venerdì 11 marzo 2016

MEMORIE A LUNGO TERMINE

Io non so perchè, giuro che davvero non lo so, ma in questo periodo sto rimuginando parecchio sul passato.
Bella bazza.

Ieri c'è stata un'occasione da nulla, chiacchierando con una mia amica si parlava di mariti, lei si lamentava del suo che è poco collaborativo, e a mo' di giustificazione aggiungeva "si però preferisco comunque così di quelli coi segretucci che occultano il cellulare".

Ecco basta una cosa da poco come questa per riattivare i miei neuroni mnemonici i quali non sanno mai dove cazzo sta il mio dannato cellulare, ma quanto ad avvenimenti di 3-4-5-6 anni fa sono sul pezzo come il capitano Flint abbarbicato al cannone prima dell'abbordaggio della Urca. Sti stronzi.

E così mi sovvengono episodi e conversazioni che per quanto innegabilmetne appartenenti al passato, ancora allungano le loro ossute scheletriche maledettissime ombre verso il presente. E parlo di un presente connesso soprattutto con la mia testa, con quello che succede dentro (e non fuori) di me ogni qualvolta uno sprazzo di ricordo si fa strada fino all'avanguardia, superando la masnada di blocchi psichici che mi sono imposta al fine di trattenerli nelle retovie.

Tutte metafore guerrafondaie, oggi.
Interessante.

La prima cosa che sento montare è la rabbia, immagino perchè è la prima che ho soppresso a suo tempo, per fini pratici e strategici. Una rabbia che sento radicata e profonda, per aver permesso ad una persona esterna, a qualcun "altro" di mentirmi e umiliarmi, di farmi sentire inadeguata, piccola ed inutile. Per aver abdicato a me stessa ed aver messo il mio benessere in mano ad altri.
Rabbia verso me stessa, oggi, per aver accettato giustificazioni, per aver creduto ad una buona fede molto dubbia, per non aver avuto i "coglioni" di fare allora quello che onestamente andava fatto.

Intendiamoci: non sono pentita. Assolutissimamente no.
Sono tuttora convinta che le mie scelte siano state quelle giuste e non le rinnego, anzi le abbraccio ogni giorno.

Ma quando il mio sguardo volge all'interno, quando sono sola con me stessa, quando bado solamente a quel che provo davvero nel nocciolo più profondo di me, beh, in quei momenti penso che avrei dovuto avere più coraggio. Che se lo avessi avuto probabilmente avrei sofferto meno, in un modo o nell'altro. Mi viene il pensiero di essere stata guidata dalla paura più che dal buon senso, dal dolore più che dalla coerenza. Mi sento spinta a dubitare, non delle scelte compiute (come ho detto, le riconfermo quotidianamente), ma delle motivazioni dietro di esse.
L'idea di avere (forse) agito per paura mi atterrisce, anche se il risultato è stato comunque positivo.

Ripenso alle cose che sono state dette e fatte e mi domando: ma come cazzo hai potuto sopportarlo? Ma cosa sei, una patetica donnetta lacrimosa?

Poi però penso che no, non sono una donnetta lacrimosa, e che se non lo sono oggi forse parte del merito è anche del lavoro su me stessa che quegli avvenimenti mi hanno spinta a fare. Sono cambiata in modi che in parte sono completamente nascosti, ho dovuto scendere a tremendi compromessi che non mi saerei mai immaginata di poter gestire, ho cambiato il mio approccio alla vita, ai sentimenti, alla famiglia, al matrimonio e all'amore. Sono diventata meno egocentrica, più consciamente comprensiva, ovvero: ho imparato a comprendere il mio prossimo in maniera attiva, in maniera consapevole - che è molto diverso sia dal giustificare e via, sia dal condannare e via.

Di questo sono lieta.

Tuttavia spesso mi sento ancora ferita e umiliata come allora.
Non ho percezione di quanto e come l'altra parte dell'equazione sia realmente cambiata rispetto agli atteggiamenti che ci hanno portato a suo tempo sull'orlo del baratro. Non so, nei fatti, se lo sia davvero. Sospetto però che ancora manchi una comprensione profonda di quanto avvenuto, dei sentimenti ad esso correlati, anche se devo ammettere che potrebbe essere soltanto una mia paranoia. Vero è che una ammissione di responsabilità non c'è mai veramente stata: quello che ho avuto sono state generiche giustificazioni e allusioni a quanto io fossi esagerata.

E poichè, così si dice, chi non comprende i propri errori è generalmente destinato a ripeterli, devo ammettere che non riesco più ad essere completamente tranquilla. E bisogna che io me ne faccia una ragione.

Alla faccia di "non posso mica pagare per tutta la vita".







11 commenti:

  1. HUmm... non so se ho davvero capito. Cioe' ho capito in linea generale ma non capendo a quale episodio in particolare non riesco bene a scrivere cio' che vorrei dire perche' magari lo riferisco a qualcosa che ho capito da questo post ma che in realta' non e' successo.
    Non so se mi sono spiegata. Tu non hai parlato (forse volutamente) di quello che era accaduto nel tuo passato e io l'ho ipotizzato nella mia mente e avrei un commento su questo. Solo che e' solo una mia ipotesi che mgari non c'entra nulla con quanto da te vissuto. Indipercui... me zitta :x

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  2. OH NO mia cara, scrivi tutto quello che ti passa per la mente, se ti sei fatta un film sbagliato, pace!!
    Se invece vuoi martellarti sui maroni.... http://lavitasecondolapuff.blogspot.it/2013/03/avrei-voluto.html
    e post seguenti.

    Ma come dire..... è una bella palla ti avviso! :-*

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    1. A prescindere dalle motivazioni - recupererò le puntate perse - il discorso di massima è che la memoria e la nostra anima sono delle lavagne.
      Tu puoi cancellare, pensando che quello che vi è stato scritto se ne sia andato ma.....se guardi più attentamente....puoi riconoscere ancora i segni del gesso.
      Magari non riesci a leggere alla perfezione ciò che c'è scritto, ma il segno rimane e si fa fatica a togliere.
      Poco alla volta si accavallano, certi scompaioni, altri si fanno sempre più deboli.....siamo noi che dobbiamo però impare a leggere quello che è scritto con un nuovo gesso. A caratteri chiari.
      Oppure altra soluzione: cambiare cancellino!
      Non sono capace di fare la seria.....scusa....

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    2. no però il concetto è estremamente chiaro. e pure giusto, direi!

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  3. vedo che sei comunque ancora in palla... non è facile uscirne...

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    1. Non sono in palla, ma non ho l'Alzheimer!

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    2. Certo, non intendevo questo.
      Forse siamo noi che prendiamo la vita in modo diverso, meno superficialmente... sicuramente.

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  4. Ciao,

    Purtroppo cara amica virtuale siamo alle solite. Ogni tanto il fantasma dei ricordi della famosa quanto misteriosa "collega s" ritorna a farsi sentire.

    Qui c'e' da fare una premessa peró che vale sia per noi lettori che per te.

    Se sugli episodi passati legati a presunte infedeltá, magari col pensiero anche se non credo ci sia stato nulla di "materiale" con la famosa collega S e non sei mai riuscita ad arrivare ad un punto di approdo finale visto che al di lá di qualche messaggio un po' troppo amichevole sul cellulare e le chiacchiere dell' ex-amico ( che aveva litigato anche lui con tuo marito per via di questa famosa collega e voleva sputtanare tuo marito per vendicarsi ) ma ...dicevo .. siccome non c'é mai stato nulla di "provato" ... persino da te che hai vissuto la vicenda in prima persona dall' inizio alla fine .. figuriamoci quanto approssimativa e tratteggiata possa essere la percezione degli eventi cornificatori o supposti tali visti dalla prospettiva di noi altri spettatori "a distanza" di tutta la storia.

    Io direi, razionalmente, che rimangono i seguenti punti fermi :

    (1) Se hai tenuto duro e sei andata avanti allora, evitando di scavare troppo per non farti del male, lo hai anche fatto per senso di responsabilitá e per i vostri due figli. Alla fine qualche messaggio sul cellulare non vuol dire nulla.

    (2) Tutto sommato il GG anche se ha avuto dei momenti passati di apprezzamento per la collega S quando lavoravano insieme non mi sembra uno stronzo che butta alle ortiche una famiglia per una botta occasionale. In ogni caso la collega S era strana forte anche lei, ricordo l'episodio del numero di telefono dedicato per amici e conoscenti durante il viaggio di nozze ( ma dico .. durante il viaggio di nozze !? ). Io piuttosto mi preoccuperei per quel gran cornutone che si é sposato la collega s, povero.

    (3) Sulle decisioni passate non si ritorna, non é possibile e soprattutto è inutile. Lo so che é piu' facile a dirsi che a farsi, ma come ribadito anche sopra una volta passata la parte tempestosa della crisi hai continuato a navigare piu' o meno a vista e hai fatto bene. Secondo me ora devi cercare di chiudere le cose passate e perdonare sia te stessa che lui. Non puoi fare i processi alle intenzioni e ai sospetti in eterno. Ti stai appendendo ad un gancio da sola. Cerca di sganciarti definitivamente se ci riesci.

    Saluti amichevoli.

    Vedetta

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    1. Cavoli Vedetta, che memoria hai!!!! No guarda, non sono affatto tentata di tornare sulle mie decisioni. Per nulla. E la famosa collega c'entra solo marginalmente, nel senso che questo post non parla di quel che é successo, ma di quel che penso io oggi rispetto a quel lato del carattere di mio marito. E quel che penso é essenzialmente che superare e dimenticare sono due cose profondamente diverse. Mi inchino, in un certo senso, alla natura umana (o alla mia) prendendo atto che come ogni cosa del passato, anche questa farà parte di me per sempre. La fregatura é che non scatena sensazioni piacevoli... Ma non si può aver tutto, ti pare??

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  5. Credevo fosse un blog "feriale" 😁

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  6. ....quando due persone rimangono insieme non è perché dimenticano ma perché perdonano"...dovresti partire da qui...

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