciare ma non se ne parla nemmeno e poi chissà cosa succede con tutta quella gente che fuma e beve.....

Un altro giorno non meglio specificato del 1986
la (futura)Puff: mamma mamma!! settimana prossima c'è il concerto dei Duran a San Siro! Posso andare eh eh? posso eh? posso?
la mamma: ma figuriamoci, li in mezzo a farti schiacciare ma non se ne parla nemmeno e poi chissà cosa succede con tutta quella gente che fuma e beve.....

Altri giorni non meglio specificati tra il 1984 e il 1990
la (futura)Puff: mamma mamma!! settimana prossima c'è il concerto di XXX a San Siro! Posso andare eh eh? posso eh? posso?
la mamma: ma figuriamoci, li in mezzo a farti schiacciare ma non se ne parla nemmeno e poi chissà cosa succede con tutta quella gente che fuma e beve.....


Ma la ruota gira, oh yeah.

Ha iniziato a girare lo scorso anno, e a giugno completerà il suo giusto e doveroso percorso all' Arena Estiva di Assago. Perché le cose belle accadono a chi sa attendere, uno si siede sulla sponda del fiume ed attende soddisfazione, la speranza è l'ultima a morire, quando il gatto non c'è i topi ballano e aspetta e spera che poi si avvera. 


12-06-16

 
Bum!




venerdì 1 aprile 2016

BIPOLARE

Alcune settimane fa il Nin ha vinto una specie di gara di sudoku a scuola, e come premio lui e altri 2 vincitori hanno partecipato a un piccolo corso di cucina. La notizia è riportata sul giornalino della scuola attualmente disponibile.

Lo stesso figliolo genio del sudoku stamattina mi dice:
"mamma, oggi voglio mettere i pantaloni con le maniche corte".

Qual'è quello vero?